domenica 22 dicembre 2019

"Un camper per Rosalba": raccolta fondi per una ragazza affetta da MCS


Una raccolta fondi per acquistare un camper che consenta a Rosalba di vivere meglio. Rosalba ha 40 anni, è una psicoterapeuta leccese e da qualche anno vive nelle isole Canarie insieme al marito. Il suo problema è arrivato all’improvviso tre anni fa: capogiri e mal di testa, i primi esami, le analisi, contatti con medici spagnoli e italiani. E poi la diagnosi: MCS, Sensibilità Chimica Multipla.
La MCS è una sorta di allergia a qualsiasi componente chimico ed è una patologia fortemente debilitante. Infatti da tre anni la vita di Rosalba è diventata un incubo: un incubo uscire, un incubo restare in casa, un incubo anche semplicemente respirare. La MCS provoca sintomi violentissimi, che arrivano a vere e proprie convulsioni.
Una possibilità per migliorare la vita di Rosalba è rappresentata dall’avere un camper, un furgone, un biocamper, che sia asettico, sterile, costruito pezzo per pezzo con tutte le accortezze del caso. Sarebbe una casa mobile che consentirebbe di spostarsi sempre in luoghi per lei “sicuri”. Ma costa intorno ai 100mila euro. Per questo motivo è stata aperta una pagina su Facebook per raccogliere i fondi necessari alla causa.


23 novembre 2019

FONTE: Lecce Sette

giovedì 19 dicembre 2019

La storia di Rosalba, affetta da MCS: una vita senza aria


LECCE – La bellissima ragazza che vedete in foto, radiosa nel giorno del suo matrimonio, è Rosalba. Ha 40 anni, è di Lecce, è una psicoterapeuta e qualche anno fa si è trasferita con il suo Gabriele a Tenerife. Una famiglia meravigliosa: mamma Daniela, papà Giuseppe, due fratelli, una sorella e Lia, un labrador. Da tre anni, però, la vita perfetta di questa giovane donna solare e brillante è diventata un incubo. È un incubo uscire, un incubo restare in casa, un incubo anche semplicemente respirare. È successo all’improvviso: capogiri e mal di testa, i primi esami, le analisi, contatti con medici spagnoli e italiani. E poi la diagnosi: MCS, Sensibilità Chimica Multipla. Ci siamo già dedicati in passato a persone salentine affette da questa rara patologia che, tradotta in termini semplicissimi, può essere descritta come una “allergia a tutto”. A qualunque agente chimico sia nell’aria, compresi i detersivi e i saponi, i profumi, la plastica, il legno, la fuliggine, le fibre dei tessuti tradizionali, gli insetticidi, i solventi e molto, molto altro.

Ogni cosa provoca sintomi violentissimi, che arrivano a vere e proprie convulsioni. E porta, comprensibilmente, a sentirsi impazzire, a desiderare di mettere fine alla propria vita. Rosalba e i suoi genitori passano ora le gornate a cercare un posto il più possibile isolato e salubre, in Italia e in Spagna. Perché bisogna essere lontanissimi da fabbriche, ma anche da campi coltivati. Si può immaginare, ad esempio, il cocuzzolo di una montagna, o una spiaggia sperduta, ma a volte neanche questo basta. Nel frattempo, sono rimasti nel cassetto gli ultimi biglietti aerei che Daniela e Giuseppe hanno fatto per andare dalla figlia, perché comunque non potrebbero avvicinarsi a lei, sono innumerevoli le precauzioni e le accortezze da adottare. E forse non basterebbero.

Cosa chiede questa famiglia? Non qualcosa di speciale solo per sé, ma che le istituzioni si occupino finalmente e seriamente delle persone affette da MCS. Spazi appositi, terapie ad personam, spese mediche coperte dal servizio sanitario nazionale.

Una possibilità per migliorare la vita di Rosalba è rappresentata dall’avere un camper, un furgone, un biocamper, che sia asettico, sterile, costruito pezzo per pezzo con tutte le accortezze del caso. Sarebbe una casa mobile che consentirebbe di spostarsi sempre in luoghi per lei “sicuri”. Ma costa intorno ai 100mila euro.



19 novembre 2019

FONTE: Telerama news

lunedì 9 dicembre 2019

Venosa (Potenza): elettrosensibile grave aggancia Di Maio che promette: "Tavolo scientifico sulla malattia elettromagnetica!"


Venosa, poco più di 11.000 persone in provincia di Potenza, regione Basilicata. Ieri sera Luigi Di Maio, ex Vicepremier del Conte I, ex Ministro del 5G a guida del MISE (oggi è al dicastero degli affari Esteri) dopo la tappa lucana posta su Facebook: “Grazie Venosa, grazie di cuore per il calore e l’affetto di questa sera. Non smetteremo di batterci per tutelare i vostri diritti. Ci stiamo impegnando per restituirvi tutto quello che per decenni la politica vi ha rubato.

Tra chi rivendica diritti negati e rubati c’è Savino Tampanella, elettrosensibile di Venosa, attivista del comitato Stop 5G Basilicata: maglietta nera con scritta bianca (“sono un elettrosensibile, ma per lo stato sono invisibile“), come già aveva fatto a Roma per la storica manifestazione nazionale Stop 5G in Piazza di Montecitorio, per chiedere tutela della salute ieri s’è recato all’incontro pubblico del Movimento 5 Stelle organizzato nella sua città insieme alla Sindaca Marianna Iovanni, al consigliere regionale Gianni Leggieri, al Senatore Arnaldo Lomuti, anche lui di Venosa. Ad ascoltare il Ministro Luigi Di Maio, di spalle al palco, in prima fila, con la maglietta-denuncia e la diagnosi di elettrosensibilità in mano, Savino ha attirato l’attenzione di tutti. Dopo un breve colloquio con la Sindaca della città (a Venosa anche un atto amministrativo comunale per alloggi protetti da elettrosmog in difesa di malati), Savino Tampanella è stato ascoltato dall’ex Ministro del Mise (fautore del 5G) e capo politico del M5S, Luigi Di Maio. Un incontro serrato, in cui Savino è riuscito ad ottenere la promessa dell’istituzione di un tavolo di confronto scientifico sulla elettrosensibilità (malattia riconosciuta dal 2012 in Basilicata proprio grazie all’indomito Savino, ma non riconosciuta a livello nazionale) e che la documentazione relativa alla sua diagnosi sarebbe immediatamente passata nelle mani del lucano Ministro della Salute Roberto Speranza, anche lui di Potenza.

Di seguito la diagnosi di Elettrosensibilità di Savino Tampanella redatta nel 2013 dal Prof. Giuseppe Genovesi, improvvisamente scomparso a Gennaio 2018:

Il sottoscritto prof. Giuseppe Genovesi, specialista in endocrinologia, in psichiatria ed in immunologia, ricercatore del Policlinico Umberto I dell’università di Roma La Sapienza, alla luce del quadro clinico e presa visione delle indagini diagnostiche effettuate, dichiara che il paziente Savino Tampanella è affetto da Encefalomielite mialgica e da Elettrosensibilità, progressivamente insorte.

La sintomatologia generale lamentata più frequentemente dal paziente è caratterizzata da: spiccata astenia, dolori diffusi articolari e muscolari, stato confusionale, difetto di attenzione e di memorizzazione a breve termine, acufeni forti, tachicardia e aritmie cardiache con disturbi circolatori, ipertensione arteriosa in caso di esposizione, eritemi, perdita di coscienza in caso di esposizione, depressione del tono dell’umore, disturbi del linguaggio, infiammazione delle mucose, parestesie.

È bene specificare che la sintomatologia è scatenata dall’esposizione a campi elettromagnetici, pc fissi e portatili, cellulari, Wi-Fi, ripetitori radio telefonici, server, Bluetooth, e qualsiasi altra apparecchiatura elettrica che genera campi elettromagnetici. Tradotto tutto ciò in termini di prodotti di uso comune significa che il paziente deve evitare l’esposizione, il contatto e la vicinanza a qualsiasi campo elettromagnetico.

È da precisare infine che la condizione clinica attuale del paziente, come dimostrato dalle modalità di insorgenza della sintomatologia, limita significativamente la sua vita di relazione e configura, oltre che un danno biologico, anche un evidente danno morale da quantificarsi nelle opportune sedi medico-legali.

Roma, 15 maggio 2013.

In fede, prof. Giuseppe Genovesi, Policlinico Umberto I di Roma.



30 novembre 2019

FONTE: Oasi Sana

martedì 3 dicembre 2019

«Io, intollerante alle onde elettromagnetiche, sono isolato e non lavoro: il governo mi aiuti!»


PENALIZZATI Stare vicino ad apparecchi accesi – cellulari e televisori inclusi – provoca alle persone come il signor Tampanella epilessia, nausea e problemi di cuore

«All'estero questa sindrome è invalidante e pensionabile», dice Savino, che deve costruirsi una casa su misura e si sfoga: «Non ho più una vita»

Pochi anni fa ha scoperto di essere intollerante alle onde elettromagnetiche e da allora deve tenere a distanza la tecnologia per non vivere in uno stato di malessere costante. Si chiama Savino Tampanella ed è uno dei 170 mila “elettrosensibili” in Italia. «La mia vita non esiste più», confessa a Nuovo. La sua intolleranza è riconosciuta solo all'estero, dove è possibile eseguire esami genetici particolari.
In Italia, l'unico reparto che si occupava di questo problema, all'ospedale Umberto I di Roma, è stato chiuso dopo la morte del primario, Giuseppe Genovesi. Savino è l'unico ad aver ottenuto una certificazione della sua condizione in una regione italiana, la Basilicata.

Ci racconta la sua vita?

«Vivo irradiato da onde elettromagnetiche e dalla mattina alla sera cerco i posti dove soffro meno. Tre volte la settimana mi sottopongo a una terapia a base di glutatione, una molecola disintossicante usata anche in chemioterapia, faccio bagni di sale per scaricare l'elettricità e molte docce».

Dove abita?

«Sono stato in campagna a Venosa per tre anni. In una casa senza …. e riscaldamento. …..... i segnali elettrici erano più leggeri. Poi la mia isola felice è stata invasa da radar che forse provengono dalla Puglia e sono andato ospite da amici. In attesa di finire la costruzione della mia nuova casa a prova di onde in …...»

Com'è la sua casa ideale?

«Non deve essere in un campo elettromagnetico. Ci può essere un telefono fisso da usare con parsimonia, ma niente cellulari. Gli elettrodomestici possono funzionare, ma senza che io mi avvicini troppo. Le lampadine a basso consumo sono bandite, sì a quelle a led. Non posso guardare la smart tv, mentre quella di generazione intermedia mi provocano problemi solo se la tocco. No agli allarmi nella casa o nelle vicinanze».

Ma che cos'è di preciso l'elettrosensibilità?

«E' una malattia nota già nel 1930, la Sindrome da microonde. Non è un'allergia, perché non provoca shock anafilattico, ma un'intolleranza. E' come se fossi celiaco. In molti Paesi è riconosciuta come malattia sociale, invalidante e pensionabile. Causa crisi epilettiche, stanchezza, tachicardia, difficoltà all'udito».

La nostra società la aiuta?

«No. Non posso lavorare se non lontano dalle onde elettromagnetiche, ho finito i risparmi e vivo con la pensione di mio padre. Lancio un appello al ministro della Salute, Roberto Speranza, e vorrei fargli la bibliografia della mia malattia. Non è una patologia psichiatrica o una somatizzazione da stress. E' una malattia seria e lo Stato non può girarsi dall'altra parte».


Di Giovanna Sorrentino

FONTE: Nuovo