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lunedì 12 novembre 2012

Sclerosi Multipla, Nicoletta Mantovani: "Guarita grazie al metodo Zamboni"

Sei mesi dopo l'operazione con il «metodo Zamboni» si ritiene «guarita dalla Sclerosi Multipla». Non ha più i sintomi tipici della malattia e dice di essere finalmente tornata a vivere una vita «normale»: a parlare è Nicoletta Mantovani, vedova del tenore Luciano Pavarotti, che racconta la sua storia sulle pagine del settimanale Gente, in edicola oggi. «Non accuso più alcun sintomo - ha affermato -. Mi è stata data una seconda vita».

LA MALATTIA - Oggi Nicoletta Mantovani ha 43 anni, e può dire di aver sofferto di Sclerosi Multipla per 25 anni. Ne aveva infatti 18 quando scoprirono per la prima volta i sintomi della malattia - perdita progressiva della vista a un occhio, stanchezza frequente, episodi di intorpidimento alle mani, scarsa sensibilità dall'ombelico in giù - che, inizialmente, vennero scambiati prima per problemi legati alla crescita, poi per il troppo stress. Poi, nel 1994, un viaggio a Los Angeles negli Stati Uniti confermò invece la diagnosi: Sclerosi Multipla.

L'INCONTRO COL PROF. ZAMBONI - Nel 2009 divenne assessore alla Cultura a Bologna, e in occasione di un convegno incontrò Paolo Zamboni, il chirurgo vascolare dell'Università di Ferrara ideatore dell'ormai noto «metodo Zamboni», secondo cui alla base dell'insorgenza della sclerosi multipla ci sarebbe la CCSVI, l'insufficienza venosa cronica cerebro-spinale, e che la rimozione - tramite angioplastica - delle ostruzioni dalle giugulari tipiche della Ccsvi che impediscono al sangue di affluire correttamente al cervello risulterebbe risolutiva per la Sclerosi Multipla stessa. Dopo una lista di attesa di un anno e mezzo, all'operazione Nicoletta Mantovani si è sottoposta sei mesi fa. E ora afferma di essere rinata a nuova vita.

COMUNITA' SCIENTIFICA DIVISA - Il «metodo Zamboni» ha diviso la comunità scientifica internazionale. Secondo Nicoletta Mantovani, però, la scienza dovrebbe accostarcisi senza pregiudizi. Perché in Italia ci sono 63 mila malati di Sclerosi Multipla, e in tanti credono in questo metodo.

di red

 
12 novembre 2012

FONTE: salute24.ilsole24ore.com
http://salute24.ilsole24ore.com/articles/14886-nicoletta-mantovani-guarita-dalla-sclerosi-multipla-grazie-al-metodo-zamboni?refresh_ce


Personalmente ho sempre pensato che il Prof. Zamboni ci abbia visto giusto con la sua scoperta, quella della correlazione della CCSVI con la Sclerosi Multipla. In verità non ritengo che questa sia la sola causa della Sclerosi Multipla, ma una importante concausa, questo sì.
Una notizia come questa può solo farmi piacere, nonchè dare tanta speranza a chi aspetta con ansia di potersi sottoporre a questa operazione.

Marco

giovedì 29 dicembre 2011

L'Emilia Romagna conferma l'impegno per la sperimentazione guidata da Zamboni

Il Consiglio regionale si impegna a confermare la copertura economica di 2,5 milioni di euro per avviare la sperimentazione del cosiddetto "metodo Zamboni" sulla Sclerosi Multipla. A darne notizia è l'associazione CCSVI - Sm Onlus


ROMA - Il Consiglio regionale dell'Emilia Romagna ha votato all'unanimità, prima del Natale, un ordine del giorno che "impegna la giunta a confermare la copertura economica" per ‘Brave Dreams' (BD), la sperimentazione guidata da Zamboni, e a farla partire entro tre mesi. A darne l'annuncio è l'Associazione CCSVI - Sm Onlus, che da anni si batte per il riconoscimento della Insufficienza Venosa Cronica Cerebrospinale - la nuova patologia venosa scoperta dal prof. Paolo Zamboni (Università di Ferrara) - e della sua correlazione con la Sclerosi Multipla. Tale sperimentazione, è ricordato nell'odg approvato, si chiama 'Studio della efficacia e della sicurezza del trattamento con angioplastica venosa sui pazienti affetti da sclerosi multipla', ed è un progetto "che sta riscuotendo un crescente interesse da parte delle strutture sanitarie e scientifiche nazionali, europee e mondiali".


Il finanziamento, di 2,5 milioni di euro, spiega l'associazione era il grande scoglio su cui tale sperimentazione si era arenata. "L'unico intoppo possibile dal momento che BD è stato approvato dal Comitato Etico da oltre un anno - aggiunge l'associazione -, e che tutto è da tempo rigorosamente pronto per partire. Adesso, la Regione ER si è impegnata definitivamente, e non potrà più esserci passaggio burocratico od ostacolo di altra natura che tenga". L'Associazione CCSVI - Sm Onlus, inoltre, esprime enorme interesse per il fatto che l'Ospedale di Cona, nel quale si trasferirà tra qualche mese il S. Anna di Ferrara, possa diventare centro di riferimento per tutta Italia per le due patologie: da subito, centro pubblico diagnostico e sede di sperimentazioni terapeutiche, e in un futuro luogo di eccellenza nel quale sia praticata liberamente per CCSVI e SM la terapia individuata da Zamboni e da Fabrizio Salvi (neurologo dell'Ospedale Bellaria di Bologna), ossia l'angioplastica dilatativa (Pta).

"Brave Dreams, Sogni Coraggiosi - spiega l'associazione -, acronimo per Brain Venous Drainage Exploited Against Multiple Sclerosis, significa sfruttare il drenaggio venoso contro la Sclerosi Multipla. Paolo Zamboni ha scoperto la CCSVI e la stretta correlazione tra questa e la Sclerosi Multipla: in pratica, un altissimo numero di malati di SM ha le vene che scaricano il sangue dal sistema nervoso centrale (giugulari e del torace) malformate e/o occluse. Ha scoperto anche che, ‘liberando' le vene malformate e occluse con l'angioplastica, tecnica mininvasiva a bassissimo rischio praticata da oltre vent'anni per disostruire le arterie, i sintomi della Sclerosi Multipla migliorano sensibilmente e la malattia può bloccarsi". Numerosi gli studi su questa tecnica, aggiunge l'associazione, "ma occorre una sperimentazione che risponda a tutti i criteri internazionalmente richiesti perché l'evidenza scientifica di tutto questo diventi inoppugnabile e accettato da tutti. Questa sperimentazione si chiama Brave Dreams, e finalmente partirà".

26 dicembre 2011

FONTE: http://www.superabile.it/web/it/REGIONI/Emilia_Romagna/News/info1713703727.html


Un solo commento: FINALMENTE SI INIZIA.... era ora !

Marco

lunedì 6 giugno 2011

31 maggio 2011 manifestazione a Roma per i diritti dei disabili


Il 31 Maggio 2011 è stata indetta una manifestazione in Piazza Montecitorio dal Movimento Italiano Disabili (M.I.D.) nella quale sono stati invitati tutti i disabili nonchè le associazioni che li tutelano. Alla manifestazione erano presenti circa un centinaio di persone o poco più, in particolar modo il gruppo CCSVI (Sclerosi Multipla) e il gruppo della Fibromialgia (FM), oltre ai maggiori rappresentanti del Movimento Italiano Disabili.

I punti principali per i quali il M.I.D. si sta battendo e che sono stati chiesti a gran voce a questo evento sono:

1) Aumento assegno sociale (invalidità civile) 260 euro (Media europea 500 euro)
2) Aumento delle pensioni minime da 470 euro a 700 euro
3) Aumento assegno di accompagnamento da 480 euro a 1000 euro
4) Prepensionamento per i familiari con disabili gravi e gravissimi

5) Assegno per il familiare che assiste il disabile di 500 euro
6) Esenzione dei ticket per i disabili e le fasce più deboli
7) Riconoscimento delle malattie rare
8) C.C.S.V.I. contro la Sclerosi Multipla, avendo diritto di potersi sottoporre all'intervento di "liberazione" secondo le direttive del Dott. Zamboni
9) Una vera politica contro le barriere architettoniche
10) Dipartimento unico della disabilità, per far smettere il continuo
sperpero di risorse da parte di regioni, enti, province e comuni

Verso le 12.00, il Presidente del M.I.D. e il Vice Presidente sono stati ricevuti presso Montecitorio, ma dato che era in corso una votazione, l'incontro con il Presidente della commissione, nella veste di Livia Turco, è saltato. L’appuntamento è stato quindi spostato di una settimana e in questo incontro si affronteranno i vari punti di richiesta esposti dal Movimento Italiano Disabili.
Dall’esterno qualche deputato come Anna Paola Concia si è fermato ad ascoltare quello che avevano da dire i manifestanti, e così anche l'Onorevole D'Alema e il parlamentare Donadi che ha promesso di aprire un interrogazione parlamentare. La manifestazione è stata molto pubblicizzata, sopratutto attraverso il web, ma nonostante questo, con rammarico, non sono scese in campo altre associazioni di disabili oltre al Movimento Italiano Disabili. Ci si attendeva anche la partecipazione dell'Onorevole Guido Guidi che aveva promesso di presenziare all'evento, ma evidentemente è stato trattenuto da impegni urgenti. Il Movimento Italiano Disabili promette che questa manifestazione è solo una delle prime battaglie a livello nazionale per far sentire la voce delle persone disabili. L’intenzione del M.I.D. sarebbe quella di cercare di riunire sotto un’unica bandiera le varie associazioni e farsi portavoce per esse e per tutto il popolo dei disabili, perché solo uniti e coesi è possibile migliorare la situazione dei tanti disabili presenti su tutto il territorio nazionale.

FONTE: ilmid.it




Questa manifestazione è frutto del malessere e del disagio generale che tanti malati e disabili sono costretti a subire per la poca o nulla considerazione che lo Stato ha verso di loro. Malati di Sclerosi Multipla che attendono DISPERATAMENTE di potersi sottoporre all'intervento di liberazioni alle giugulari secondo la scoperta del Prof. Zamboni, malati di Fibromialgia, Sensibilità Chimica Multipla ed Encefalomielite Mialgica (Sindrome da Fatica Cronica) che vogliono essere considerati come Veri malati, quali essi sono, e non malati di serie Z con delle patologie non ancora riconosciute dal nostro SSN o, peggio ancora, scambiati per malati psichiatrici. Tutto questo in un ottica di tagli e riduzioni perpetrate dal nostro Governo sopratutto in questi ultimi 3 anni, che hanno ulteriormente peggiorato le cose, in particolar modo per i disabili più gravi (vedi, per esempio, i malati di SLA) che si sono visti ridurre drammaticamente ogni tipo di assistenza.
E' naturale quindi che quando le cose vanno in questa direzione, una PESSIMA direzione, avvengono manifestazioni come questa che sono appunto sinonimo di disagio e malcontento generale. Ora c'è solo da augurarsi che lo Stato dia ascolto alla voce di questi disabili e malati, e si prendano i necessari provvedimenti affinchè queste persone possano avere quello di cui hanno pienamente diritto secondo quanto recita l'Articolo 32 della Costituzione Italiana.

Marco

venerdì 20 maggio 2011

CCSVI nella SM: Lettera del dott. G. Fresu

Conosco il Prof. Paolo Zamboni da quando lavorava all’Istituto di Patologia Chirurgica di Sassari. Studiava il sistema venoso quando ancora, in fatto di vene, si brancolava pressoché al buio.

La sua costanza lo ha premiato e la sua scoperta è una solida pietra miliare che nessuna invidia o cupidigia potrà scalfire. Siamo in Sardegna e pertanto, chi, in Sardegna, non sa che l’accumulo di ferro è la causa di morte dei talassemici? Pochi invece sapranno che, da molto tempo, è noto che le malformazioni venose si presentano già nella vita intrauterina. Tutti conoscono, o dovrebbero conoscere, almeno quelli del ramo, la funzione delle vene giugulari e della vena azigos. Se queste tre vene presentano restringimenti o torsioni di vario grado, certamente non sono in grado di svolgere la loro funzione correttamente. È molto semplice, come è semplice capire cosa succede quando innaffiando l’orto o il giardino, i tubi di gomma si attorcigliano!

Questo è ciò che succede quando le vene giugulari e la vena azigos presentano restringimenti o torsioni, e non solo, perché all’interno delle piccole vene si presentano delle membrane sottili che il flusso ematico non riesce a perforare e quindi respingono indietro il sangue. Ne deriva un ristagno di sangue che non trova sbocco soddisfacente sia a livello cerebrale e sia a livello midollare. Questo ristagno determina non solo l’accumulo del ferro ma ancora di più, comporta un ristagno anche delle scorie del metabolismo: anidride carbonica e tossine. E non è per caso che le placche si formano avanzando in senso inverso al flusso venoso e al centro della placca si trova sempre una vena. Stante così le cose, il cervello non potendo scaricare il sangue, cerca un’alternativa chiedendo aiuto ad altri percorsi venosi.
Che senso ha constatare l’evidenza della malformazione e poi non intervenire per ripristinare il corretto funzionamento delle tre vene? È rischioso? Non più di tanto se l’intervento è fatto da mani esperte. È lo stesso rischio che corre il cardiochirurgo o il chirurgo vascolare di fronte all’ostruzione di un vaso quando si rende conto che non otterrebbe alcun vantaggio dai farmaci di uso comune. Che c’entra la Sclerosi Multipla con la CCSVI ? Vogliamo, per adesso, concedere che non c’è alcun nesso fra di loro? Non c’è alcun problema.
La Sclerosi Multipla è certamente una patologia neurologica e come tale deve, per adesso, conservare tutto il pingue bagaglio farmacologico e tuttavia, è riprovevole recuperare la corretta funzione venosa? Anche perchè non è un azzardo ipotizzare di ottenere un miglioramento dopo il ripristino della regolare funzione venosa, perché una vena che funziona bene è sempre migliore di una vena stretta e contorta: O no?
Se il paziente con Sclerosi Multipla scopre che le sue vene non funzionano in modo ottimale, e lo si scopre nella quasi totalità dei pazienti con Sclerosi Multipla, perché non si dovrebbe intervenire per ripristinare la regolare funzione delle giugulari e della vena azigos, e specialmente nelle forme più gravi di Sclerosi Multipla, quella Progressiva, per la quale ancora non esiste alcuna terapia? Non farlo sarebbe come accontentarsi, in casa vostra, di un bagno dove lo scarico della vasca, del bidè e del water non funzionano correttamente:
RISTAGNA E PUZZA.

Dr. G. Fresu

FONTE: isolattiva.org
http://www.isolattiva.org/index.php/ricerca/item/47-lettera-del-dott-g-fresu.html


Bella, semplice e chiarissima lettera del Dott. Fresu che riporto con piacere sul mio blog. La tesi del Professore è di una semplicità disarmante: se è stato constatato, e lo è stato, che la netta maggioranza delle persone che hanno la Sclerosi Multipla hanno la CCSVI, perchè mai non si dovrebbe intervenire per liberare quelle vene ostruite che non adempiono bene il proprio "lavoro"? A prescindere dal fatto, per chi ancora non lo crede, che questa possa essere una delle cause della Sclerosi Multipla, in tutti i casi, dove è stato riscontrato questo problema, è logico e doveroso intervenire per cercare di eliminarlo... o no? E dal momento che le possibilità ci sono, perchè aspettare?
Ancora e sempre mi auguro che il buon senso prevalga e che si dia finalmente il via alla sperimentazione del metodo Zamboni.... tanti, tantissimi malati di Sclerosi Multipla aspettano con ansia grandissima di potersi operare.... perchè aspettare ancora e negare loro questa possibilità?

Marco


martedì 17 maggio 2011

Sclerosi multipla, la battaglia di Zamboni: «All'estero ci credono, da noi aspettano»

Il medico: risultati positivi da tutto il mondo, nessuno studio contrario

Su una cosa i neurologi e il professor Paolo Zamboni si sono trovati d’accordo, ovvero che la CCSVI, un’insufficienza venosa cerebro-spinale cronica, è una concausa della Sclerosi Multipla. E considerando che i due fronti erano distanti chilometri fino qualche settimana fa si può parlare di un primo passo. Passo compiuto nei giorni scorsi durante il congresso annuale della Società internazionale per le malattie neurovascolari, presieduta dallo stesso Zamboni. Da due anni Zamboni, dell’università di Ferrara, in stretto contatto con la neurologia dell’ospedale Bellaria, sta conducendo studi sulla sclerosi, partendo dal presupposto che la CCSVI ricopre un ruolo fondamentale e che risolvendo questa ostruzione, con un opportuno intervento chirurgico, le condizioni dei pazienti migliorano nettamente. E la Sclerosi Multipla retrocede dal suo implacabile e progressivo percorso. Contro questa tesi, lo scetticismo di molti neurologi.

Professor Zamboni quali sono stati i contributi al congresso?
«Un contributo è stato sullo sviluppo del modello animale. L’Università di Stanford ha dimostrato che creando un disturbo al circolo venoso in animali da laboratorio si va a determinare un danno al sistema nervoso centrale. Per la diagnosi di questo disturbo, la CCSVI, c’è stato un grande avanzamento tecnologico e i risultati sono stati presentati da diversi gruppi, tra cui i maggiori sono quelli di Buffalo e di Detroit: i dati dimostrano che ha un’insufficienza venosa cronica (CCSVI) il 90% dei malati di Sclerosi Multipla e dall’8 al 13% di chi è sano».

C’è qualche dato anche sull’esito dell’intervento chirurgico?
«Risultati sui trattamenti sono arrivati da tutto il mondo. Il più rilevante è dell’Università di San Diego che ha dimostrato con la risonanza magnetica funzionale che dopo l’intervento, consistente nell’inserimento di un palloncino che apre la vena ostruita, c’è una migliore ossigenazione nel cervello e un miglioramento delle capacità cognitive. Diversi gruppi europei e americani hanno poi dimostrato che l’intervento produce un miglioramento in diversi aspetti della qualità della vita, tra cui la fatica cronica e i problemi urinari».

Il suo gruppo cosa ha presentato?
«Un nuovo metodo diagnostico, la pletismografia del collo, che è un collarino rilevatore del flusso e misura la quantità di sangue che dal cranio attraverso il collo va al cuore. Dura pochi minuti e nell’85% dei casi riesce a differenziare le persone con la CCSVI. È un sistema rapido, obiettivo e non invasivo. Può diventare uno strumento di screening».

A che punto è lo studio multicentrico?
«Da un anno e mezzo stiamo aspettando il via libera. Il comitato etico ha approvato la sperimentazione, la Regione ha stanziato un finanziamento, aspettiamo il via libera del ministero. I centri interessati saranno una ventina, tra cui la neurologia del dottor Fabrizio Salvi al Bellaria con cui lavoriamo da tempo, che faranno la selezione dei pazienti».

Non mancano gli scettici contro la sua tesi. Qualcuno lo paragona al Di Bella di qualche anno fa. Com’è la situazione?
«È stato detto che ci sono due studi dell’Università di Padova i cui risultati vanno contro i nostri. In realtà proprio dagli studi emerge un punto di accordo importante. Anche i neurologi riconoscono oggi che la CCSVI è una delle cause della Sclerosi Multipla. Questo non sgombera il campo da tutti gli scetticismi, ma è un punto di chiarezza importante su cui lavorare. Ci saranno ancora posizioni estreme in entrambi gli schieramenti ma si comincia a considerare tutta la vicenda in una visione condivisa da gran parte dei neurologi. Dopo due anni di scontri, è un bel traguardo».

05 aprile 2011

FONTE: corrieredibologna.it
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/5-aprile-2011/sclerosi-multipla-battaglia-zamboni-all-estero-ci-credono-noi-aspettano-190376069267.shtml


Posto con piacere questa intervista al Dott. Zamboni e apprendo con molto piacere, dalle sue stesse parole, che finalmente molti neurologi, finora assai refrattari ad accettare la sua scoperta, stanno rivedendo le loro posizioni e iniziano ad accettare che la CCSVI sia una delle causee dell'insorgenza della Sclerosi Multipla.

Ora quello che aspettiamo, CHE TUTTI I MALATI DI SCLEROSI MULTIPLA ATTENDONO CON ANSIA, è che il Ministero dia finalmente il via alla sperimentazione, permettendo così a questi malati, IN DISPERATA ATTESA, di sottoporsi finalmente all'intervento di liberazione alle giugulari secondo le direttive del Professore. Non si può continuare ad aspettare.... negare questa possibilità ai malati di SM è un atto CHE NON HA SCUSANTI, che priva queste persone della concreta possibilità di avere un futuro migliore.

Marco

mercoledì 23 marzo 2011

CCSVI nella Sclerosi Multipla. Zamboni: "siamo a un passo dall'applicazione"

La giovane Big Idea di Zamboni per la Sclerosi Multipla corre velocissima e con un “dinamismo da far paura”. I passi in avanti compiuti in questi 2 anni dai ricercatori di tutto il mondo sono “straordinari”, soprattutto in rapporto ai tempi della medicina. C’è quindi da aspettarsi un’evoluzione epocale che potrebbe cambiare radicalmente l’approccio alle malattie neurologiche, con la nuova correlazione vascolare ipotizzata da Zamboni. Alcuni dicono “sarà la scoperta del secolo”.

E’ l’interdisciplinarità, quella neurologica e quella vascolare, che ha caratterizzato il meeting annuale della ISNVD (International society for neurovascular disease) presieduta da Zamboni (Università di Ferrara). Emerge chiaramente, grazie all’esposizione dei massimi esperti, l’altissima presenza della CCSVI nei malati di Sclerosi Multipla. La prevalenza è del 90% nei soggetti oppressi dalla malattia disabilitante, mentre solo l’8% dei soggetti sani riscontra una malformazione nelle vene cerebro-spinali. Il fatto constatato, spiega il dottor Thanoporn in conferenza stampa, è che la “perfusione alterata del flusso emotico” è correlata direttamente con la Sclerosi Multipla. Tutte le ipotesi di Zamboni e del neurologo Fabrizio Salvi sono state quindi finora confermate a livello scientifico. Anche il modello animale, in uno studio della Stanford University, dimostra una correlazione fra ridotta funzione venosa e ridotta abilità motoria nei roditori. La ricerca intanto compie passi da gigante, negli States con più di due milioni di dollari erogati da istituti privati, e in Italia nonostante i tagli.

Tre i metodi diagnostici affidabili per stabilire se le vene di un malato di Sclerosi Multipla sono occluse: la flebografia con catetere messa a punto dal Dott. Bastianelli (riscontro nel 90% dei casi trattati), l’ecodoppler (86%) e l’avanzatissima plestimografia cervicale, ultimo ritrovato del Prof. Zamboni insieme al consolidato metodo a risonanza magnetica. La plestimografia è uno strumento non invasivo che consente una prima diagnosi di screening con un’elevata attendibilità diagnostica, il test dura appena 5 minuti e consente nell’85% dei casi di avere un responso definitivo.

Numeri sui quali invita alla cautela il prof. Robert Zivadinov (Usa): "Non vogliamo creare false aspettative - ha dichiarato durante la conferenza stampa - sono necessari altri studi per valutare l'impatto della Ccsvi sul decorso della sclerosi multipla e gli effetti del trattamento sulla qualità della vita. L'unica strada da percorrere è quella degli studi realizzati con criteri scientifici rigorosissimi".

Il prof. Iacola (New York) in conferenza ha approfondito anche il ruolo del ferro (un punto focale della teoria CCSVI) nella degenerazione del sistema nervoso, osservando che il ferro si deposita attorno alle vene del cervello e nella sostanza bianca. Nuove anche sul fronte “post-trattamento” in seguito alla liberazione delle vene occluse tramite intervento di angioplastica. Il Dottor Hubbard ha misurato scientificamente la capacità cognitiva di 20 persone con Sclerosi Multipla sottoponendogli alcuni test mnemonici prima e dopo l’intervento di liberazione. A seguito della liberazione i pazienti hanno presentato capacità cognitive del tutto simili alle persone sane messe a paragone. Il dottor Metha ha condotto uno studio su un campione di 150 pazienti i quali lamentavano “affaticamento cronico”, un sintomo cui nessuna terapia ha mai donato miglioramenti. Bene, queste persone, un anno dopo l’intervento, sono state visitate da medici fisiatri non al corrente della liberazione avvenuta nei loro pazienti. Il miglioramento del punteggio della qualità della vita oscillava sul 25% in più.

Fabrizio Salvi, il neurologo che ha contributo in maniera fondamentale alla scoperta della CCSVI, conferma che se “l’intervento è riuscito. La fatica e il mal di testa si riducono in maniera significativa, migliorano la qualità del sonno e la memoria”. Tuttavia, ci tiene a sottolinearlo, “nessuno deve smettere la terapia aspettando la nostra scoperta".

“Orologio medico” a parte, Zamboni ha lanciato un messaggio ai malati di SM, che tempo non ne hanno: “si sta sviluppando una conoscenza a velocità incredibile su una cosa che non era conosciuta”, ha poi aggiunto “il passo da lì all’applicazione è breve”.

17 marzo 2011

FONTI: agoravox.it, lanuovaferrara.gelocal.it


Notizie confortanti vengono dalla sperimentazione del metodo Zamboni per la cura della Sclerosi Multipla: sembra proprio che il Prof. Zamboni ci abbia visto giusto e vi sia una nettissima prevalenza di casi di insufficienza venosa cronica cerebro-spinale (CCSVI) nei malati di SM. Questo risultato apre nuovi orizzonti per la cura di questa malattia, anche se è doveroso avere ancora una certa prudenza. I risultati comunque sono molto confortanti, anche per ciò che riguarda il miglioramento delle capacità cognitive dei pazienti che si sono sottoposti al trattamento della "liberazione" delle vene occluse, nonchè per coloro che lamentavano una notevole "stanchezza cronica".

Ora aspettiamo tutti nuovi dati e ulteriori sviluppi di questa sperimentazione.... con tanta, tanta speranza per tutti i malati di Sclerosi Multipla.

Marco

mercoledì 10 novembre 2010

CCSVI nella Sclerosi Multipla: Al via la sperimentazione targata ZAMBONI

FERRARA. - Entro poche settimane un selezionato drappello di pazienti, formato da non più di 150-200 persone, varcherà la soglia dell’ospedale S. Anna motivato dalla stessa, condivisibile speranza: guarire dalla sclerosi multipla e tornare al più presto a condurre una vita normale. Subito dopo avere oltrepassato le portinerie dell’istituto, però, il gruppetto si sgranerà. Ad attendere i malati ci saranno infatti due diversi team di ricerca, apparentemente accomunati dallo stesso obiettivo, i cui referenti nazionali hanno ingaggiato da mesi una contesa scientifica che sta proiettando i suoi riflessi anche all’interno del S. Anna.

I risvolti di questo scontro (che contrappone in particolare chirurghi vascolari e neurologi) sono ignoti a buona parte del pubblico. Dalla fine del 2009 un crescendo di interesse ha accolto la notizia che al S. Anna è stato realizzato, quattro anni fa, lo studio pilota che ha aperto una nuova e incoraggiante prospettiva nel trattamento della malattia. Sessantacinque pazienti sono stati sottoposti dall’equipe guidata dal prof. Paolo Zamboni, direttore del Centro di malattie vascolari, ad un intervento di radiologia interventistica che si proponeva di normalizzare il flusso della circolazione venosa nel cervello degli ammalati.
L’esito dell’indagine è stato sorprendente, registrando fra l’altro una regressione dei sintomi in un significativo numero di casi clinici. Zamboni sostiene di aver individuato una patologia, la Ccsvi (insufficienza venosa cronica cerebro-spinale), che nell’indagine condotta con la collaborazione di due specialisti, Fabrizio Salvi, neurologo del Bellaria (Bologna), e Roberto Galeotti, radiologo interventista del S. Anna, ostacolerebbe il regolare deflusso del sangue dal cervello dei pazienti determinando nell’organo un anomalo accumulo di ferro, responsabile delle lesioni associate all’insorgenza della sclerosi multipla. Cinque o sei anni fa, quando stava ancora gettando le basi della sua ricerca, Zamboni chiese la collaborazione di altri specialisti dell’ospedale S. Anna. La sclerosi multipla è sempre stata, in passato, materia di preminente competenza del neurologo, motivo per cui si mise in contatto con gli specialisti che lavoravano per l’ospedale e per l’ateneo estense.
La collaborazione, pur avviata fra Zamboni e l’unità operativa di Neurologia del S. Anna diretta dalla prof. Maria Rosaria Tola, non procedette però sul binario giusto e in breve si interruppe. La doppia sperimentazione che da novembre prenderà le mosse al S. Anna (forse l’unico centro in Italia che ospiterà contemporaneamente due indagini cliniche che si annunciano, più che complementari, antitetiche) nasce in un clima di diffidenza scientifica e si innesta su questa annosa rivalità. Zamboni dal 2006 in poi percorrerà altre strade: grazie alla segnalazione della prof. Alessandra Ferlini, dirigente della Genetica Medica dell’università di Ferrara, che sta approfondendo uno specifico ramo di studi, avvierà una fruttuosa alleanza operativa col neurologo del Bellaria Fabrizio Salvi, uno dei pochi in Italia che si è smarcato dalla posizione critica assunta sulla Ccsvi dalla Società italiana di neurologia. Fondamentale risulterà, inoltre, per l’equipe di Zamboni il lavoro di un altro specialista, il radiologo del S. Anna e dell’università di Ferrara Roberto Galeotti. Alla fine del 2009 la pubblicazione dello studio di Zamboni, nel frattempo corroborato da indagini scientifiche condotte anche all’estero, ha suscitato una vasta eco internazionale. La Regione Emilia Romagna ha deciso di promuovere una sperimentazione che avrà una duplice valenza: diagnostica (valuterà cioè se esiste la Ccsvi e se può essere efficacemente rilevata) e terapeutica (misurerà l’efficacia del trattamento di liberazione delle vene occluse nella cura della sclerosi multipla).

Il trial coinvolgerà 550 pazienti (un centinaio al S. Anna, da dove sarà coordinata la ricerca) in una decina - o forse più - di siti clinici con una procedura in doppio cieco. Costo presunto: ignoto, secondo voci ufficiose sarebbe vicino a un milione di euro. L’indagine promossa dall’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism) coinvolgerà invece 30 centri e 2000 pazienti (1200 con SM, 400 sani e 400 con altre patologie). A Ferrara saranno al lavoro due equipe, quella della dottoressa Maria Rosaria Tola, responsabile dell’unità operativa di Neurologia del S. Anna, e quella del prof. Enrico Granieri, direttore della Clinica neurologica, che eseguiranno i test su alcune decine di ammalati. Il fondo stanziato dalla Fism è di 900mila euro. Lo studio avrà una valenza epidemiologica e diagnostica, non sarà trattato l’aspetto terapeutico. Tra i gruppi che fanno capo alle due sperimentazioni autonome il dialogo, a Ferrara, è pressochè nullo. Zamboni, che in un primo tempo aveva aderito allo studio Aism-Fism, è uscito a settembre dal comitato scientifico sbattendo la porta. A suo avviso non fornisce garanzie adeguate sul rispetto del protocollo da lui stesso definito. La Fism-Aism ha deciso di andare avanti. Per i pazienti una scelta che si annuncia ardua: a quale studio aderire?

FONTE: http://www.ccsvi-sm.org/?q=node%2F505



E' sempre una gioia da parte mia sapere che nel mondo la ricerca e la sperimentazione in campo medico vanno avanti, ed è una soddisfazione particolare sapere che ci sono medici in Italia, come il Dott. Zamboni, che non si fermano dinanzi alle concezioni mediche acquisite (spesso incomplete e talvolta anche errate) e vanno avanti nel ricercare le causee dell'insorgere delle malattie. In questo caso parliamo di Sclerosi Multipla, una malattia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo..... la scoperta del Prof. Zamboni da una luce nuova a questa malattia e sopratutto da una concreta speranza di guarigione alle tante persone che ne sono colpite.
Quello che mi auguro è che la sperimentazione della scoperta del Prof. Zamboni che è iniziata proprio in questo mese, non debba essere "deturpata" da sciocchi individualismi e giochi di potere che portano solamente a separazioni e al rischio concreto, se la sperimentazione non verrà fatta nel modo migliore, di portare a risultati non veritieri. Quando c'è in gioco la salute dell'uomo ogni compromesso e individualismo deve essere messo da parte, come da parte deve essere messo ogni interesse di ordine economico.
Una moltitudine di malati di SM attendono con trepidazione l'esito di questa sperimentazione per potersi sottoporre al metodo Zamboni..... non possiamo assolutamente deluderli!

Marco

martedì 9 novembre 2010

CCSVI e Sclerosi Multipla: intervista al Prof. Zamboni

Professore, in cosa consiste esattamente l`Insufficienza venosa cronica cerebro-spinale?
La CCSVI è una serie di restringimenti multipli nelle principali vene che trasportano il sangue dal cervello al cuore come ad esempio le vene giugulari interne. In esse ci sono delle valvole malformate che come membrane all`interno del lume ostacolano il normale flusso del sangue. A questo punto la circolazione cerebrale può depurare il sangue venoso solo attraverso vene più piccole a più bassa portata e quindi insufficienti a drenare un organo importante come il cervello.

Cosa ha acceso la lampadina di un possibile nesso con la Sclerosi Multipla?
Le placche della sclerosi multipla sono infilate l`una sull`altra su di un filo che è il sistema venoso intracerebrale. Questa notizia scientifica è nota da moltissimo tempo. Quello che abbiamo aggiunto e che questi fili circolatori sono connessi alle principali vene fuori dal cranio che come ho detto sono ostruite. Dunque il mio lavoro è consistito nel riprendere delle vecchie ricerche e svilupparle utilizzando un mio personalissimo background scientifico di emodinamica venosa, utilizzando apparecchiature che alla metà degli anni `60, allorché le ricerche sulle vene nella Sclerosi Multipla si arrestarono, non erano disponibili.

Ci può parlare della tecnica da lei realizzata per il trattamento della patologia, definita "liberazione"?
Secondo i dati che abbiamo a disposizione, oggi, una percentuale rilevante di persone con sclerosi multipla, oscillante fra il 56 ed il 100%, hanno vene chiuse. Esse sono quindi potenzialmente disostruibili, se attraverso l`esame ecoDoppler si rilevasse la CCSVI. Questi sono i possibili beneficiari dell`angioplastica.
Attualmente il legame tra le due patologie è allo studio. Quali sono le sperimentazioni in atto e dove si stanno portando avanti? Quali sono i risultati e quanto si dovrà attendere per avere delle conferme?
Ulteriori studi diagnostici stanno realmente fioccando da varie parti del mondo, confermando la presenza della CCSVI nella Sclerosi Multipla a differenti latitudini ed in differenti gruppi etnici. Questo non fa altro che confermare come questo meccanismo sia ubiquitario e come esso non possa che giocare un ruolo fondamentale nella sclerosi multipla. Gli studi randomizzati sul trattamento saranno invece disponibili in un paio di anni. Ad essi è demandato la conferma che il trattamento endovascolare determini benefici che contrastino la naturale storia disabilitante della malattia.

In Italia ci sono centri che già praticano la terapia per la cura della CCSVI?
In questo momento il trattamento non è consentito al di fuori di sperimentazioni. Però lo studio randomizzato che andremo a realizzare prevede la presenza di altri centri che ci affiancheranno, permettendo così la terapia in altri ospedali di riferimento sul territorio nazionale.

Su Internet si moltiplicano i gruppi, diffusi ormai in tutto il mondo, a sostegno della sua scoperta. Qual è il suo commento in proposito?
I commenti sono diversi. Il primo è che internet è uno strumento meraviglioso di diffusione delle conoscenze, il secondo è che essendo i malati di questa patologia generalmente persone giovani ne riescono a sfruttare pienamente le potenzialità. Il terzo commento è che 3 anni dopo la sperimentazione non potevo più chiedere ai nostri pazienti di tacere. Le testimonianze da essi date nei blog agli altri malati probabilmente sono così evidenti che vanno ben oltre rispetto ai dati scientifici. Infine il meccanismo proposto dalla mia teoria è di più semplice comprensione rispetto quello di altre posizioni scientifiche.

di Cosimo Colasanto (23/03/2010)

FONTE: IlSole24Ore


Ho pensato di postare questa intervista del Marzo scorso al Prof. Zamboni, perchè in questo mese è iniziata ufficialmente la sperimentazione del metodo Zamboni per la cura della Sclerosi Multipla. C'è tanta attesa e tanta speranza in questa sperimentazione che nei primi studi pilota ha dato risultati molto incoraggianti.... ora i malati di Sclerosi Multipla hanno veramente un valido motivo per sperare.

Marco