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lunedì 3 marzo 2014

La piccola Angela Tommaso Esposito ha bisogno del nostro aiuto


Un'infezione contratta a soli tre anni durante un intervento chirurgico ha reso totalmente invalida una bambina che dopo una nascita difficile si apprestava ad abbracciare una vita serena e vivace. Per Angela e la sua famiglia è invece iniziato un tunnel di atroce sofferenza, attraversato solamente con una incrollabile Fede.

PARTO PREMATURO
- «La gravidanza di mia moglie Maria era buonissima
» - parla il padre Tommaso Esposito - «Il 17 giugno 2001 aveva fatto la visita e il ginecologo la trovo in ottimo stato, ma due giorni dopo ci furono delle complicazioni, tanto il medico decise di farla trattenere in clinica. La situazione peggiorò e richiese l'intervento di un'ambulanza considerato che nelle cliniche non si possono fare parti prematuri. Solo che quell'ambulanza sembrava non arrivare mai, il ginecologo decise allora di portarla in sala parto perché non voleva correre il rischio che accadesse qualcosa di irreparabile. Maria stava avendo un aborto spontaneo. L'ambulanza arrivò quando la bambina era già nata: Angela aveva solo 5 mesi e 14 giorni. Pesava solamente 600 grammi. Insieme alla mamma furono portate all'ospedale Cardarelli. Appena giunto in ospedale mi comunicarono un verdetto senza scampo: era impossibile che una bambina in quello stato potesse sopravvivere. I suoi organi non si erano del tutto formati. Decisi comunque di darle un nome e di battezzarla».

INFEZIONE LETALE - Nonostante questo parto cosi difficile Angela fece dei progressi straordinari ed i primi a rimanerne sorpresi furono proprio i medici. All'interno dell'incubatrice cresceva a vista d'occhio. L'ottimismo però fu subito stroncato dalla scoperta che quel parto prematuro aveva purtroppo lasciato delle scorie: la bambina era affetta da idrocefalia, una condizione che causa la dilatazione dei ventricoli cerebrali. Le sue condizioni non sembravano comunque gravi. Era però necessario un intervento chirurgico, particolarmente rischioso all'età di tre mesi. L'operazione riuscì e due mesi più tardi la famiglia Esposito può finalmente tornare a casa con la loro bambina. Il peggio sembrava essere passato: Angela cresceva benissimo, era molto vivace e sembrava non aver accusato particolari complicazioni.
«A undici mesi, dopo altri controlli i medici del Cardarelli ci dissero che Angela doveva subire un altro intervento per cambiare la valvola idrocefalo con una di calibro più grande. Ci fu detto che non c'era alcun pericolo. L'operazione, effettuata all'ospedale Santobono, fu effettivamente molto veloce e dopo pochi giorni tornammo a casa. Angela continuava a crescere e stava bene. A breve però scoprimmo una drammatica verità: durante quell'operazione la piccola aveva contratto un virus mortale. Poco tempo dopo andò in coma e fu sottoposta a sette interventi chirurgici alla testa. Una mole di operazioni troppo pesante per una bambina nata in quelle condizioni. Così Angela è diventata cerebrolesa, oggi ha 12 anni e una invalidità del 100%».

SITUAZIONE DISPERATA - La famiglia Esposito, che nei mesi scorsi ha dovuto affrontare tante tribolazioni per trovare un alloggio adeguato alla condizione di estrema gravità della figlia, ora ha un grande problema: Angela, che è attaccata all'ossigeno 24h su 24h, immobilizzata sul suo lettino, sorda, muta e cieca, ha bisogno di un mezzo di trasporto adatto alle sue esigenze e la famiglia non dispone delle possibilità economiche per poterlo acquistare. Occorrerebbe un Fiat Doblo per disabili, con pedana idraulica per poterla trasportare per visite ospedaliere e terapeutiche.

Per aiutare Angela e la sua famiglia in questa situazione particolarmente urgente e gravosa, si è mobilitato anche il popolo di Facebook, creando l'evento "Un aiuto per la piccola Angela Tommaso Esposito" (
https://www.facebook.com/events/311940745597870/) in cui si domanda aiuto e collaborazione per poter reperire quei fondi che sono necessari ad acquistare questo mezzo opportunamente attrezzato. 

Per chi volesse contribuire a questo fine, donando la propria piccola, ma importantissima, goccia di solidarietà, lo può fare facendo un versamento su carta POSTPAY al numero 4023 6005 8336 8719, Codice Fiscale SPSTMS60B05F839O, intestata a ESPOSITO TOMMASO. 

Uniamoci in tanti e collaboriamo per aiutare questa piccola bambina malata e la sua meravigliosa famiglia, che hanno tanto, ma proprio tanto bisogno del nostro aiuto e del nostro Amore.
Grazie di vero cuore a chi lo farà.

Marco

FONTI: affaritaliani.it, facebook.com

sabato 9 giugno 2012

Il bambino che manda le paghette in Somalia

Andrea, 12 anni, bergamasco, è stato nominato dal paese africano 'Ambassador of good will'

Pochi regali, videogiochi e passatempi. Ma tanta attenzione alle esigenze degli altri. Andrea Ravizza, un bambino di 12 anni che vive a Stezzano, in provincia di Bergamo, da anni ha deciso di mettere da parte le sue paghette per destinarle alla beneficenza.

I RISPARMI ALL’OSPEDALE – I soldi risparmiati dal giovanissimo sono stati inviati all’ospedale di Galkayo, cittadina di 200mila abitanti in Somalia. Un gesto di amore verso gli altri che gli è valso la nomina da parte dei rappresentanti del Paese africano ad ‘Ambassador of good will’. Ne parla Silvia Salvi sul quotidiano L’Eco:

Paghetta dopo paghetta, compleanno dopo compleanno, Andrea Ravizza, 12 anni, è riuscito a raccogliere un piccolo tesoro. E i suoi grandi e piccoli risparmi, raccolti dal 2006 a oggi, hanno salvato tante vite nell’ospedale regionale di Galkayo, cittadina di 200.000 abitanti in Somalia, al confine con l’Eritrea. Non solo: il desiderio di riuscire a dare sempre di più, di raccogliere sempre più fondi per i suoi piccoli amici, assorbe completamente Andrea. Il suo impegno, profondo e apprezzato, viene premiato questa mattina con una cerimonia ufficiale nella scuola media Francesco Nullo di Stezzano dove Andrea studia, nella classe 1ª E: alle 10.30 il neurochirurgo Jama Salad e il ministro della Sanità dello Stato del Puntland, Warsame, nominano Andrea «Ambassador of good will». I due rappresentanti della Somalia si trovavano la settimana scorsa a un congresso mondiale a Ginevra. Lunedì hanno raggiunto le Marche per tenere delle conferenze e cooperare con la sanità locale e ministeriale e ieri sono arrivati a Bergamo. Nel primo giorno di permanenza in terra orobica hanno incontrato rappresentanti di aziende bergamasche che lavorano nel campo sanitario e farmaceutico per allacciare collaborazioni con la Somalia. In serata sono stati ricevuti in Regione, accolti dall’assessore Bresciani. Oggi sono a Stezzano per dire di persona «Mahadasanid Andrea (grazie Andrea)», per tutto quello che il ragazzino ha fatto e continuerà a fare.

L’ESEMPIO – La donazione di Andrea può essere un esempio per gli altri allievi della scuola. Lo sperano anche i rappresentanti somali. Continua Salvi su L’Eco:

Davanti alla classe il ministro spiegherà quello che ha fatto Andrea per l’ospedale di Galkayo, quindi verrà proiettato un filmato di 10 minuti per sensibilizzare i ragazzi stimolandoli a collaborare con progetti come quello del loro compagno. «Tutto è cominciato quando mio papà Vinicio, che è un radioamatore, si preparava alla sua prima spedizione in Somalia – racconta Andrea –. Per farmi capire dove si sarebbe recato mi ha mostrato un filmato dove ho visto le condizioni di vita dei bambini somali. Quell’anno chiesi di non ricevere giochi per il compleanno ma i soldi che avrebbero speso per comprarli. Ricevetti 100 euro. Portati in banca me li cambiarono in 130$ che mio padre portò con sé a Galkayo. Con quei soldi il dottor Jama prese un kit speciale per salvare un bambino idrocefalo. Da allora quel bimbo è il mio fratellino somalo». L’ospedale, oltre a tenere informato Andrea su come vengono usati i suoi soldi, gli ha intitolato il reparto pediatrico, dove è anche affissa la sua immagine.

100 EURO AD OGNI COMPLEANNO – Andrea avrebbe donato complessivamente 600 euro, 100 per ogni compleanno festeggiato da quando, a 7 anni, ha deciso di cominciare ad aiutare i bambini meno fortunati di lui. Il denaro è servito a sistemare un reparto di pediatria:

«Abbiamo cominciato la sistemazione del reparto di Pediatria dell’ospedale regionale – scrive il neurochirurgo Jama Salad in una mail – e abbiamo usato i 600 euro che ha mandato Andrea (raccolti nel 2008 sempre per il compleanno, ndr): quando ho raccontato che un bimbo di Bergamo di circa 7 anni ha devoluto i soldi del suo compleanno ai bimbi dell’ospedale di Galkayo, Andrea è diventato una specie di eroe. Mi hanno chiesto la sua foto da mettere in una delle camere e da mostrare alle autorità nel giorno dell’inaugurazione del reparto rinnovato». «All’inizio ero un po’ perplesso – conclude Andrea –, vedevo che tutti i miei amici avevano tanti giochi e mi guardavano con diffidenza per questo mio impegno che mi portava a non averne o comunque ad averne pochi. Ma quando ho visto le immagini del mio fratellino somalo guarito dalla malattia ho capito molto bene quanto fosse importante quello che facevo: ho capito che tante cose sono superflue e che i giochi ti danno felicità per 10 minuti o 10 giorni, ma rendere felici un altro bambino mi fa contento a vita».

1 giugno 2012

FONTE: giornalettismo.com
http://www.giornalettismo.com/archives/341278/il-bambino-che-manda-le-paghette-in-somalia/


Sono molto felice di aver inserito questo bellissimo articolo, un pò diverso dal solito per la verità, sul mio blog.
Credo che quello che ha fatto e sta facendo questo ragazzo di 12 anni, Andrea Ravizza, merita davvero di essere rimarcato, e suscita in me la più sincera ammirazione. Non è facile quando si è bambini rinunciare alla paghetta, al regalo di compleanno o al gioco che tanto si desidera, per aiutare il proprio prossimo, sopratutto quello meno fortunato. Andrea lo ha fatto, dimostrando una maturità ben superiore a quella che è propria della sua giovane età, ed una generosità che dovrebbe far riflettere tante persone, sopratutto adulte. Un esempio, un vero esempio per tutti quanti.
Grazie Andrea, grazie per tutto, e grazie per quello che ancora farai.

Marco