giovedì 19 dicembre 2013

Naoki è autistico e non sa parlare. Il suo libro è primo in classifica

Ha 21 anni, vive a Tokyo e sul suo blog ha commentato: «Sono così sorpreso che credevo di cadere per terra» 

PECHINO - C'è il libro di un tredicenne questa settimana in testa alla classifica dei bestseller stilata dal Sunday Times . L'autore è un ragazzo giapponese, Naoki Higashida, che oggi ha 21 anni. Titolo «The reason I jump» (La ragione per cui salto). Naoki è autistico e non riesce a parlare. Ma sa scrivere e si è raccontato in questo libro-testimonianza che comprende una storia breve e una serie di domande: «Perché un sacco di volte la stessa richiesta?» e «Perché non guardi i tuoi genitori negli occhi?».

Ci sono anche le risposte elaborate da Naoki, che danno un gran colpo ad alcune convinzioni, come quella che l'autismo porti necessariamente con sé l'impossibilità di capire gli altri e il rifiuto di stare in compagnia. Naoki scrive della bellezza, del tempo, del rumore, della gente che lo circonda, ma anche degli attacchi di panico, del senso di isolamento.
Il libro è stato scoperto da David Mitchell, l'autore famoso per «Cloud Atlas» (L'Atlante delle stelle, Frassinelli). Mitchell ha un bambino autistico e una moglie giapponese, Keiko Yoshida, che ha trovato online gli scritti di Naoki e ha cominciato a leggerli al marito. La coppia è stata conquistata e ha pensato di tradurli in inglese per aiutare le persone che curano il loro bambino a capire meglio i suoi problemi. Poi Mitchell ha deciso di suggerirlo al suo editore. Pubblicato due settimane fa a Londra, «The reason I jump» è in cima alla importante classifica del Sunday Times per la sezione non-fiction.
Naoki, che vive a Tokyo con i genitori, è felice, sul suo blog ha scritto: «Questa cosa mi ha sorpreso così tanto che credevo di cadere per terra».
I medici giapponesi si accorsero che Naoki era affetto da autismo quando aveva cinque anni. Il bambino fu mandato in una scuola speciale vicino a Tokyo e per aiutarlo a imparare l'alfabeto, siccome non era in grado di parlare, i maestri misero i caratteri in una griglia disegnata su un grande foglio di cartone e con molta pazienza riuscirono a insegnargli come indicarli uno ad uno e poi a formare frasi.

Il risultato, anni dopo, è stato «The reason I jump»: un salto che proietta il giovanissimo autore fuori dalla gabbia della sua condizione: «Quando ho appreso a scrivere frasi ho voluto raccontare storie da protagonista in un mondo di persone normali, così ho viaggiato libero nel loro mondo».
Ma anche Mitchell dice che da quando ha letto il libro-messaggio di Naoki si è liberato da una costrizione auto-inflitta, la relazione con suo figlio malato è migliorata: «Adesso lui viene spesso nel mio studio, mentre lavoro al nuovo romanzo; prima cercavo di farlo concentrare su qualche altra cosa, perché io dovevo finire il mio libro. Ora invece lo faccio sedere sulle mie ginocchia, apro una pagina e lo incoraggio a pronunciare le lettere che compongono le parole. E lui sta imparando a usare la tastiera».

Mitchell spiega che anche per sua moglie
la lettura è stata un grande aiuto. E ricorda che la traduzione del memoriale di Naoki è stato un impegno duro: «Lei ha fatto la parte pesante di trasportarlo dal giapponese all'inglese, io ho cercato di dargli un ultimo tocco stilistico. Ma dovevo rispettare il fatto che quando Naoki ha scritto aveva tredici anni ed era un ragazzino, non un romanziere di quarantaquattro anni: ho dovuto fare molta attenzione a non trasformarlo in un saggio pensato per una rivista letteraria». Mitchell ha firmato la prefazione dell'edizione inglese e ha rivelato un segreto dell'autore giapponese: «Lo ha scritto indicando ogni carattere con il dito, sulla griglia di cartone. Un assistente raccoglie le parole, le frasi e i capoversi; Naoki sa usare una tastiera di computer, ma sente che questo sistema appreso a scuola contiene meno distrazioni, lo aiuta a concentrarsi».
Come in ogni bella storia di speranza e successo, c'è anche una polemica fastidiosa su Naoki: qualcuno sostiene che non può essere autistico, perché il suo lavoro è troppo sofisticato e ricco di immagini e metafore; sospettano che soffra della sindrome «locked-in».

15 luglio 2013

FONTE: corriere.it
http://www.corriere.it/esteri/13_luglio_15/naoki-autistico_03fd8e2a-ed2e-11e2-91ec-b494a66f67a7.shtml


Dopo le storie di 2 ragazzi down che sono diventati l'uno un valente violinista e l'altro un Dottore appena laureato, ecco ora la storia di Naoki, un ragazzo autistico che diventa nientemeno che uno scrittore di successo. Certo, per arrivare a questo risultato è stato aiutato da una persona, David Mitchell, già scrittore di fama, che si è accorto di questo ragazzo, ne ha raccolto gli scritti e li ha trasformati in libro. Ma anche questa storia dimostra quali grandi potenzialità si celano dietro a persone considerate meno fortunate e "dotate" delle persone considerate normalmente abili, e come queste potenzialità aspettano solamente di essere scoperte, incoraggiate e valorizzate. 

Marco

2 commenti:

  1. Beh, visto che ti sei lanciato sull'autismo, ti lascio due interessanti e commoventi link in merito:
    http://www.eticamente.net/14492/lautismo-visto-attraverso-le-foto-lunico-modo-per-un-padre-di-capire-il-figlio.html
    http://www.eticamente.net/12231/xena-la-cucciola-guerriera-trovata-in-fin-di-vita-ora-salva-un-bambino-autistico.html

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  2. Grazie Francesca, sono 2 storie davvero toccanti e molto molto belle. Eh, ce ne sarebbe da dire sul mondo dell'autismo.... un mondo probabilmente compreso soltanto in parte.
    Grazie ancora e..... BUON NATALE !!!

    :)

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