lunedì 6 agosto 2018

Recluso per la malattia: ha la MCS, deve evitare contatti, la sanità non gli passa le cure


L'odissea di Andrea che però non si arrende: ha 38 anni, continua a lavorare in un ufficio asettico, è affiancato dalla sua compagna. E lancia un appello: le spese per curarmi sono enormi

Arezzo, 11 marzo 2017 - Andrea Giommetti ha 38 anni, vive a Castiglion Fiorentino, fa l’assicuratore. Il suo incubo si chiama "MCS", Sensibilità Chimica Multipla, una malattia non riconosciuta dal sistema sanitario nazionale. Ma lui lotta per continuare il suo mestiere, stare vicino ai suoi cari, proseguire con i viaggi della speranza.

«Se entro in contatto con agenti chimici, la plastica, profumi o sostanze inquinanti vado in crisi: però lavoro, ho un ufficio dotato di depuratore, ma entrare in contatto con i clienti è quasi impossibile». Difficoltà respiratorie, dolori muscolari. La plastica va evitata, «lavoro coi guanti», può mangiare solo prodotti non trattati chimicamente e cucinare in padelle e pentole di vetro.

Andrea è costretto a non frequentare gli amici e limitare le uscite: «Nel caso mi porto dietro la mascherina, ma è imbarazzante». Gli amici continuano a stargli vicini, specie grazie alle tecnologie per la comunicazione a distanza: anche la sua compagna deve evitare profumie usare solo certi prodotti. Anche i vestiti sono un problema: «Non riesco a fare un bucato e a indossarli due volte». Da 13 anni la situazione è insostenibile, ma la "MCS" non è riconosciuta. «Ho chiesto ma non ho ottenuto il rimborso delle cure fatte all’estero, un giorno di trattamenti costa 500 euro e ho speso quasi tutti i risparmi».

11 marzo 2017

FONTE: La Nazione

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