sabato 27 giugno 2020

"Mio marito è attaccato a un tubo. Ma non ha meno diritti di altri"


Laura Faggi assiste da anni l’uomo devastato dai postumi di un incidente stradale e ricoverato a Macerata Feltria

Un marito in coma vegetativo da 5 anni, due meravigliose bambine da crescere, un lavoro stagionale sempre più precario, una mamma anziana non autosufficiente di cui occuparsi. E’ questo l’orizzonte quotidiano di Laura Faggi, 44 anni, donna, mamma, moglie, figlia. Ma il Covid-19 non solo ha complicato, come a tutti, il menage familiare, ma è andato a minare il lavoro di Laura. "Per la mia età, non mi hanno confermato il contratto a tempo determinato da segretaria d’azienda, che ho tenuto più che ho potuto. Gli apprendisti, come si sa costano meno e per la ditta sceglierne uno e metterlo al mio posto, è stata una scelta quasi obbligata. Fortuna che ho potuto conservare il posto di cameriera nei fine settimana in un locale di Rimini". Ma anche lì, il Covid19 ha limato le certezze. "Appena ripartiranno loro, anche io potrò tornare a lavorare".
Chi la conosce dice di Laura che è una persona inesauribile: il suo sorriso è aperto e luminoso, mai ammaccato dal peso di tutto quello questa signora affronta dall’età di 18 anni. Il babbo l’ha lasciata prematuramente, la mamma si è ammalata presto, il marito ha avuto salva la vita in un incidente d’auto, ma vive in ospedale. "E non potrà accompagnarle all’altare" osserva Laura, in un momento di tenero rammarico. Per Laura le sue figlie, insieme alla suocera, sono diventate la fonte di energia e coraggio per continuare il suo destino controvento. "I miei sogni? Almeno due. Il primo è di poter vedere mio marito trasferito a Villa Fastiggi, molto più vicina della sede di Macerata Feltria. Non l’ho mai trattato come un malato che aspetta di morire. E’ un confronto quotidiano: ogni giorno lavoriamo per fare progressi, per migliorare. Non è facile: uscita dall’ospedale senti di aver dato tutto di te. Ma è giusto esserci". E l’altro sogno? "Un lavoro stabile concederebbe, a me e alle mie figlie, di riprendere fiato. Il sorriso? No, quello non ci manca, perché anche nelle difficoltà, si può godere di piccole, ma importanti gioie. E questa è la nostra vita, speciale". Faggi è una che non molla. "In tanti dicono che quella di Lullo, mio marito non sia vita: mangi da un tubo, respiri da un altro. E’ vero: la vita normale non tornerà mai più: prima ne prendiamo consapevolezza e meglio è. Però non si può scegliere. E’ successo. Non c’è una spiegazione. E’ vero non ha niente a che fare con l’esistenza normale, ma non per questo Lullo e le persone che vivono in coma vegetativo hanno meno diritti. Questa condizione speciale non può essere ignorata. Né da noi e tantomeno dalle istituzioni. Speriamo che qualcuno abbia la voglia di conoscere meglio queste vite speciali e di fare qualcosa per loro".


di Solidea Vitali Rosati

2 giugno 2020

FONTE: il Resto del Carlino

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