Cassano - “Una vita in mascherina” potrebbe essere
 il titolo di un bel romanzo o un film strappalacrime ma purtroppo è 
l’esistenza che si trova a vivere una nostra concittadina, Pasqua 
Ritoli.
Nata e residente a Cassano, sposata, due figli, la sig.ra Pasqua è affetta da patologie molto diffuse ma poco conosciute che gli esperti da qualche anno cominciano a studiare ed a mettere in relazione con altre malattie ben più note. Per comprendere, potremmo chiamarle come “malattie ambientali” e costringono chi ne è colpito ad una vita apparentemente normale (agli occhi esterni, di chi ti guarda, magari con strano sospetto) ma in realtà irta di sacrifici, rinunce, costellata da mille attenzioni. Pasqua Ritoli ha accettato di parlare della sua vita con “CassanoWeb-La voce del paese” affinché la sua storia venga conosciuta e compresa anche da chi si sente apparentemente “sano” ma non sospetta di avere qualche problema.
Nata e residente a Cassano, sposata, due figli, la sig.ra Pasqua è affetta da patologie molto diffuse ma poco conosciute che gli esperti da qualche anno cominciano a studiare ed a mettere in relazione con altre malattie ben più note. Per comprendere, potremmo chiamarle come “malattie ambientali” e costringono chi ne è colpito ad una vita apparentemente normale (agli occhi esterni, di chi ti guarda, magari con strano sospetto) ma in realtà irta di sacrifici, rinunce, costellata da mille attenzioni. Pasqua Ritoli ha accettato di parlare della sua vita con “CassanoWeb-La voce del paese” affinché la sua storia venga conosciuta e compresa anche da chi si sente apparentemente “sano” ma non sospetta di avere qualche problema.
Quali sono esattamente i suoi problemi di salute?
I miei problemi più gravi, in quanto di problemi di salute ne ho 
sempre avuti, sono cominciati due anni e mezzo fa circa. Durante una 
terapia a dire di molti medici eccessiva per una forma lieve di morbo di
 Crohn. Cominciai ad avere dei disturbi di tipo neurologico, ma specie 
in una settimana di un medicinale chiamato aziatioprina non riuscivo a 
camminare, vedevo tutto chiarissimo quasi bianco, ero debole e avevo 
molte vertigini. Tornando dal medico che me lo aveva prescritto mi disse
 di sospenderlo e si sorprese dei forti disturbi che avevo avuto, ma 
anche il cortisone mi dava disturbi all'apparato urinario, così andai da
 un urologo ma mi derise per ciò che gli esposi, dicendomi che non gli 
era mai capitata una situazione del genere. Insomma, piano piano smisi 
completamente tutta la terapia ma dei lievi problemi neurologici 
persistettero così feci anche una consulenza neurologica e il medico mi 
prescrisse degli esami che risultarono entrambi fuori dalla norma. Si 
pensò inizialmente ad una sclerosi multipla, ma l'esito negativo della 
risonanza magnetica la smentiva, poi fra un ricovero e l'altro si pensò 
anche ad un Parkinson precoce, ma con il dat scan anche quello fu 
smentito, nel frattempo dai lievi disturbi che avevo inizialmente si 
affiancarono dei forti disturbi del movimento, delle paralisi 
momentanee, sanguinamenti, dolori atroci e altro tutto questo mentre i 
medici mi continuavano a prescrivere calmanti... La situazione continuò 
sempre più a precipitare con questi medicinali che cambiavano spesso e 
che non solo non mi facevano nulla, ma peggioravano il mio stato 
clinico. Preferisco non entrare nel merito di ciò che ho passato negli 
ospedali, per me sono ferite ancora aperte. Ma dopo più di un anno un 
medico mi consigliò di provare a fare una visita immunologica, che feci e
 cominciai a curare un'allergia agli acari che avevo da piccola. Con la 
terapia antiallergica in una settimana non avevo più sintomi, tranne 
alcuni lievi se entravo ad esempio in chiesa o andavo in ospedale. 
Credevo di essere guarita ma in due mesi di terapia ingrassai di dodici 
chili e avevo difficoltà a camminare e affanno.
Cos’è successo, dopo?
Il destino volle che dovendo fare il controllo dal medico un 
infermiere dell'ospedale dove lavorava mi disse che quest'ultimo era 
andato in pensione e non lavorava più così cambiai ospedale e prenotai 
un'altra consulenza allergologica al Policlinico di Bari, qui conobbi 
una dottoressa specializzanda che mi disse brevemente di queste 
patologie non riconosciute in Italia che avrebbero potuto spiegare la 
mia situazione. Non potette spiegarmi molto in quanto dai medici 
dirigenti queste teorie non erano ben accette. Appena potei mi informai 
in internet e rimasi di stucco a vedere che combaciava tutto così decisi
 di provare ad usare una mascherina ai carboni attivi per vedere cosa 
accadeva ai miei sintomi.
Funzionò?
I sintomi regredivano o in alcune circostanze sparivano.
I problemi sono continuati?
Ovviamente pensai a dove poter andare per la diagnosi e la scelta era
 fra il Policlinico di Bologna e l'Umberto I di Roma. Poi venni a sapere
 che avevano aperto un centro in Puglia, nei pressi di Lecce e grazie ad
 un'amica riuscii a prenotare, perchè per me anche stare troppo tempo al
 telefono è impossibile. In questo centro la prima visita la feci con 
una psichiatra che riteneva che l'MCS (Sensibilità Chimica  Multipla) 
non esiste... non ho mai capito che ci stava a fare lì dentro. Poi dopo 
un mese fui ricoverata dicendomi che avrei dovuto fare degli esami 
genetici per le intolleranze ai medicinali, ma non so se questi li ho 
mai fatti perchè gli esiti non li ho mai avuti. Il medico referente mi 
disse da subito che non avevo l'MCS ma una forte allergia al nickel 
dalla quale sarei guarita facendo un'apposita dieta priva di nickel. 
Ovviamente la mia contentezza e quella di mio marito e dei miei figli 
era al settimo cielo, uscii dall'ospedale consapevole di poter 
finalmente guarire, e i primi tempi stavo davvero meglio, la dieta mia 
aveva fatto andare via le ulcere intestinali e anche la sensibilità agli 
odori era migliorata molto, ma bisogna considerare che parlo dei mesi di
 gennaio e febbraio nei quali io ero quasi sempre a casa!
Verso la fine di febbraio o l'inizio di marzo pensai di dare una 
pulitina al forno di casa, e considerandomi guarita e avendo in deposito
 un detersivo di una nota marca per la pulizia dei forni usai quello 
anche con la maschera per sicurezza.... mi venne la febbre, si gonfiavano
 dei ponfi sulle tonsille e in gola poi si sgonfiavano e poi si 
rigonfiavano, le gambe completamente paralizzate, presi una compressa di 
Bentelan e il cuore galoppava, poi pensando che fosse influenza presi 
l'antibiotico e si formarono due enormi cisti una sotto il viso e una 
dietro la spalla.
Questa cosa mi lasciò perplessa, e mandai una mail al medico di Lecce
 ma non mi rispose, poi andai a visita e gli raccontai dell'accaduto ma 
fece finta di nulla. Qualche giorno dopo andai alla Posta; forse non 
tutti sanno che sotto i pannelli di alluminio c'è l'amianto e io da 
piccola, come tantissimi di noi, sono stata esposta anche all'amianto. 
La testa cominciò a muoversi da sola e dovetti indossare nuovamente la 
mascherina. Andai di nuovo alla visita a Lecce e raccontai l'accaduto al 
medico che fece finta di nulla e mi prescrisse un vaccino per l'allergia
 al nickel.
Dopo qualche altro giorno andai da un parrucchiere per tagliare i 
capelli, e cominciai subito a sentirmi male, mi misi la mascherina e 
aspettai quasi due ore dentro. Uscii che camminavo come i malati 
avanzati di Parkinson, la crisi non passava e a casa guardandomi allo 
specchio mi spaventai: avevo il volto gonfissimo, gli occhi sembravano 
bruciati e dalla nuca dove avevo appoggiato la testa per il lavaggio mi 
riempii di piccole bolle per tutto il corpo. Mandai altre mail al medico
 che come sempre non rispondeva.
Poi arrivò l'inizio del vaccino al nickel e in una settimana avevo anche di nuovo i dolori alle ulcere intestinali.
I sintomi sono andati via via riaffacciandosi man mano che passavano 
le giornate, oramai stare senza la mascherina in alcuni posti era 
diventato impossibile, e anche con la mascherina il minimo che passava 
mi creava disagi. Riprovai a contattare il medico e questa volta mandai 
un sms alla sua segretaria raccontando l'accaduto e chiedendo se avrei 
dovuto, come molte altre malate prima di me, lasciar perdere Lecce e 
andare a Roma per la diagnosi. Questa volta lui mi rispose, ma non per 
iscritto asserendo che lui non sapeva che malattia avessi, che non 
essendo un tossicologo avrei dovuto rivolgermi ad un medico del lavoro e
 fare altri esami, perché l'allergia la nickel poteva spiegare solo i 
problemi gastrointestinali ma non quelli neurologici. Ma come, se mi ero
 ricoverata specialmente per i problemi neurologici!
Cos’è successo, dopo?
Alla fine stufa fino all'ultimo di questo casino sono anche venuta a 
sapere che la mia cara regione ha anche riconosciuto l'MCS l'anno 
scorso, e quindi ora sono in attesa di una risposta dal centro malattie 
rare del policlinico di Bari in quanto esigo come cittadina italiana 
residente in puglia di sapere che malattia ho, se è curabile e non 
accetto più di fare terapie a tentativo. Insomma, dov'è la logica in 
tutto questo? Il ricovero a Lecce mi ha risolto almeno il problema delle
 ulcere intestinali ma tutto il resto no, anzi non utilizzando più la 
mascherina per un paio di mesi mi sono sensibilizzata anche agli 
ammorbidenti cosa che prima non avevo e quando passo già a cinquanta 
metri da un'abitazione col bucato steso mi sento il pavimento di 
muoversi sotto i piedi e l'aria che mi manca. Ora, quindi, sono ad un 
bivio: o rimanere senza diagnosi in Puglia o andare fuori e spendere di 
tasca mia tanto danaro, ma tanto per avere questa benedetta diagnosi e 
se fosse, come sembrerebbe evidente, conformata l'MCS che senso ha 
abitare in una regione che l'ha riconosciuta, che ho messo a 
disposizione di questi malati dei fondi, se poi la macchina non 
funziona? Oltretutto vere e proprie cure per questa malattia non 
esistono. Ci sono delle cure disintossicanti che sono a completo carico 
dei malati. Mi è stato detto che in media un malato di MCS per fare ogni
 anno esami e terapia, se funziona, spende di tasca sua cinquemila euro.
 Questo che diritto alla salute è?
Ci sono poi dei malati che si fanno sovvenzionare le cure all'estero 
dalla propria regione, per esempio in Inghilterra per fare un ciclo di 
terapia so che costa cinquantamila euro, parlo sempre di cifre a me 
riferite da gente che è nella malattia da molto prima di me. La cosa 
assurda è che questa terapia famosa inglese in Italia la pratica un 
medico romano novantenne che sta cercando dei "successori" vista la sua 
veneranda età, al fine che possa essere introdotta in tutti gli ospedali
 italiani per un costo irrisorio rispetto al costo della trasferta 
all'estero, ma come sempre in Italia la macchina non funziona!
Quanto sono diffuse le patologie di questo tipo?
In Italia mi dicono che ci sono fra i quattromila e i cinquemila casi
 di MCS, io esattamente non saprei. Ho letto che in America, dove la 
l'MCS è studiata da anni e anni, la percentuale della popolazione malata
 è in netto aumento, anche purtroppo fra i bambini, so che anni fa dalla
 Puglia partì per l'America una bambina molto piccola che però non 
conosco e so anche che questa patologia è stata spesso riscontrata fra i
 militari italiani, causata dai proiettili all'uranio impoverito. A 
Cassano non credo che ci siano casi eclatanti come il mio, ma purtroppo 
nessuno di noi può stare tranquillo, perchè la gente, come me prima, 
ignora le sostanze inquinanti che ci sono nell'aria e che provocano 
tantissime patologie. Certo l'MCS colpendo innanzitutto il cervello 
rende evidente subito la correlazione fra sostanza chimica e crisi, ma 
anche le allergie comuni o malattie cancerogene sono spesso causate 
dagli agenti inquinanti. Ultimamente è stato riscontrato un notevole 
aumento dei malati di SLA fra i contadini, causa l'uso dei diserbanti. 
La SLA come saprete non da molto tempo di vita.
Mi piacerebbe, in questa mia situazione, oltre a cercare un pò di 
giustizia per il mio diritto alla salute che fin'ora è stato troppo 
calpestato, poter consigliare, non obbligare per carità, la gente a 
cambiare stile di vita. Il mondo è stato creato prima dell'uomo, e 
quindi senza di esso noi non potremmo vivere. Che cosa stiamo dando in 
eredità ai nostri figli, ai nostri nipoti... un mondo inquinato! La gente
 crede che basta fare la raccolta differenziata per preservare 
l'ambiente, ma anche se questa è importantissima non è l'unica cosa da 
farsi. Ogni volta che acquistate un prodotto leggete la targhetta della 
composizione e pensate se è il caso di metterlo.
La mia battaglia non è una battaglia per avere delle cure all'estero o
 andare chissà dove in Italia. Io voglio stare a casa mia con i miei 
figli ed avere il diritto di essere curata qua, nella mia regione, 
nell'ospedale a me più vicino, e non dover più fare le code che mi 
causano forti crisi in ambienti tipo ospedali dove mi sento malissimo.
di Giovanni Brunelli
10 maggio 2013
10 maggio 2013
FONTE: La voce del paese
"PRIGIONIERA IN CASA PER UNA MALATTIA SCONOSCIUTA"
l'odissea di una mamma 39enne
Ha trascorso mesi in casa o negli ospedali, ma la mamma-coraggio di Cassano non ha ancora scoperto la malattia che le sta distruggendo la vita. Questa è la storia di una donna di 39 anni che lotta contro i mulini a vento.
“Sono sposata e ho due figli – racconta – ma da due anni e mezzo sono gravemente ammalata. Di una patologia al momento sconosciuta”.
Il calvario comincia con una terapia carica di medicinali per una forma lieve di morbo di Crohn. “Cominciai ad avere dei disturbi di tipo neurologico – dice la donna – non riuscivo a camminare, vedevo tutto bianco e avevo le vertigini. Sospesi la cura e ne cominciai un altra. Gli esami fecero pensare a una Sclerosi Multipla, smentita dalla risonanza magnetica”. Passano i giorni, qualche medico ipotizza un Parkinson precoce, i dolori si fanno più forti: “Ho avuto paralisi momentanee, sanguinamenti e i medici mi continuavano a dare calmanti”.
La situazione precipita. Riferisce la donna: “Dopo più di un anno un medico mi consigliò di provare a fare una visita immunologica. Così ho iniziato a curare un allergia agli acari. Con la terapia antiallergica in una settimana non avevo più sintomi, tranne alcuni in forma lieve se entravo, ad esempio, in chiesa o andavo in ospedale. Credevo di essere guarita ma in due mesi di terapia ingrassai di dodici chili e avevo difficoltà a camminare e affanno. Il destino volle che dovendo rifare il controllo dall'immunologo, un infermiere dell'ospedale mi disse che quest'ultimo era andato in pensione e non lavorava più. Cambiai ospedale e prenotai un altra consulenza allergologica al Policlinico, dove conobbi una dottoressa specializzanda che mi raccontò in breve di queste patologie non riconosciute in Italia. Non mi disse molto in quanto dai medici dirigenti queste teorie non erano ben accette”.
Su internet la signora scopre che avrebbe potuto trattarsi di un allergia. La mascherina ai carboni attivi è l'unico sollievo.
Spiega: “Non esiste un esame per diagnosticare questa malattia, né è chiaro come si manifestano i sintomi e come questi spariscono o regrediscono. Ho saputo in seguito che in Puglia c'è un centro per diagnosticare la Sensibilità Chimica Multipla. Sono stata ricoverata per fare degli esami, ma gli esiti non li ho mai avuti. Il medico referente mi disse che non avevo la Sensibilità Chimica Multipla, ma una forte allergia al nickel dalla quale sarei guarita facendo un'apposita dieta priva di nickel. Invece non sono guarita”.
Lo sfogo: “Ho fatto la cavia in molti ospedali, ho sperimentato sulla mia pelle cure e medicinali. Poi ho finalmente saputo che anche la Regione Puglia lo scorso anno ha riconosciuto la Sensibilità Chimica Multipla. Ora sono in attesa di una risposta dal Centro Malattie Rare del Policlinico: esigo di sapere che malattia ho, se è curabile e non accetto più di fare terapie a tentativo. Ho scoperto che molte persone vivono barricate in casa perchè non tollerano ormai più nessun odore. Ci sono malati che si fanno sovvenzionare le cure all'estero dalla propria regione, per esempio in Inghilterra per fare un ciclo di terapia che costa cinquantamila euro. La cosa assurda è che questa famosa terapia inglese, in Italia la pratica un medico romano 90enne che sta cercando “successori” vista la sua veneranda età. La mia battaglia non è una battaglia per avere delle cure. Ma ho il diritto di sapere cosa è questa patologia che mi ha distrutto la vita”.
15 maggio 2013
FONTE: La Gazzetta del Mezzogiorno
“Sono sposata e ho due figli – racconta – ma da due anni e mezzo sono gravemente ammalata. Di una patologia al momento sconosciuta”.
Il calvario comincia con una terapia carica di medicinali per una forma lieve di morbo di Crohn. “Cominciai ad avere dei disturbi di tipo neurologico – dice la donna – non riuscivo a camminare, vedevo tutto bianco e avevo le vertigini. Sospesi la cura e ne cominciai un altra. Gli esami fecero pensare a una Sclerosi Multipla, smentita dalla risonanza magnetica”. Passano i giorni, qualche medico ipotizza un Parkinson precoce, i dolori si fanno più forti: “Ho avuto paralisi momentanee, sanguinamenti e i medici mi continuavano a dare calmanti”.
La situazione precipita. Riferisce la donna: “Dopo più di un anno un medico mi consigliò di provare a fare una visita immunologica. Così ho iniziato a curare un allergia agli acari. Con la terapia antiallergica in una settimana non avevo più sintomi, tranne alcuni in forma lieve se entravo, ad esempio, in chiesa o andavo in ospedale. Credevo di essere guarita ma in due mesi di terapia ingrassai di dodici chili e avevo difficoltà a camminare e affanno. Il destino volle che dovendo rifare il controllo dall'immunologo, un infermiere dell'ospedale mi disse che quest'ultimo era andato in pensione e non lavorava più. Cambiai ospedale e prenotai un altra consulenza allergologica al Policlinico, dove conobbi una dottoressa specializzanda che mi raccontò in breve di queste patologie non riconosciute in Italia. Non mi disse molto in quanto dai medici dirigenti queste teorie non erano ben accette”.
Su internet la signora scopre che avrebbe potuto trattarsi di un allergia. La mascherina ai carboni attivi è l'unico sollievo.
Spiega: “Non esiste un esame per diagnosticare questa malattia, né è chiaro come si manifestano i sintomi e come questi spariscono o regrediscono. Ho saputo in seguito che in Puglia c'è un centro per diagnosticare la Sensibilità Chimica Multipla. Sono stata ricoverata per fare degli esami, ma gli esiti non li ho mai avuti. Il medico referente mi disse che non avevo la Sensibilità Chimica Multipla, ma una forte allergia al nickel dalla quale sarei guarita facendo un'apposita dieta priva di nickel. Invece non sono guarita”.
Lo sfogo: “Ho fatto la cavia in molti ospedali, ho sperimentato sulla mia pelle cure e medicinali. Poi ho finalmente saputo che anche la Regione Puglia lo scorso anno ha riconosciuto la Sensibilità Chimica Multipla. Ora sono in attesa di una risposta dal Centro Malattie Rare del Policlinico: esigo di sapere che malattia ho, se è curabile e non accetto più di fare terapie a tentativo. Ho scoperto che molte persone vivono barricate in casa perchè non tollerano ormai più nessun odore. Ci sono malati che si fanno sovvenzionare le cure all'estero dalla propria regione, per esempio in Inghilterra per fare un ciclo di terapia che costa cinquantamila euro. La cosa assurda è che questa famosa terapia inglese, in Italia la pratica un medico romano 90enne che sta cercando “successori” vista la sua veneranda età. La mia battaglia non è una battaglia per avere delle cure. Ma ho il diritto di sapere cosa è questa patologia che mi ha distrutto la vita”.
15 maggio 2013
FONTE: La Gazzetta del Mezzogiorno


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