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martedì 23 aprile 2019

"Per un bambino su due mutazioni del Dna per l'inquinamento"


UN BIMBO torinese su due ha subito mutazioni del Dna per colpa dell'inquinamento. A dirlo è lo studio “Mapec life” realizzato dall'Università di Torino con altri atenei italiani su un campione di 1200 bambini tra i 0 e gli 8 anni che vivono, oltre che nel capoluogo piemontese, a Brescia, Perugia, Pisa e Lecce. «Non vogliamo creare apprensione, ma abbiamo fatto un lavoro per capire gli effetti dello smog sui bambini
» chiarisce Giorgio Gilli, ordinario di Igiene e tra i responsabili del progetto finanziato dalla Commissione Europea.
La ricerca si è concentrata sugli effetti degli inquinanti sul corredo genetico di 120 bambini di tre elementari torinesi, la …...., la Ilaria Alpi e la Gobetti. A Torino il 53 per cento dei campioni prelevati dalla bocca degli studenti presentava almeno un micronucleo, cioè un indicatore di mutazione del Dna.
«Le analisi mostrano la capacità dei Pm 0,5 di indurre effetti tossici, mutageni e cancerogeni. L'effetto biologico precoce è legato alla stagione in cui vengono fatti i prelievi, in inverno più che in primavera» racconta Elisabetta Carraro, docente e responsabile dell'unità di ricerca torinese.
Oltre al prelievo di mucosa dalla bocca con uno spazzolino, lo studio ha anche misurato la concentrazione di inquinanti nei cortili delle scuole, mettendoli a confronto con quelli delle centraline dell'Arpa, ma se a Brescia le polveri respirate hanno una maggiore tossicità, a Torino si registra il picco di “mutagenicità”. «I dati vanno interpretati con cautela, considerando l'elevata variabilità del fenomeno, registrato in una stagione con un alto livello di inquinanti nell'aria». Le analisi continueranno per capire se le trasformazioni siano causate solo dagli inquinanti o anche da altri fattori: «Non abbiamo analizzato i danni alla salute perché le patologie possono insorgere solo dopo anni – aggiunge Gilli – Queste informazioni possono essere utili anche per ciascuno di noi per capire come cambiare stile di vita». Molta attività fisica e non essere sovrappeso possono evitare lo sviluppo delle malattie legate all'inquinamento, sostengono gli esperti: «Il nostro lavoro però - dice ancora il docente – può dire ai politici come intervenire sulle politiche ambientali».
Alla presentazione di ieri è intervenuta anche l'assessore all'ambiente della Città, Stefania Giannuzzi: «I risultati saranno valutati dall'amministrazione – assicura -. Uno dei nostri compiti è proteggere le fasce più deboli, tra cui i bambini dagli effetti dell'inquinamento». L'assessora è intervenuta anche sul problema smog delle scorse settimane: «Ora abbiamo preso misure emergenziali come il blocco degli Euro3, ma vogliamo mettere in piedi anche politiche di lungo periodo. In questo però devo dire serve un cambio di mentalità. Un cittadino mi ha scritto lamentandosi che col blocco non poteva portare il nipote a scuola in auto, senza considerare che espone il nipote a questi problemi di cui si parla oggi».

Di Jacopo Rocca

giovedì 20 giugno 2013

Emergenza malattie ambientali: non sono rare e l’ambiente svolge un ruolo importante come la ricerca


Si nascondono spesso dietro sigle oscure, sconosciute ai più, tanto da essere chiamate rare, spesso scambiate per allergie o per manifestazioni psicosomatiche, ma interessano percentuali crescenti di pazienti in tutto il mondo più avanzato.

Tra queste ricadono l’Encefalomielite Mialgica e Sindrome da Fatica Cronica, la Sensibilità Chimica Multipla e la Fibromialgia al centro del Convegno medico nazionale svoltosi il 17 maggio in Campidoglio, promosso dal neo costituito Coordinamento nazionale associazioni malattie ambientali, di cui fanno parte MARA, MCS ILNESS, Aiutiamo le Famiglie, ADAS.

Che ci troviamo di fronte a un mondo poco conosciuto, lo rileva Rosselli Del Turco, referente del Coordinamento, che ricorda come i pazienti affetti da Sensibilità Chimica Multipla (MCS), in presenza di una situazione di emergenza, non sono assistiti correttamente. Neanche medici e paramedici di ambulanza e pronto soccorso conoscono infatti i protocolli di intervento per questa patologia.

Potrebbe sembrare la solita denuncia che si aggiunge alle tante, ma non quando si perde la vita, com’è capitato recentemente a Linda, una giovane ragazza romana.

Un sacrificio che per fortuna non scoraggia chi si dedica alla ricerca sul campo vittima di una burocrazia impietosa. La definisce “mediocrità nella gestione” il professor Giuseppe Genovesi, direttore del Centro regionale per la diagnosi e la terapia della Sensibilità Chimica Multipla, presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università di Roma La Sapienza, che lamenta la scarsa disponibilità di pochi professionisti non sostituibili da studenti e specializzandi.

Tutte queste patologie invalidanti hanno elementi comuni legati, secondo Genovesi, al fatto che le cellule comunicano attraverso meccanismi elettromagnetici e biochimici per cui spesso si utilizza la biofotonica. Importanti sono inoltre le conoscenze dei dettagli genetici ed epigenetici e l’integrazione con le reti neurali a livello di singoli organi.

Non è facile spiegare in modo semplice, le analisi e gli studi in settori tanto sperimentali ma è importante sapere che, mentre si fa ricerca, si tenta di fornire un aiuto concreto anche ai pazienti. Alessandro Micarelli dell’Università Roma-Tor Vergata propone uno studio che mostra evidenti miglioramenti nei pazienti affetti da MCS (Sensibilità Chimica Multipla) trattati con somministrazione intranasale di acido ialuronico.

Ma se si parla di malattie “ambientali, è normale porsi una domanda: il progresso, oltre ai tanti vantaggi offerti, può anche far male all’uomo perché ne condiziona l’ambiente in cui vive?

Una conferma viene dall’intervento di Giovanni Ghirga di ISDE Italia, l’Associazione dei medici per l’ambiente, che individua la causa di numerose patologie nelle polveri fini e ultrafini (inferiori a 2,5 micron), spesso non filtrabili, che veicolano nella circolazione sistemica elementi tossici quali mercurio, arsenico e cadmio. Secondo i dati Agenzia Europea dell’Ambiente sono 350.000 le morti premature riconducibili alle polveri sottili rilevate nelle emissioni dovute alla produzione di energia per cui si utilizzano i combustibili fossili come il carbone. Il particolato sottile può essere causa di ischemie cerebrali ma può anche incrementare i deficit cognitivi in età avanzata, essendo capace di raggiungere, tramite le mucose nasali, un’area del cervello e quindi agire su neuroni e sinapsi.


Nei bambini, inoltre, inquinamento e polveri sottili sono responsabili di disturbi comportamentali, diminuzione del QI, il quoziente di intelligenza, oltre che di creare un maggior rischio per l’autismo.

Ma qual è, se esiste, il prezzo “giusto” del cosiddetto progresso e chi decide sui costi da sopportare? Probabilmente i cittadini stessi o meglio la loro consapevolezza sul costo elevato per la salute.

Le istituzioni, timorose per le reazioni dei poteri forti delle imprese inquinanti, non appaiono in grado di adottare misure indispensabili a salvaguardare la salute delle persone. Com’è noto, le misurazioni delle tante centraline di monitoraggio della qualità dell’aria, gestite dalle ARPA, le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente, non siano diffusi i dati orari ma vengano validati e pubblicati il giorno dopo. E spesso non è rilevato il PM 2,5 micron. Anche in questo l’Italia non è avanti e non si può parlare tanto di mancanza di fondi quanto di miopia politica. Le nuove tecnologie sono sempre meno costose, più affidabili e semplici e non adottarle significa caricare la collettività di costi sociali e sanitari per ricoveri e farmaci davvero enormi.

Ritornando ai temi più specifici trattati nel corso della giornata, Salvatore Martuscelli, specialista in malattie infettive e in epatologia, ha sottolineato l’importanza, nella CFS/ME, di alcuni virus erpetici, tra cui l’HHV-6 (con i ceppi A e B), in quanto causa di infezioni a carico di cellule immunitarie nervose che implicano l’instaurarsi di infiammazioni croniche. Una “prova” dell’attacco al sistema immunitario è sicuramente il test sulla presenza nel sangue dei livelli di un enzima chiamato Nagalase, responsabile attraverso un meccanismo complesso dell’inattivazione dei macrofagi (essenziali nella risposta immunitaria dell’organismo umano). Per quanto possa essere considerato incredibile, questo test non è disponibile in Italia ma in Europa sì.

Il dottor Martuscelli ha poi illustrato i vantaggi dell’ipertermia terapeutica, in particolare quelli dell’applicazione ad alcune parti del corpo umano di calore a temperature variabili ottenuto da campi elettromagnetici. Senza rischi, si ottengono incrementi del tasso metabolico, una stimolazione del sistema umanitario, una riduzione significativa dell’infiammazione cronica e l’eliminazione delle scorie metaboliche.

I meccanismi d’azione del Nagalase portano in primo piano una nuova protagonista: la proteina GcMaf, di cui tanto si è occupato il dott. Marco Ruggiero, specialista in radiologia, attualmente ordinario di biologia molecolare all’Università di Firenze. Il professore ha saputo coniugare due competenze distanti in modo originale ed efficiente.


GcMaf è una scoperta del giapponese Nobuto Yamamoto e risale al 1999. Utilizzata come antitumorale, oggi entra nello studio “Does Vitamin D make the world go ‘round’?” (La vitamina D fa girare il “mondo”?) frutto della collaborazione di un team multidisciplinare di ricercatori coordinati dal professor Ruggiero che dimostra meccanismi ed effetti terapeutici nella CFS (Sindrome da Fatica Cronica). I risultati sono dovuti all’interazione tra fattori nutrizionali, in particolare olio di oliva e probiotici, GcMaf e vitamina D, che proteggono i neuroni anche quando stimolati dal cadmio.

E proprio al cadmio, uno degli elementi più tossici presenti in un ambiente inquinato, è infatti attribuita l’autodistruzione dei neuroni nel sistema nervoso centrale.

Sul fronte della riduzione del dolore cronico nella ME/CFS, il professor Ruggiero informa dei risultati positivi ottenuti dalla stimolazione transcranica mediante ultrasuoni per un tempo di circa 15 secondi.

La giornata romana ha visto susseguirsi molti interventi su temi diversi: Giacomo Rao, dirigente medico INAIL, ha trattato le cause delle sindromi immuno-neuro-tossiche, Giuseppe Castellani, docente di Neuropsicologia e psicologia forense, ha illustrato gli aspetti relativi al risarcimento del danno per i malati affetti da queste particolari patologie, Raimondo Pische, presidente dell’Accademia internazionale di odontoiatria biologica, insieme a Volfango Perotti, anche lui tra i fondatori dell’AIOB, hanno spiegato sia la pericolosità del mercurio contenuto nell’amalgama delle otturazioni dentali sia protocollo e procedure per la loro rimozione controllata, auspicando l’applicazione di leggi che impediscano l’utilizzo del mercurio. Infine, Emanuele Ugo Abramo, un medico che basa la sua attività su terapie non convenzionali, ha illustrato i vantaggi ottenuti dall’approccio olistico al paziente, più che la somministrazione di un farmaco.

Questa è una sintesi degli interventi che tuttavia potranno essere visualizzati nella loro interezza collegandosi al sito dell’Associazione MARA.

A stare alla locandina questo evento di sensibilizzazione ha ricevuto il patrocinio di parecchi comuni, da quello di Roma a quello di Torino oltre a Giunta e Consiglio Regionale del Lazio. Ma la ricerca medica e scientifica lamenta una latitanza delle istituzioni sulle risorse indispensabili a raggiungere le soluzioni terapeutiche per patologie altamente invalidanti. E molto di più, in termini di supporto, andrebbe fatto sul piano dell’assistenza, dove quasi tutto il lavoro ricade sui pazienti e parenti. Sembrerebbe esserci un interesse anche nei rappresentanti politici del cittadino. In questa direzione sembrano muoversi gli interventi del consigliere regionale del Lazio Gianluca Perilli e del consigliere comunale di Roma Capitale, Ludovico Maria Todini.

di Giorgio Zintu

25 maggio 2013

FONTE: agoravox.it
http://www.agoravox.it/Emergenza-malattie-ambientali-non.html?

venerdì 26 novembre 2010

Polveri sottili e acque reflue, l'Italia deferita alla corte UE

La Commissione europea ha deciso di intervenire a causa del mancato rispetto delle legislazione in materia di Pm10 e trattamento dei liquami. Insieme a noi Spagna, Portogallo e Cipro. Sotto osservazione anche la direttiva sul rendimento energetico degli edifici

BRUXELLES - La Commissione europea punta il dito sul Paese e ha deciso di mettere l'Italia sul banco degli imputati alla Corte di giustizia dell'Ue. Sotto accusa, i livelli di polveri sottili e trattamento delle acque reflue.

Nel primo caso, il nostro Paese è stato deferito insieme a Spagna, Portogallo e Cipro. Per Bruxelles "non è stato finora affrontato in modo efficace il problema delle emissioni eccessive di Pm10", i cui valori limite sono stati superati in numerose zone.

Gli Stati membri dovevano adeguarsi entro il 2005 alla legislazione europea, secondo la quale i cittadini non dovrebbero essere esposti alle microparticelle Pm10 i cui valori limite non devono essere superati per più di 35 volte in un anno di calendario. Un'esenzione è possibile fino a giugno 2011, ma solo se il Paese dimostra di avere adottato misure per rispettare gli obblighi entro il termine proprogato. La Commissione, però, ritiene che, per quanto riguarda l'Italia, "le condizioni per concedere la proroga non siano state rispettate" e per questo "ricorre alla Corte di giustizia europea".

La Commissione europea ha anche deciso per di intervenire contro il nostro Paese per il mancato rispetto delle normative comunitarie sul trattamento delle acque reflue provenienti da vari comuni della provincia di Varese e sversate nel bacino del fiume Olona. In questo caso si tratta in realtà di un secondo ricorso, per inadempienza rispetto a una sentenza della Corte già emessa quattro anni fa, nel novembre 2006, a cui le autorità italiane non hanno mai dato esecuzione. In caso di un seconda condanna, l'Italia rischia quindi pesantissime sanzioni pecuniarie giornaliere, proporzionali alla durata del mancato adeguamento.

Una terza procedura d'infrazione decisa oggi dalla commissione contro l'italia, anche se a uno stadio meno avanzato, riguarda la direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici, le informazioni utili sugli immobili che i cittadini acquistano o affittano. In questo caso si tratta di un 'parere motivato': Bruxelles minaccia il ricorso in Corte Ue se l'Italia non adotterà entro due mesi una normativa conforme alle esigenze della direttiva in materia di rilascio degli attestati di rendimento energetico degli edifici, e che includa anche l'obbligo di ispezioni periodiche degli impianti di condizionamento d'aria per valutarne il rendimento.
(24 novembre 2010)



Tanto per cambiare l'Italia non è a norma per quanto concerne le normative riguardanti l'inquinamento atmosferico, polveri sottili nella fattispecie, e il trattameto della acque reflue. Mi soffermo in particolar modo sul primo problema: cosa si può fare per contenere queste polveri sottili, così dannose per la salute dell'uomo? Si può fare tanto e ognuno di noi può fare la sua parte, senza dover sempre aspettare che lo Stato o la provincia o il nostro comune d'appartenenza emetta leggi o provvedimenti restrittivi. Iniziamo con il limitare il più possibile l'uso delle automobili.... spostiamoci a piedi se possiamo, in bicicletta (grande invenzione questa) o con i mezzi pubblici. Cerchiamo, se possibile, di acquistare anche macchine che vadano, per esempio, a metano, anzichè a benzina (io ne ho avute 2 in passato e non mi sono certo pentito di averle avute) in attesa di quelle, ancor più ecologiche, che andranno ad energia elettrica o ad idrogeno. E poi... e poi... questo è competenza di chi ci governa però... piantiamo tanti, tanti alberi dovunque, anche e sopratutto all'interno delle città. Gli alberi assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno purificano l'aria e la rendono più salubre e pulita. Persino tenere qualche pianta in casa contribuisce a migliorare notevolmente l'aria al suo interno. Chi non vorrebbe vivere in città con più alberi e maggiori spazi verdi? Se ci pensiamo basta poco per migliorare le cose..... l'inquinamento non scomparirà, almeno finchè vivremo in quest'era in cui domina il petrolio, ma l'aria che respiriamo nelle nostre città sarà certamente più pulita.

Marco