giovedì 13 gennaio 2011

Il valore del dolore secondo la Fede Cristiana

Premessa:
Era un po’ di tempo che avevo in mente di mettere questo scritto sul mio blog, e dopo qualche titubanza dovuta alla particolarità di questo scritto, certamente molto diverso da tutti gli altri fin qui pubblicati, mi sono deciso.
Questo scritto è tratto da un libro di Rivelazioni private che Gesù ha dato ad una sua anima molto cara, una madre di famiglia che dopo aver provato l’immenso dolore della perdita del proprio unico, amato figlio, ha abbracciato con grande forza la Fede Cristiana Cattolica, raggiungendo una grande familiarità con Gesù Cristo che l’ha privilegiata di molti dettati Celesti, tra cui questo, raccolti in alcuni volumi nel corso degli anni.
Questo dettato l’ho scelto per metterlo su questo blog, perché parla di quella “cosa” che, in maniera e misura diversa, accomuna tutte le persone malate e invalide…. e cioè il DOLORE !
Le parole di Gesù in questo scritto ci dicono che il Dolore, parte imprescindibile di ogni vita umana, ha in realtà un grande, inestimabile valore.
Ogni persona naturalmente può dare a queste parole il peso e il valore che vuole, trattandosi di rivelazioni private, tuttavia mi auguro che queste parole possano portare un po’ di pace e di consolazione in chi le legge, soprattutto in coloro che sono sofferenti a causa di malattie, invalidità, per aver perso delle persone care o per qualsiasi altra ragione.

Io non spreco mai il dolore, e lo rendo sempre utile, poiché è sempre preghiera.

Parla Gesù:

Come ai tempi di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’Uomo…
E il mondo non pensa a quando verrò, tutti credono che sempre ogni cosa continui, così come è. E si sposano, e banchettano e fanno progetti per il futuro.
Vegliate, non sapete quando verrò a dividere il grano dal loglio! Vegliate e siate grano! Fate così che Io, il vostro Rabbi, DIO da DIO, vi accolga nel mio Regno, cogliendovi quali spighe… E brillerete allora nel mio sole! Vigilate sulla vostra anima (ciò che avete di più prezioso, poiché per sempre!)
E per essere pronti al giudizio personale e a quello finale. Voi sapete che il mio Regno non è di questo mondo. Per questo, allora, in verità vi parlo ancora una volta del dolore che ognuno, spiritualmente o fisicamente, e talvolta l’uno e l’altro, in maggiore o minore misura, deve subire.
E voi vi domandate perché molti vivono sereni e agiatamente, sani e così senza dolori e molti altri soffrono per dolori grandissimi di spirito e altri per mali fisici, altri soffrono la miseria, altri ancora la pazzia…
E’ umano domandarsi il perché di tutto ciò che ad occhi umani sembra ingiustizia divina. E quando in verità Io vi dico che il dolore è un dono incomprensibile in terra, altro non vi dico, oltre la terra comprenderete il valore del dolore e i meriti che il dolore procura.
Coloro che soffrendo offrono a Me il loro dolore non sono molti, e l’uomo lo rifiuta per istinto: l’uomo è stato creato per essere felice e se mi ascolta lo sarà per sempre!
Coloro che subendo un dolore, si rassegnano e così dicono di offrirlo a Me, non me lo offrono veramente: è pur sempre un dolore spirituale che tuttavia hanno imparato a sopportare o hanno cominciato a dimenticare.
Coloro che mi offrono le loro lacrime sono veramente santi, e così coloro che mi offrono i più lancinanti dolori materiali.
Sono santi e non sono molti. A parole potranno sembrare molti, ma è facile parlare di martirio, difficile è essere martiri. Tuttavia vi sono molti che nel dolore crescono dall’alto e comprendono l’altrui dolore, moltissimi che non crescono nel dolore, ma diventano aspri ed egoisti. Per gli uni e per gli altri il dolore è pena temporale. Coloro che rendono il dolore attivo pregano, coloro che lo lasciano passivo non pregano, ma soffrono ugualmente e forse ancora più: ecco la loro pena temporale.
Chi mi offre il dolore prega per se stesso e per il mondo, chi non mi offre il proprio dolore e si ribella prega ugualmente per se stesso pagando, così soffrendo, la sua ribellione.
Io non spreco il dolore mai, o per gli uni o per gli altri sempre lo rendo utile poiché è sempre preghiera. Vi sono coloro che soffrono inconsciamente, i bambini, i vecchi, e voi vi domandate dove è allora il merito: è sempre un merito soffrire, altrimenti dove sarebbe la divina giustizia, se vi sono molti che hanno vita facile e non sono certamente migliori, ma spesso peggiori degli altri? E colui che non mi conosce, e non per sua colpa, come può offrirmi allora il suo soffrire? Può soltanto ribellarsi o lamentarsi: è un essere umano provato che Io, nel Padre, comprendo.
La comprensione è la mia Misericordia. Comprendendo, dopo aver cercata ogni componente della vita e dell’essere umano, è per me dare ancora amore verso quell’essere, quell’anima. E voi non dite che mi offrireste il vostro dolore, se non lo avete mai provato!
Così, come voi giudicate coloro che si lamentano o si ribellano, sareste voi capaci di essere diversi? Come lo potete sapere? Dovreste pensare sempre alla mia Misericordia e farla vostra guardando i fratelli, e non giudicarli! E in verità vi dico che vi sono nel passo terreno anche ora felici, ore serene che si alternano ai pesi della vita umana. La pace dello spirito rende sereni, e vi renderà sereni la povertà in spirito.
E Io in verità vi dico che, se confidate in Me, vi aiuto e per lo spirito e per la materia. Io vi ho sorretti nel dolore, voi che mando tra i lupi, voi che ho scelti a testimoniare la Verità.
Io vi porto nel mio vento e vi mando dove dovete andare, e se vi ho dato il dolore: non domandate più “perché”, ma sappiate che è ancora per amore! E quando verrò a dividere il grano dal loglio, chiederò ad ognuno come ha accettato, come ha sofferto la sua parte di dolore.
Comprendo l’umanità, sono misericordioso, sono giusto, conto e peso ogni circostanza della vita, ogni componente di una vita… Vi chiederò molte cose, e più cose a chi sapeva, e chiederò molto a chi ha meno sofferto o poco sofferto, e conterò le sofferenze e i dolori di coloro che li hanno subiti, di coloro che me li hanno offerti, di coloro che se ne sono lagnati: pene temporali con maggiore o minore valore, preghiera sempre: il dolore non va perduto.
E verrò a dividere il grano dal loglio…
Voi siate sempre pronti, non banchettate, non fate progetti: preparatevi l’anima, preparatevi l’abito bianco. Quando verrò, quando voi sarete davanti a Me vi guarderò l’anima, che da sempre conosco, vi conterò le lacrime, vi conterò le opere buone, vi conterò i buoni e i cattivi pensieri, vi conterò ciò che avrete dato, ciò che avrete tolto, vi conterò l’amore e quanto avrete amato, ancora, ancora vi ripeto: Amatevi e amatevi l’un l’altro e molto comprenderete, poiché l’amore apre l’anima e mi fa entrare, e l’anima piena di Me diviene sapiente.

29 Novembre 1981

FONTE: La Parola continua nel segno dei tempi
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3 commenti:

  1. La parola divina agisce in noi e per noi come la migliore medicina per l'anima e per il corpo.
    Il dolore, l'ho sperimentato in prima persona, opera conversioni miracolose e meravigliose, il dolore mi ha salvata dalla morte dell'anima, dai falsi ideali, dalle false ideologie, dall'alimentazione sbagliata, dall'aria sbagliata, dalle amicizie sbagliate....
    Cosa c'è di più meraviglioso di questo? La salute? si certo ma essa dipenda dalla nostra volontà di guarire, e la volontà dipende dalla nostra fede in qualcosa che trascenda le nostre debolezze umane.

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  2. Grazie Gabriella per il tuo intervento.
    Sì, il dolore, per quanto brutto possa essere e per quanto l'uomo cerchi in tutti i modi di evitarlo, può operare nell'uomo grandi trasformazioni. Anche il dolore fisico ci può dare una maggiore consapevolezza e ci può aprire al dolore degli altri rendendoci più sensibili.

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  3. E' una pagina di speranza che unisce e che non si può non condividere. Il dolore, in misura più o meno grande ( e questo dipende dal nostro grado di...sopportazione), credo sfiori l'umanità tutta. Forse coloro che crediamo più felici, perchè sani nel corpo, soffrono più di noi ma sanno 'apparire'più felici. Per questo ritengo che il dolore sfiora tutta l'umanità e certamente il Getsemani esiste per tutti: occorre inginocchiarsi come Cristo e accettare il calice nel suo nome, anche quando sembra impossibile non chiederci perchè a mé. Ma Dio è grande e la Sua Misericordia di noi suoi figli è infinita.

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