giovedì 20 giugno 2013

Emergenza malattie ambientali: non sono rare e l’ambiente svolge un ruolo importante come la ricerca


Si nascondono spesso dietro sigle oscure, sconosciute ai più, tanto da essere chiamate rare, spesso scambiate per allergie o per manifestazioni psicosomatiche, ma interessano percentuali crescenti di pazienti in tutto il mondo più avanzato.

Tra queste ricadono l’Encefalomielite Mialgica e Sindrome da Fatica Cronica, la Sensibilità Chimica Multipla e la Fibromialgia al centro del Convegno medico nazionale svoltosi il 17 maggio in Campidoglio, promosso dal neo costituito Coordinamento nazionale associazioni malattie ambientali, di cui fanno parte MARA, MCS ILNESS, Aiutiamo le Famiglie, ADAS.

Che ci troviamo di fronte a un mondo poco conosciuto, lo rileva Rosselli Del Turco, referente del Coordinamento, che ricorda come i pazienti affetti da Sensibilità Chimica Multipla (MCS), in presenza di una situazione di emergenza, non sono assistiti correttamente. Neanche medici e paramedici di ambulanza e pronto soccorso conoscono infatti i protocolli di intervento per questa patologia.

Potrebbe sembrare la solita denuncia che si aggiunge alle tante, ma non quando si perde la vita, com’è capitato recentemente a Linda, una giovane ragazza romana.

Un sacrificio che per fortuna non scoraggia chi si dedica alla ricerca sul campo vittima di una burocrazia impietosa. La definisce “mediocrità nella gestione” il professor Giuseppe Genovesi, direttore del Centro regionale per la diagnosi e la terapia della Sensibilità Chimica Multipla, presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università di Roma La Sapienza, che lamenta la scarsa disponibilità di pochi professionisti non sostituibili da studenti e specializzandi.

Tutte queste patologie invalidanti hanno elementi comuni legati, secondo Genovesi, al fatto che le cellule comunicano attraverso meccanismi elettromagnetici e biochimici per cui spesso si utilizza la biofotonica. Importanti sono inoltre le conoscenze dei dettagli genetici ed epigenetici e l’integrazione con le reti neurali a livello di singoli organi.

Non è facile spiegare in modo semplice, le analisi e gli studi in settori tanto sperimentali ma è importante sapere che, mentre si fa ricerca, si tenta di fornire un aiuto concreto anche ai pazienti. Alessandro Micarelli dell’Università Roma-Tor Vergata propone uno studio che mostra evidenti miglioramenti nei pazienti affetti da MCS (Sensibilità Chimica Multipla) trattati con somministrazione intranasale di acido ialuronico.

Ma se si parla di malattie “ambientali, è normale porsi una domanda: il progresso, oltre ai tanti vantaggi offerti, può anche far male all’uomo perché ne condiziona l’ambiente in cui vive?

Una conferma viene dall’intervento di Giovanni Ghirga di ISDE Italia, l’Associazione dei medici per l’ambiente, che individua la causa di numerose patologie nelle polveri fini e ultrafini (inferiori a 2,5 micron), spesso non filtrabili, che veicolano nella circolazione sistemica elementi tossici quali mercurio, arsenico e cadmio. Secondo i dati Agenzia Europea dell’Ambiente sono 350.000 le morti premature riconducibili alle polveri sottili rilevate nelle emissioni dovute alla produzione di energia per cui si utilizzano i combustibili fossili come il carbone. Il particolato sottile può essere causa di ischemie cerebrali ma può anche incrementare i deficit cognitivi in età avanzata, essendo capace di raggiungere, tramite le mucose nasali, un’area del cervello e quindi agire su neuroni e sinapsi.


Nei bambini, inoltre, inquinamento e polveri sottili sono responsabili di disturbi comportamentali, diminuzione del QI, il quoziente di intelligenza, oltre che di creare un maggior rischio per l’autismo.

Ma qual è, se esiste, il prezzo “giusto” del cosiddetto progresso e chi decide sui costi da sopportare? Probabilmente i cittadini stessi o meglio la loro consapevolezza sul costo elevato per la salute.

Le istituzioni, timorose per le reazioni dei poteri forti delle imprese inquinanti, non appaiono in grado di adottare misure indispensabili a salvaguardare la salute delle persone. Com’è noto, le misurazioni delle tante centraline di monitoraggio della qualità dell’aria, gestite dalle ARPA, le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente, non siano diffusi i dati orari ma vengano validati e pubblicati il giorno dopo. E spesso non è rilevato il PM 2,5 micron. Anche in questo l’Italia non è avanti e non si può parlare tanto di mancanza di fondi quanto di miopia politica. Le nuove tecnologie sono sempre meno costose, più affidabili e semplici e non adottarle significa caricare la collettività di costi sociali e sanitari per ricoveri e farmaci davvero enormi.

Ritornando ai temi più specifici trattati nel corso della giornata, Salvatore Martuscelli, specialista in malattie infettive e in epatologia, ha sottolineato l’importanza, nella CFS/ME, di alcuni virus erpetici, tra cui l’HHV-6 (con i ceppi A e B), in quanto causa di infezioni a carico di cellule immunitarie nervose che implicano l’instaurarsi di infiammazioni croniche. Una “prova” dell’attacco al sistema immunitario è sicuramente il test sulla presenza nel sangue dei livelli di un enzima chiamato Nagalase, responsabile attraverso un meccanismo complesso dell’inattivazione dei macrofagi (essenziali nella risposta immunitaria dell’organismo umano). Per quanto possa essere considerato incredibile, questo test non è disponibile in Italia ma in Europa sì.

Il dottor Martuscelli ha poi illustrato i vantaggi dell’ipertermia terapeutica, in particolare quelli dell’applicazione ad alcune parti del corpo umano di calore a temperature variabili ottenuto da campi elettromagnetici. Senza rischi, si ottengono incrementi del tasso metabolico, una stimolazione del sistema umanitario, una riduzione significativa dell’infiammazione cronica e l’eliminazione delle scorie metaboliche.

I meccanismi d’azione del Nagalase portano in primo piano una nuova protagonista: la proteina GcMaf, di cui tanto si è occupato il dott. Marco Ruggiero, specialista in radiologia, attualmente ordinario di biologia molecolare all’Università di Firenze. Il professore ha saputo coniugare due competenze distanti in modo originale ed efficiente.


GcMaf è una scoperta del giapponese Nobuto Yamamoto e risale al 1999. Utilizzata come antitumorale, oggi entra nello studio “Does Vitamin D make the world go ‘round’?” (La vitamina D fa girare il “mondo”?) frutto della collaborazione di un team multidisciplinare di ricercatori coordinati dal professor Ruggiero che dimostra meccanismi ed effetti terapeutici nella CFS (Sindrome da Fatica Cronica). I risultati sono dovuti all’interazione tra fattori nutrizionali, in particolare olio di oliva e probiotici, GcMaf e vitamina D, che proteggono i neuroni anche quando stimolati dal cadmio.

E proprio al cadmio, uno degli elementi più tossici presenti in un ambiente inquinato, è infatti attribuita l’autodistruzione dei neuroni nel sistema nervoso centrale.

Sul fronte della riduzione del dolore cronico nella ME/CFS, il professor Ruggiero informa dei risultati positivi ottenuti dalla stimolazione transcranica mediante ultrasuoni per un tempo di circa 15 secondi.

La giornata romana ha visto susseguirsi molti interventi su temi diversi: Giacomo Rao, dirigente medico INAIL, ha trattato le cause delle sindromi immuno-neuro-tossiche, Giuseppe Castellani, docente di Neuropsicologia e psicologia forense, ha illustrato gli aspetti relativi al risarcimento del danno per i malati affetti da queste particolari patologie, Raimondo Pische, presidente dell’Accademia internazionale di odontoiatria biologica, insieme a Volfango Perotti, anche lui tra i fondatori dell’AIOB, hanno spiegato sia la pericolosità del mercurio contenuto nell’amalgama delle otturazioni dentali sia protocollo e procedure per la loro rimozione controllata, auspicando l’applicazione di leggi che impediscano l’utilizzo del mercurio. Infine, Emanuele Ugo Abramo, un medico che basa la sua attività su terapie non convenzionali, ha illustrato i vantaggi ottenuti dall’approccio olistico al paziente, più che la somministrazione di un farmaco.

Questa è una sintesi degli interventi che tuttavia potranno essere visualizzati nella loro interezza collegandosi al sito dell’Associazione MARA.

A stare alla locandina questo evento di sensibilizzazione ha ricevuto il patrocinio di parecchi comuni, da quello di Roma a quello di Torino oltre a Giunta e Consiglio Regionale del Lazio. Ma la ricerca medica e scientifica lamenta una latitanza delle istituzioni sulle risorse indispensabili a raggiungere le soluzioni terapeutiche per patologie altamente invalidanti. E molto di più, in termini di supporto, andrebbe fatto sul piano dell’assistenza, dove quasi tutto il lavoro ricade sui pazienti e parenti. Sembrerebbe esserci un interesse anche nei rappresentanti politici del cittadino. In questa direzione sembrano muoversi gli interventi del consigliere regionale del Lazio Gianluca Perilli e del consigliere comunale di Roma Capitale, Ludovico Maria Todini.

di Giorgio Zintu

25 maggio 2013

FONTE: agoravox.it
http://www.agoravox.it/Emergenza-malattie-ambientali-non.html?

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