martedì 11 settembre 2012

Lo show delle Paralimpiadi. Londra ha cambiato i Giochi


Record di biglietti venduti, dirette tv e protagonisti da ricordare. Cerimonia di chiusura con i Cold Play: si spegne la fiamma e resta l'emozione

LONDRA
- È andata bene anche e soprattutto perché poteva andare malissimo. Se la buona Olimpiade si vede dalla vigilia, infatti, quella di Londra sarebbe potuta finire in miseria. Prima il flop della sicurezza privata, rattoppata in extremis da un diluvio di soldati, poi gli autisti degli autobus – tanto per dirne una – che a Heathrow perdono la bussola e portano a spasso per ore intere delegazioni di atleti. Non un bel biglietto da visita. Ma la Gran Bretagna, checché se ne pensi, non è la Svizzera, l’intoppo è sempre in agguato. E menomale, vien da dire. I britannici (nonostante tutto) riescono a mantenere il sangue freddo e sono poi capaci di catapultare dall’elicottero la Regina in mondovisione. Da lì innanzi, un tripudio. Tanto che Londra 2012 è riuscita persino a trasformare il brutto anatroccolo Paralimpiadi in uno splendido cigno. E non era scontato.

Che i Giochi dei diversamente abili non fossero più quella fiera della beneficenza di Barcellona 1992 (biglietti gratis per tutti), era chiaro fin dal principio: a Pechino si registrò un pubblico di 3,4 milioni di persone. Peccato che solo 1,8 milioni fossero paganti. A Londra invece i biglietti venduti sono stati 2,7 milioni – record assoluto – e gli incassi totali pari a 45 milioni di sterline.Ovvero 10 in più di quanto preventivato. Per carità, i numeri non sono tutto. Ma veder gareggiare i paratleti in uno stadio olimpico zeppo come al tempo di Usain Bolt fa una certa impressione. Insomma, nella capitale britannica le Paralimpiadi hanno abbandonato le vesti di Cenerentola e sono diventate uno show indipendente. Basti dire che la cerimonia di apertura è stata vista da 11,2 milioni di telespettatori nel solo Regno Unito e che ieri sera, a spegnere la luce, c’erano i Coldplay, Jay-Ze, Rihanna. Gente seria. Non a caso c’era il tutto esaurito benché i biglietti costassero 250-350 sterline l’uno. Un cambio di passo che obbliga Rio 2016 ad accettare la sfida. «La vittoria ai 200 metri di Alan Oliveira ha praticamente spodestato dai tg tutte le notizie di calcio», ha notato il capo del Comitato Paralimpico Internazionale Xavier Gonzalez. «E per essere il Brasile non è cosa da poco».

Certo, in quel caso ha aiutato non poco l’effetto sorpresa: tutti si aspettavano il trionfo di Oscar Pistorius. Anzi, a ben vedere il miracolo di Londra 2012 è legato senza dubbio alle gesta del «bladerunner» sudafricano. Il suo sguardo trasfigurato dalle emozioni, sfoggiato alla partenza della semifinale dei 400 metri delle Olimpiadi, è una delle immagini simbolo di questa estate di sport. Tanto è vero che in quei giorni la vendita dei biglietti delle Paralimpiadi è schizzata alle stelle. Ma a contare non è stato solo l’effetto Pistorius; la straordinarietà dei gesti atletici si è mescolata alla straordinarietà delle storie personali, da Alex Zanardi a MartineWright, la britannica che perse le gambe negli attentati alla metropolitana di Londra e che ha rappresentato il suo Paese al sitting volley. Stando a Stuart Cosgrove, uno dei responsabili di Channel 4, circa i due terzi dei partecipanti a un sondaggio svolto per l’emittente britannica hanno d’altra parte dichiarato che i giochi hanno «cambiato il loro approccio alla disabilità».

Fosse anche solo questo il lascito di Londra 2012 non sarebbe niente male. Tim Hollingsworth, capo della BritishParalympic Association, ha annunciato che a dicembre si terrà un festival dove si cercheranno, tra le altre cose, nuovi talenti. «È stato un viaggio incredibile. Ora la sfida è imparare da tutte ciò che di buono è accaduto a Londra 2012 e non perdere lo slancio».

di Mattia Bernardo Bagnoli

10 settembre 2012

FONTE: lastampa.it
http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/articolo/lstp/467964/


Le Paralimpiadi di Londra si sono concluse, e credo di poter giustamente dire che il successo di questi Giochi è andato oltre le più rosee aspettative.
Non sto qui a soffermarmi sul bottino di medaglie portato a casa dai nostri atleti, nè su chi ha vinto e nè su chi ha perso.... perchè per me tutti gli atleti che hanno partecipato a questa manifestazione sono vincitori, dal primo all'ultimo, vincitori nella vita, perchè nella loro disabilità non si sono ripiegati, e con grande slancio e motivazione hanno saputo affrontare la propria situazione nel migliore dei modi. Tanti atleti, ma sopratutto uomini, dalle storie commoventi, che meriterebbero di essere tutte conosciute, intrise di passione, umanità, fatica, talvolta da momenti altamente drammatici, ma anche da sorprendenti rilanci, resurrezzioni oserei dire.
E dopo questi magnifici Giochi, aspettiamo Rio 2016.... con la consapevolezza che tante altre belle storie di sport e di vita si potranno conoscere e raccontare.

Marco


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