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giovedì 24 gennaio 2013

Lizzano, paese della puzza e dello choc: sedici bambini colpiti da malattie rare

Denuncia delle madri coraggio: «Colpa della discarica». Rispetto alla media italiana 300% in più di patologie
 
LIZZANO - Nella terra dei veleni e della salute insidiata, ma un po’ più a est rispetto alle ciminiere dell’Ilva, c’è l’ennesima storia da turarsi il naso. Non è una metafora, quella di Lizzano, paese di diecimila abitanti della provincia di Taranto noto per la sua cantina sociale e per aver dato i natali a Mimmo Cavallo, antico cantore delle contraddizioni sudiste («Siamo meridionali» il suo brano di maggior successo). È cronaca di molte notti, quando strade e case vengono inondate «da un odore che non è quello di immondizia» ma nasconde un principio «chimico» e sa di «ammoniaca» (descrizione della Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti in Puglia). Una puzza perseverante, invasiva, che sarebbe appena più tollerabile se non fosse accompagnata da rilievi che l’Arpa Puglia ha definito «critici», però senza appiccicarci sopra il bollino del rischio sanitario (riunione del 15 dicembre scorso in Provincia), e da riscontri medico-scientifici singolari. Per dirne uno, se in Italia la media è di quattro casi ogni mille soggetti al di sotto dei 14 anni, a Lizzano nel solo studio della pediatra Antonietta D’Oria vengono seguiti e curati 16 bambini affetti da malattie rare.

«
Io ne tengo sotto osservazione 860, su un totale di circa 1.500 tra neonati, infanti e ragazzini fino a 14 anni censiti nella nostra comunità. E, vi assicuro, la componente genetica non può essere l’unica causa della reiterazione di patologie straordinarie», sostiene la stessa dottoressa, gentile nei toni eppure decisa nei modi, portavoce del movimento di decine di mamme lizzanesi salite sulle barricate in difesa dei figli e scese in strada per puntare l’indice contro la discarica Vergine, adibita allo smaltimento di rifiuti speciali, epicentrica rispetto a cinque Comuni dell’area (Faggiano, Roccaforzata, Fragagnano, Monteparano e ovviamente Lizzano) ma formalmente isola amministrativa di Taranto. Secondo le loro denunce - e non solo le loro: sul tavolo della Procura della repubblica sono piovuti da parte dei cittadini 800 esposti - l’emergenza germina là dove «è stata segnalata la presenza di ripetuti picchi di acido solfidrico o idrogeno solforato in misura notevolmente superiore alla soglia olfattiva» (relazione tecnica dell’Arpa inoltrata dai volontari di AttivaLizzano al prefetto Claudio Sammartino). «Nel giorno della presentazione del report della Commissione parlamentare, abbiamo avuto occasione di scambiare due battute con il procuratore Franco Sebastio - rivela la pediatra D'Oria - e ci ha garantito che, compatibilmente con le incombenti questioni legate all’Ilva, si occuperà di noi. Già esistono, per aggiunta, inchieste di varie Procure. Di sicuro - continua - qui ci sono migliaia di persone che non ce la fanno più e pensano al peggio. Per esempio che nella discarica vengano riversati rifiuti non trattati o che si disperdano combinazioni gassose assai nocive per la salute. Di sicuro - è l’amara chiosa - a Lizzano ci si ammala con una facilità inquietante. Occorre che sia presto effettuato dall’Asl uno studio epidemiologico. Molteplici ricerche ricordano che l’inquinamento dell’aria può costituire un fattore scatenante di tante patologie gravi».

Per gli ambientalisti di AttivaLizzano
, i raccoglitori privilegiati di malumori e rimostranze, «la gente è disperata: accusa bruciore agli occhi e al naso, tosse, mal di testa, difetti neuropsicologici». Tuttavia, se ad essere colpiti pesantemente sono i bambini, l’interrogativo si amplifica. Morbo di Crohn, celiachia, ipotiroidismo, iperattività del sistema immunitario, tumori assortiti, crescita bloccata, bebè sballottati come trottole tra gli ospedali di Matera, Bari e Roma senza che si comprenda con esattezza la natura del loro problema: ecco il dramma dei bambini di Lizzano. Una calamità invisibile che ha avuto il suo acme nel wheezing, l’asma sotto i cinque anni. In una delle indagini condotte da Antonietta D’Oria insieme a quattro colleghi (Annamaria Moschetti, Piero Minardi, Giusi Graziano e Grazia Benedetti) per conto dell’istituto Mario Negri, Lizzano ha registrato un numero di casi analogo a quello di Taranto e di gran lunga inferiore a Messina, Verona o Napoli. Solo che a differenza di Taranto, o ugualmente a Palagianello che è equidistante dal capoluogo ionico ma presenta estremi dimezzati, a Lizzano le ciminiere dell’Ilva non ci sono.

di Michele Pennetti

11 gennaio 2013 (modifica il 15 gennaio 2013)

FONTE: corrieredelmezzogiorno.corriere.it
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/notizie/cronaca/2013/11-gennaio-2013/lizzano-paese-puzza-chocsedici-bambini-colpiti-malattie-rare-2113503970681.shtml?fb_action_ids=4193470443082&fb_action_types=og.likes&fb_source=other_multiline&action_object_map={%224193470443082%22%3A326311697484199}&action_type_map={%224193470443082%22%3A%22og.likes%22}&action_ref_map=[]


Un classico, triste esempio, di come uno scellerato inquinamento ambientale, in questo caso quello della discarica di Lizzano, porta inevitabilmente a un gran proliferare di patologie di vario tipo e natura. E il brutto è che sono sopratutto i bambini a pagare il prezzo più salato.
Meditiamo gente, meditiamo..... e sopratutto cerchiamo di trattare con più rispetto la nostra cara Madre Terra.

Marco

lunedì 19 novembre 2012

Le Ilva siciliane, non solo petrolchimici. Tumori record da Biancavilla a Milazzo

Sullo stabilimento di Taranto continua il braccio di ferro tra chi vuole garantire i livelli occupazionali e chi intende bloccare le morti e le malattie collegate all’inquinamento della zona. Una polemica che riguarda anche i quattro siti in Sicilia di interesse nazionale per le bonifiche analizzati dall’istituto superiore di Sanità. Tra loro Gela e il triangolo Augusta-Melilli-Priolo che vantano tristi primati per quanto riguarda i dati su cancro e malformazioni neonatali. Ma ci sono anche altre realtà meno conosciute 


di Danilo Allegra

Il destino dello stabilimento Ilva di Taranto, tra magistratura, governo e scioperi degli operai, è ancora incerto. Il governo vuole evitare la chiusura dell’impianto con conseguente perdita di posti di lavoro, la giustizia bloccare la presunta causa di un imprecisato numero di morti e malattie tra residenti e lavoratori. E gli operai… Cosa vogliono gli operai? Nelle prime manifestazioni, quest’estate, le grida di «Salute!» e «Lavoro!» andavano di pari passo. Ma è difficile credere che queste richieste possano essere conciliate. Una bonifica dello stabilimento che non passi per la chiusura sembra complessa ed è lecito chiedersi se l’Ilva – o quello che ne rimarrà – sarà poi interessata a riaprire l’impianto. Nel frattempo, i dati diffusi nei giorni scorsi su mortalità e incidenza dei tumori nei comuni di Taranto e Statte (che costituiscono l’area più a rischio) confermano che la situazione ecologica, ambientale e sanitaria della zona è disastrosa. Ma non è l’unica. A Gela, come riporta un articolo di Giuseppe Pipitone su Il Fatto Quotidiano.it, l’alto tasso di malformazioni neonatali e la presenza dello stabilimento Eni hanno insospettito anche la magistratura, che ha aperto un’inchiesta.

Nel rapporto Sentieri dell’istituto superiore di Sanità vengono analizzati i dati sulla mortalità in 44 dei 57 siti di interesse nazionale (Sin) per le bonifiche, cioè aree con forte contaminazione ambientale. Tra questi, ovviamente, c’è l’area di Taranto. In Sicilia sono quattro i Sin analizzati: Biancavilla, Milazzo, Priolo e Gela. Il documento dal titolo Stato di salute della popolazione nelle aree siciliane a rischio ambientale dell’assessorato regionale alla Sanità raccoglie, oltre alle statistiche sulla mortalità, anche i dati sull’incidenza di specifiche malattie connesse all’inquinamento ambientale. Il periodo in esame è dal 1992 (o 1995) al 2002 per la mortalità, dal 2001 al 2003 per l’incidenza.

Biancavilla ha un rischio di tipo ambientale, dovuto al fatto che la cava da cui sono state estratte le pietre per costruire gran parte del paese contiene amianto, causa riconosciuta di un tumore chiamato mesotelioma pleurico. Di conseguenza, i morti per questo tipo di tumore sono circa otto volte più del normale, per un totale di nove vittime nel periodo 1995-2000. Anche per le malattie respiratorie il rischio di morte è più elevato di due-tre volte rispetto agli altri comuni etnei. Nell’area di Milazzo, che ospita una raffineria e un impianto siderurgico, il tasso di mortalità per malattie collegabili all’inquinamento industriale sembra nella norma, con l’eccezione dei tumori alla laringe negli uomini. I comuni di Priolo, Augusta e Melilli formano il cosiddetto triangolo industriale, dominato da un polo chimico, petrolchimico e di raffinazione tra i più grandi d’Europa. L’incidenza di tumori è nettamente più elevata rispetto al resto della provincia: più 20-35 per cento al colon retto, più 50 per cento al polmone, più 200 per cento alla pleura (da amianto), più 25 per cento al sistema nervoso, più 25-50 per cento per i tumori del sangue (linfomi). Sono allarmanti anche i dati sulle morti da malattie respiratorie acute, sia negli adulti che nei bambini.

Risultati simili si sono ottenuti per il comune di Gela, sede di un gigantesco complesso industriale che fa capo all’Eni, di centri di stoccaggio di idrocarburi e di una discarica per rifiuti industriali. Secondo i dati del ministero della Salute, la mortalità generale è più alta rispetto al resto della Sicilia del 10-20 per cento. Per quanto riguarda i tumori, si registra un 50 per cento in più di decessi per tumori allo stomaco (uomini), 50 per cento in più di tumori al colon retto (donne), un più 30-50 per cento per tumori all’apparato respiratorio. I ricoverati per malattie non tumorali dell’apparato respiratorio sono il 40 per cento in più che nel resto della regione, mentre le vittime da asma sono il 25-50 per cento in più. Infine è da segnalare un aumento del 20 per cento dei decessi da malattie cardiovascolari (donne) e del 30 per cento dei decessi da malattie all’apparato digerente (uomini). Un caso a parte sono le malformazioni congenite. La città di Gela è sprovvista di un meccanismo di registrazione sistematica delle malformazioni, quindi i dati sono stati ricavati da varie fonti: cartelle cliniche ospedaliere, pediatri del territorio, policlinico di Catania e addirittura precedenti inchieste della procura di Gela. Le informazioni sugli aborti conseguenti a diagnosi prenatale di malformazioni, inoltre, sono disponibili solo dal 1995 al 2002. Ne deriva che i risultati potrebbero rappresentare una sottostima del fenomeno reale. Ciononostante, l’incidenza di malformazioni congenite a Gela risulta del 100 per cento superiore a quella registrata nel resto della Sicilia e d’Italia, e ancora maggiore considerando anche i dati sugli aborti. L’aumento riguarda difetti al sistema nervoso, cardiovascolare, urinario, digerente e dei tegumenti. L’associazione di malformazioni al cuore con inquinamento ambientale (industriale, agricolo, da discariche) è nota e provata.

Ma i dati più impressionanti sono quelli sull’ipospadia (un difetto del sistema urinario e del pene): l’incidenza a Gela è circa due volte e mezzo più alta che nel resto d’Italia e la seconda più alta mai descritta nei paesi che aderiscono all’osservatorio internazionale sulle malformazioni congenite (ICBD). Il record dell’incidenza più alta appartiene infatti al Comune di Augusta. L’ipospadia è causata dalla rottura nel feto del normale equilibrio tra ormoni maschili e femminili. La sua incidenza nei paesi industrializzati è in continuo aumento a partire dagli anni ’60. Per questa ragione si ipotizza che sostanze chimiche di origine industriale possano interferire con la produzione o la funzione degli ormoni e provocare il difetto, ma l’associazione non è ancora stata chiaramente dimostrata. Nel caso di Gela il confronto delle famiglie di bambini nati malformati o sani ha evidenziato un notevole aumento del rischio di malformazioni associato al consumo di pesce, frutta o verdura, prodotti pescati in proprio o acquistati da venditori ambulanti, cioè di origine locale. La documentata presenza di metalli pesanti nei prodotti alimentari del gelese è d’altronde una naturale conseguenza della contaminazione del suolo: la concentrazione di mercurio (rilasciato in gran parte dalla Clorosoda, fabbrica killer chiusa nel 1994) è cento volte superiore ai limiti di legge; il cloruro di vinile, cancerogeno noto per il caso di porto Marghera, è 3.500 volte oltre la soglia; mentre il benzene, causa tra l’altro di leucemie, è quasi duemila volte in eccesso. E’ stata riscontrata inoltre una elevata quantità di arsenico nel terreno (due volte oltre i valori limite) e nel sangue e nelle urine di abitanti del circondario di Gela. Le possibili conseguenze di una intossicazione da arsenico sono, tra le altre, disordini neurologici, cancro e morte.

Mentre i dati scientifici sull’inquinamento a Gela e nel triangolo industriale rimangono in gran parte ignoti alla popolazione, le conseguenze sulla loro salute sono sotto gli occhi di tutti. Tutti sanno, ma sono in pochi a parlare. La gente di Gela, Priolo, Augusta e Melilli, come quella di Taranto, è sotto ricatto: lavoro o salute. Che cosa dovrà ancora accadere perché si ribelli?

Nota
I dati contenuti nei rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Assessorato regionale alla Sanità differiscono in alcuni casi nella definizione delle aree a rischio e dei riferimenti. La scelta di quali dati riportare di volta in volta è stata basata esclusivamente sulla loro rilevanza scientifica. 


L’autore dell’articolo è uno scienziato, curatore del blog di divulgazione scientifica www.biocomiche.it

7 novembre 2012

FONTE: CTzen.it
http://ctzen.it/2012/11/07/le-ilva-siciliane-non-solo-petrolchimici-tumori-record-da-biancavilla-a-milazzo/



Questi dati si commentano da soli. La Sicilia è una regione di grande bellezza, ma anche di grandi contraddizioni..... di lavoro purtroppo ce n'è poco, e quello che c'è si raduna spesso e volentieri in pochi grandi complessi industriali che sono però fonte di grande inquinamento ambientale. E così, come per l'Ilva di Taranto, c'è sempre il triste dilemma di dover scegliere tra il lavoro e la salute. E non è mai una scelta facile.

Marco

giovedì 17 febbraio 2011

Asma. Che cos'è ?

L’asma è una delle malattie respiratorie croniche più diffuse nel mondo, presente in tutti i paesi anche se con livelli molto variabili. Rappresenta quindi un consistente problema di sanità pubblica, anche perché la sua prevalenza è in aumento a causa della convergenza di diversi fattori. L'asma colpisce in media circa il 5% degli Italiani e quasi il 10% degli infanti
Si tratta di una malattia complessa che si manifesta attraverso una infiammazione cronica delle vie aeree. L’infiammazione genera un aumento della responsività bronchiale che, a sua volta, causa episodi ricorrenti (i cosiddetti ‘attacchi d’asma’) di crisi respiratorie, respiro sibilante, senso di costrizione toracica e tosse. Durante gli attacchi, che possono essere improvvisi o graduali, peggiorano i sintomi e la funzionalità respiratoria. Se non trattati in modo adeguato, gli attacchi possono essere anche molto gravi e addirittura fatali. Aver individuato nell’infiammazione cronica il punto chiave della definizione della patologia, come avvenuto in anni recenti, ha avuto importanti ripercussioni sia a livello diagnostico che di trattamento dell’asma.

ASMA NELL'ANTICHITA'

Omero (circa 850 a.C.) utilizzò per primo il termine asma (ásthma: respiro breve) per indicare l'atroce soffocamento che affliggeva Ettore disteso in una pianura.
...Nella pianura vede Ettore disteso; intorno a lui sono fermi i suoi uomini; egli è preda di un atroce soffocamento, ha perso conoscenza, sputa sangue: non è stato toccato dall'ultimo degli Achei...
Iliade: canto XV; versi IX, X, XI
Il termine viene poi ripreso con il senso di "respiro corto" da Eschilo ne I Persiani e da Platone ne La Repubblica.
In senso medico il termine asma venne poi usato da Ippocrate negli Aforismi. Il termine Asma è entrato nel vocabolario Medico nel medioevo come termine di falconeria. Veniva definito "Falco Asmatico" il predatore che non poteva respirare a causa dei bruschi cambiamenti climatici.
Anche Lucio Anneo Seneca, ne soffriva, così come riportato nelle Epistolae ad Lucilium: "La malattia, che mi aveva concesso un lungo congedo, mi ha di nuovo assalito. «Che genere di malattia?» chiederai. Hai ragione di fare questa domanda: infatti io le conosco tutte, le malattie. Tuttavia ce n’è una alla quale sono quasi votato; non so perché si debba chiamarla con un nome greco, mentre posso ben definirla difficoltà di respiro. L’assalto del male è di breve durata; simile ad un temporale, passa, di solito, dopo un’ora. Chi infatti potrebbe sopportare a lungo quest’agonia? Ormai ho provato tutti i malanni e tutti i pericoli, ma nessuno per me è più penoso. In ogni altro caso si è ammalati; in questo ci si sente morire. Perciò i medici chiamano questo male «meditazione della morte»: infatti talvolta tale mancanza di respiro provoca la soffocazione". […]
"Non ho cessato di confortarmi con simili esortazioni, naturalmente silenziose poiché non mi era possibile parlare. Poi, poco alla volta, quella mancanza di respiro, che ormai diventava semplice affanno, cominciò a manifestarsi ad intervalli più lunghi e distanziati. Ma non è scomparsa completamente, e ancora la respirazione non è tornata del tutto normale: sento una certa difficoltà e un certo ritardo nel respiro"

SINTOMI ASMA

Quando una persona soffre di asma accusa sintomi come:
tosse stizzosa, più o meno persistente, che può comparire o accentuarsi durante le ore notturne o al risveglio, talvolta associata a senso di naso chiuso o a starnutazioni ripetute
difficoltà respiratoria o dispnea (respiro affannoso, fiato corto)
il respiro è sibilante anche se non sempre tale caratteristica viene percepita dal paziente
Tutti questi sintomi non si presentano contemporaneamente nella stessa persona, né si verificano sempre con la medesima intensità (quando sono molto intensi si parla anche di una crisi d'asma) e possono svilupparsi in tempi diversi, nel corso della vita.

In ogni caso se insorgono sintomi come tosse, fiato corto e respiro sibilante è necessario eseguire opportune indagini, dato che l'asma, purtroppo, non è certo una malattia da prendere alla leggera. Bisogna inoltre ricordare che, anche se colpisce prevalentemente i giovani, l'asma può insorgere a qualsiasi età. In particolare dopo i trent'anni questa malattia colpisce soprattutto le donne, tendenzialmente non ha origine allergica e risponde male alla terapia farmacologica. L'importante in ogni caso è diagnosticare l'asma quanto prima possibile dato che le cure esistono, sono efficaci e consentono al paziente di condurre una vita assolutamente normale.
Infine non bisogna MAI dimenticare che anche se per lunghi periodi non dà segni di sé, l'asma è una malattia cronica che, se trascurata, va incontro a riacutizzazioni talora gravi.

CAUSE E FATTORI DI RISCHIO

Quando si parla di asma non è possibile definire con certezza un'unica causa di origine. Senza dubbio hanno un ruolo molto importante alcuni fattori come la famigliarità della patologia, le allergie e l'ipersensibilità a particolari sostanze irritanti e non (fumo, inquinamento, polline, acari, betabloccanti, aspirina ecc.). Anche virus e batteri possono provocare infiammazione delle vie aeree scatenando crisi asmatiche nei soggetti predisposti.
Durante la gravidanza circa 1/3 delle donne asmatiche subisce un peggioramento della malattia.
Anche l'esercizio fisico è uno stimolo che può indurre o riacutizzare un episodio asmatico (asma da sport). In questi casi i sintomi della malattia emergono soltanto durante l'attività sportiva o durante impegni fisici particolarmente intensi.
Circa il 20% dei bambini asmatici non ripresenta asma dopo l'adolescenza.

DIAGNOSI

Per valutare l'andamento dell'asma sono sufficienti dei piccoli e semplici apparecchi che forniscono al paziente un'indicazione generale sullo stato di salute dei suoi bronchi. Per una diagnosi più approfondita è invece necessaria una visita specialistica. Anche in questo caso l'esame è molto semplice: consiste nell'espirare con forza in un boccaglio collegato ad un apparecchio chiamato spirometro.

CURA E TRATTAMENTO

L'asma, per definizione è una malattia cronica e come tale va seguita nel tempo sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Si tratta infatti di una patologia soggetta a fasi asintomatiche alternate a riacutizzazioni talora gravi. Proprio questo andamento a fasi alterne "autorizza" in qualche modo il paziente ad autosospendersi la terapia o a seguirla a modo suo. Purtroppo tutta questa libertà può costare davvero cara dato che aumenta il rischio di riacutizzazioni e può addirittura aggravare la malattia.
Una crisi asmatica è infatti determinata dalla riduzione del calibro dei bronchi, a sua volta responsabile di un diminuito apporto di ossigeno ai vari tessuti. Ogni volta che questo accade l'organismo subisce un danno che si somma a quello precedente amplificando i sintomi ed aggravando la malattia. Arriviamo così a definire una regola fondamentale che un asmatico non dovrebbe mai dimenticare:
in presenza di asma la terapia non va mai abbandonata o sospesa anticipatamente, anche se i sintomi regrediscono
Se molto spesso il paziente ritiene erroneamente di essere guarito e di non avere più bisogno di terapia è senza dubbio merito dell'efficacia dei farmaci antiasma.

I farmaci antiasmatici si dividono in numerose categorie:

GLUCOCORTICOIDI
BETA-2 AGONISTI
DERIVATI XANTINICI
BENZOPIRANONI
ANTIMUSCARINICI
ANTILEUCOTRIENICI

I glucocorticoidi

I glucocorticoidi agiscono indirettamente inibendo l'enzima fosfolipasi A2 e, di conseguenza, la formazione di acido arachidonico e la sua successiva conversione in leucotrieni e prostaglandine (sostanze dotate di attività infiammatoria). Sono conosciuti anche come corticosteroidi perché vengono normalmente prodotti dalla corteccia del surrene a partire dal colesterolo. Il principale ormone del gruppo è il cortisolo (o idrocortisone).
I glucocorticoidi sono quindi in grado di ridurre l'edema ed il numero di attacchi asmatici. I più conosciuti sono il flunisolide, somministrato per inalazione tramite erogatori autodosati (250 µg a spruzzo) ed il beclometasone (CLENIL ®) con via di somministrazione analoga (100, 200, 400 µg a spruzzo) o tramite aerosol.
I farmaci per aerosol vengono spesso associati ad un Beta-2 agonista per ottenere un maggiore effetto broncodilatatorio e sono preferiti dagli asmatici quando hanno difficoltà nell'inalare il farmaco per via orale o nasale.
Il ricorso alla somministrazione di glucocorticoidi per via orale (capsule, compresse) deve essere fatto solo quando non si ottengono risultati per via inalatoria e per brevi periodi di tempo, a causa degli effetti collaterali piuttosto evidenti (maggiore suscettibilità alle infezioni, soprattutto se di origine virale, edema diffuso, quindi gonfiore, ipertensione e demineralizzazione ossea).

Beta2-agonisti

I farmaci beta2-agonisti sono derivati della noradrenalina, un ormone che agisce sui recettori adrenergici soprattutto di tipo alfa e beta1, ma poco sui B2 che sono quelli importanti per l'asma, in quanto, se stimolati, provocano un rilassamento del muscolo liscio bronchiale, con conseguente dilatazione delle vie aeree. Ne deriva che qualsiasi farmaco in grado di potenziare l'attività di questi recettori, da qui il nome Beta2-agonisti, è utile come antiasmatico.
Il più conosciuto ed utilizzato è il salbutamolo (VENTOLIN ®) che, per via inalatoria (0,2 mg per spruzzo) produce un'azione rapida che perdura per circa tre ore. Il salbutamolo viene utilizzato anche per prevenire le crisi asmatiche in vista di uno sforzo fisico, anche se ricordiamo essere vietato agli atleti sani (è considerato doping).
Il salbutamolo può essere adoperato anche come aerosol, per via sistemica (cpr da 2-4 mg; cos da 4-6 mg) o per via parenterale (fiale da 0,5 mg). La somministrazione per via sistemica si utilizza solo quando le crisi asmatiche sono troppo frequenti perché, pur essendo abbastanza selettivo per i recettori B2 mantiene attività anche nei confronti dei B1 che, concentrati a livello cardiaco, quando stimolati portano ad un aumento della frequenza cardiaca (tachicardia) diventando pericolosi soprattutto per i cardiopatici (per approfondire vedi: clenbuterolo).
Accanto al salbutamolo, esistono altri farmaci B2-agonisti con durata d'azione superiore e per questo adoperati nella terapia di mantenimento e non nelle crisi (che richiedono un medicinale dotato di una veloce attività farmacologica). Tra questi ricordiamo il salmeterolo (SEREVENT ®) in dosi da 0,25 mg per spruzzo (da inalare una o due volte nelle 24 h, può essere anche sufficiente una sola inalazione serale).

Derivati xantinici

I derivati xantinici originano dalla teofillina o 1,3 dimetilxantina, un analogo della caffeina presente nel the e dotato di una discreta attività broncodilatatoria. A dosi terapeutiche è in grado di inibire le fosfodiesterasi, enzimi che idrolizzano i nucleotidici ciclici. Così facendo, la teofillina aumenta la biodisponibilità dell'AMP ciclico che è un mediatore del rilassamento della muscolatura bronchiale.
A dosi terapeutiche, la teofillina è poco solubile e per questo se ne fanno dei sali sfruttando le caratteristiche acide dell'azoto presente in posizione 7. Il sale si ottiene associando due molecole di teofillina con una di etilendiammina, ottenendo la aminofillina (in fiale o in compresse, per un totale di 200-300 mg/die e mai a dosi superiori ai 400 mg/die).
La aminofillina è un antiasmatico di seconda o terza scelta a cui si ricorre solamente quando gli altri farmaci non sono efficaci. A dosi elevate può infatti indurre vomito, agitazione, tachicardia, aritmia e divenire letale.

Benzopiranoni

Tra i benzopiranoni ricordiamo l'acido cromoglicico, un farmaco antiallergico, utilizzabile anche sottoforma di sale sodico. Questo medicinale viene adoperato in alcune forme lievi di allergie che possono colpire l'occhio, le mucose nasali (rinite) o i bronchi; è un farmaco di prima scelta che viene adoperato alla prima comparsa di sintomi allergici, esclusivamente per inalazione, nella prevenzione degli attacchi (aerosol per i bambini o spray inalatori per ragazzi e adulti). Tra gli antiasmatici è il farmaco che dà in assoluto i minori effetti collaterali, ma ha un'efficacia percentualmente limitata (solo il 30-35% dei pazienti trova giovamento dall'uso di questo farmaco). Il meccanismo d'azione sembra essere dovuto alla sua capacità di inibire il rilascio degli spasmogeni da parte delle cellule residenti nei bronchi e anche di quelle che vi giungono attraverso il sangue (impedisce il rilascio di istamina).

Antimuscarinici

Gli antimuscarinici agiscono inibendo i recettori muscarinici M3 per l'acetilcolina presenti a livello bronchiale. Questa sostanza è infatti un neurotrasmettitore del sistema parasimpatico che, stimolando i suoi recettori muscarinici e nicotinici, induce la contrazione della muscolatura scheletrica e di quella bronchiale. Per questo motivo andando a bloccare i recettori muscarinici dell'acetilcolina a livello bronchiale otteniamo una broncodilatazione utile per gli asmatici. L'atropina, principio attivo ricavato dall'Atropa belladonna, blocca preferenzialmente i recettori M1 e M2 ma poco gli M3. Nonostante ciò possiede comunque una leggera attività broncodilatatoria, ma è poco utilizzata perché porta ad iunzionalità delle ciglia epiteliali delle vie aeree (con conseguente ristagno di muco che nell'asmatico è già di per sé prodotto in abbondanza); l'effetto terapeutico è quindi scarsamente evidente.
L'ipratropio bromuro (ATEM ®) è invece un M2 e M3 antagonista, capace di dare broncodilatazione senza interferire con l'attività delle ciglia (in dosi da 20 µg per spruzzo). E' molto utilizzato in presenza di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) - una malattia caratterizzata da asma cronica, bronchite ed enfisema polmonare -. Gli effetti collaterali sono perlopiù limitati alla comparsa di secchezza a livello orale e delle mucose.

Antileucotrienici

Gli antileucotrienici vanno a bloccare i recettori CYS e LT1 presenti a livello bronchiale e polmonare. Una loro eccessiva stimolazione da parte dei cistenilleucotrieni porta infatti ad un marcato broncospasmo e ad infiammazione della mucosa bronchiale. Bloccando tali recettori otterremo quindi un'azione benefica per i pazienti asmatici.
Tra i farmaci antileucotrienici più conosciuti ricordiamo il montelukast (SINGULAIR ®), molto importante perché capace di ridurre il numero degli attacchi asmatici e, gradualmente, l'edema bronchiale. La sua attività antinfiammatoria è comunque più bassa di quella dei corticosteroidi, anche se non dà effetti collaterali particolarmente gravi. Gli antileucotrienici, molto utili nella terapia persistente, non sono adatti nella crisi asmatica.

ALTRI RIMEDI

I pazienti affetti da asma bronchiale fanno spesso uso di rimedi non convenzionali. Le metodiche più frequentemente utilizzate sono l'agopuntura, la fitoterapia, l'omeopatia, le tecniche di respirazione e rilassamento (yoga, ad esempio), le manipolazioni spinali, la riflessologia. I pazienti che si sottopongono a questi trattamenti riferiscono spesso un certo miglioramento dei sintomi, o si dicono comunque soddisfatti del rapporto stabilito col terapeuta.

Quando si soffre di asma non vanno mai dimenticate alcune semplici norme igieniche e comportamentali. In caso di allergia alla polvere è bene, per esempio, eliminare tendaggi e tappeti dalla propria abitazione. Più in generale ogni asmatico dovrebbe stare quanto più lontano da quelle sostanze irritanti o da quelli allergeni che scatenano la crisi (fumo, vernici fresche, pelo di animali, pollini, sostanze con odore pungente ecc.).

FONTI: my-personaltrainer.it, italiasalute.leonardo.it, wikipedia.org, epicentro.iss.it

lunedì 14 febbraio 2011

La storia di Niky Frascisco, giovane ragazzo che vive sul mare a causa dell'asma

Niky Frascisco è un ragazzo di 14 anni che, a causa di una particolare forma di asma bronchiale congenita (Asma Intrinseca), trova particolare beneficio a vivere sul mare. I suoi genitori, Paola Giacotto e Paolo Frascisco, vista la difficoltà per Niky di vivere una vita sana e senza l’ausilio di farmaci sulla terraferma, per amore del loro figlio hanno deciso di lasciare il loro lavoro di metalmeccanici e, con la liquidazione ed i risparmi di una vita, hanno dato vita alla così denominata “Goletta Walkirye”, un’imbarcazione di 26 metri interamente costruita nel giardino di casa.

Inizia l’avventura sul mare

L’avventura della Famiglia Frascisco ha avuto inizio il 24 maggio 2003, con partenza da Cremona, e, seguendo il corso del fiume Po fino al suo delta, è giunta a Porto Levante, iniziando un lungo viaggio che l’ha portata fino alle Isole Eolie.
Qui Niky ha conosciuto i suoi primi compagni di scuola “virtuali” del plesso elementare situato in località Canneto di Lipari.
Durante il viaggio, la famiglia Frascisco, come anche testimoniato da Paolo, il padre del ragazzo, ha potuto conoscere ed apprezzare il lavoro e la professionalità dei militari del comparto navale della Guardia di Finanza.
Il Corpo ha offerto, durante la navigazione della “Walkirye”, assistenza in mare, al fine di garantire un supporto tecnico-professionale ed un’adeguata cornice di sicurezza.

In particolare, la Guardia di Finanza, lungo la rotta segnata dalla “Walkirye”, ha messo a disposizione la consulenza qualificata del personale della Sezione Vela della Scuola Nautica di Gaeta, di tutti i reparti navali periferici interessati dal tragitto ed, a Roma, il coordinamento della Centrale Operativa del Comando Generale.
Nella giornata del 20 settembre 2003, alla famiglia Frascisco è stata consegnata, in Lipari, a bordo dell’imbarcazione “Walkirye”, da parte del comandante della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Messina, Cap. Antonino Donato, e del Cap. Calogero Scibetta, Comandante della Compagnia di Milazzo (ME), un plico contenente il volume “Finanza di Mare”, segno dell’impegno che le Fiamme Gialle riversano nel sociale nonché a testimonianza del profondo spirito umano che anima i suoi appartenenti.

Una vita sicuramente speciale e normale allo stesso tempo, quella del piccolo-grande Niky, che ha permesso alla famiglia Frascisco di vedere moltissimi posti nuovi, e di poter conoscere persone di tante nazionalità diverse. «Vivo una parte della mia vita al Sud - ha spiegato Niky - e ho vissuto all’estero tra Tunisia, Albania e Grecia. La cosa più importante per me è poter ingrandire la mia cultura e non limitarmi mai».

Niki e l’istruzione

Durante l’anno Niki e la sua famiglia si spostano continuamente lungo i porti italiani; in estate sono ormeggiati nelle Isole Eolie dove, da giugno ad agosto, organizzano micro-crociere, per auto finanziare l’associazione Walkirye Adventures, che si occupa di tenere Niky a vivere sul mare e di divulgare il sistema di istruzione attraverso la videoconferenza, di cui Niky è il progetto pilota. Proprio attraverso il progetto “Una scuola per Niky”, in collaborazione con il Miur, Telecom Progetto Italia, Telespazio, Aethra e Guardia di Finanza, i genitori del ragazzo sono riusciti a garantirgli la frequenza quotidiana a scuola. Infatti, attraverso un sistema innovativo di educazione scolastica e di integrazione a distanza, in video conferenza satellitare. Difficile immaginare che un ragazzo che vive una quotidianità come questa, possa frequentare la scuola come un giovane qualsiasi, invece, il liceo scientifico di Salerno, «Francesco Severi», ha accettato la sfida di averlo come alunno. «Sono davvero felice di poter frequentare il liceo - ha spiegato Niky in videoconferenza dalla barca Walkirye - la compagnia dei propri amici, soprattutto per un ragazzo della mia età, è anche più importante dell’istruzione. Spero che il mio caso pilota dia la possibilità anche ad altri ragazzi di poter sfruttare questo tipo di istruzione a distanza».
Grande, è l’impegno degli enti coinvolti, come il Centro Metid del Politecnico di Milano che ha predisposto un ambiente online per facilitare l’interazione tra i componenti della classe di Niky.
Se mamma e papà sono i suoi angeli custodi, per Niky fanno anche le professoresse che lo seguono. Proprio da un’idea di una di queste, Gilda Ricci, verrà proposto presto nel liceo salernitano anche un musical, dal titolo «Tutti sulla barca», che trae ispirazione dalle parole trovate sul sito del piccolo Niky.

Niki e lo sport

Quando lo sport ha la capacità di ridare un sorriso a qualcuno, è bello e giusto scriverne e parlarne.
E proprio dalla sua barca, il Walkirye, ora Niky potrà fare anche sport. Alcuni mesi fa, il ragazzo che ama tirare di fioretto, ha preso parte ad una speciale lezione di educazione fisica, organizzata sulla banchina del porto, dal Club Scherma e dai docenti del Liceo Severi di Salerno, la scuola che frequenta. Sarebbe proprio la spada, la grande passione di questo ragazzo che, anche e soprattutto grazie allo sport, può sentirsi sempre più simile ai compagni e a chi vive in modo più tranquillo. «Questo sport mi appassiona, mi piace moltissimo - ha dichiarato il quattordicenne nei giorni scorsi -. La scherma resta il mio sport preferito e per me, potermi muovere e fare sport, significa vivere».
Il grande amore di Niky per l’attività sportiva, non nasce oggi, ma diversi anni fa, quando iniziò a prendere lezioni di pallavolo e di basket, ma «con la scherma è tutta un’altra cosa - ha detto. Spero di poterla praticare ancora e magari, un giorno, insieme ai miei compagni di classe». La storia di Niky Frascisco ha commosso tutti ed ora, l’attività sportiva, ha donato quel sorriso, quel sollievo in più che un ragazzo della sua età, deve avere.
Grazie anche al lavoro della professoressa di educazione fisica, Lella Lembo, e al Presidente della Federscherma Campania, Matteo Autuori, Niky ha potuto anche tirare di scherma e vedere i campioni della scuola. Grazie alla docente, Niky potrà praticare le lezioni di educazione fisica letteralmente sul campo. «L’idea di far fare l’ora di educazione fisica il più possibile qui vicino è un modo per cercare di dare a Niky una lezione più normale possibile ogni sabato - ha spiegato la prof. Lembo -. Quando dovrà lasciare Salerno, sospenderemo le lezioni per poi riprenderle una volta che tornerà qui». Il suo nuovo amore per la scherma è appena cominciato, ma Niky ha già avuto modo di ascoltare i consigli di grandi fiorettisti, come Marco Autuori e presto ne conoscerà altri. I suoi beniamini sono pronti a salire sul Walkirye proprio per conoscerlo e parlargli del loro grande amore per questa disciplina, sempre più amata e conosciuta. Presto, avrà anche l’onore di scambiare due parole con Giampiero Pastore, lo sciabolatore azzurro, bronzo olimpico a Pechino 2008.

Insomma, il suo personale duello con l’asma a suon di colpi di fioretto è cominciato e ha il vento in poppa.

FONTI: walkirye.com, corriere.it, lineaquotidiano.net


E' davvero bella la storia del giovane Niky, questo ragazzo 14enne affeto da una forma grave di asma bronchiale, che vive su una goletta di 26 metri, la Walkirye, in mezzo al mare. E' una bella storia ed è condita dai valori più alti, come l'Amore dei propri genitori, disposti a lasciare tutto, casa e lavoro, per permettere al proprio figlio di vivere in un luogo che potesse essergli "amico" visti grandi disagi per la sua salute a rimanere sulla terraferma. A questo si deve aggiungere la grande forza di volontà di Niky nell'affrontare una vita del tutto particolare come questa, una vita che, non ci si illuda in proposito, non dev'essere per nulla facile, sopratutto per un ragazzo di questa età, in cui si ha un grande bisogno di libertà e di poter socializzare con i propri coetanei, cosa che Nicky può fare per via telematica e solo molto saltuariamente dal vero. Ma la volontà a Nicky non difetta di sicuro e questo si evidenzia nella sua grande determinazione nell'affrontare gli studi scolastici (Liceo) e nel voler praticare uno sport che ama molto come la scherma.
E allora tanti auguri Nicky.... per tutto quello che la vita ti offrirà e per quello che tu saprai trarre da essa.

Marco