giovedì 20 agosto 2020

Cuglieri, grazie al web colletta riuscita: Cristina potrà curarsi negli Usa


La ragazza affetta dal morbo di Lyme è riuscita a raccogliere i fondi per pagare la terapia

SASSARI. L'America non era mai stata così vicina. Sopratutto se per raggiungerla è possibile contare sul sostegno di un'intera regione. Cristina Rosa, la ragazza di Cuglieri che aveva aperto una sottoscrizione online per provare a sconfiggere la malattia di Lyme, arriverà negli Usa la prossima settimana. Negli States, in particolare nel District of Columbia, incontrerà il dottor Joseph G. Jemsek nella sua clinica di Washington.

La Malattia

Cristina l'ha contratta 19 anni fa. Aveva appena undici anni quando una puntura di zecca le aveva spalancato davanti agli occhi l'incubo di una malattia difficile da diagnosticare ma assolutamente spietata. Si chiama anche “borrelliosi” ed è una malattia infettiva causata da un batterio che spesso viene identificata a fatica: i sintomi iniziali somigliano a quelli di altre infezioni, al punto che proprio la malattia di Lyme viene definita come “il grande imitatore”. Peccato che proprio la tempestività della cura sia fondamentale per la terapia. Se diagnosticata in tempo, la maggior parte dei pazienti può essere curata con successo con una semplice terapia antibiotica. Se invece la diagnosi è fallace, le conseguenze possono essere disastrose.

Il caso

Cristina ha atteso anni prima di capire a cosa dovesse il senso di debolezza costante che la affliggeva. Nell'attesa ha rischiato la vita con terapie sballate e non è migliorata sottoponendosi ai cicli di antibiotici che, perlomeno in Italia, sembrerebbero l'unica cura possibile. Considerata l'inefficienza delle terapie, Cristina e la madre hanno iniziato a girare l'Europa andando a caccia di una cura con risultati pressochè inconsistenti che hanno avuto effetti solo sul conto in banca della famiglia, prosciugato dai viaggi della speranza. I soldi sono scomparsi ma i capogiri, l'estrema debolezza e l'impossibilità di vivere una vita normale non hanno preso vigore. Anzi.

La speranza

Mentre i medici faticavano, Cristina diventava un'esperta del suo nemico invisibile. Al punto da scoprire che negli Usa due dottori, Richard Horowitz e Joseph Jemsek, avevano ottenuto ottimi risultati sui loro pazienti. Gli Stati Uniti, però, sono lontani e i trattamenti medici davvero costosi. L'unica soluzione era fare quello che Cristina non avrebbe mai voluto: chiedere una mano.

La solidarietà

La prima raccolta è stata lanciata sulla piattaforma Gofoundme, poi rilanciata sui social network che ne hanno amplificato la diffusione al punto da attirare l'attenzione di tanti sardi e di tutti i suoi compaesani: «Sono stati tutti magnifici, ho ricevuto donazioni davvero generose. E se sto partendo è solo grazie a loro – dice Cristina che ha raggiunto il suo obiettivo a poche settimane dall'apertura della sottoscrizione -. Nel mio paese, poi, la giunta comunale e gli amministratori si sono impegnati tantissimo e durante gli spettacoli di Natale hanno organizzato una raccolta fondi. Chi non ha partecipato alle manifestazioni natalizie ha lasciato la sua offerta nei negozi, che hanno allestito un circuito alternativo. E' stato davvero un bel gesto e io non posso fare altro che ringraziare tutti, i miei compaesani e tutti i sardi. Senza il loro aiuto non sarei mai riuscita a pagare le spese per il viaggio e per le cure». Un aiuto che tutti sperano possa servire a restituire salute e tranquillità a una ragazza di trent'anni che sta in piedi a fatica ma che lotta come un leone e non ha alcuna intenzione di arrendersi.


Di Claudio Zoccheddu

9 gennaio 2017

FONTE: La Nuova Sardegna

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