venerdì 10 dicembre 2010

Il Pirellone accoglie l'appello della Zirpolo: primo passo per riconoscere la fibromialgia

Claudia Buccellati: "Il nostro modello sarà esportato nel resto d'Europa"

Un primo passo per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante. La lotta alla quale l’ammalata Pia Zirpolo, infermiera professionale di Lodi, ha dato il via, sta dando i suoi primi risultati. Grazie all’iniziativa tenace di Claudia Buccellati, presidente dell’associazione per il policlinico onlus e del consigliere regionale Fabrizio Santantonio, il Pirellone ha inserito e approvato nel piano socio sanitario regionale la necessità di fare della fibromialgia una malattia riconosciuta. “Si ritiene opportuno – recita il piano deliberato dal consiglio regionale – raccogliere l’invito del Parlamento europeo e definire un programma di studio che, a partire dalla raccolta di dati e dal confronto delle esperienze sanitarie, permetta il riconoscimento della fibromialgia come malattia”. A dare il via alla battaglia, la scorsa estate, era stata la Zirpolo, con la sua testimonianza di paziente, costretta a prendere i giorni di ferie per stare a casa in malattia. Colpita da dolori 24 ore su 24, trattabili, ma non eliminabili neanche con i farmaci, aveva deciso di raccontare la sua storia al “Cittadino” e alla Rai. Da lì la protesta è rimbalzata sul tavolo di Santantonio e Buccellati. “E’ un primo passo raggiunto in poco tempo – spiega soddisfatta quest’ultima – insieme a Margherita Peroni presidente della commissione terza, Santantonio e Monica Guarischi, consigliere delegato alle promozioni delle pari opportunità, abbiamo seguito i dettami del parlamento europeo che, lo scorso febbraio, ha invitato a riconsiderare la malattia come invalidante. Quello che manca però è la casistica. Quindi dobbiamo promuovere una campagna epidemiologica e prendere contatto con le associazioni ospedaliere per stendere un protocollo per definire la diagnosi”.
Buccellati sfrutta anche il suo ruolo di rappresentante del comitato strategico per la conciliazione tra famiglia e lavoro. “Il presidente Roberto Formigoni – dice –
mi ha invitato a far parte dell’organismo, ma visto che il Pirellone non ha risorse, cercheremo di avviare una fondazione per coprire finanziariamente il progetto. I vantaggi però sono sotto gli occhi di tutti: la fibromialgia è una malattia che ha dei costi sociali elevatissimi. I suoi sintomi sono simili a quelli di altre malattie. I medici, quando si trovano di fronte una paziente, solitamente donna, la inviano dallo psicologo, pensando sia depressa, poi dal neurologo, il quale le prescrive Tac, risonanze, radiografie. Insomma, un sacco di costi e nessuna diagnosi: questo riconoscimento del Pirellone è un primo passo. Per la prima volta la parola fibromialgia viene messa per iscritto”.
Adesso la presidente dell’associazione per il policlinico va avanti: “Cercherò di capire come avviare la casistica – dice –, poi faremo il piano finanziario, penseremo alla fondazione e allo studio epidemiologico. Il mio obiettivo è fare in modo che la regione Lombardia sia la prima regione d’Europa che codifica la malattia e realizza un modello da esportare negli altri paesi. Se le altre associazioni non sono disposte a mettersi sotto l’egida del Policlinico andremo avanti da soli. Di sicuro non mi fermo”.

4 Dicembre 2010

FONTE: Il Cittadino


Non posso fare a meno di ringraziare calorosamente Pia Zirpolo, Claudia Buccellati, Fabrizio Santantonio, Margherita Peroni e Monica Guarischi per il loro impegno nel voler ottenere il Riconoscimento della Fibromialgia come malattia cronica e altamente invalidante. Fa veramente un enorme piacere sapere che ci sono persone disposte a spendersi per una causa così nobile, così Vera, come quella del riconoscimento di questa tremenda patologia che costringe le persone che ne sono colpite a una vita intrisa di sofferenze, limitazioni, rinunce e molto spesso anche incomprensioni, incredulità e abbandono, sia da parte delle istituzioni che, ahimè, spesso anche da parte delle persone care.
Auguro veramente che il progetto della Buccellati "che la regione Lombardia sia la prima regione d’Europa che codifica la malattia e realizza un modello da esportare negli altri paesi" si possa realizzare e che da qui si estenda a tutte le regioni d'Italia e poi a tutte le nazioni d'Europa.... sarebbe anche un grande segnale di "Civiltà" da parte del nostro Belpaese.

Marco

1 commento:

  1. Come fibromialgica non posso che unirmi a Marco nei ringraziamenti per i risultati ottenuti. Vivo in Piemonte e ho bisogno di riferimenti precisi per avviare a mia volta la pratica di invalidità civile. potete aiutarmi?
    Vi lascio la mia email: liberamente5@hotmail.com
    Grazie
    Laura

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