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domenica 7 novembre 2021

Il grande cuore dei Sammarinesi: 1000 ore di ferie donate per assistere il figlio disabile

Da oltre tre anni la vita della famiglia Toccacelli è radicalmente cambiata.
Il 1° maggio 2018, Bryan Toccacelli, 26 anni, campione di motocross della Repubblica di San Marino, ha un terribile incidente mentre si stava allenando sulla pista di motocross della Baldasserona: durante un salto la moto si spegne e Bryan cade rovinosamente a terra. Si capisce immediatamente che si tratta di una cosa molto seria: Bryan riporta le fratture delle vertebre C3 e C4 con gravi lesioni al midollo. La prognosi è infausta: paralisi totale dal petto in giù, quindi totale immobilità di gambe e braccia.
Da questo momento in avanti inizia una nuova vita per Bryan e la sua famiglia, una vita che tuttavia decidono di affrontare di petto, senza darsi per vinti. Iniziano 10 lunghi mesi di ricovero in un centro di riabilitazione di Imola, dopo di che Bryan torna a casa, ma ha bisogno di una assistenza continua, 24 ore su 24.

La madre Sabrina Guerra, cuoca delle scuole elementari, e il papà di Bryan, gommista, hanno bisogno di aiuto.... e questo arriva provvidenziale da parte dell'amica e collega di lavoro di Sabrina, Cristina Severi, che le suggerisce di lanciare un appello sui social network, ma anche attraverso il "passaparola", facendo leva su una Legge della piccola Repubblica che riconosce la possibilità di usufruire di "ferie solidali" non utilizzate, donate da dipendenti pubblici e privati, per poter assistere familiari disabili bisognosi di assistenza. Si tratta di un vero e proprio dono del "tempo", preziosissimo in situazioni gravose come queste.

In Italia, questa Legge che regola ferie e riposi solidali è stata introdotta dal Jobs Act nel 2015. A San Marino, questo decreto del 2018 si aggiunge a una Legge presente fin dal 2013 che prevede per l'assistenza e la cura di un portatore di handicap grave, permessi speciali retribuiti.

L'appello lanciato da Sabrina e Cristina ha un enorme successo, viene accolto da un numero grandissimo di persone, ciascuna donando il proprio: chi un giorno, chi cinque, chi dieci, il direttore del posto di lavoro di Sabrina addirittura 27! Non mancano "donazioni" anche da parte di personale medico e sanitario, cosa quanto mai meritevole, vista l'emergenza Covid in atto.

Da tre anni a questa parte Sabrina riceve giorni di ferie donate dal grande cuore dei suo concittadini, cosa che gli ha permesso di poter stare a casa dal suo luogo di lavoro, senza tuttavia perderlo, per stare a fianco e assistere suo figlio Bryan in ogni ora, minuto e secondo della propria vita. In tutto questo Sabrina è stata aiutata anche da tanti suoi amici, che non hanno mai fatto sentire solo Bryan, accompagnandolo sovente anche fuori per farlo svagare.
Mamma Sabrina non ha mai nascosto la sua commozione dinanzi a tanta Generosità: “Le persone mi stanno donando ferie dal mese di novembre del 2018. I primi tempi i numeri erano piccoli, poi nei mesi successivi sono stata inondata di ferie e d’Amore. Non posso che dire grazie. (cit. Il Resto del Carlino)

Le ferie di mamma Sabrina termineranno il 4 gennaio 2022, dopo probabilmente dovrà riprendere il suo lavoro di cuoca. La situazione però, nel frattempo, è nettamente migliorata: suo figlio Bryan sta meglio e ha imparato a muovere il mouse del computer con la testa, cosa questa che gli ha persino permesso di trovare lavoro presso la segreteria dell'Ufficio Turistico.

Qualsiasi cosa accadrà in futuro, c'è da scommettere che Bryan e la sua splendida famiglia se la sapranno cavare egregiamente. La voglia di vivere non è mai venuta meno e il grande cuore dei sammarinesi saprà fare certamente il resto.


Marco

Novembre 2021

martedì 16 febbraio 2016

Rosanna Benzi e la sua straordinaria voglia di vita


Una donna, forza della natura, spirito libero

Quante volte ci si ritrova a dire
basta! Quante volte siamo demoralizzati, scoraggiati, tristi, abbattuti e non troviamo le forze per rialzarci, pensando che il mondo intero sia contro di noi. Ci sono momenti della vita in cui tutto appare nero, in cui sembra che l’intero universo si sia coalizzato per farci dispetto. Il dolore, la rassegnazione prendono il sopravvento e non si trova più la via d’uscita. La disperazione si fa largo nell’anima, nel cuore c’è un macigno che lo stritola e una domanda pulsa nella mente: “Perché a me?”.
Ho voluto fare questo preambolo per introdurre la vita di un personaggio a molti noto soprattutto a coloro che hanno la mia età; mentre forse i giovani, gli adolescenti non conoscono la sua storia. Ed è giusto a mio avviso ricordarla, anche perché il 4 febbraio si sono celebrati i 25 anni dalla sua scomparsa. Sto parlando di una donna straordinaria, che non si è fatta abbattere dalla vita, ma l’ha combattuta fino al suo ultimo respiro: Rosanna Benzi.
Ciò che ancora oggi ricordo di lei è il suo sorriso restato immutato nel tempo. Quel sorriso aperto che sapeva d’amore e di gioia che tante persone non hanno. E la sua incredibile, insaziabile voglia di fare e quel senso di libertà che riusciva ad emanare nonostante la sua condizione. Libertà: una parola che molti non conoscono perché chiusi dentro le loro paure, delle volte immaginarie, costruite su paranoie e quindi, non reali. Si può essere liberi seppure chiusi dentro quattro mura e, al contrario, si può essere prigionieri anche di se stessi nonostante la capacità di muoversi e di uscire.
Rosanna aveva circa 13 anni quando fu colpita da una delle forme più gravi di poliomielite, quella bulbo-spinale, che le causò una tetraplegia e una grave insufficienza respiratoria. Originaria del Piemonte fu subito ricoverata all’Ospedale San Martino di Genova e da lì è entrata nel "famoso" polmone d’acciaio che lei battezzò scherzosamente: “il mio scaldabagno”.
La cosa sbalorditiva di questa donna che ha vissuto il resto della sua vita (ben 29 anni) in quella condizione, era la sua innata voglia di vivere da protagonista e non da spettatrice. Non si è mai demoralizzata davanti alla malattia, ma con coraggio l’ha affrontata conoscendo anche l’amore. Si è districata proponendo tanti progetti, alcuni dei quali attivi ancora oggi. Con queste parole potete comprendere il suo pensiero: “Credo che la vita vada sempre vissuta comunque, perché non vivere è essere sconfitti. E non credo che sia giusto, essere sconfitti”.
Primo Levi in una missiva le ha scritto delle frasi bellissime che vi ripropongo: “L’effetto della sventura è imprevedibile: ciascuno di noi possiede riserve che nessuno conosce, neppure lui stesso. Tu ne hai attinto una sapienza che sorprende: hai imparato a cercare soddisfazione nelle cose che hai, non in quelle che ti mancano; hai sperimentato che tutte le esperienze, anche le più dure, possono arricchire, e sei diventata ricca”.
All’età di 28 anni Rosanna fondò e diresse una rivista dal nome: "Gli Altri" nella quale scriveva campagne di sensibilizzazione nei confronti dei temi dell’handicap e dell’emarginazione sociale. Tra queste vanno ricordate la campagna contro le barriere architettoniche e le coraggiose inchieste sui diritti alla sessualità dei disabili. Scrisse anche libri, il primo sulla sua storia dal titolo emblematico: "Il vizio di vivere".
Ecco chi era Rosanna Benzi; non solo una donna, ma un simbolo di coraggio, di forza, di amore per la vita e di altruismo, che ha saputo trarre il meglio di ogni cosa. E’ riuscita a realizzare tutti i suoi sogni, dato che non ha visto dinanzi a sé ostacoli insormontabili, ma problemi risolvibili con la determinazione. Il 4 febbraio 1991 a soli 43 anni non ancora compiuti, il "bruco" si è trasformato in una meravigliosa farfalla libera di volare.
Per ricordare Rosanna Benzi il 20 febbraio alle ore 21 si terrà uno spettacolo presso il Teatro S. Sabina a Genova – accessibile ai disabili – con testimonianze, video ed estratti dei suoi libri. Ingresso libero.


di Dora Millaci 

3 febbraio 2016

FONTE: Dailyslow.it
http://www.dailyslow.it/rosanna-benzi-e-la-sua-straordinaria-voglia-di-vita/



Splendido articolo dell'amica Dora Millaci che propongo con grande piacere sulle pagine di questo blog.
Quando Rosanna Benzi si è trasformata in "farfalla", il 4 febbraio 1991, io avevo 15 anni, ero in un età della vita in cui ero preso da tante cose e piuttosto "distratto" verso certe tematiche..... eppure ciò nonostante di Rosanna Benzi mi ricordo bene, per averla vista in qualche occasione in televisione, e mi destò una grande impressione per la sua tenacia, voglia di fare e di vivere nonostante le sue condizioni di pressochè totale immobilità. Ora, a distanza di tempo e con maggior capacità di riflessione e di empatia, non posso fare altro di dire che Rosanna era veramente una grande Donna, sopratutto un grande esempio, ieri come ora, per tante, tante persone. Credo che ogni persona, pensando a lei, possa trarre forza e motivazione in ogni situazione della vita, anche quelle che ci sembrano più nere. E so con certezza che questa forza Rosanna l'ha trasmessa veramente a tante persone, durante l'arco della sua vita.
E allora fa solo bene ricordarla a 25 anni di distanza dalla sua scomparsa, perchè certi esempi rimangono immutabili nel tempo e ci "spronano" sempre a cercare di essere migliori.

Marco