mercoledì 25 gennaio 2012

"Io, malata da anni senza stipendio: licenziatemi"


L'appello di Valentina, affetta da Mcs: risulto dipendente, nessun altro mi assume

di Benedetta Salsi

FERRARA - È passato più di un anno; signora Malagutti, come sta?
«Be’, la malattia la tengo ferma, proprio perché sono rimasta a casa, nel mio ambiente protetto. Solo così riesco ad averla sotto controllo. Tutto il resto, se possibile, è peggiorato».

Si riferisce allo stipendio?
«Non arriva da due anni e mezzo. In tutto questo tempo non è cambiato nulla. Anzi. Il prefetto ci aveva ricevuto a giugno del 2010, ci aveva detto che si sarebbe interessato. Poi, il silenzio».

Nessuno l’ha aiutata?
«Mi avevano anche spiegato che sarebbe stato meglio che il telelavoro me lo trovassi da sola. Ma tutti quelli che ho contattato, mi rispondevano che in quanto dipendente pubblica non potevo muovermi in autonomia. In più, da febbraio, sono scaduti i 18 mesi».

Di aspettativa?
«Sinceramente non lo so. Non l’ho ancora capito come mi abbiano classificata. Da sei anni non lavoro; da due e mezzo mi hanno tolto lo stipendio. Risulto, dal certificato che mi hanno spedito, in assenza ingiustificata. Quindi in teoria a febbraio sarebbe dovuto scattare il licenziamento».

Ma non l’hanno licenziata.
«No». Scoppia a ridere. «L’hanno bloccato. Sono dipendente della prefettura, non mi pagano, ma nessuno mi licenzia. Così non posso neanche cercarmi un altro impiego».

Lei, nel frattempo, si è mossa?
«Ho fatto di tutto. Nel 2011, un tecnico informatico che non riesce a lavorare da casa è incredibile. Una barzelletta. Le capacità non mi mancano, la voglia nemmeno. Ho messo insieme un’associazione per la dislessia, ho organizzato un doposcuola, dato lavoro ad alcuni ragazzi».

Proposte?
«Avevo richiesto una riduzione dell’orario al 50%. Niente. Il mio avvocato ha scritto loro in estate: c’era un posto libero all’Inail. Hanno replicato che era solo un’ipotesi, non sono obbligati a fare alcunché, dicono. Avevamo scritto anche al ministero dell’Interno. Silenzio».

Due figli, uno minorenne, l’altra disoccupata. Ora che farà?
«Non lo so. Avrei anche bisogno di terapie, ma senza soldi non riesci. Non so che fare. Volevamo addirittura attaccare volantini per la città, ma ci hanno fermati».

Che cosa chiede oggi?
«Un incontro col prefetto. Che ci ascolti. Vorrei capire che cosa è stato fatto, perché è stato bloccato il licenziamento. Se mi devono lasciare a casa, avanti; si decidano. Poi sia quel che sia. Ma non lo fanno perché sono ammalata. Io, però, così non ce la faccio più. Sono un’impiegata fantasma, dimenticata nel nulla. E da fantasma, mi creda, non si mangia molto».

3 gennaio 2012

FONTE: ilrestodelcarlino.it
http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/2012/01/03/646874-malata_anni.shtml


RISOLVIAMO IL DRAMMA MCS


Intervengo sul caso della signora Valentina Malagutti, pubblicato ieri perchè mi ha molto colpito in senso negativo. L’MCS è una malattia terribile che nei casi più gravi, e ce ne sono, taglia fuori una persona dalla vita, pur lasciandola in vita. A questo dramma già di per se rilevante se ne aggiunge un altro non meno grave perchè l’MCS non è considerata una malattia. Io sono uno dei pochissimi parlamentari tra Camera e Senato ad aver portato in Parlamento la questione sia con una proposta di legge che prevede, appunto il riconoscimento da parte dello stato italiano della Sensibilità Chimica Multipla come malattia grave e invalidante, sia con un question time in commissione sanità all’allora Ministro della Salute Fazio.

Inutile dire che nessuna delle due iniziative ha avuto esito positivo. La proposta di legge, come quella presentata dalla collega del Pdl Calabria, è chiusa un cassetto e non è mai stata neppure calendarizzata. All’interrogazione presentata la risposta del Ministro è stata la solita, ovvero che per l’Istituto Superiore di Sanità e di conseguenza per lo stato l’MCS non esiste e di conseguenza coloro che ne sono affetti non possono essere riconosciuti come malati. A fronte di questo quadro desolante, che ha portato uno di questi malati che risiedeva proprio nella nostra regione in provincia di Ravenna a togliersi la vita per disperazione, la vicenda della signora Malagutti da voi segnalata colpisce perché alla sventura della malattia si aggiunge quella della burocrazia. Infatti la signora che non percepisce più stipendio dalla Prefettura non può svolgere un altro lavoro, che pure le sue competenze gli consentirebbero di svolgere da casa, perchè non è stata ancora licenziata nonostante sia considerata assente ingiustificata dal posto di lavoro.

Mi auguro che l’appello lanciato al Prefetto per un incontro venga raccolto al più presto, ma soprattutto mi auguro che questo incontro possa essere utile a risolvere il problema burocratico, che come segnalato dal Carlino dura da oltre un anno. Per quanto mi riguarda, essendo la signora Malagutti una dipendente del Ministero dell’Interno, cercherò di offrire un piccolo contributo interessando alla questione il Ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri attraverso la presentazione di un’interrogazione, chiedendole di attivarsi quanto meno per troncare il limbo burocratico-amministrativo nella quale versa con pesanti ripercussioni economiche, come lo stipendio azzerato, la signora. Purtroppo e lo dico con sconforto al momento la questione MCS non sembra risolvibile dal punto di vista del riconoscimento clinico della malattia, anche a seguito di timori assolutamente ingiustificati sul fatto di aprire una strada molto ampia sul fronte della cause di lavoro. Ma almeno alla sventura che colpisce chi si ammala di questa malattia fantasma, non si aggiungano follie burocratiche come quella relativa al caso sollevato dal Carlino.

Silvana Mura, parlamentare Idv

4 gennaio 2012

FONTE: ilrestodelcarlino.it
http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/2012/01/04/647249-risolviamo_dramma.shtml


A 2 giorni di distanza dal primo articolo, pubblico la II° parte della storia paradossale di Valentina Malagutti, paradossale perchè questa signora malata di Sensibilità Chimica Multipla non lavora e non percepisce stipendio da due anni e mezzo pur non essendo mai stata licenziata dal suo posto di lavoro, la Prefettura.
Al suo caso particolarissimo si è interessata la parlamentare Idv Silvana Mura, cui va il mio sentito ringraziamento per essersi occupata di lei, nonchè di tutta la questione inerente il riconoscimento dell'MCS. Purtroppo però, con grande amarezza, le sue parole lasciano poco adito a speranze: L'MCS per la nostra sanità non esiste e di conseguenza coloro che ne sono colpiti non possono essere considerati malati.

Perchè tutto questo, perchè l'MCS non viene riconosciuta tra le malattie croniche invalidanti? Forse perchè non è considerata una vera malattia? No, queste sono tutte scuse! Certo, ci sono ancora dei medici che sostengono questo, ma sono sempre meno, sempre più isolati, tanto più che l'MCS è perfettamente riconoscibile attraverso esami tossicologici e genetici mirati. Perchè allora non viene riconosciuta, a fronte di migliaia di casi in tutt'Italia?

Perchè riconoscere l'MCS significherebbe dover attribuire tante nuove pensioni d'invalidità.
Perchè riconoscere l'MCS obbligherebbe il nostro sistema sanitario nazionale a predisporre luoghi adeguatamente bonificati in ospedali e Asl.
Perchè riconoscere l'MCS significherebbe creare piani per l'inserimento al lavoro di questi malati, creando luoghi opportunamente bonificati in uffici o aziende statali e incentivandone la creazione presso esercizi e aziende private.
Perchè riconoscere l'MCS significherebbe includere dal nostro sistema sanitario nazionale esami tossicologici e genetici costosi che adesso sono quasi interamente a carico del malato facendoli pagare come ticket, nonchè assumersi l'onere di accollarsi, almeno in parte, le spese di cure adeguate come terapie disintossicanti o altro, che naturalmente sono ad oggi ancora e sempre a carico del malato.
Perchè riconoscere l'MCS (e le sue varianti, come l'EHS, cioè l'ipersensibilità elettromagnetica) significherebbe AMMETTERE che viviamo in un mondo inquinato, molto inquinato, e quindi dover predisporre più severe norme anti-inquinamento, sia per quanto riguarda l'inquinamento chimico, sia per ciò che concerne l'inquinamento elettromagnetico.

Il malatto di MCS, per tutte le ragioni esposte sopra, viene visto come una "patata bollente", come un "malato scomodo", come un malato che porterebbe a notevoli fuoriuscite da un punto di vista economico..... e allora si preferisce lavarsene le mani, fare finta di niente e continuare con la storiella (a cui neppure loro credono, ma che utilizzano come pretesto) che l'MCS in realtà non esiste.
E così tutto continua come è sempre stato.... e intanto i malati aumentano, si aggravano... e muoiono (!) abbandonati a loro stessi da uno Stato indifferente, omertoso e quindi colpevole, colpevole di non assumersi le proprie responsabilità dinanzi a una piaga sempre più grave e dilagante.

Marco

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