domenica 17 ottobre 2010

Io, disabile, non voglio più essere italiana




QUESTA LETTERA E' UNA FORTE DENUNCIA DI UNA GIOVANE RAGAZZA DISABILE CHE GIUSTAMENTE SI SENTE DISGUSTATA DINNANZI A CERTE DICHIARAZIONI A DIR POCO VERGONGOSE, DA PARTE DI CHI DOVREBBE RAPPRESENTARE TUTTI I CITTADINI, GARANTENDO E TUTELANDO I DIRITTI DI TUTTI.

di Anita Pallara

Mi chiamo Anita Pallara e sono una ragazza di 21 anni affetta da atrofia muscolare spinale, una malattia neuro degenerativa e totalmente invalidante. In parole povere, sono handicappata. Mi rivolgo al professor Joanne Maria Pini che vorrebbe buttare me e quelli come me dalla Rupe Tarpea: la disabilità non è un valore aggiunto, non è proprio un valore. È solo una condizione. Non voglio parlare di solidarietà e nemmeno di sensibilità. Io parlo di diritti. Il diritto all’istruzione ce lo garantisce la Costituzione. Le sue parole, professore, sono vergognose, pericolose, razziste e illegali. Ma che valore ha tutto ciò nel nostro Paese? A parte le ovvie reazioni di sdegno e le condanne morali, quale sarà la conseguenza reale? A voi tanti che parlate di “selezione genetica”: io non sono disposta a subire questa ignoranza nel 2010. Se non ci saranno delle forti prese di posizione da parte delle istituzioni e dei media, io mi recherò alla Prefettura di Bari e consegnerò la mia carta d’identità e il mio passaporto,rifiutando così la cittadinanza italiana. Non posso essere cittadina di uno Stato di questo tipo. 

FONTE: Informare controinformando


Non ho il piacere di conoscere questo Prof. Joanne Maria Pini e francamente, viste le sue parole veramente vergognose riferite ai disabili, non nutro proprio nessun desiderio di colmare questa mia mancanza. Che si debbano sentire affermazioni del genere nel 2010 è sinceramente abbastanza preoccupante. Faccio invece i miei complimenti ad Anita Pallara per essersi esposta ed aver dichiarato, forte e chiaro, il suo pensiero in merito alle sconcertanti affermazioni di questo "insigne" professore.

Marco

sabato 16 ottobre 2010

Duemila disabili umiliati dalla Polverini

Sono tempi difficili per le famiglie del Lazio che hanno tra i loro congiunti disabili gravi. I fondi tagliati qui e là dalla giunta Polverini da aprile a oggi si sono tradotti, nei fatti, in un peggioramento tangibile nella qualità della vita dei portatori di handicap: diminuite (fin quasi ad azzerarle) le ore di terapie essenziali gratuite, tagliati i posti letto per la riabilitazione e persino i trasporti. «La situazione per le famiglie è drammatica», dice senza mezzi termini il consigliere regionale del Pd Tonino D’Annibale, vice presidente della Commissione Affari Sociali. Ed elenca i tagli che hanno portato fin qui: «Il decreto 38, firmato dalla Polverini in qualità di commissario alla sanità che ha decurtato del 20% le prestazioni delle cooperative di riabilitazione e ha costretto molte famiglie a rivolgersi ai privati; il piano di rientro sanitario presentato lo scorso 30 settembre che prevede anche il taglio di 700 posti letto di riabilitazione (quindi anche quelli destinati ai disabili gravi) e infine l’ultimo assestamento di bilancio che ha portato molte Asl a chiudere i servizi di trasporto handicap». I disagi che ne scaturiscono, secondo l’opposizione, sono pagati sulla pelle da circa 2000 famiglie della regione. «Ci sono anziani che ormai non si curano più - continua D’Annibale – e genitori che s’indebitano fino al collo per pagare le prestazioni, prima gratuite, ai propri figli». «La spesa – aggiunge il consigliere dell’Idv Giulia Rodano, membro della Commissione Sanità – può arrivare a mille euro al mese, una follia. Mi rendo conto che è il governo che chiede certi sacrifici, perché la sanità regionale è commissariata, ma Marrazzo e Montino hanno cercato di resistere e abbiamo fatto un battaglia, la Polverini invece si è adeguata con grande tranquillità». Risultato? «Siccome non possono guarire – continua Rodano – i disabili gravi non vengono considerati pazienti della sanità ma vengono abbandonati alle famiglie». Ma il taglio, spiega l’onorevole Ileana Argentin, responsabile nazionale handicap del Pd, non riguarda solo il posto letto quanto «la qualità della vita della persona con handicap che peggiora enormemente. Si riflette mai sul cosa significa abbandonare un disabile? poi costerà di più, un giorno, alla società: bisogna curarli oggi, altrimenti domani li ospedalizzeremo e basta». Intanto l’opposizione cerca di organizzarsi e di combattere su più fronti: la modifica del piano di rientro è al primo posto e poi proposte ed emendamenti presentati «che però non sono stati presi in considerazione», dice ancora D’Annibale. «Stiamo chiedendo alla Commissione Affari Sociali di ascoltare almeno le associazioni di disabili e le cooperative, ma finora niente». Per Rodano «la questione va posta a livello nazionale anche perché i Comuni, per come sono stati tagliati adesso i bilanci da Tremonti, non sono in grado neanche di intervenire nelle situazioni più drammatiche». L’assessore alle Politiche Sociali e Famiglia della Regione Lazio, Aldo Forte, interpellato più volte, non ha voluto rispondere alle domande de L’Unità.

07 ottobre 2010

FONTE: L'Unità
http://www.unita.it/news/italia/104335/duemila_disabili_umiliati_dalla_polverini


Questo è il primo articolo che posto in questo blog sulla disabilità, e credo che non sarà neppure l'ultimo perchè sul mondo dei disabili c'è veramente tanto da dire e ci sono tante, tante battaglie da fare.

Ho voluto postare questo articolo per la sua gravità: non posso negare che, ogni volta che lo leggo, provo sempre un misto di delusione e rabbia. Ma perchè, perchè mi chiedo io, debbono essere sempre i più deboli a rimetterci? In questo caso i disabili e gli anziani, sopratutto quelli più gravi, che vengono abbandonati a loro stessi dallo Stato diventando del tutto a carico delle loro famiglie. Famiglie molto spesso non benestanti che si trovano nella necessità di occuparsi dei propri cari invalidi attraverso strutture private e non sanno come fare con le spese. Si parla sempre di tagli, tagli, tagli.... se lo Stato è indebitato fino al collo è giusto fare dei tagli, è giusto rinunciare a qualcosa, ma chi è che deve rinunciare? A chi si deve chiedere? Ai disabili? Agli invalidi? Ai malati? Agli anziani? A queste categorie di persone, che già portano sulle loro spalle una croce pesante, a volte pesantissima, si deve chiedere? E chiedere che cosa? Che rinuncino anche alle cose più basilari, come le cure e l'assistenza? No, è una VERGOGNA, una VERGOGNA senza limite di decenza !

In tutti i campi a mio parere si può tagliare, in tutti i campi tranne che in tre: nel sociale, nella sanità e nella giustizia! In questi 3 campi non si deve tagliare, ma si deve dare, aggiungere, fare di più. Garantire e tutelare le fasce deboli, questo è il compito di un paese veramente civile, così come è necessario operare affinchè la ricchezza del paese venga distribuita in maniera più equa. E invece avviene sempre il contrario.... tagli alla ricerca, tagli ai posti letto, tagli all'assistenza, tagli alle pensioni d'invalidità.... uno SCHIFO, una VERGOGNA, una PENA ! E intanto chi è ricco continua ad essere ricco, anzi lo è sempre di più, e chi è povero è sempre più è povero. Scusatemi lo sfogo, ma notizie come queste fanno male al cuore e urlano giustizia ! Purtroppo le conseguenze di questo provvedimento Polverini non si fanno attendere e Paolo e Gloria sono 2 dei tanti disabili vittime di questi tagli assurdi:
http://www.unita.it/news/italia/104432/polverini_paolo_solo_caso_clinico_ma_a_gloria_dice_colpa_dei_tagli


Se l'uomo non cambierà mentalità e non volgerà lo sguardo verso chi è stato meno fortunato (e non per colpa propria), allora le cose andranno sempre peggio anzichè migliorare. C'è speranza che questo cambiamento avvenga?

Marco

mercoledì 13 ottobre 2010

Testimonianze: la storia di Ester

Mi chiamo Ester Bianchi, nasco a Meda in provincia di Monza, Brianza, sono l’ultima di quattro figli, nasco sana come tutti i miei fratelli, ma a 22 mesi per una epidemia scoppiata nel 1948 di polmonite che porta alla meningite, vengo colpita da polmonite con focolaio al polmone destro vengo salvata per 5 minuti (presa per i capelli come si dice); era appena stata scoperta la penicillina e questo giovane medico (dopo che il medico di famiglia aveva lasciato mia mamma dicendo non c’era più niente da fare) ha tentato, salvandomi dalla meningite ma lasciandomi debole nel mio crescere... infatti ogni inverno facevo bronchiti fino a nove volte all’anno, così mia mamma mi ha ritardato la scuola di un anno essendo di fine anno e anche perché a inizio scuola ho avuto una forte pertosse durata sei mesi. A tre anni faccio tonsille e adenoidi, a 10 anni faccio appendicite, a 18 anni mentre torno dal lavoro d’inverno col freddo mi fermo e scendo dalla bicicletta per dolori fortissimi alle mani e ai piedi, non riesco più a pedalare, scendo dalla bicicletta, tolgo a malapena un guanto e vedo la mano bianca che non ha tatto, con forza cerco di camminare ma ogni tanto perdo una scarpa e non mi accorgo, allora guardo indietro di frequente per recuperare la scarpa e tenendo come posso la bicicletta ma piangendo dal dolore arrivo a casa dove mi posso scaldare mani e piedi e questi diventano blu; vado dal medico il quale mi fa fare un esame e esito è: Sindrome di Raynold e ancora ce l’ho e spero non vada in sclerodermia ma non mangio mai carne perché con questo morbo la si vomita. A 22 anni vengo ricoverata per 40 giorni per vomiti di sangue proveniente dallo stomaco che mi porterò per 12 anni fino a quando arriva la gastroscopia che rivela un’ulcera profonda alla piccola curva dello stomaco... la curo con pastiglie e iniezioni ma non si chiude. A 23 anni sono coinvolta in un grosso incidente, mio fratello di 27 anni muore dopo 2 mesi in cui l'ho assistito io negli ultimi 10 giorni di ospedale, giorno e notte, fino all’ultimo respiro; mia mamma muore dopo 8 anni di dolori atroci non capiti sempre causati dall’incidente, io ho iniziato con dolori che nessuno capiva, mi sposo e a 25 anni rimango in ospedale 2 mesi per emorragia al quinto mese di gravidanza per distacco di placenta in utero bicorne unicolle. Avendo i GR. a 2.100.000 prendo trasfusioni di sangue, purtoppo infetto da epatite B scoperto più tardi, mi preparano per il cesareo per salvarmi, ma io rifiuto, voglio salvare la vita che avevo dentro. A 33 anni vengo operata di ragadi emorroidi e ascessi anali per emorragie frequenti, dovute a 5 ore di sala parto e cesarizzata internamente non avendo dilatazione per aver fatto 3 iniezioni al giorno per 4 mesi per non perderla e per salvare me e la bimba che aveva 3 giri di cordone ombelicale con nodo. A 34 anni intervento per ulcera gastrica dopo 12 anni di vomiti sanguini ribelli alle cure, a 35 anni taglio cesareo per il secondo figlio a 10 anni di distanza dal primo, (avevo contro tutti i medici che mi dicevano che metterò al mondo un infelice per quell'utero ed invece è nato sano), a 41 anni per il dolore della morte della mamma mi vengono le coliche alla colecisti che si era ripiegata su se stessa, era coleciste dismorfica settata, a 44 anni intervento vene varicose alla gamba sinistra, a 45 anni trisma mandibolare destro durato 18 mesi e molto doloroso tanto che ogni venerdì andavo in ospedale dal maxillo facciale che con diversi metodi cercava di aprirmi la bocca. Nel 98 ho un intervento di egresso toracico (pensava di togliermi i dolori) poi rivelatosi da fibromialgia; per errore il dottore fonda troppo il bisturi nel collo e taglia il nervo vago, il mio cuore va come un trenino e spesso mi collasso. Nel 99 dopo un mese di ricovero all’ospedale Besta di Milano ho l’esito di 4 ernie cervicali e 2 lombari in un canale con stenosi che va a comprimere il midollo spinale e mi fanno 15 giorni di flebo di cortisone, poi mi comunicano che fra 6 mesi circa sarò in carrozzina ma loro non se la sentono di intervenire chirurgicamente perché rimango paralizzata subito; mi consigliano terapia del dolore in casa, viene un anestesista 3 volte la settimana, mi fa infiltrazioni alla schiena, 30 iniezioni ogni volta con 6 farmaci per togliere i dolori e dopo 6 mesi sono violacea, tutta intossicata e ancora con dolore... allora mi dice che lui non prosegue e sono abbandonata ai soli farmaci oppiacei. Nel frattempo vengo a conoscenza di un neurochirurgo che con un metodo americano riesce ad operarmi; nel 2000 vado a Parma e il 20 aprile faccio un intervento durato 8 ore, rimango 4 giorni a Parma, dopo di che in croce rossa mi portano a Langhirano in clinica riabilitativa e rimango un mese. Mi posso solo alzare 7 minuti al giorno con bustino e collare, nel letto ho la testa in 30 kg. di sabbia per tenerla ferma, (non mi fermo a dire quanta sofferenza!) mangio con la cannuccia e anche qui mi collasso 2 volte, e dopo diversi cardiogrammi mi dicono che quando torno devo recarmi dal cardiologo perchè il cuore non va bene. Torno a casa ma con 2 anni di convalescenza. L’anno successivo, siccome al cuore per quell'errore mi è venuto un BBS, cioè blocco di branchia sinistra, dopo aver fatto parecchi esami mi mandano a fare anche una coronarografia; durante l’esame ho 2 arresti cardiaci con coma, mi sveglio dopo un giorno in rianimazione tutta intubata e livida dalle piastre e ho grappoli di flebo per braccio e aghi anche nel calcagno del piede e monitorata, ogni 15 minuti fischia una macchinetta che inietta la dopamina. Dopo 4 giorni non sto in piedi, mi dicono che non mi posso alzare, infatti cado, è notte, non si sente nessuno, non arrivo al campanello e allora con le mani striscio tirandomi dietro il corpo che non si regge e con forza mi attacco al letto e riesco a sdraiarmi. L’indomani per tornare a casa mi portano in carrozzina alla macchina, mio marito telefona a Parma dove ho fatto l'intervento e mi dice che devo ricoverarmi da lui, vado, e dopo esami su esami l’encefalogramma segna onde lente lente ed io avevo capito che non ricordavo e non sapevo più scrivere bene e non ricordavo il nome delle persone e ancora oggi fatico con la memoria. Esito dopo RM con contrasto: il cervello di sinistra ha macchie bianche e quello di destra il piccolo circolo chiuso; alla cervicale avevano fatto fuoriuscire di nuovo le ernie, anche queste comprimevano il midollo, alla nuca un osso rotto e in bocca la parte inferiore sinistra tutti i denti rotti da togliere, tutto questo nell’intubarmi in fretta per salvarmi. Ho dovuto rifare l’intervento alla cervicale con urgenza per far passare il midollo schiacciato dalle ernie, ma qualche cosa non va, l'anestesista non mi addormenta e continua a scrollare la testa e guardare il monitor; il cuore non va bene, "io non gli do l'anestesia, torni a casa signora e vada dal cardiologo e si faccia ricoverare per il cuore". Mi portano in camera, mi sto vestendo quando arriva il primario cardiologo che rilascia un suo scritto e dice al neurochirurgo di operarmi che mi assiste lui, ritorno in sala operatoria e con l'assistenza del cardiologo mi opera, ancora un mese a letto con 30 kg. di sabbia per bloccare la testa, ancora chiedo prestito alla banca perché è tutto privato e la ASL non lo vuole riconoscere questo metodo, mentre io l’ho ringrazio che cammino, altrimenti erano 10 anni che ero in sedia a rotelle. Però da questo neurochirurgo di Parma, visto la gravità, devo recarmi tutti i mesi in visita e sono andata per 6 anni facendo 170 km. di andata e 170 di ritorno. Mi aiutava con infiltrazioni, ma vedendo che i dolori persistevano e continuava a dirmi che avevo i muscoli molto duri e dietro il collo un muscolo pian piano si è ritirato, ha pensato di mandarmi dal reumatologo che ha capito subito che io da anni e anni mi portavo una fibromialgia importante ai 4 quadranti, tenuta a bada con i continui cicli di terapia del dolore fatta per la schiena che smorzava questi dolori... così è stata capita solo nel 2003 e se faccio il conto io me la portavo già da circa 30 anni, ma prima di fare terapie del dolore impazzivo dal male e per confonderlo, non mi vergogno a dirlo, mi rotolavo per terra e andavo a sbattere contro il muro dandomi i colpi per confondere il dolore. Mi recavo dai medici ma davano la colpa alla schiena, infatti ho fatto 4 peridurali con la quale una mi ha mandato a 30 e 60 la pressione e mi sono collassata, le spinali (una spinale andata male mi ha messo una settimana in ospedale con flebo e cortisone perché era fuoriuscito il liquor del midollo con dolore alla testa terribile e il medico ha detto che aveva usato un ago sottile eppure ha bucato la corda durale), mesoterapia oltre a osteopati, chiropratici, agopuntura e fisiatri.... era un continuo peregrinare da medici e ho speso soldi a palate. Nel 2005 ho avuto un ictus, non parlavo più e non mi usciva nemmeno un suono... è durato mezza giornata per fortuna, è stato leggero e la colpa è dei medici che mi hanno tolto un farmaco che faceva parte della terapia del cuore e poi hanno rimesso un altro farmaco. Nel 2006 si presenta ancora per la terza volta un ernia cervicale, questa volta non posso pesare ancora sul marito anche se mi hanno dato l’invalidità con accompagnamento, poi tolta perché mi hanno detto di denunciare l’ospedale (io non l’ho fatto, mi sono informata ma mi hanno detto che loro sono protetti e che i tempi sono molto lunghi e mi devo pagare un avvocato, così ho lasciato perdere); vado a operarmi al Galeazzi di Milano e qui mi inseriscono una placca in titanio con viti e bloccano 2 vertebre cervicali... per 6 mesi cammino a gattoni come un bimbo per i giramenti di testa forti. Torno dal medico per il controllo e gli faccio notare le mie vertigini, mi manda in terapia del dolore, ma io la ero già. A gennaio del 2010 mi ricovero per la fibromialgia, dopo diversi esami ho una neuropatia agli arti inferiori e T/P 18/18 e mi aumenta le dosi della terapia, compresa la morfina, poi mi dice che mi mette in terapia biologica, ma non l’ho più sentito! A maggio di quell’anno, e precisamente il 24/5/2010, ho un intervento al gomito sinistro per decompressione del nervo ulnare per schiacciamento; si è paralizzato il braccio e si è piegato il pollice, allora hanno dovuto intervenire anche sul pollice... a detta dai medici è stata la fibromialgia. Vorrei dire che finora ho parlato di interventi, ma nel frattempo ho avuto ancora 3 polmoniti con 2 focolai e a gennaio 2010 la pleurite, lasciandomi la fibrosi con un nodulo; per questa ogni mese devo fare terapia per 10 giorni con un farmaco, altrimenti finirei col non respirare più, mi ha spiegato la dottoressa. E’ dall’età di 28 anni che ho iniziato a fare ricoveri a Gravedona sul lago di Como da un medico che capiva la mia sofferenza, ma non erano ancora conosciute queste malattie e mi curava per depressione, mi teneva ricoverata minimo un mese a flebo giorno e notte, di giorno farmaci per la stanchezza e dolori di testa e di notte farmaci per dormire, ma facevano molto poco, ma per quel poco lui era soddisfatto da come mi vedeva prima del ricovero e mi diceva sempre prima di dimettermi: "Vedi Ester, anche questa volta ti abbiamo messo in piedi", poi tutti i mesi dovevo passare la visita per i farmaci che mi dava, ed erano tanti, e tanti gli effetti collaterali. In uno di questi ricoveri si è accorto che avevo la galattorrea e la sella turcica ingrandita e facendo degli esami ha visto che la prolattina era alta, allora mi ha mandato una settimana a Sondalo in Valtellina e con la TAC hanno visto un adenoma ipofisario. Da qui il professore mi voleva operare ma io ho rifiutato subito, non mi sentivo sicura e sono tornata. Sono stata ricoverata qualche anno dopo all’Auxologico di Milano e hanno visto che l’adenoma si era ritirato però lasciando 2 strisce che non si è saputo di che natura fossero; per saperlo bisognerebbe toglierle e analizzarle, so solo che ho sempre dolore alla testa ed è cronico, ma non mi hanno saputo dire se è colpa della ghiandola ipofisaria o meno. Ora mi consigliano di fare un altro intervento al nervo occipitale, mettere un neurostimolatore con elettrodi, (nevralgia di Arnold, nevralgia occipitale) che mi da crisi di mal di testa sempre più frequenti ed è tremendo questo dolore, ed è dal 94 che me lo trascino. Ho fatto all’ospedale Besta nel 1999 e nel 2008 cicli di infiltrazioni sotto i capelli lungo il nervo ma è rimasto deluso anche il medico del centro cefalee e non c’è stato rimedio. Tutto questo calvario sembra sia provocato dalla fibromialgia che non è mai stata riconosciuta e capita troppo in ritardo; ora anche con la morfina è resistente. Da gennaio a marzo 2011 ho fatto ancora infiltrazioni di procaina all’occipitale da un medico in privato che mi ha visto al pronto soccorso. Da quando il Tg qualche anno fa ha dato la notizia che avevano scoperto la Stanchezza Cronica sia io che mio marito abbiamo capito che i ricoveri per depressione non erano altro che la CFS/Fibromialgia e mi imbottivano di antidepressivi. Mi sentivo un ebete, facevo tutto senza sentire soddisfazione e sentimento di gioia per quello che facevo in famiglia e crescevo i figli come uno zombi e mi guardavano male i medici quando mi chiedevano se avevo figli, ed io gli dicevo, sì 2, e loro subito mi chiedevano se sono depressi. Io rispondevo di no, che sono normali, ma non mi rendevo conto che erano domande con la quale gli assistenti sociali potevano intervenire come fanno oggi che sottraggono i figli ai depressi, mentre io non ero depressa ma mi intontivano i medici con gli antidepressivi. Finalmente girando in internet capisco dai forum e su facebook che ci sono gruppi di malattie rare come queste; ora che sono su facebook ci scriviamo e dai sintomi che abbiamo ne ho conferma e l’hanno confermato anche i medici che i miei ricoveri per depressione (e sono stati parecchi) non erano altro che la CFS/Fibromialgia. Di farmaci ne prendo tanti, sono 3 per lo stomaco a rischio per la trasformazione di cellule, atrofia, e reflusso gastrico per ernia jatale che mi ha provocato un edema in gola al punto che non riesco a mangiare cibo asciutto perché mi sento soffocare, gastroscopia tutti gli anni e sono alla 41esima, 3 pillole per il cuore BBS, 1 pillola per l’ictus, 7 antidolorifici, 3 antiepilettici e 4 di morfina, più 2 tavor da 2.5 per dormire, e gocce di minias 2.5 sotto la lingua per non andare in giro di notte a battere i muri perché non riconosco ne casa ne persone, non so neppure se ho gli occhi aperti o chiusi perché vedo cose diverse che non sono di casa mia e per questo cado, e tante volte, e questa è una conseguenza del coma che il cervello ha memorizzato, e se mi addormento mette in circolazione l’adrenalina che mi scuote e mi sveglia e questo mi è stato spiegato dallo psichiatra che mi ha visto dopo che mi succedevano questi fatti perché avevo attacchi di panico notturni, sempre conseguenza del coma. I farmaci per la fibromialgia non sono farmaci idonei alla malattia e quello che più mi angoscia è la memoria recente che se ne va subito, mentre i vecchi ricordi li ho più lucidi. Ma la malattia non si ferma e ogni giorno ne salta fuori una... da un po’ di mesi mi sveglio con le mani gonfie e dolenti e sono semichiuse; la dott.ssa mi ha dato un farmaco molto forte, detto dal farmacista è una bomba tanto da non doverne prenderne tanto altrimenti…. per fortuna l’ho usato solo la sera per una settimana, ma se ascoltavo la dott.ssa dovevo prenderlo anche alle 10 del mattino, e alle 8 un diuretico. Ogni volta che mi vede mi propone di mettere un sondino con la morfina che va direttamente in vena per questi dolori ribelli, ma io rifiuto, non voglio essere morfina-dipendente, già la uso in pillole. Mi angoscia il non essere capita neppure dai medici che scrivono senza rendersi conto del male che possono fare certi farmaci, specialmente su di noi a cui già ci vengono prescritti farmaci che sono un po’ per tutto con tanti effetti collaterali, e qualche volta mi hanno prescritto farmaci che mi hanno collassato. Sono stata anche una di quelle che, abitando sul confine di Seveso/Meda, per anni hò respirato diossina dalla fabbrica dell’ICMESA dove ci facevano credere che l’odore che ogni sera si sentiva quando aprivano le valvole di sfogo era provocato dalle saponette che fabbricavano. Poi la verità si è saputa il 10 luglio 1976 quando è scoppiata una valvola provocando la nube tossica di diossina. Era una casa farmaceutica svizzera, la GIVAUDAN, a sua volta filiazione della multinazionale farmaceutica HOFFMANN-LA ROCHE. Ora la fabbrica non c’è più, è stata fatta una colata di cemento e sopra è nato il parco delle querce.
Vista la sofferenza che ho avuto e che ancora porto, vorrei proprio che in avvenire vengano riconosciute queste malattie chiamate sindromi, così facendo saremmo compresi dai medici, familiari, amici, parenti, purtroppo ignari dell’esistenza di queste patologie e tutto perché non riconosciute. Quello per cui stiamo combattendo, cioè il riconoscimento di queste patologie, lo facciamo anche per chi verrà dopo; adesso che di queste malattie se ne parla in tv e sulle riviste dei medici, vorremmo che le istituzioni smettessero di trattarci come invisibili perché dal fuori non si vede nulla, ma che si mettessero intorno a un tavolo a discutere per prendere in considerazione le patologie. Non si può continuare a considerare i malati come depressi, come è successo a me, ma era 30 anni fa quando non si conoscevano, quando non avevano un nome... ma adesso che si conoscono è veramente vergognoso vedere malati che per curarsi devono recarsi all’estero perché in Italia ammalarsi è un lusso (certo che viene il dubbio che all’Italia fa comodo fare l'orecchio da mercante, usare gli antidepressivi, gli antiepilettici e altro già fatti di ricerca e quant’altro per risparmiare, mentre non fa l'orecchio da mercante nel far pagare le tasse sempre più alte).

Un grande grazie e saluto da Ester Bianchi


Non ho veramente parole per commentare tutta l'incredibile storia di Ester: una storia costellata di ricoveri, interventi, problemi di salute di varia entità, esami su esami..... l'unica cosa che mi sento di dire è che per affrontare tutta questa lunghissima serie di problemi bisogna essere delle persone veramente forti... ed Ester certamente la è.

Cara Ester, ti auguro veramente, di tutto cuore, di avere un po' di pace con la tua salute, te lo meriti davvero... e tanta Felicità. Auguroni per tutto.

Marco

lunedì 11 ottobre 2010

I malati di Fibromialgia, orfani della sanità

INTERVISTA A ANTONIO PALAGIANO, medico ricercatore e dirigente II Università degli studi di Napoli. Eletto alla Camera dei Deputati nel 2008, è Capogruppo dell'Italia dei Valori in Commissione Affari Sociali.



Cos'è la fibromialgia?

La fibromialgia o sindrome fibromialgica, è una patologia caratterizzata da dolore cronico diffuso, che coinvolge prevalentemente i muscoli. Sono presenti, inoltre, anomalie del sistema neuroendocrino, disfunzioni del sistema immunitario e turbe del flusso sanguigno cerebrale. E’ associata a rigidità, cefalea, affaticamento e disturbi del sonno. Altri sintomi, meno frequenti, sono intestino e vescica irritabile, dismenorrea, fenomeno di Raynaud. Il dolore, sintomo principale dei soggetti fibromialgici, è causato da una abnorme tensione muscolare che impedisce quella fluidità dei movimenti necessari nelle più banali azioni quotidiane. L’ansia e la depressione, spesso presenti, possono peggiorare i sintomi.

Qual'è la sintomatolgia più comune di questa patologia?

Come dicevo, il dolore, può essere localizzato a livello del collo, delle spalle, della schiena e delle gambe, ma talora è diffuso in ogni ambito, provocando rigidità, limitazione dei movimenti o una sensazione di gonfiore a livello delle articolazioni. L’andamento dei sintomi di questa patologia, inoltre, varia in rapporto a numerosi fattori esterni, che sono in grado di provocarne un peggioramento: c’è una evidente influenza dei fattori climatici (i dolori peggiorano nelle stagioni “di passaggio”, cioè primavera e autunno e nei periodi di grande umidità), dei fattori ormonali (peggioramento nel periodo premestruale, peggioramento in caso di disfunzioni della tiroide), dei fattori stressanti (discussioni, litigi, tensioni sul lavoro e in famiglia);

Chi è affetto dalla fibromialgia può guarire?

 
Non esiste una cura specifica, ma essendo una malattia cronica, richiede trattamenti a lungo termine e multidisciplinari (farmacologici, fisici ed interventi cognitivo-comportamentali). La sua caratteristica principale è il dolore, pertanto credo che i malati di fibromialgia dovrebbero rientrare pienamente nella categoria delle persone che necessitano di terapia del dolore, la cui normativa è stata recentemente approvata dal Parlamento Italiano.

Quanti sono gli ammalati di fibromialgia in Italia?

 
Purtroppo in Italia non ci sono studi dedicati, a causa dello scarso investimento nella ricerca medica e scientifica in tal senso, tuttavia esistono dati difformi tra la medicina di base (2-6%) e la reumatologia (10-20%), che porterebbero ad ipotizzare una incidenza in Italia nella popolazione generale intorno al 6-7% (che significa tra i 3 e i 4 milioni di individui affetti). In Europa, invece, circa 14 milioni di persone soffrono di fibromialgia.

La malattia colpisce prevalentemente uomini o donne? A quale età?

 
La fibromialgia colpisce prevalentemente le donne in età fertile (seconda, terza decade e comunque prima di 50 anni) ed è frequente, quindi, che le pazienti già in terapia per tale patologia consultino lo specialista per l’insorgenza della gravidanza. La malattia, dunque, non sembra influenzare la fertilità, ma, anche in questo caso, non esistono ricerche volte a valutare gli effetti della fibromialgia in gravidanza (e viceversa).

Come si cura la fibromialgia?

 
Le cure al momento individuate possono essere farmacologiche (miorilassanti, antidepressivi, inibitori del reuptake della serotonina, alcuni FANS in particolare l’ibuprofene e talvolta anche oppiacei e prednisone) o anche non farmacologiche (massaggi, termoterapia, TENS). La fibromialgia, dunque, si può “curare” alleviando il dolore e pertanto la recentissima approvazione della legge sulle cure palliative e terapia del dolore è un passo molto importante in questa direzione.

Ribadisco comunque che il problema principale della sindrome fibromialgica, è che essa non si conosce ancora abbastanza nel nostro Paese e quindi il rischio è che essa degeneri senza essere immediatamente individuata e curata.

 
Un paziente affetto da una forma di fibromialgia può svolgere una vita normale, per esempio lavorare come gli altri?

 
Sì, certo. Nei limiti che gli consente il dolore e a seconda dello stadio di avanzamento della patologia. Di sicuro questi pazienti necessiteranno di periodici controlli ed esami specifici – quindi avranno maggiore bisogno di assentarsi dal lavoro, o di maggiore riposo rispetto ad un soggetto sano.

Ad oggi lo Stato Italiano, riconosce l’invalidità per questa malattia, ad esempio pensioni o altre forme di sostegno, di indennizzo, per i pazienti che ne sono colpiti?

 
Lo Stato italiano non riconosce la fibromialgia come malattia sociale, nonostante questa sindrome sia riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Lo scorso febbraio ho quindi interrogato il Ministro della Salute circa la previsione di forme di sostegno alla ricerca medica italiana per completare gli studi e le sperimentazioni su questa patologia e sulle possibili correlazioni con fattori esterni, garantendo così al paziente una diagnosi certa in tempi rapidi. Ho chiesto, inoltre, di poter prevedere il riconoscimento, ai lavoratori affetti da fibromialgia, di appositi permessi di astensione dal lavoro e l’esenzione dal pagamento dei ticket e dei farmaci necessari per la sua cura.

Insomma, per i cittadini italiani essere affetti da questa malattia oggi cosa significa?

 
Oggi, purtroppo, i malati di fibromialgia sono in buona parte orfani della sanità. Sia per l'assistenza che ricevono, sia per le scarse ricerche mediche. In Italia la conoscenza della fibromialgia è ancora limitata a causa dello scarso investimento nella ricerca scientifica.

Cosa si potrebbe fare per migliorare la vita delle persone che soffrono di questa patologia?

Credo che questi pazienti abbiano la necessità di un approccio multidisciplinare che raggruppi competenze reumatologiche e di terapia del dolore, ma anche esercizi di rilassamento, fisioterapie e tecniche psicologiche di addestramento per affrontare la malattia, per la quale, purtroppo la terapia è spesso irraggiungibile. Pertanto, per evitare frustrazioni dovute alla cronicità della patologia, bisogna procedere per piccoli passi, infatti il miglioramento della funzionalità è un fine perseguibile e l'attenuazione dei sintomi può essere un ottimo risultato sia per il paziente che per il medico. 


FONTE: il mio giornale.org


Un ottima intervista. Grazie Dott. Palagiano.... e ora speriamo che il Ministero della Sanità faccia il suo dovere e arrivi questo "benedetto" riconoscimento.

Marco

domenica 10 ottobre 2010

Un Venerdì da ricordare: La testimonianza di Valentina, malata di ME/CFS partecipante alla manifestazione del 1° Ottobre a Roma

Come forse vi sarete immaginati, sono stata irreperibile questo fine settimana a causa degli effetti della manifestazione. Sono abbastanza sfinita, ma non tanto quanto temevo a dirvi la verità.

Con tutto il raffreddore e i dolori alle ossa sono riuscita a raggiungere il luogo della manifestazione in macchina insieme ad Alessandro, dove c'erano già un gruppo di amici ad aspettarmi. Ci siamo messi all'opera e abbiamo allestito il nostro piccolo sit-in nella piazza grazie alla collaborazione degli agenti fuori dal Ministero della Salute che hanno gentilmente fatto spostare delle auto per farci un po più di spazio. Mia madre aveva portato un vecchio copriletto da stendere per terra - il primo copriletto che lei e mio padre avevano comprato dopo essersi sposati e sopra al quale ho scattato le mie prime foto da neonata - sopra i sanpietrini faceva uno strano effetto. La mia amica, Roisin, ha portato con se un cartellone che aveva preparato al lavoro "La mia amica soffre della CFS" e mi ha commossa perchè quel giorno era il suo compleanno, e si era presa un giorno di ferie appositamente per stare in piazza per difendere i miei diritti. Vedere Alessandro accanto a me con il fiocco azzurro appiccicato sulla camica e con gli occhi lucidi, mia sorella, mamma, amici (persino una mia ex compagna delle medie), e amici di famiglia, mi ha riempita di orgoglio e un senso di gratitudine per il muro vero e proprio di persone che mi sostengono.

Ho provato un mix di emozioni mai sentiti prima, e l'idea che ad aspettarmi e a raggiungerci erano amici che erano partiti la mattina da Padova, da Torino, e persino dalla Sardegna, e che finalmente davamo sfogo pubblico di tutte le nostre frustrazioni e la nostra protesta, mi commuoveva così tanto che a malapena sono riuscita a finire il discorso al megafono, che ho letto davanti alla telecamera del TgR Lazio (misteriosamente mai mandato in onda).

Personalmente ho provato un senso di sollievo dopo quel discorso, come se il peso di tutti questi anni finalmente avesse trovato finalmente una via d'uscita. Come se neanche i miei peggiori pianti disperati di questi anni avessero davvero mai espresso ciò che provavo, come se quelle parole, scritte da Tiziana e da me durante queste settimane, raccogliessero tutti i fatti, tutte le paure, tutte le speranze che erano passati per la mia testa in questi quattro anni.

Mai mi sarei aspettata ciò che è avvenuto dopo. Più giornalisti di quelli che mi aspettavo hanno chiesto informazioni e hanno scattato foto, e gli agenti davanti al Ministero hanno personalmente negoziato un incontro tra noi e una delegazione del Ministero della Salute. Questo incontro è avvenuto in una sala riunioni al 1° piano del palazzo, dove io e Lory (una ragazza che soffre di Fibromialgia ma che nonostante tutto tira su un figlio di 6 anni) abbiamo sostenuto una discussione improvvisata con due signori, quasi incredule della serietà con cui affrontavano il problema. Con loro abbiamo stilato una lista di domande e richieste rivolte al Ministero e abbiamo aperto un contatto con uno di loro in particolare, il Dott. Luigi Patacchia, che vorrei ringraziare per la sua disponibilità e sensibilità al problema.

Sono fiduciosa e mi sento incoraggiata, non perchè mi aspetti una soluzione stile "bacchetta magica" ai mille problemi che affrontano i malati ogni giorno, ma perchè se una semplice iniziativa nata da Facebook e risultata in una quarantina di persone in piazza è riuscita a dare questi risultati, non c'è limite per altre future iniziative alle quali spero a questo punto che le Associazioni preposte daranno la loro adesione.

Nessuna battaglia al mondo, purtroppo, neanche la più sanguinosa delle guerre, esiste senza l'occhio dei media. Nessun risulato è davvero un risultato a meno che non vi sia un'efficace macchina d'informazione che lo comunica. Abbiamo dimostrato di potercela fare, e abbiamo dimostrato di potercela fare insieme. Ci siamo ripresi un pezzo di dignità, seduti su quella piazza per terra: E' stato un venerdì da ricordare, e me lo porterò nel cuore per sempre.

Fonte: CFS: Corri a Fare Shopping
http://cfscorriafareshopping.blogspot.com/2010/10/un-venerdi-da-ricordare.html



Ringrazio di cuore Valentina per avermi permesso di estrapolare questo bellissimo scritto tratto dal suo blog "CFS: Corri a Fare Shopping", sulla sua esperienza in prima persona di partecipante alla Manifestazione del 1° Ottobre di Roma per la rivendicazione dei diritti dei malati di ME/CFS, di FM e di MCS. Partecipante molto attiva per la verità, visto che a lei è spettato l' "onore" e l' "onere" di "megafonista" della manifestazione, nonchè di persona incaricata a rappresentare tutti i malati, assime all'amica Lori, al Ministero della Sanità.

Mi piace particolarmente questo scritto, uno scritto che sembra uscito da una pagina di diario, ricco di spunti, di particolari, ma sopratutto di tanta umanità, l'umanità di una persona malata che ha passato anni molto difficili e sofferti e che quindi può raccontare e rappresentare degnamente la sofferenza e il disagio dei tanti malati di queste patologie (tra cui ci sono anch'io), che ogni giorno riempiono un amara coppa fatta di dolore e lacrime, per le loro condizioni di salute, per le limitazioni che esse impongono, ma anche per l'incredulità e l'indifferenza della gente e per uno Stato troppo dimentico di noi.
E ora aspettiamo sviluppi futuri.... già il fatto che si sia parlato di questa manifestazione attraverso i media è un ottima cosa, ma ancor più promettente è il dialogo che si è aperto tra i malati e il Ministero della Sanità, dialogo che, ce lo auguriamo tutti, nel tempo potrà portare molti buoni frutti. E come si suol dire in questi casi... "Se son rose fioriranno".

Marco

giovedì 7 ottobre 2010

Manifestazione dei malati di ME/CFS, FM e MCS, 1° Ottobre a Roma















































































































































































































Venerdi 1° Ottobre a Roma si è svolta la 1° manifestazione dei malati di Sensibilità Chimica Multipla (MCS), Fibromialgia (FM) ed Encefalomielite Mialgica (ME/CFS), 3 patologie estremamente invalidanti che colpiscono migliaia di persone in tutt’Italia e il cui numero è in continuo aumento.

La manifestazione, un sit-in durato 6 ore, si è svolta sotto il Palazzo del Ministero della Sanità, con l’intento di attirare l’attenzione per rivendicare i diritti dei malati di queste patologie, troppo spesso abbandonati a loro stessi dallo Stato e dal Sistema Sanitario Nazionale.

Per rappresentare i tanti malati che non sono riusciti a partecipare all’evento, causa la distanza e le precarie condizioni di salute degli stessi, è stato scelto un modo molto originale…. ogni malato non presente era rappresentato da un calzino con sopra scritto il proprio nome e cognome.

Altra caratteristica peculiare di questa manifestazione è stata la celebrazione simbolica di un funerale, con tanto di bara che simboleggiava “i diritti del malato”, ovvero qualcosa di morto e sepolto.

Tanti sono i modi per affrontare il tema dell’invisibilità… la speranza dei tanti malati di queste patologie è che questa manifestazione possa costituire un primo importante passo verso una maggiore considerazione.

FONTE:
http://www.socialpost.info/importante-manifestazione-a-roma-per-i-diritti-dei-malati-26033.html


Altri articoli sulla manifestazione:

http://www.shoot4change.net/?p=2603&cpage=1#comment-1700


Non ero presente fisicamente alla Manifestazione del 1° Ottobre a Roma, ma era come se fossi stato là assieme a tutti gli altri, ed ero rappresentato simpaticamente da un calzino con il mio nome e cognome, allo stesso modo di tanti altri malati che per cause di forza maggiore (distanza e salute su tutto) non potevano essere presenti.

Non posso esimermi dal dare il mio più sincero ringraziamenti a tutti i presenti, perchè so bene che cosa significa per un malato partecipare a una manifestazione del genere, e a tutti coloro che hanno partecipato, in un modo o nell'altro, alla sua realizzazione.
Non erano molti i malati presenti, ciò nondimeno la manifestazione è stata un successo e alla fine di essa 2 rappresentanti di noi sono stati accolti dal Ministero della Salute e con loro si è intavolato un discorso molto promettente in cui è emersa una buona comprensione dei problemi che devono affrontare i malati di ME/CFS, FM e MCS e alcuni punti salienti da cui si può iniziare a lavorare da ora. A breve ci sarà un rendiconto più dettagliato di questo incontro.
Ancora un sentito "GRAZIE" a tutti, con l'augurio che questa manifestazione possa costituire una pietra miliare per la rivendicazione dei diritti dei malati di ME/CFS, FM e MCS.

Marco

lunedì 4 ottobre 2010

Nuove Malattie Ambientali: il congresso di A.M.I.C.A. su come l’inquinamento ambientale e chimico causano malattie e disabilità

Comunicato Stampa - Roma, 25 Settembre 2010
Il 24 settembre 2010 dalle ore 8,30 alle ore 17,30 si è tenuto presso la Sala delle Conferenze di Palazzo Marini – Camera dei Deputati, il convegno “Nuove Malattie Ambientali” organizzato dall’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.) con il sostegno del Dr. On. Domenico Scilipoti, medico oncologo e membro della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici che ha presentato la prima proposta di legge per la tutela dei soggetti affetti da malattie e da disabilità ambientali e di un’altra proposta per il divieto d’uso dell’amalgama dentale.

Ci sono in Parlamento 10 proposte di legge per il riconoscimento della MCS come malattia sociale e, proprio il giorno prima del congresso, A.M.I.C.A. ha presentato ai Presidenti di Camera e Senato una petizione con oltre 10.000 adesioni per richiedere l’immediata approvazione di una legge per la MCS e anche una petizione rivolta al Ministro della Salute per richiedere la messa al bando del mercurio dentale, visto che molti casi di MCS, CFS, Fibromialgia ed Elettrosensibilità sembrano essere scatenati proprio dall’esposizione ai metalli dell’amalgama.

Il congresso, che ha ricevuto “i saluti e gli auguri di buon lavoro”, per lettera, dal Presidente della Repubblica Napolitano, dal Presidente del Senato Schifani e dal Presidente della Camera Fini e dal Ministro della Salute Fazio, era diviso in quattro sessioni.

La Prima Sessione riguardava gli “Approcci Diagnostici” per la MCS, CFS e la Fibromialgia.
Il Prof. Giuseppe Genovesi dell’Università di Roma La Sapienza e la Dr.ssa Chiara De Luca, Responsabile del Laboratorio BILARA dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata hanno presentato i risultati di uno studio sullo stress ossidativo e sulla genetica nei pazienti con MCS, che è stato pubblicato all’inizio dell’anno sulla rivista Toxicology Applied Pharmacology (26 Aprile 2010).

Mentre la Dr.ssa De Luca ha puntualizzato la presenza chiara di stress ossidativo in questi pazienti, come la carenza dell’enzima catalasi e del glutatione sulfureo trasferasi, il prof. Genovesi ha sottolineato che i risultati non mostrano la prevalenza di uno specifico polimorfismo, ma la maggior parte dei pazienti mostrano uno o più fattori genetici responsabili di una ridotta capacità di disintossicazione dalle sostanze xenobiotiche. Il professore ha anche annunciato l’inizio di un nuovo studio sulla tipizzazione genetica dell’enzima catalasi, visto che quest’ultimo risulta così tipicamente basso nei pazienti con MCS.

Il Dr. Alberto Migliore, primario di Reumatologia dell’Ospedale S. Pietro Fatebenefratelli di Roma, ha riferito della sovrapposizione tra MCS e sindrome di Sjogren su cui ha pubblicato una ricerca innovativa. Il Dr. Lorenzo Bettoni, referente del servizio ambulatoriale di II° livello e del D.H. di Allergologia, Reumatologia ed Immunologia Clinica presso il presidio ospedaliero di Manerbio (BS), ha descritto le cause ambientali della Sindrome da Fatica Cronica (CFS) e della Fibromialgia, con un’ipotesi sul ruolo delle sostanze chimiche, dell’inquinamento elettromagnetico e dello stress fisico e mentale nello scatenamento di queste patologie.
Il Dr. Giacomo Rao dell’INAIL, che ha pubblicato già due review su MCS, FM e CFS nel 2007 e nel 2008, si è occupato degli aspetti medico-legali del riconoscimento di queste patologie come disabilità. Ha precisato che la valutazione si basa su diversi fattori di impatto relativi alla capacità di autosufficienza e che in Italia ci sono già diversi casi di invalidità per MCS, anche se le commissioni decidono sempre caso per caso e il giudizio dipende molto dalla buona volontà delle commissioni di approfondire questa nuova patologia.

Nella Seconda Sessione intitolata “Nuovi Paradigmi della Tossicologia e della Medicina Ambientale”,
il prof. Martin Pall dell’Università di Washington ha presentato la sua teoria del circolo biochimico cerebrale denominato ON/ONOO - indotto dalla combinazione di un’alta attività dei nitriti (NOS) e dalla carenza di Tetraidrobiopterina (BH4) – che può spiegare non solo MCS, CFS e FM, ma anche patologie neurodegenerative in aumento nei paesi industrializzati, come l’Alzheimer, il Parkinson e la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Il prof. Pall ha anche aggiunto che lo studio De Luca - Genovesi sullo stress ossidativo rappresenta una piena conferma di questa teoria.
Il Presidente dell’Accademia Europea di Medicina Ambientale (EUROPAEM), Dr. Peter Ohnsorge, ha già tradotto la teoria di Pall nel suo approccio clinico e offre un protocollo complesso per ridurre l’NMDA nel metabolismo cerebrale: cerca di curare innanzitutto l’infiammazione, attraverso l’integrazione di enzimi, sostanze antiossidanti, minerali e vitamine. Successivamente, offre, a seconda del caso, terapie chelanti ed emaferesi (Filtrazione Differenziale della Membrana), terapie per l’intestino e di disintossicazione. Il Dr. Ohnsorge usa anche la terapia del calore, con sauna, perché è stato dimostrato che aumenta la BH4 e si oppone, perciò, al circolo vizioso dell’ossido nitrico e del perossinitrito (NO/ONOO).

Di recente il Ministero della Salute e degli Affari Sociali Tedesco ha commissionato al Dr. Ohnsorge uno studio in doppio cieco sull’efficacia delle terapie per la MCS, con il doppio obiettivo di valutare la disintossicazione delle tossine liposolubili e il miglioramento dei sintomi. Ha scoperto, così, che usando il regime terapeutico suddetto, i pazienti migliorano lentamente, ma in modo progressivo.

I pazienti con MCS presenti in aula hanno posto al medico tedesco diverse domande, per esempio, sugli effetti avversi dell’integrazione con glutatione (GSH) e sui test di biocompatibilità per farmaci e materiali odontoiatrici. Il Dr. Ohnsorge ha spiegato che l’integrazione di glutatione deve essere somministrata a partire da bassissime dosi all’inizio per evitare il rischio di blocchi nel metabolismo della disintossicazione. Ha, poi, suggerito di usare il Test di Trasformazione dei Linfociti (LTT) per scoprire le allergie ritardate a farmaci, plastiche e tossine ambientali, mentre il test di Degranulazione dei Basofili è indicato per evidenziare un’infiammazione indotta da metalli, come nel caso degli impianti al titanio.

Nella stessa sessione il Dr. Ernesto Burgio, Coordinatore del Comitato Scientifico ISDE Italia, ha presentato una relazione sui danni epigenetici causati dalle esposizioni tossiche ambientali, spiegando che l’epigenoma) rappresenta il rapporto tra gene e l’ambiente: anche in assenza di una mutazione cromosomica o genetica, ci può essere un’alterazione dell’espressione del gene (metilazione del DNA) a causa di un danno epigenetico. “Tranne che per alcune eccezioni, la differenziazione cellulare quasi mai coinvolge cambiamenti nella sequenza stessa del DNA”, ha commentato il Dr. Burgio.

Poiché l’ambiente è cambiato troppo rapidamente negli ultimi decenni, la capacità di adattamento dell’(epi)genoma non è in grado di compensarli. Questo meccanismo fa si che un’esposizione a sostanze tossiche nei genitori, in utero o nei primi anni di vita possa tradursi nell’innesco di una malattia cronica invalidante più avanti nella vita. Nuovi studi, per esempio, hanno evidenziato nei primati che l’esposizione a piombo nei neonati può essere associata a sintomi simili all’Alzheimer più avanti negli anni. Se questo scoperte sul ruolo delle esposizioni passate verranno confermate, si potrebbe arrivare alla conclusione che la nostra società si trova sull’orlo di una “dis-evoluzione”.

La dott.ssa Fabrizia Pratesi de Ferrariis del Comitato Scientifico Equivita ha illustrato, infine, nella stessa sessione, i gravissimi rischi correlati agli organismi geneticamente modificati e all’uso sconsiderato di pesticidi ed erbicidi.

Nella Terza Sessione sulla “Tossicità dei Metalli Pesanti”,
il Dr. Raimondo Pische, Presidente dell’Accademia Internazionale di Odontoiatria Biologica (AIOB) ha riferito dei rischi connessi ai metalli dell’amalgama dentale. Ha presentato, in particolare, il video di un’amalgama che rilasciava vapori di mercurio ad una temperatura inferiore a quella della bocca. Il Dr. Pische ha sottolineato che i dentisti sono i primi ad essere a rischio quando mettono e rimuovono delle otturazioni in amalgama e che il mercurio dentale rappresenta la prima fonte di esposizione a vapori di mercurio in ambienti non occupazionali (Fonte: OMS, 1991). Per il dottore non è più accettabile l’uso in odontoiatria di un metallo, come il mercurio, che è la sostanza in assoluto più tossica in natura dopo i composti radioattivi.

Il Dr. Antonello Maria Pasciuto, membro dell’Accademia Europea di Medicina Ambientale (EUROPAEM), ha presentato il test LTT-MELISA, che dimostra l’allergia ritardata ai metalli (tipo IV), un tipo di allergia riscontrata spesso nei pazienti con MCS, CFS, MS, FM, ALS e con patologie autoimmunitarie, portatori di amalgama o di protesi metalliche e di solito i loro sintomi migliorano dopo la loro corretta rimozione.

Il dott. Gianpaolo Guzzi dell’Associazione Italiana per la Ricerca sui Metalli e Biocompatibilità (A.I.R.M.E.B.), infine, si è occupato dei rischi legati alla chelazione del mercurio. Il suo gruppo di ricerca ha studiato centinaia di pazienti con un carico tossico da amalgama e ha effettuato una revisione degli studi sugli effetti di EDTA, DMPS, DMSA e glutatione. L’EDTA sembra ridistribuire I metalli senza realmente espellerli dall’organismo, mentre il DMPS sembra essere più efficace nel trattamento del mercurio inorganico, anche se presenta in alcuni casi degli effetti avversi molto gravi. Il DMSA funziona nel disintossicare dal metilmercurio (quello presente nel pesce, per esempio) e disintossica anche il mercurio inorganico accumulato nei reni. Di recente il gruppo di ricerca del Dr. Guzzi sta testando l’efficacia del glutatione per la disintossicazione dei metalli, visto che non ci sono studi al riguardo.

Nella Quarta Sessione su “Campi Elettromagnetici e Salute”,
il Dr. Fiorenzo Marinelli, ricercatore dell’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Bologna ha parlato delle tecnologie senza fili, come cellulari, Wi-Fi e Wi-Max. Ha sottolineato il fatto che gli effetti termici (il riscaldamento prodotto dalle onde) rappresentano solo una parte degli effetti biologici dei campi elettromagnetici; ciononostante, questi sono i soli ad essere presi in considerazione per stabilire i limiti di sicurezza a livello internazionale.

Esistono anche altri effetti che sono indotti dal segnale stesso dell’onda elettromagnetica. Questo spiega perché, sebbene il segnale emesso da un cellulare UMTS abbia generalmente una minore intensità rispetto ad un cellulare GSM, utilizzando una gamma di frequenze maggiore, comporta un rischio superiore di danno al DNA, come evidenziato dal recente studio europeo Reflex.

In una slide emblematica, il dott. Marinelli ha dimostrato che la distanza di sicurezza a cui tenere il cellulare acceso è di 20 metri e, per tale ragione, ha consigliato di considerare i cellulari esclusivamente come strumento di comunicazione per casi di emergenza.

Il suo gruppo di ricerca sta anche studiando gli effetti dei radar e del Wi-Fi e le scoperte preliminari mostrano che entrambi questi tipi di campo elettromagnetico sono responsabili di una proliferazione cellulare (2010). Poiché la letteratura scientifica dimostra chiaramente che i campi elettromagnetici presenti nella vita quotidiana possono indurre una rottura del DNA, una disregolazione genica, un danno cromosomico, un aumento dei radicali liberi, un’alterazione dei neurotrasmettitori, perdita della memoria, ipersensibilità ed allergie, invecchiamento precoce e forse anche cancro, il Dr. Marinelli sostiene una riduzione degli standard di esposizione dagli attuali 6 a 0,6 V/m, come è stato anche richiesto sin dal 2002 dalla International Commission for the Electromagnetic Safety (ICEMS).

Il Prof. Olle Johansson, professore associato del Dipartimento di Neurologia dell’Istituto Karolinska e professore del The Royal Institute of Technology, Svezia, nonché membro del famoso gruppo Bioinitiative, ha presentato una trattazione sulla Elettrosensibilità, una condizione che è pienamente riconosciuta come “invalidità funzionale” in Svezia. Ha spiegato non solo gli aspetti scientifici degli effetti biologici dei campi elettromagnetici sui soggetti elettrosensibili, ma anche il significato sociale della disabilità nella nostra società. “La disabilità è ovunque e può accadere ad ognuno: io stesso vivo una condizione di disabilità quando mi trovo a Roma perché non parlo italiano e ho bisogno di qualcuno che traduca”, ha commentato il prof. Johansson, ricordando che tutte le moderne democrazie hanno sottoscritto i trattati internazionali dell’ONU sul diritto all’uguaglianza, ma ancora lasciano in gran parte questi principi irrealizzati quando si tratta di disabilità ambientali.

Francesca Romana Orlando
Vice Presidente di AMICA
Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale

FONTE: http://www.infoamica.it/articolo.asp?a=5&sa=0&art=725