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venerdì 25 ottobre 2019

“Aiutatemi!” Elettrosensibile disperata ma ancora viva: il 5 Novembre, a Roma si manifesta anche per lei (e per tutti i malati come lei)


Grande entusiasmo e voglia di partecipare alla prima manifestazione nazionale unitaria Stop 5G promossa dall’Alleanza Italiana Stop 5G il 5 Novembre a Roma dentro e fuori il Parlamento. La rivendicazione del diritto alla tutela della salute, ad essere disconnessi e soprattutto non irradiati dalle pericolose radiofrequenze, arriva dalla società civile consapevole ma soprattutto dai malati, principalmente di elettrosensibilità, sensibilità chimica multipla e fibromialgia così come denunciato a più riprese dal portavoce nazionale Maurizio Martucci alla Camera dei Deputati, al Senato e nel Parlamento Europeo.

A ridosso della manifestazione di Roma, a cui hanno già aderito numerosi malati gravi che si alterneranno in piazza Montecitorio nella denuncia di una vita ormai insostenibile per colpa del wireless, arriva l’accorato appello di Yvelyse Martorana, donna siciliana gravemente malata di EHS-MCS, di cui OASI SANA si è più volte occupata. Ecco l’ultima disperata richiesta d’aiuto.

Dopo mesi di silenzio sento l’esigenza di tornare a parlare della mia condizione di malata di MCS (Sensibilità Chimica Multipla) ed EHS (Elettroipersensibilità).
Dal mese di marzo 2019 vago da una provincia all’altra della Sicilia dove ho trovato sistemazioni temporanee per proteggermi dalle irradiazioni elettromagnetiche della città, irradiazioni che mi avevano ridotto a vivere nella perenne penombra. A causa di un problema agli occhi, provocato dalle onde emesse dagli impianti wi-fi, da cellulari e ripetitori, infatti, per molto tempo non ho più sopportato la luce, sia quella naturale che quella elettrica, e il perenne dolore all’area oculare mi ha impedito per mesi di leggere e scrivere.

In marzo sono stata contattata da una persona che mi ha offerto la sua casa al mare, in provincia di Caltanissetta, lì ho trascorso tre mesi. Questa persona rimane nel mio cuore e voglio ancora ringraziarla perché grazie a lei ho cominciato a migliorare e sono tornata un po’ alla luce, in tutti i sensi.
I mesi successivi, ahimè, mi hanno invece preservato brutte sorprese. Non voglio entrare nei dettagli, ma posso dirvi che ne ho viste di tutti i colori e, ad oggi, la mia via crucis continua. Purtroppo, non ho ancora trovato una vera sistemazione e questa precarietà, questo continuo peregrinare, stanno facendo di nuovo peggiorare le mie condizioni generali di salute.

In base all’esperienza vissuta finora, posso affermare che il problema della casa è forse uno dei più gravi che un malato di MCS ed EHS si trovi ad affrontare.
Rimanere senza casa a causa della malattia è di per sé drammatico, ma ancora più gravi ed inaccettabili sono gli abusi e le discriminazioni che spesso si è costretti a subire.
Accade sovente che la necessità e l’urgenza di un riparo ci portino ad accettare condizioni abitative altrimenti inaccettabili, a non esigere tutele e garanzie di contratti regolari, ad elemosinare comprensione e rispetto per le nostre particolari condizioni di salute, venendo troppo spesso per questo considerati disturbanti o, addirittura, la nostra presenza viene vissuta come limitante per il prossimo.

Più di un padrone di casa mi ha aperto le porte, per poi richiudermele in faccia quando ha capito che potevo essere un problema a causa della mia strana e inconsueta malattia; tante volte mi è stato detto che con le mie richieste (dettate da gravi motivi di salute, non da capricci, badiamo bene !) calpestavo i diritti altrui, mai nessuno, però, che abbia riflettuto sul fatto che, ignorando le mie richieste, stava calpestando i miei di diritti, primo fra tutti quello alla salute.
Adesso, dopo mesi di peregrinazioni, il mio compagno ed io ci ritroveremo di nuovo per strada a trascorrere le giornate in auto, alla ricerca di zone poco irradiate da CEM (campi elettromagnetici), per tornare nel nostro appartamento di Bagheria solo di notte, dove potrò dormire a mio rischio e pericolo in quanto i livelli di irradiazione elettromagnetica sono altissimi e ormai proibitivi per il mio stato di salute.
Tutto questo con l’inverno alle porte!

Non esito a dire che siamo disperati, anche perché trovare soluzioni valide è complicatissimo, direi che in certi momenti sembra quasi impossibile. Molti ci consigliano di allontanarci dalla nostra provincia, cosa che abbiamo già fatto, ma con gravi difficoltà. Andrea ed io abbiamo anche una vita pregressa da gestire, scadenze ed impegni che richiedono la nostra presenza, complicatissima da garantire se ti trovi dall’altra parte della Sicilia o se, come me, non puoi spostarti con facilità. Essere troppo lontani dalla propria zona, inoltre, significa non avere una rete di amici e familiari che possano darti una mano: la solitudine è un vero nemico quando sei in condizioni di grave bisogno e getta chi ti assiste e ti sta vicino nello scoramento. Non dimentichiamo questi aspetti, vi assicuro che sono fondamentali.

Alla luce di quanto detto e in forza della mia terribile esperienza, ritengo indispensabile che si formi un gruppo di autoaiuto (auspicabile sarebbe l’appoggio delle Associazioni già esistenti) formato da Professionisti (Avvocati, Medici,…), privati cittadini, a tutela e sostegno dei malati di MCS ed EHS in condizioni di grave crisi abitativa a causa della malattia.
Gli obiettivi principali dovranno essere i seguenti:
1. ASCOLTO (abbiamo bisogno di qualcuno che comprenda realmente il nostro dramma, senza dover spiegare sempre tutto);
2. AIUTO NELLA RICERCA E NELLA SEGNALAZIONE DI ZONE E/O ABITAZIONI POCO IRRADIATE, POTENZIALMENTE ADATTE ANCHE AD UN MALATO DI MCS;
3. SUPPORTO E CONSIGLI LEGALI AL FINE DI LIMITARE ABUSI E DISCRIMINAZIONI LEGATI ALLA MALATTIA DA PARTE DI PADRONI DI CASA, VICINI, AMMINISTRATORI CONDOMINIALI ECC…


Tutti coloro che sentono di avere cuore e fegato per aiutarci in questa lotta per la sopravvivenza, possono contattarci ai seguenti indirizzi del mio compagno Andrea Borgia:
mail: anborgia@libero.it
cellulare/wh: 3687769190


Grazie di cuore

Yvelyse Martorana



12 ottobre 2019

FONTE: Oasi Sana

giovedì 30 giugno 2016

Sensibilità Chimica Multipla ed Elettrosensibilità, le morti ignorate


Quando s’apprende che un cittadino muore a causa dell’inerzia dello Stato, è sempre un pugno allo stomaco. Soprattutto se l’aggravante sta nello strabismo governativo di chi finge di non capire che perdere tempo utile per gli affetti da Sensibilità Chimica Multipla (MCS) ed Elettrosensibilità (EHS) equivale a una condanna a morte.

La notizia dell’ultima vittima arriva da Lecce. Nella lista dei decessi "scomodi" s’è aggiunta Maria Donno, 62enne abbandonata al suo destino e arrivata a pesare 29 chili. Una donna sfinita dalla lotta contro i muri di gomma: chiusa la struttura in cui per qualche tempo si era curata, l’Imid di Campi Salentina, è rimasta vittima dell’assenza di strutture ospedaliere (compreso il Vito Fazzi di Lecce) idonee alla cura di una malattia ambientale.
Prima di lei, N. P. (70 anni di Brescia) morta nel 2000, spirò in una clinica privata: inutilmente venne allestita un’apposita stanza protetta, mancando nosocomi pubblici, dopo che l’MCS cominciò a generare la strada ai tumori a fegato e pancreas.
La morte più eclatante fu quella di Giancarlo Guiaro (55 anni, bolognese), consumatasi dopo una vita trascorsa a lottare contro la politica e un sistema sanitario non protettivo. Guiaro si suicidò nel 2009 nello studio del medico con un colpo di pistola dopo che, per curare l’MCS si era indebitato, aprendo anche un contenzioso con la Regione Emilia Romagna sulle terapie effettuate in Germania.
Sempre nel 2009, ma a Pistoia, si tolse la vita una 48enne gravemente colpita da Elettrosensibilità: l’insopportabile sofferenza fisica, l’assenza di terapie e il grave isolamento sociale causato dall’onnipresente elettrosmog, la portarono al suicidio nell’indifferenza di quanti ignorarono il movente, spia d’allarme di una società che espone la salute pubblica a rischi silenti.

Il 9 marzo 2013 s’arrese Linda Sabatini, 36enne: il procuratore aggiunto di Roma, Leonardo Frisani, aprì un’inchiesta per omicidio colposo, contro ignoti, basata sulla denuncia dei familiari: la morte, sostenevano i congiunti, era avvenuta perché nessun ospedale di Roma era stato in grado curare la giovane donna. L’MCS l’aveva resa anemica, erano sorte innumerevoli allergie alimentari che le impedivano ogni forma di alimentazione. Così, Linda morì di inedia, nel giorno del suo ultimo compleanno.

Non fiori, ma opere di bene all’associazione di volontariato e solidarietà umana Giulia”, recitava il necrologio su "La Nuova Ferrara", comparso nel 2015, dopo la morte dell’impiegata P. G. (48 anni): lasciando marito e figlio minore, anche lei preferì uccidersi lanciandosi nel Canale Logonovo, al Lido degli Estensi. Le infiltrazioni per un intervento chirurgico le avevano procurato l’MCS, da lì era emerso un tumore al seno.

Annus Horribilis il 2015 per le persone affette da MCS: nel giorno della festa della donna di quell’anno muore anche la 68enne C. Z., dopo anni di lotta contro la Asl emiliana per il riconoscimento della sua patologia, tutt’altro che rara. Aveva lavorato in una fabbrica ferrarese di cornici in cui era massiccio l’uso di metalli pesanti e solventi tossici. Molti operai si ammalarono di tumore (persino l’imprenditore!): la signora Cosetta cominciò a perdere i capelli, nel sangue si trovarono alluminio, benzene e altre tossine.

Ma adesso, però basta. Fermiamoci con un invito: bisogna agire politicamente e subito! Adottando provvedimenti di sanità pubblica di prevenzione e tutela per la popolazione esposta ai rischi ambientali: le è chiaro il messaggio, cara ministra della Salute Beatrice Lorenzin?

di Maurizio Martucci

11 giugno 2016

FONTE: Ilfattoquotidiano.it
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/11/sensibilita-chimica-multipla-ed-elettrosensibilita-le-morti-ignorate/2817141/


Articolo nudo e crudo (ma ci vuole) del giornalista Maurizio Martucci, sulla situazione dei malati di Sensibilità Chimica Multipla (MCS) ed Elettrosensibilità (EHS). Una situazione che definire pessima è poco, in quanto queste patologie non sono neppure riconosciute dal nostro sistema sanitario nazionale ed i malati sono letteralmente abbandonati a loro stessi. L'articolo del resto parla chiaro: gente che muore per l'aggravarsi della propria malattia o che non riesce a reggere emotivamente il terribile impatto che ti procura avere una patologia del genere, fino all'estremo gesto del togliersi la vita! Se ci pensiamo bene, se ci fermiamo a riflettere un attimo su questi luttuosi avvenimenti, ci rendiamo conto di quanto sia terribile tutto questo! Ed è ancor più terribile perchè queste persone si potevano salvare, perchè esistono delle terapie che aiutano realmente queste persone a stare meglio, ma queste non sono reperibili qui in Italia! Molti malati poi trovano un grandissimo giovamento nello spostarsi, nel passare dal proprio luogo di residenza ad un luogo, in montagna o al mare, dove c'è meno inquinamento e quindi aria più salubre. Ma chi non ha la possibilità economica di spostarsi, di cambiare casa, come fa? E poi i medici, ancora in gran parte così ignoranti in materia, e le strutture ospedaliere, totalmente inadeguate per ospitare e curare questi pazienti.
Ci sarebbe tanto, tantissimo da fare per questi malati..... ma intanto perchè non iniziamo a riconoscere questa malattia, come invece avviene già in altre Nazioni del mondo? C'è bisogno di un cambiamento forte, perentorio, duraturo! Non si può attendere ancora, altrimenti la lista dei decessi causati dalla malattia e dalle inadempienze delle istituzioni non potrà fare altro che allungarsi ancora!

Marco