giovedì 15 aprile 2021

La storia di Laura e la sua lotta contro la fibromialgia

Laura P. ha 31 anni, è di Ventimiglia, in provincia di Imperia, fa la babysitter, è fidanzata e soffre di fibromialgia.

Laura, raccontami la tua storia

Erano anni che stavo male. E’ stato un ortopedico di Monaco, 5 anni fa, a indirizzarmi verso un reumatologo.

Che sintomi avvertivi?

Lavoravo e zoppicavo, avevo dolori atroci, fortissimi mal di testa, davvero lancinanti da non riuscire a tenere gli occhi aperti, mi si storceva la bocca, non riuscivo a parlare. E poi giramenti di testa, svenimenti.
Diverse volte mi sono ritrovata in ambulanza o in ospedale. Mi girava la testa sul posto di lavoro e mi soccorrevano… poi voltastomaco, dolori alla schiena, alle gambe, alle braccia. Mi si bloccavano le gambe ma andavo a lavorare lo stesso. Facevo la badante all’epoca, per cui dovevo lavare la signora, sollevarla, cambiarle il pannolone. In più, durante la stagione estiva, ero anche barista, cameriera, aiutante in cucina ma barcollavo, mi parlavano e fissavo lo sguardo nel vuoto. I clienti mi prendevano in giro, mi davano della stupida, mi dicevano che mi imbambolavo.

Cosa è successo un giorno?

Non mi sono più alzata per 5 mesi perché non riuscivo a mettere i piedi a terra, avevo dolori lancinanti, non riuscivo a stare nemmeno a letto, facevo avanti e indietro dall’ospedale. Sono stata sola come un cane perché la gente non ha voglia di sentirsi dire che una sta male, ognuno pensa a sé. Mi sono ritrovata a capire chi c’è veramente. Mia madre e due mie amiche che mi sono venute a trovare anche in ospedale. Altre, invece, si facevano vive solo al bisogno, per parlarmi dei loro problemi. Una mi disse: “Vorrei venirti a trovare ma fa troppo caldo… dobbiamo stare in casa al chiuso ed io mi annoio”.

Quando hai avuto la diagnosi conclamata di fibromialgia?

Due anni fa. La notizia mi ha lasciato spiazzata, non me l’aspettavo. Non è una malattia riconosciuta, non hai aiuti.

Cosa ti ha tolto la fibromialgia?

Il movimento. Ero dinamica, andavo in palestra, nel fine settimana ero sempre fuori Ventimiglia. Ora non ho più il lavoro e questo mi pesa tantissimo. Speravo e spero di vedermi realizzata, con una famiglia mia. Vorrei tanto continuare a viaggiare e stare in movimento come un tempo.

Come converti il tuo dolore?

Trovo ristoro nell’arte: disegno, dipingo, sono una gattara. Ho Max, il mio gatto di 19 anni. Tante volte vorrei mollare tutto e lui è la mia spalla, è mezzo bambino, mi abbraccia, mi fa le fusa, miagola, fa i discorsi… è umanizzato.

Hai un motto?

“Domani è un altro giorno”, mi sento di dire questo ora.

Cosa ti auguri per il 2021?

Vorrei che il mio fidanzato, che prima mi comprendeva, continuasse a farlo come un tempo, dimostrandomi l’affetto anche solo con un abbraccio. Mi basta questo per capire che ci tiene a me. Ho bisogno di sentirmi protetta.


di Caterina Lenti

2 marzo 2021

FONTE: Oncolife

2 commenti:

  1. Io mi trovo nella tua situazione e purtroppo ti può capire solo che ne soffre. Io sto tenendo duro con il lavoro perché mi serve per poter sopravvivere dato che anche mia moglie è invalida,e ti dico, che tante volte anche a me è passato per la testa di farla finita. Come faccio a lasciare l'unica mia cosa che ho "Rachele" e i miei mici. Dai... Facciamoci forza e cerchiamo di non mollare

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    1. Grazie per la tua testimonianza e le tue parole d'incoraggiamento. Sì, cerchiamo di non mollare mai!
      Un carissimo abbraccio!

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