venerdì 6 dicembre 2013

Riccardo: “Ho trovato la mia Oasi!”

Lo chiamavano mastino napoletano, per alcune inchieste che aveva fatto. Era tosto e non mollava facilmente la preda. All’epoca viveva sempre con l’affanno alla ricerca di scoop, al servizio di chi poteva offrirgli una vita sfavillante, soldi e, soprattutto, potere. Una carriera in ascesa. Sì, ma in cambio di cosa? “Scrivevo – racconta – menzogne, solo quello che piaceva a loro, ai potenti”.

Riccardo Rossi, 44 anni, napoletano, era un giornalista affermato. A lungo ha gestito gli uffici stampa di politici, istituzioni, associazioni molto note.

Ho seguito – spiega – i Verdi, il presidente della commissione agricoltura alla Camera dei deputati, un Ministero, ho fatto basi giornalistiche per servizi alla vita in Diretta alla Rai. Insomma, ero un giornalista in carriera e non avevo nemmeno 30 anni. Ad un certo punto tutto mi è diventato stretto, soffocante. Un giorno ero davanti alla televisione e sentii le parole di Giovanni Paolo II, che esortava noi giornalisti a non essere complici della cattiva informazione. Io di quel meccanismo facevo parte. Ero responsabile. Tante volte andavo alla ricerca di notizie vuote, inutili, ma ad effetto. Altre volte, al contrario, non davo notizie. E solo per compiacere qualcuno. Era raro che raccontassi storie autentiche”.

Nel 1999 iniziò quello che Riccardo chiama percorso di conversione. “Ero ateo, diventai cristiano. Tante cose in me cominciarono a cambiare. La svolta avvenne quando andai in missione all’estero in Kosovo, in Romania e in pellegrinaggio in Terra Santa. Fu nel viaggio in Romania che conobbi Giuseppe, un ragazzo missionario, che aveva una casa famiglia in Sicilia e che proprio in quei giorni salvò la vita ad un bimbo di strada romeno. Quel gesto mi scosse - ne fui testimone – e tornai in Italia. Decisi che avrei dato una svolta alla mia via e alla mia professione. Cominciarono i problemi. Fui messo da parte senza tanti complimenti e denigrato. Nel contempo ebbi anche un grande dolore familiare. Mio fratello, che aveva problemi di droga, scappò da una comunità terapeutica, senza lasciare traccia. Seguirono momenti di grande dolore. Io, che lo avevo sostenuto, mettendo anche da parte la mia carriera, non sapevo che fine avesse fatto. E’ stato il momento più buio della mia vita. Cacciato dai posti in cui avevo lavorato e senza sapere niente di mio fratello. Caddi in una profonda depressione. Mollai il mondo tante volte vuoto e ipocrita della stampa. Avevo perso quasi tutto. Un giorno mi accorsi, però, che una luce, seppure flebile di speranza, era ancora accesa dentro di me”.

Dopo un periodo travagliato, Riccardo decise di trasferirsi in Sicilia, nella casa famiglia “Oasi della Divina Provvidenza”
http://www.insieme.ct.it/ del ragazzo missionario catanese, conosciuto in Romania. “Piano piano mi ripresi – racconta commosso – Dopo poco arrivò una ragazza che si drogava. Me ne presi cura ed era come se fossi accanto a mio fratello.

E oggi? “Ora sono le braccia e le gambe di alcuni disabili – dice – sono io che li vesto, li lavo. Ho tante altre incombenze. Siamo più di quaranta nella casa famiglia e stiamo aumentando. Faccio le file negli uffici pubblici, mi occupo dell’accoglienza, di servire a tavola, di aiutare chi non ce la fa nei lavori pesanti. Per sei anni non ho scritto. Il giornalista era morto. Poi, un’ intuizione del mio amico missionario”. Riccardo ha ripreso a scrivere, ma cose diverse, storie di speranza e coraggio e si è impegnato a far nascere percorsi solidali. Ora ha due giornali di buone notizie, uno a Palermo “La Speranza” - solo cartaceo – il notiziario della Missione Speranza e Carità, che è arrivato ad oltre 15 mila copie e “La Gioia”, che è anche nel web
https://www.facebook.com/lagioiapage

Successivamente sono stato notato dal direttore di Golem Informazione 
http://www.goleminformazione.it/ - aggiunge – su cui ho una rubrica di buone notizie, scrivo recensioni e articoli. La cosa meravigliosa è che questa idea cresce ogni giorno. Tante persone danno il loro contributo di gioia, di belle notizie e nascono reti di solidarietà. Ogni giorno trovo nuova forza e rinasco. Ogni buona notizia, che trovo e divulgo, è rigenerante. I tempi bui sono ormai lontani. Ho trovato la mia strada. Le mie disavventure passate e le mie fragilità ora sono la mia forza. Quando intervisto e vengo a contatto con storie difficili ho la grande capacità di capire il dolore che mi viene raccontato e nel contempo di gioire per ogni piccola vittoria. Ho capito l’importanza delle piccole cose, di come sia più importante donare una mano ad un persona in difficoltà che fare un’interrogazione parlamentare o rilasciare mille interviste. Ora posso dirlo: la solidarietà, la bellezza della vita mi hanno indicato la via. Posso consigliare a chiunque abbia un momento no nella vita di non abbattersi e se occorre, di farsi aiutare. Lanciatevi nel servizio, cercate i veri valori e magari tornerete a fare quello che facevate prima, ma con prospettive totalmente diverse. Io ora mi occupo della vita vera, scrivo di chi lascia la droga e rinasce, di chi è nato disabile e ama la vita.

Ogni giorno aiuto disabili, cambiando loro il pannolino. So che le cose che faccio ora valgono molto di più di mille atti parlamentari. Scrivo di chi ha valori grandi e aiuto chi veramente ha bisogno e non ha nessuno nella vita. Sento di far parte di un progetto d’amore e che i miei sforzi vanno in una direzione importante. Come diceva San Paolo: "Sono forte nelle mie fragilità, la mia forza è questa". Non è stato un percorso semplice, ho sofferto molto, e ancora oggi capitano momenti difficili. Ma ho Aster (in foto), che soffre terribilmente, ma ha sempre una parola buona per tutti. E il sorriso di Nino (in foto), che imbocco e aiuto a vestirsi.

Anche i miei, che agli inizi non riuscivano a capire la mia scelta, ora sono dalla mia parte. E questo mi rende ancora più forte
”.

di Cinzia Ficco

3 maggio 2013

FONTE: tipitosti.it



L'articolo pubblicato prima di questo, intitolato "Gli occhi del buio", (che racconta la storia di Mirella Rappazzo), era un articolo firmato proprio da Riccardo Rossi, il protagonista di questa bellissima intervista.
La storia di Riccardo, della sua vita, della sua conversione, del suo donarsi TOTALMENTE a favore degli altri, è veramente SPLENDIDA, come splendide sono le sue parole ricche di insegnamenti e di significato. Il suo è un esempio luminoso di come si possa cambiare completamente il proprio modo di vedere le cose e quindi, come conseguenza di ciò, l'intera propria vita, e di come si possa rigenerarsi nell'anima attraverso la solidarietà, la Fede e l'Amore. Riccardo ci insegna anche che c'è sempre la possibilità di riemergere dopo periodi brutti, di vuoto e di buio..... come anche nella disperazione più grande esiste sempre una luce, una fiammella di speranza a cui possiamo aggrapparci..... e da questa poter ricominciare tutto daccapo, come e MEGLIO di prima.
Grazie Riccardo, per tutto !

Marco

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