lunedì 8 luglio 2013

Dall'acne alla paralisi: un calvario lungo 30 anni. «Abbandonata da tutti»

 
Nicoletta si è ammalata a 13 anni, è arrivata a pesare 28 chili e il busto che per sostenerla le avrebbe causato l'immobilità

TREVISO - Ha la parte sinistra del corpo semi paralizzata, due vertebre schiacciate e uno stato di disabilità riconosciuta al 100%. Un calvario, quello di Nicoletta Breda, iniziato trent'anni fa da una banalissima forma di acne e accentuato da un busto correttivo che le ha schiacciato le vertebre, il midollo osseo e l'intestino, atrofizzando un braccio e una gamba.

Ora, completamente abbandonata dal sistema sanitario e sociale, chiede un'accompagnatoria che le permetta di pagare le spese sanitarie e il supporto dei servizi sociali per accompagnarla alle terapie riabilitative.

All'età di 13 anni, Nicoletta contrae una forma aggressiva di acne, inizialmente sul volto e sulla bocca, che poi si propaga anche alla gola, impedendo alla ragazzina di nutrirsi. I genitori intraprendono un esodo in tutta Italia contattando i migliori specialisti dermatologi, ma senza risultati, tanto che a 15 anni Nicoletta, alta un metro e 78 centimetri, arriva a pesare 28 chili. Al malessere fisico si aggiungono problemi muscolari causati dalla magrezza. La famiglia Breda si rivolge all'ospedale di Padova, che le ordina un busto per sostenere la ragazza dal punto di vista motorio. Ma è solo l’inizio di un calvario ancor più doloroso: Nicoletta è troppo fragile e non sopporta il peso del busto che schiaccia due vertebre e atrofizza tutta la parte sinitra del corpo. I genitori percorrono tutte le strade possibili e non solo quelle della medicina ufficiale.

Ora la donna è curata dagli specialisti dell’Arep, che oltre a regalarle una carrozzina per poter uscire, stanno cercando di alleggerire una situazione cronicizzata negli anni. La famiglia, però, chiede un maggior supporto da parte delle istituzioni. «Ancor oggi i medici non sanno dare spiegazioni sulla patologia di mia sorella - spiega Morena, che ora ha promosso una crociata in difesa dei diritti di Nicoletta -. Mia sorella sopporta quotidianamente dolori fortissimi dovuti alla sua condizione fisica, ma è abbandonata da tutti. I miei genitori hanno ottant'anni ed è problematico anche solo metterla a letto e accompagnarla alle visite specialistiche. Ogni due ore, giorno e notte, papà e mamma le somministrano le terapie. Passa le sue giornate in piedi o al massimo seduta in cucina, perché anche portare la carrozzina al piano terra o farle fare una passeggiata è complicato. Le è stata riconosciuta una pensione di invalidità di 286 euro, ma le spese dei medicinali ammontano mensilmente a 600 euro. In passato mio padre ha investito tutti i suoi risparmi nel tentativo di far curare Nicoletta, ma le istituzioni hanno voltato le spalle a lui e a tutta la nostra famiglia. Da anni presentiamo le nostre istanze alla Commissione invalidità all'Usl 9 alla Madonnina. L'ultima richiesta è stata depositata a gennaio, ma ancora non abbiamo avuto risposte. Ed è comunque paradossale che Nicoletta abbia l'invalidità riconosciuta completamente, ma le venga negato qualsiasi supporto assistenziale».

di Samantha Cipolla


 
Dall'acne alla paralisi, Zaia: «Faremo tutto il necessario per aiutare Nicoletta»

TREVISO
- «Non posso rispondere dell'operato delle istituzioni nazionali, ma per quanto riguarda l'Usl di Treviso posso assicurare che tutto quanto possibile per supportare le necessità di Nicoletta Breda è stato fatto e sarà fatto». Parola di Luca Zaia. All'indomani dell'appello lanciato dai familiari di Nicoletta, giovane divenuta invalida al 100% a causa di una gravissima forma di acne aggravata da un busto correttivo che le ha schiacciato due vertebre sino a paralizzarle la parte sinistra del corpo, il governatore assicura che nessuna strada resterà intentata.

I genitori ormai ottantenni, assieme alla sorella Morena, chiedono un accompagnatoria che consenta loro di affrontare le spese sanitarie, visto che i 286 euro di pensione di invalidità di Nicoletta riescono a coprire circa un terzo del costo mensile dei medicinali, e un supporto da parte dei servizi sociali per l'accompagnamento a visite e terapie riabilitative. Cose indispensabili, insomma, non certo privilegi. Purtroppo la commissione invalidità della Madonnina non ha margini di discrezionalità rispetto alle normative nazionali, tanto fredde quanto precise. Nonostante queste, però, l'Usl di Treviso proverà a intervenire dove possibile per garantire un un po’ di sollievo a Nicoletta e ai suoi familiari.

«Ho sentito il direttore generale, Giorgio Roberti - rivela Zaia - a brevissimo i responsabili della direzione servizi sociali contatteranno la famiglia e si metteranno a disposizione per agevolare l'ottenimento di tutti i supporti possibili, a cominciare dalla richiesta di aggravamento per proseguire con l'attivazione delle procedure per ottenere quanto previsto dalla legge in materia di aiuto alla disabilità».

«Per quanto di sua competenza l'Usl di Treviso si prenderà ulteriormente in carico questa situazione - conclude il governatore - da parte mia ringrazio il dottor Roberti che ha immediatamente attivato tutte le strutture di competenza dell'azienda sanitaria». Ma anche il settore sociale di Ca’ Sugana sarà chiamato a fare la propria parte per provare a trovare una soluzione a 30 anni di dolore. È a questo, infatti, che la famiglia ha chiesto di poter contare su un accompagnatore in caso di necessità. La giunta Manildo per il momento tace. Già si sa, comunque, che è pronta ad analizzare il caso nei minimi dettagli. Perché sentir dire dai familiari di Nicoletta, pur in cura all'Arep, che «le istituzioni le hanno voltato le spalle» è uno schiaffo dato a tutti i trevigiani.

di Mauro Favaro

4 luglio 2013

FONTE: il gazzettino.it


Davvero una storia di grande dolore questa di Nicoletta Breda, da 30 anni disabile grave con varie e dolorose problematiche fisiche.
Al di là di tutto, mi auguro solo che questa donna e la sua famiglia possano essere supportati nel migliore dei modi dalle Istituzioni, come il governatore Zaia ha promesso di fare. Il dolore probabilmente non potrà toglierlo nessuno a Nicoletta, ma almeno la serenità e il necessario supporto materiale è giusto e doveroso fare di tutto per potergliele garantire.


Marco

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