venerdì 13 marzo 2020

«Il mio film sugli elettrosensibili: è tutto vero»


Il regista forlivese Alessandro Quadretti verso una nuova opera: «C'è chi può ammalarsi di Wi-fi. Così racconto la loro vita»

L'ATTRICE «La protagonista soffre del disturbo in prima persona: per lei un set speciale»

Cosa succederebbe se un giorno ci si accorgesse di non poter più usare il cellulare o di non poter resistere in una stanza dove sia attiva una connessione wi-fi? Non è fantascienza, ma una realtà per il 5% della popolazione italiana (percentuale che in altre nazioni supera il 10%). Si tratta delle persone elettrosensibili, le quali non tollerano i campi elettromagnetici. Il regista forlivese Alessandro Quadretti ne aveva parlato in “Sensibile”, il suo documentario del 2017, e ora torna ad affrontare l'argomento. Questa volta si tratta di un corto di fiction, “Elettra”, per il quale si aprirà presto un crowdfunding online.

Quadretti cosa l'ha spinta a tornare sul tema dell'elettrosensibilità?

«Qualche mese fa ho letto la storia di una giovane attrice a cui era stata da poco diagnosticato il problema. Mi è sembrata un'occasione da cogliere».

Sarà lei la protagonista del suo nuovo corto?

«Sì. Si chiama Lisa Granuzza di Vita. Quando le ho fatto la proposta è stata entusiasta».

Di cosa parlerà “Elettra”?

«Sarà la storia di una donna che scopre di essere elettrosensibile e la sua vita cambia di colpo».

Quando partiranno le riprese?

«Spero in primavera. Molto dipende dall'esito della raccolta fondi che lanceremo presto: abbiamo bisogno di un sostegno per garantire un piccolo compenso a tutte le persone che collaborano al progetto e per trovare un distributore. L'argomento merita di avere il giusto spazio anche perché riguarda davvero tutti».

Quindi non solo gli elettrosensibili?

«Siamo sempre più connessi e ora si stanno aprendo le porte anche al 5G nonostante tanti studi ne dimostrino la pericolosità. Spesso si fa fatica ad accettare che qualcosa che non possiamo percepire possa danneggiarci, eppure è così e gli elettrosensibili ne sono una prova».

Come si scopre di essere elettrosensibili?

«I sintomi sono emicranie, difficoltà a dormire, ma anche tachicardia, problemi cardiovascolari e addirittura il diabete».

Come vive un elettrosensibile?

«Chi ne soffre in forma severa passa attraverso un dramma che investe ogni settore della vita. C'è chi è costretto all'isolamento. Ci sono ragazzi che non possono andare a scuola, autisti di autobus che non possono più lavorare perché ciascuno dei passeggeri ha un telefonino in mano... Alcuni perdono tutto».

Per l'attrice la vita sul set potrebbe essere dannosa?

«Lisa soffre di una forma non grave. A collaborare con me, oltre all'Associazione Italiana Elettrosensibili e a Officinemedia, ci sarà la stessa troupe con la quale lavorai per girare “Sensibile”, quindi tutte persone che conoscono l'argomento. L'idea è di lavorare nel rispetto dell'elettrosensibilità dell'attrice trasformando le scelte che faremo in una cifra stilistica».

Cosa intendete?

«Ad esempio cercheremo di lavorare con le luci spente, perciò dovremo sfruttare al meglio la luce naturale. Sul set ridurremo al minimo le attrezzature. La stessa scelta di avere un'attrice elettrosensibile mi sembra anche di stile: un po' come strizzare l'occhio al cinema neorealista. Vorrei che fosse un messaggio forte per tutti e penso che questa sia la strada giusta».

di Sofia Nardi


IL LAVORO

Il regista Alessandro Quadretti ha lavorato in particolare come documentarista. Tra le sue opere troviamo “L'ultima spiaggia”, sulla tragedia dell'esodo giuliano-dalmata, poi ancora “La strage dell'Italicus” e il film “Espero” nel quale recitò l'ex terrorista Mario Toti. Tra i lavori più recenti c'è “I babelici”, un documentario “sugli artisti irregolari”. Nel 2017 è uscito “Sensibile”: qui Quadretti intervista diverse persone che soffrono di elettrosensibilità e ne scontano le conseguenze sulle loro vite. In “Elettra” affronta lo stesso tema, questa volta attraverso la fiction.


10 marzo 2020

FONTE: Il Resto del Carlino