mercoledì 22 maggio 2019

«Cerco un donatore per sconfiggere la leucemia», l’appello social di Enrico è virale


Enrico De Caprio ha 25 anni e dal 2011 vive in Germania, partito da Napoli con tutta la famiglia per cercare a Berlino condizioni lavorative migliori. Poi un anno fa la decisione del ragazzo di tornare nella sua città, pensando di investire lì i risparmi messi da parte in terra tedesca. E invece Enrico quel volo, programmato per lo scorso giugno, lo ha perso, bloccato nella capitale alemanna da una banale tonsillite. Sembrava un normale mal di gola da curare con i soliti antibiotici, ma in realtà si è rivelata la spia di uno stato di salute molto più grave, che ha costretto il ragazzo a mettere in pausa la sua vita.

«Qualche mese prima della partenza avevo fatto dei controlli di routine che avevano dato un buon esito, stavo bene – racconta –. Poi è iniziato il mal di gola, una brutta infiammazione che i normali antibiotici non riuscivano a guarire. Così il medico mi consigliò di andare al pronto soccorso, dove mi avrebbero somministrato antibiotici più potenti per via endovenosa. E lì è cominciato il mio calvario». Infatti, in ospedale ripetono tutti gli accertamenti clinici e alla fine gli comunicano che ha “la malattia del sangue”. Enrico in un primo momento non capisce, crede di essersi preso uno di quei fastidiosi virus difficili da debellare. Spera di risolvere il problema nel giro di un mese e riuscire a prendere l’aereo che lo riporterà a Napoli. Sarà la madre a spiegargli che si tratta di leucemia e che la situazione è molto più grave di quello che pensa.

«Mi hanno ricoverato e ho cominciato il percorso terapeutico, che in quel caso non prevedeva il trapianto di midollo – spiega –. Sono stato in ospedale cinque mesi e mi hanno dimesso lo scorso ottobre, un giorno prima del mio 25esimo compleanno». Enrico è felice di festeggiare quella ricorrenza a casa con i suoi. Soprattutto è felice perché i dottori gli hanno detto che è guarito, e senza dover cercare un donatore di midollo per il trapianto.

Ma il ragazzo non è ancora fuori pericolo. I mesi successivi li trascorre con addosso il timore che i controlli periodici non diano l’esito sperato. E a marzo, proprio quando sembra andare tutto per il verso giusto ed Enrico è più rilassato e accarezza l’idea di far ripartire la sua vita, arriva un’altra doccia fredda: «Mi ha telefonato la dottoressa per dirmi che c’era un’anomalia negli esami e che la malattia era tornata. E a quel punto il trapianto di midollo era inevitabile». Una notizia che lo getta nello sconforto: «Confesso di aver pianto, non tanto per me ma per la sofferenza che avrebbero dovuto affrontare di nuovo i miei cari». Un attimo di debolezza che dura poco: Enrico rialza la testa e riprende la sua battaglia contro la leucemia. E da qualche giorno ha dalla sua parte migliaia di alleati. Infatti, su Facebook e Instagram è diventato virale il suo appello lanciato per cercare un donatore compatibile: «Ciao Leggende, purtroppo devo affrontare il percorso che mi sono augurato di evitare da diversi mesi, devo affrontare un trapianto di midollo a seguito di una Leucemia che mi rompe il cazzo da maggio scorso – scrive Enrico –. Come risaputo, la cosa fondamentale affinché il trapianto abbia un buon seguito è la compatibilità con il donatore. Essendo italiano è meglio che lo sia anche il donatore per una questione di similarità del ceppo genetico». Poi indica i link ai siti delle associazioni italiana e tedesca dei donatori di midollo osseo e aggiunge: «Non è un impresa facile trovare un donatore compatibile, ma più siamo e più aumentano le possibilità».

E così è partito il tam tam virtuale, che in altri casi, come quello del piccolo Alex, ha spinto migliaia di persone a fare il test di compatibilità e a registrarsi comunque come donatrici. È questo che oggi nutre l’ottimismo di Enrico: «La cosa che m’inonda il cuore di gioia è sapere che quel mio piccolo appello ha smosso i cuori di tantissime persone – dice –. E queste persone, anche se non risulteranno compatibili con me, registrandosi come donatori di midollo, si mettono al servizio di tantissimi malati che stanno vivendo la mia stessa brutta situazione. Il solo pensiero che io in questo caso sia un anello di una catena che può portare la vita a persone che ne hanno bisogno mi rende troppo felice, fiero di me stesso e di vivere. Catena creata in poco tempo attraverso un gesto semplice, una condivisione!». E conclude dedicando un pensiero a chi in queste ore sta alimentando questa catena: «Ringrazio voi e la vita per questa esperienza che ci sta offrendo: fare del bene al prossimo, ma sopratutto in anonimato, è un gesto nobile e leggendario».

di Gennaro Morra

19 aprile 2019

FONTE: Il Mattino