domenica 20 febbraio 2011

Allergica ai metalli, costretta a isolarmi

Il malessere è iniziato all’improvviso, un acuto mal di testa che non scompariva neppure con gli antidolorifici. Cinque anni dopo, passando attraverso specialisti di mezza Italia e sottoponendosi ad esami, è arrivata la diagnosi: si trattava di MCS (Multiple Chemical Sensivity), disturbo da sensibilità chimica multipla. Era il 2008. In quel momento Bogumila Zub si è resa davvero conto di ciò che comportava la malattia: non solo cure farmacologiche, ma anche un sistema di prevenzione che l’ha portata inevitabilmente all’isolamento.
La signora, che ha 52 anni e 7 anni fa ha dovuto lasciare il lavoro in una ditta di pulizie a causa del malessere, deve evitare qualsiasi contatto con sostanze chimiche e pure con le persone che ne fanno uso. “Detersivi, shampoo, deodoranti, profumi: non ne posso utilizzare e devo stare distante praticamente da tutti”, spiega la donna, nata in Polonia, sposata in Italia e residente a Pergine da 15 anni. Gira con una mascherina sul volto. “Non vado in luoghi chiusi, rischio di avere reazioni allergiche”. Nel raccontare la sua storia, si commuove. “Non posso nemmeno avere una vita normale con i miei tre figli”.

Signora Zub, questi disturbi in che modo influiscono sulla sua quotidianità?
“Mi è stata diagnosticata una intossicazione fortissima da metalli. Sono allergica ad arsenico, boro, mercurio, cadmio, piombo, nichel. Significa che posso mangiare solo frutta e verdure biologiche. Devo evitare i frutti di mare; carne una volta al mese ma solo di pollo. Mangio orzo, riso, insalata, ogni tanto pomodoro e patate. Devo stare attenta a cosa indosso: metto abiti di 15 anni fa, lavati e rilavati perché non mi facciano allergia. Naturalmente devo utilizzare un detersivo particolare. E non posso stirare: gli abiti dei miei famigliari hanno profumi assorbiti da ambienti esterni e l’odore mi fa star male”.

In casa sua, dunque, non viene utilizzato alcun detersivo?
“No, niente detersivi chimici. Per pulire mi arrangio con aceto, limone e altre sostanze naturali. Per lavare i vestiti ci sono particolari saponi. Per la mia pelle e per i capelli ho prodotti naturali”.

Anche suo marito e i suoi figli non usano prodotti chimici?
“In mia presenza no. Quando rientrano, si lavano e si cambiano. Il deodorante o i profumi se li spruzzano fuori di casa, in macchina, prima di andare al lavoro o di uscire con gli amici. Gli abiti sporchi rimangono per una settimana sul balcone, poi li lavo tre volte”.

E se qualcuno viene a casa sua per salutarla o bere un caffè?
“Purtroppo negli ultimi anni ho perso amicizie per questa mia malattia. Solo una mia amica viene a trovarmi: quando lei entra in casa, e magari è appena tornata dal lavoro, io mi devo mettere la mascherina, i guanti e anche il cappuccio per evitare che i miei capelli assorbano profumi. A volte indosso la tuta bianca, come quella degli imbianchini. Anche quando arrivano i miei figli, mi metto la mascherina e mi chiudo in stanza. Spesso piango perché la mia famiglia non può fare una vita normale per causa mia. Pensi che non posso entrare nei centri commerciali, se non con la mascherina. Per la spesa vado in alcuni negozi in cui mi conoscono: aspetto fuori e il personale mi consegna la spesa. Per spostarmi utilizzo l’auto di mio marito che è stata pulita ed è priva di profumi. Qualora ci fosse un urgenza e debba salire su altri mezzi mi metto la mascherina”.

Oltre a stare attenta a non venire a contatto con le sostanze, lei segue una cura farmacologica?
“Ora assumo una pastiglia al giorno, prescritta dal dottor Giuseppe Genovesi che mi ha visitato a Roma nel 2009. Prima abbiamo provato un'altra terapia che prevedeva iniezioni intramuscolari ma alla seconda puntura ho rischiato lo schock e mio marito mi ha portato d’urgenza all’ospedale di Borgo, dove ho trovato personale molto preparato al riguardo. La MCS, Sensibilità Chimica, Multipla, non è ancora riconosciuta in Italia e devo pagare io le visite da specialisti privati e tutte le cure. Per il medico che avevo contattato sette anni fa era solo una malattia mentale: ora, con le diagnosi di un allergologo che mi ha visitato a Pergine, di uno specialista di Bologna e del dottor Genovesi posso dire a tutti che la malattia esiste e che chi sta male non è un pazzo”.

FONTE: http://www.facebook.com/group.php?gid=78671492565#!/photo.php?fbid=135077106519496&set=o.78671492565&theater


Questa volta è una signora polacca, seppur residente in Italia, la protagonista, suo malgrado, di questa ennesima storia dolorosa di Sensibilità Chimica Multipla. Come non rivedere nelle addolorate parole della signora Bogumila, la storia di tante altre vittime di questa subdola patologia figlia dei nostri tempi ? E quante altre persone, uomini e donne, si ammaleranno ancora in futuro di MCS? Il futuro purtroppo non sembra essere molto roseo in questo senso..... finchè ci sarà inquinamento, uso indiscriminato di sostanze chimiche, metalli pesanti, cibi geneticamente modificati e ogni quant'altro, i malati non potranno che aumentare. E la MCS non è neppure riconosciuta (in Italia), cosa questa che fa urlare di indignazione.
C'è tanto, ma proprio tanto da fare, in ogni direzione.... auguriamoci che qualcosa si smuova, che si cambi strada sul serio o sarà l'uomo stesso a rimetterci, unico artefice delle proprie gioie e delle proprie sventure.

Marco

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