domenica 5 maggio 2013

La storia di Emma: dal cuore malato alla vita ritrovata

 

La bimba di 3 anni e mezzo ha commosso l’Italia: da un anno in ospedale in attesa del trapianto di cuore aveva chiesto e ottenuto di poter stare nella camera di isolamento con il suo meticcio nero

TORINO - «Voglio ancora un gelato». Quando ieri mattina papà e mamma hanno detto a Emma che era finalmente ora di tornare a casa, la bimba, che per 475 giorni ha vissuto in isolamento in Cardiochirurgia, ha detto no. «No, voglio stare qui».
Per quasi un anno e mezzo questa stanza d’ospedale al sesto piano dell’Infantile è stata la sua «casa». E ora - per quanto possa sembrare impossibile - è difficile per lei lasciarla. Forse per paura, forse perché la casa vera, Emma, non la ricorda più, e in ospedale si sente più sicura, certamente coccolata.
Ma è davvero ora di andare, adesso. Adesso che la paura è passata, adesso che Emma, 3 anni e mezzo, ha dimostrato ancora una volta di essere fortissima, più forte dei mesi legata a una macchina più grande di lei, più forte delle 11 ore di trapianto di cuore, più forte del rigetto che l’ha costretta a restare in isolamento anche dopo l’operazione.


Fuori dall’ospedale Infantile c’è un sole caldo e una leggera aria. Sole e aria che Emma ha potuto soltanto immaginare, dietro le finestre chiuse, durante i quasi 500 giorni di ricovero in ospedale. È viva grazie a un cuore sano donato da un bimbo ligure di 5 anni, morto d’improvviso. La sua storia ha commosso l’Italia: quando - dopo un anno legata al cuore artificiale - sembrava che tutto potesse precipitare prima di arrivare al trapianto, Emma ha chiesto e ottenuto di poter giocare in stanza con il suo cagnone nero Black, uno spinone nero da 24 chili che ieri pomeriggio ha potuto riabbracciare a casa. 

«Emma non poteva più stare in ospedale, si stava lasciando andare», spiega il cardiochirurgo che l’ha operata, Carlo Pace Napoleone. Restare lì, in isolamento anche dopo il trapianto, evidentemente le ha fatto pensare che nulla fosse cambiato rispetto a prima. «Non rispondeva più alla fisioterapia, era sempre più stanca e triste, collaborava meno alle cure. Stando a casa capirà invece di essere guarita e riprenderà sicuramente la fisioterapia».

La vicenda di Emma è molto più di un caso concluso felicemente, benché un altro bambino non ce l’abbia fatta. «Emma - concorda anche la dottoressa Gabriella Agnoletti, primario di Cardiologia che ha seguito la piccola - ha ricordato a tutti che ogni giorno c’è chi aspetta un trapianto per continuare a vivere, bambino o adulto che sia». E di consensi alla donazione che hanno salvato altri bimbi malati di cuore, al Regina Margherita, ne sono arrivati ben due in pochi giorni, dopo che la storia di Emma e del suo cane Black è diventata pubblica. 

«Voglio ancora un gelato», ha chiesto Emma prima di uscire dal reparto. Glielo hanno portato immediatamente, poi una giovane dottoressa l’ha presa in braccio e insieme, medici e infermieri, l’hanno accompagnata con gli occhi lucidi fuori dall’ospedale.

di Marco Accossato

2 maggio 2013

FONTE: lastampa.it 
http://lastampa.it/2013/05/02/cronaca/la-piccola-emma-torna-a-casa-oggi-dopo-un-anno-e-mezzo-in-isolamento-sgx7swO93RuiQQ4nS67xaM/pagina.html 


La storia della piccola Emma, trasmessa su giornali e televisioni, ha commosso tutt'Italia, ed anche io, nel mio piccolo, ho pensato bene di postarla su questo blog.
Essere malati è sempre una cosa dolorosa, ma esserlo da bambini è qualcosa di diverso, di particolare, qualcosa che tocca veramente il cuore di tutti. La piccola Emma, nella sua ancora breve vita, ha già dovuto affrontare prove durissime, e anche se ora il peggio sembra passato, sicuramente l'attende un futuro non facile. Da parte mia posso solo augurare alla piccola e alla sua famiglia tutto il Bene possibile e immaginabile, con la speranza che la vita possa riservarle tante bellissime cose, il tutto condito dall'affetto dei suoi cari e delle tante persone che sono venute a conoscenza della sua storia.
Tanti Auguri di vita Felice cucciola.... te la meriti davvero.

Marco

Nessun commento:

Posta un commento