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martedì 21 dicembre 2021

Toto, 13 anni, è colpito da leucemia acuta. Parte la Solidarietà per aiutare lui e suo padre Andrea nella loro difficile situazione

Questa è una storia drammatica, ma al contempo stesso commovente, perché intrisa di tanta Solidarietà.
Lui, il padre, si chiama Andrea Giorgi e ha 61 anni, mentre suo figlio si chiama Toto, ha 13 anni, e da alcuni mesi combatte contro una forma aggressiva di leucemia, grazie al Cielo però non fulminante.
Tutto ha avuto inizio il 28 maggio scorso quando papà Andrea ha portato suo figlio Toto ad una visita ospedaliera all'ospedale di Ravenna per quello che allora sembrava un banale dolore ad una gamba; ed invece era una cosa assai più seria: una leucemia acuta! Il ragazzo è stato inviato immediatamente al reparto pediatrico dell'ospedale di Rimini per tutti gli accertamenti del caso e per iniziare le terapie chemioterapiche.

Da quel 28 maggio tutto è cambiato per questa famiglia, Toto ha iniziato a fare un dentro-fuori dall'ospedale di Rimini per intraprendere le cure necessarie. L'inizio è stato molto doloroso, con il ragazzo che aveva febbre ricorrente, fino anche a 42°, con perdita dei capelli e il morale che, inevitabilmente, ne ha molto risentito. Poi le cose hanno iniziato a migliorare, Toto ha ritrovato il sorriso e la voglia di scherzare e ha ripreso anche a studiare, tanto che il ragazzo ha fatto l'esame di terza media dal computer nel letto d'ospedale, superandolo brillantemente con il massimo dei voti. Ed è stato molto bello, per lui, rivedere tramite computer, professori e compagni di classe.

Se tutta questa vicenda è stata molto dura per il figlio Toto, non di meno si può dire che la sia stata per il padre Andrea, unico genitore del ragazzo, che ha anche una sorella, di 16 anni. Questo perché Andrea ha sposato una donna indonesiana, dalla quale ha avuto i due figli, la quale però dopo alcuni anni vissuti in Indonesia e poi uno vissuto in Italia, è voluta tornare al suo paese di origine, lasciando però i figli completamente a carico del marito e tagliando tutti i ponti con loro. E tutto questo quando Toto aveva solamente 1 anno e mezzo. Andrea ha quindi dovuto fare tutto da solo, col suo lavoro da imbianchino che tuttavia ha dovuto smettere per seguire il figlio malato. Adesso Toto ha iniziato a frequentare il liceo, sia pure a distanza perché immunodepresso, e così la figlia, anch'essa impegnata con gli studi.

Con i figli che studiano, le spese per le cure di Toto (che ammontano a circa 1000 euro al mese e che la sanità non ricopre totalmente), un affitto di 500 euro al mese da pagare e il lavoro che, giocoforza, il papà ha dovuto lasciare, la situazione della famiglia ha iniziato a farsi "traballante" anche se papà Andrea, grazie al Cielo, aveva qualcosa da parte.
Ma la generosità degli italiani, lo sappiamo, in situazioni come questa è grande, e così la Comunità di Lido di Classe, il paese dove vive questa famiglia, ha iniziato ad aiutarli con donazioni e iniziative benefiche. A questo proposito dice Andrea: Vivo da sempre a Lido di Classe, per anni sono stato nel comitato cittadino, ho sempre cercato di fare del bene - dice l'uomo - Mia mamma mi diceva sempre: "Andrea, dove passi lascia il profumo, non la puzza"... E ora mi rendo conto che il bene che ho fatto mi sta tornando indietro. Quando in paese si è saputo di mio figlio, mi si sono stretti tutti attorno. In tanti già mi hanno fatto donazioni in denaro, altri mi portano la spesa a casa, altri semplicemente hanno manifestato la loro vicinanza con un messaggio, un abbraccio. Tutte cose che fanno bene al cuore e che non mi offendono assolutamente, non ho nulla di cui vergognarmi e, anzi, chiedo un aiuto a tutti. Ben vengano cose belle come questa in un anno così difficile. (cit. Ravennatoday)

Tra le donazioni ricevute, c'è anche quella che viene dal Joko Park, il parco giochi di Lido di Classe, gestito da una giovane coppia, Simona e il fidanzato Simone che, appresa della situazione di Andrea e suo figlio Toto, si sono adoperati a loro favore devolvendo una parte degli incassi della loro attività.

Chiunque, se lo vuole, può aiutare questa famiglia nel difficile percorso che stanno intraprendendo con una offerta libera da inviare, tramite bonifico all'Iban IT09S0306923603100000003032, oppure portando direttamente il proprio contributo a Filippi Elettrodomestici in via Vasco de Gama 21.

Come per ogni situazione simile a questa, l'unione di tante persone fa la forza, e ciascuno di noi può essere quella "forza motrice" che può aiutare questa bella famiglia ad affrontare la loro difficile situazione.
Una Grazie di vero cuore a chi vorrà e potrà farlo!


Marco

lunedì 20 settembre 2021

Inquinamento Elettromagnetico

L’inquinamento elettromagnetico è cresciuto in maniera inarrestabile, pericoloso e invisibile costituendo una minaccia pericolosa per la salute pubblica.

I campi elettromagnetici inquinanti sono milioni di volte superiori a quelli naturali. Con le installazioni e diffusione degli impianti di telecomunicazioni 5G gli effetti nocivi saranno preoccupanti e aggraveranno inevitabilmente i sintomi delle persone affette da elettrosensibilità (EHS).

Bisogna sensibilizzare tutti per fermare e dire STOP al 5G poiché gli effetti nocivi sono a breve e lungotermine con sintomatologia multiforme che colpisce il sistema nervoso centrale: microscosse, disturbi di memoria, disturbi del sonno, concentrazione, etc., etc. Disturbi metabolici, sistema immunitario, poiché il 5G sono una fonte di alte frequenze che interferiscono a livello energetico e su tutti i tessuti, cellule, organi con mutazioni del DNA. Gli effetti a lungo termine sono tumorali: tumori nel sangue, sistema nervoso centrale, etc. Soprattutto nei bambini che sono maggiormente soggetti a rischio di leucemie. Già i cellulari operano alla frequenza di 900 Mhz (oggi 1800) le radiazioni di questa lunghezza d’onda vengono assorbite dai tessuti, (figuriamoci cosa accadrebbe con il 5G). Sono già stati fatti studi sugli effetti pericolosi e nocivi dei campi elettromagnetici all’università di Nottingham (Inghilterra) sono state sottoposte a radiazioni (identiche a quelle emesse dal cellulare) le larve e si è notato che la divisione cellulare risultava accelerata, quindi, una crescita abnorme di cellule che sviluppa tumori cancerogeni.

Bisogna prendere atto che è un continuo proliferare delle malattie ambientali: elettrosensibilità (EHS), sensibilità chimica multipla (MCS) e patologie correlate. Le malattie causate dall’ambiente hanno messo in crisi la salute dell’ambiente e dei suoi abitanti; la maggioranza delle patologie dipendono dal logoramento del sistema immunitario provocato dal degrado ambientale e della incredibile diffusione di sostanze tossiche presenti nell’aria, acqua, cibo, inquinamento elettromagnetico, etc.

La medicina allopatica o “chimica di sintesi” non è più in grado da sola di affrontare le malattie provocate dall’inquinamento elettromagnetico e ambientale. Molti medici hanno ancora oggi una visione meccanicistica, nata con la scienza ai tempi di Cartesio e Newton, supportata dal pensiero scientifico dominante tuttora nella medicina occidentale che considera il corpo come una macchina che può essere analizzata e scomposta nelle sue parti. Fortunatamente, alcuni medici, incominciano ad avere una visione olistica, termine che deriva dalla parola greca “holos” e significa “intero” e cioè che tutti gli organi interagiscono con il TUTTO. Bisogna che i medici siano preparati in medicina ambientale, epigenetica, fisica quantistica, etc. È ormai superato il concetto che la salute dipende soltanto dalla genetica e si incomincia a parlare in termini di epigenetica, poiché l’ambiente in cui viviamo determina la nostra salute, abitudini, comportamento, stile di vita e abitudini alimentari.

Ogni singola cellula del corpo umano contiene nel DNA l’informazione globale del corpo e della mente, grazie alle quali riesce a comunicare e relazionarsi continuamente con il sistema cellulare. Siamo fatti di energia NON separabili tra fisico e spirito, tutto interagisce con il TUTTO e con TUTTI. La medicina in futuro dovrà orientarsi, più di quando non abbia fatto finora sul profilo metabolico individuale del paziente dal momento che NON esiste l’individuo normale o il quadro “normale”.

È così difficile comprendere che il 5G costituisce una seria minaccia per la nostra salute!?
Chiedetelo agli ammalati di elettrosensibilità, sensibilità chimica multipla, etc., quanta sofferenza procurano i sintomi molteplici delle suddette patologie oltre alla privazione delle relazioni sociali, perdita del lavoro, etc. I campi elettromagnetici e inquinamento ambientale sono una minaccia per l’equilibrio interno delle funzioni vitali (omeostasi) nel nostro organismo.

Come si può guarire dalle MALATTIE AMBIENTALI se si continua a inquinare e le condizioni ambientali persistono poiché nessuno tutela la salute dei cittadini?
Se le condizioni di inquinamento ambientali persistono i disturbi si cronicizzano e peggiorano nella misura in cui le nostre forze di adattamento vengono logorate dal continuo bombardamento degli inquinanti. Il continuo logorio di sostanze nocive fa crollare anche la resistenza delle persone più sane e robuste e sono destinate a cedere modificando anche le cellule e DNA. Il miglior PARTITO è quindi la PREVENZIONE che è la messa a punto per neutralizzare il più possibile lo stress ambientale. Oggi l’inquinamento elettromagnetico è talmente elevato che bisogna rafforzare e supportare il sistema immunitario con ottimi integratori per sostenere le funzioni di detossificazione dell’organismo. Altri danni che procura l’inquinamento ambientale sono le anomalie all’apparato riproduttivo, diabete di tipo due, etc.

Non dimentichiamo che stiamo parlando di malattie ambientali e che la salute è il nostro patrimonio e quindi è un nostro DIRITTO essere tutelati da chi dovrebbe far rispettare la COSTITUZIONE art. 32 e art 3. Va ricordato che il DIRITTO alla salute comporta anche il diritto alla salubrità ambientale e prevenzione al DIRITTO dell’integrità dell’individuo. La protezione della salute è stata inserita nella carta dei DIRITTI fondamentali dell’unione europea. Purtroppo!!! In Italia, il mancato riconoscimento delle malattie ambientali e violazioni dell’art. 32 ha fortemente danneggiato gli ammalati aggravando i sintomi per mancanza di cure detossificanti. Ci sono stati giovani morti per mancanza di cure che potevano essere curati e salvati. Colgo l’occasione per ringraziare Maurizio Martucci, Sara Cunial, Davide Barillari e tutti i medici, ammalati e tutte le persone impegnate attivamente per far riconoscere il diritto alla salute e tutela ambientale.


di Filomena Pavese

14 settembre 2021

FONTE: OrticaWeb

venerdì 18 giugno 2021

Padova, l'appello dei genitori di un bimbo di 5 anni che lotta contro la leucemia: "Serve un donatore, il trapianto è l'ultima speranza"

"Serve un donatore di midollo osseo, di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Aiutiamo Fabiano", sottolinea il sindaco di Pozzonovo, il comune dove vive il bambino

"Il trapianto di midollo è l'ultima speranza per salvare Fabiano". Questo l'appello dei genitori di un bambino di quasi 5 anni di Pozzonovo, nel Padovano, che dal 2019 soffre di leucemia. La mamma e il papà di Fabiano, supportati dalla sindaca Arianna Lazzarini, chiedono quindi ai giovani tra i 18 e i 35 anni di mettersi a disposizione per donare. Un appello ripreso anche dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

L'inizio del calvario - "Era il gennaio 2019 e Fabiano ci sembrava particolarmente pallido e stanco - hanno raccontato i genitori al Gazzettino -. All'inizio non gli abbiamo dato un gran peso ma poi ci sono stati due episodi che ci hanno spinti a rivolgerci ai medici: camminando cadeva a terra senza motivo e salendo le scale si lamentava per il dolore". All'ospedale di Schiavonia è dunque arrivata la diagnosi, poi confermata all'ospedale di Padova: leucemia.

Dopo due anni di ricoveri, chemioterapie e cortisone, nel gennaio scorso sembrava che Fabiano stesse meglio. "Ci siamo illusi - hanno spiegato i genitori -. Abbiamo notato un ingrossamento dei testicoli. Due ecografie fatte nell'arco di 15 giorni non hanno rilevato nulla, ma la biopsia ha evidenziato che purtroppo la malattia era sempre presente e che, anzi, si era fatta più aggressiva".

Dunque, nel giro di una settimana, il bambino è stato sottoposto a due interventi molto invasivi. Ma poi è arrivata la brutta notizia: solo il trapianto può salvarlo. "E' stato avviato quindi il secondo protocollo che prevede tre mesi di preparazione. Siamo alla fine del secondo, Fabiano purtroppo risponde male alle cure. Venerdì scorso abbiamo firmato per acconsentire la ricerca di un donatore compatibile nella banca dati, ma ci hanno detto che lo è solo uno su centomila". Ecco quindi il perché dell'appello.

L'appello del sindaco - "Il piccolo Fabiano - residente a Pozzonovo, Padova - deve sottoporsi urgentemente a un trapianto di midollo osseo. Ha quasi 5 anni. Da due anni e mezzo sta combattendo contro la leucemia, con cicli di chemio che non hanno fatto sparire il male, divenuto ancora più aggressivo. Serve un donatore di midollo osseo, di età compresa tra i 18 e i 35 anni - è l'appello condiviso su Facebook dal sindaco di Pozzonovo Lazzarini e condiviso da Zaia - Chi può, contatti per favore ADMO - Associazione Donatori Midollo Osseo al numero 800890800 o si iscriva alla piattaforma presso il seguente indirizzo: http://admoveneto.it/iscriviti. Vi ringrazio di cuore per l'attenzione e la sensibilità con cui potrete contribuire al futuro del nostro piccolo Fabiano e di tanti altri malati che stanno attendendo la compatibilità di midollo osseo".


16 giugno 2021

FONTE: Tg com 24

sabato 3 agosto 2019

"Sono felice, ma ho bisogno di aiuto": il messaggio di Elisa nel giorno del suo compleanno


Elisa Pardini è una bambina colpita da una gravissima forma di leucemia. L'unico modo per salvarla è trovare un donatore pienamente compatibile. Oggi compie 5 anni: l'appello

"Oggi è il mio compleanno. E' il terzo che festeggio qui in cameretta al Bambino Gesù del Vaticano". La piccola Elisa Pardini, originaria di Pordenone, ha passato più di metà della sua vita in ospedale. Colpita da una gravissima forma di leucemia - la leucemia mielomonocitica infantile - cerca un nuovo donatore di midollo osseo dopo che un primo trapianto, compiuto nel dicembre 2018, non è andato a buon fine. "E' fallito forse perché la malattia era forte o perché la compatibilità del donatore individuato non era totale. A pochi mesi da quella operazione Elisa è tornata a stare molto male", racconta il suo papà Fabio, che non smette di combattere accanto alla figlioletta.

Si tratta di una forma di tumore del sangue chemio resistente, affrontabile solo con un trapianto di midollo osseo. La piccola si trova da tempo in cura presso il Bambino Gesù di Roma, insieme ai genitori che non la lasciano mai sola e per questo hanno dovuto abbandonare anche il loro lavoro. Una storia, la sua, che ricorda da vicino quella del piccolo Alex Montresor, che ha scatenato in Italia una vera e propria gara di solidarietà.

Questo il messaggio-appello comparso oggi su "Pardini Fabio per Elisa", la pagina Facebook gestita dal papà della bimba, sulla quale è attiva anche una raccolta fondi: "Mi chiamo Elisa e oggi è il mio compleanno... Compio 5 anni... E' il terzo che festeggio qui in cameretta al Bambino Gesù del Vaticano... Sono molto felice e fortunata perché da ormai quasi due anni e mezzo mamma e papà sono sempre vicino a me senza lasciarmi mai sola... Sono fortunata perché il Professore i Medici gli Infermieri e i Volontari stanno facendo l'impossibile (come del resto per tutti i bambini ammalati) per cercare di guarirmi e salvarmi la vita e di conseguenza anche quella di mamma e papà (sono affetta da Leucemia Mielomonocitica Infantile una leucemia rarissima che colpisce 1/2 bambini su un milione e non si può guarire con nessuna chemioterapia ma solo con il trapianto di midollo osseo, un primo effettuato il 18 dicembre 2018 ma purtroppo non riuscito e sono in aspettativa di trovare un donatore di midollo osseo più compatibile possibile per affrontare un secondo trapianto)".

"Sono fortunata perché tante associazioni e privati hanno aiutato la mia famiglia per andare avanti. Sono fortunata perché tantissime persone tramite il web e i mezzi d'informazione (giornali, tv, personaggi famosi dello spettacolo, dello sport e della politica) hanno conosciuto la mia drammatica vicenda e stanno spronando me e i miei genitori a non arrenderci e grazie anche a questo tantissime persone sono e stanno andando a tipizzarsi o alle ADMO www.admo.it oppure nei centri trasfusionali degli ospedali più vicini per donare il sangue per una eventuale donazione del midollo osseo... Ok adesso vi saluto e vi abbraccio e bacio tutti, vado a festeggiare... vi voglio tanto bene... e spero tanto di passare il prossimo compleanno a casa, con i miei genitori e tanti nuovi amici... P.S. I capelli non sono i miei...c'eravate cascati eh???...".

Come aiutare Elisa Pardini, la bambina affetta da una rara forma di leucemia

Per salvare la piccola Elisa non serve essere eroi. Basta un gesto di generosità, con un minimo sforzo. Prima di tutto occorre fare la "tipizzazione": basta un tampone salivare o un semplice prelievo del sangue che poi verrà inserito nella banca dati. Per verificare la propria compatibilità con la bambina, è sufficiente recarsi all'Admo (l’Associazione dei donatori di midollo osseo), oppure nel centro trasfusionale più vicino. Occorre avere dai 18 ai 36 anni non compiuti, pesare almeno 50 chili e non avere malattie trasmissibili. Dal sangue verranno prelevate, in modo altrettanto semplice, le cellule staminali su cui verrà verificata l'eventuale compatibilità con Elisa o con quella di uno dei tantissimi malati in attesa di trapianto. Una volta inseriti nel registro, si può essere contattati per donare il midollo fino a 55 anni.

Qui il sito dell'Admo, l'Associazione dei donatori di midollo osseo, per avere tutte le informazioni necessarie e verificare la propria compatibilità con la bambina.

Qui la pagina Fb "Pardini Fabio per Elisa", per seguire la lotta dei genitori per la loro bambina.

di Violetto Gorrasi

27 giugno 2019

FONTE: Today

mercoledì 22 maggio 2019

«Cerco un donatore per sconfiggere la leucemia», l’appello social di Enrico è virale


Enrico De Caprio ha 25 anni e dal 2011 vive in Germania, partito da Napoli con tutta la famiglia per cercare a Berlino condizioni lavorative migliori. Poi un anno fa la decisione del ragazzo di tornare nella sua città, pensando di investire lì i risparmi messi da parte in terra tedesca. E invece Enrico quel volo, programmato per lo scorso giugno, lo ha perso, bloccato nella capitale alemanna da una banale tonsillite. Sembrava un normale mal di gola da curare con i soliti antibiotici, ma in realtà si è rivelata la spia di uno stato di salute molto più grave, che ha costretto il ragazzo a mettere in pausa la sua vita.

«Qualche mese prima della partenza avevo fatto dei controlli di routine che avevano dato un buon esito, stavo bene – racconta –. Poi è iniziato il mal di gola, una brutta infiammazione che i normali antibiotici non riuscivano a guarire. Così il medico mi consigliò di andare al pronto soccorso, dove mi avrebbero somministrato antibiotici più potenti per via endovenosa. E lì è cominciato il mio calvario». Infatti, in ospedale ripetono tutti gli accertamenti clinici e alla fine gli comunicano che ha “la malattia del sangue”. Enrico in un primo momento non capisce, crede di essersi preso uno di quei fastidiosi virus difficili da debellare. Spera di risolvere il problema nel giro di un mese e riuscire a prendere l’aereo che lo riporterà a Napoli. Sarà la madre a spiegargli che si tratta di leucemia e che la situazione è molto più grave di quello che pensa.

«Mi hanno ricoverato e ho cominciato il percorso terapeutico, che in quel caso non prevedeva il trapianto di midollo – spiega –. Sono stato in ospedale cinque mesi e mi hanno dimesso lo scorso ottobre, un giorno prima del mio 25esimo compleanno». Enrico è felice di festeggiare quella ricorrenza a casa con i suoi. Soprattutto è felice perché i dottori gli hanno detto che è guarito, e senza dover cercare un donatore di midollo per il trapianto.

Ma il ragazzo non è ancora fuori pericolo. I mesi successivi li trascorre con addosso il timore che i controlli periodici non diano l’esito sperato. E a marzo, proprio quando sembra andare tutto per il verso giusto ed Enrico è più rilassato e accarezza l’idea di far ripartire la sua vita, arriva un’altra doccia fredda: «Mi ha telefonato la dottoressa per dirmi che c’era un’anomalia negli esami e che la malattia era tornata. E a quel punto il trapianto di midollo era inevitabile». Una notizia che lo getta nello sconforto: «Confesso di aver pianto, non tanto per me ma per la sofferenza che avrebbero dovuto affrontare di nuovo i miei cari». Un attimo di debolezza che dura poco: Enrico rialza la testa e riprende la sua battaglia contro la leucemia. E da qualche giorno ha dalla sua parte migliaia di alleati. Infatti, su Facebook e Instagram è diventato virale il suo appello lanciato per cercare un donatore compatibile: «Ciao Leggende, purtroppo devo affrontare il percorso che mi sono augurato di evitare da diversi mesi, devo affrontare un trapianto di midollo a seguito di una Leucemia che mi rompe il cazzo da maggio scorso – scrive Enrico –. Come risaputo, la cosa fondamentale affinché il trapianto abbia un buon seguito è la compatibilità con il donatore. Essendo italiano è meglio che lo sia anche il donatore per una questione di similarità del ceppo genetico». Poi indica i link ai siti delle associazioni italiana e tedesca dei donatori di midollo osseo e aggiunge: «Non è un impresa facile trovare un donatore compatibile, ma più siamo e più aumentano le possibilità».

E così è partito il tam tam virtuale, che in altri casi, come quello del piccolo Alex, ha spinto migliaia di persone a fare il test di compatibilità e a registrarsi comunque come donatrici. È questo che oggi nutre l’ottimismo di Enrico: «La cosa che m’inonda il cuore di gioia è sapere che quel mio piccolo appello ha smosso i cuori di tantissime persone – dice –. E queste persone, anche se non risulteranno compatibili con me, registrandosi come donatori di midollo, si mettono al servizio di tantissimi malati che stanno vivendo la mia stessa brutta situazione. Il solo pensiero che io in questo caso sia un anello di una catena che può portare la vita a persone che ne hanno bisogno mi rende troppo felice, fiero di me stesso e di vivere. Catena creata in poco tempo attraverso un gesto semplice, una condivisione!». E conclude dedicando un pensiero a chi in queste ore sta alimentando questa catena: «Ringrazio voi e la vita per questa esperienza che ci sta offrendo: fare del bene al prossimo, ma sopratutto in anonimato, è un gesto nobile e leggendario».

di Gennaro Morra

19 aprile 2019

FONTE: Il Mattino

domenica 29 ottobre 2017

Salviamo Elisa


Elisa è una bambina di 3 anni, affetta da una forma rarissima di leucemia. Ha già iniziato il quinto ciclo di chemioterapia e il papà, Fabio di Pordenone, ha lanciato un appello per la sua bambina.

L’appello è stato raccolto da alcune testate giornalistiche, dai social ed da alcuni Vip; è nata così una grande catena di solidarietà per la piccola Elisa e una campagna di sensibilizzazione, attraverso la pagina Facebook “Salviamo Elisa” a lei dedicata. Purtroppo ad oggi non c’è ancora il donatore compatibile.

Per aiutare Elisa e tutti coloro che ne hanno bisogno, basta diventare donatori di midollo osseo, iscrivendosi al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo. I requisiti necessari sono questi:
In Italia è necessario avere un’età compresa tra 18 – 35 anni e 364 giorni, quindi non aver ancora compiuto il 36° anno, godere di buona salute e non essere affetti da patologie trasmissibili.

Diventare potenziali donatori di midollo osseo, che non equivale al midollo spinale, è solo un piccolo gesto di Amore.

LA TIPIZZAZIONE
Per fare la tipizzazione occorre solamente andare presso il centro trasfusionale più vicino e farsi tipizzare. Si tratta di un semplice prelievo GRATUITO, quindi non occorre prescrizione medica. I dati genetici della persona verranno inseriti nel registro donatori. Il midollo viene donato solo in caso di compatibilità, che potrebbe essere per Elisa come per chiunque altro. Si resta donatori fino a 55 anni.

COME AVVIENE LA DONAZIONE
La donazione del midollo avviene in 8 casi su 10 tramite una trasfusione speciale e non occorre anestesia. In casi rarissimi il midollo viene prelevato dalle ossa del bacino, in quel caso è necessaria un'anestesia. Tutti i dettagli si trovano qui:
https://www.admo.it/come-avviene-la-donazione-midollo-osseo/

Tutti i link utili da condividere si possono trovare sulla pagina Facebook dedicata alla piccola Elisa e verificare sulle pagine ADMO ufficiali.
https://www.facebook.com/salviamoelisa

Aiutare a sensibilizzare più persone a tipizzarsi è un atto di semplice, puro Amore. Non dobbiamo essere egoisti e voltarci dall'altra parte, in quanto tutti i bambini hanno il diritto di sognare, giocare ed essere felici. Regaliamo ad Elisa il suo mondo a colori.
Il DONO di ciascuno di noi potrebbe fare la differenza, potresti essere tu quell’unica possibilità a salvarle la vita. Grazie di cuore a chi lo farà!!!

DICONO DI ELISA:
L’appello di papà Fabio, lanciato attraverso i social, è stato raccolto da tantissime persone, da numerose testate giornaliste e sedi ADMO.
http://salviamoelisa.altervista.org/dicono-di-elisa/

GLI AMICI VIP CHE SOSTENGONO ELISA
http://salviamoelisa.altervista.org/amicivip/

PERCHE' IL LIMITE DEI 35 ANNI D'ETA'...

L’età del donatore è un fattore molto importante, più giovane è il donatore migliori saranno le probabilità di riuscita del trapianto. Non solo, ma donatori più giovani saranno più facilmente considerati idonei nella fase finale prima della donazione velocizzando le tempistiche del trapianto.

DOVE DIVENTARE POTENZIALE DONATORE:

CENTRI DONATORI IBMDR
http://ibmdr.galliera.it/organizzazione/centri-donatori

CENTRI TRASFUSIONALI
http://salviamoelisa.altervista.org/centri-trasfusionali/

SEDI ADMO
https://www.admo.it/mappa/

REQUISITI INTERNAZIONALI PER LA DONAZIONE
http://salviamoelisa.altervista.org/donazioni-internaziona…/

INFORMAZIONI DA TUTTA ITALIA
Giorgio Maranzana
Presidente ADMO Friuli Venezia Giulia
Cell: 348 6567208 - NO STOP
Raffaele Di Giacomo
Uniti fino al Midollo - Ass. Onlus Vanessa
Cell: 342 7810970

SOLO RAGUSA E PROVINCIA
Claudio Canni
Referente ADMO Ragusa
Cell. 393.3167651 NO STOP
https://www.facebook.com/AdmoRagusa2017/

SOLO TREVISO E PROVINCIA
Roberta Bozzetto
Referente ADMO Treviso
Cel. 339.4362371 – NO STOP

SOLO OLBIA E PROVINCIA
ADMO OLBIA

Alessandro Bidoggiu 3922356313
Sarà Putzu 3498121339

SOLO PORDENONE E PROVINCIA
In questi giorni le richieste di iscrizioni al Registro Donatori Midollo Osseo IBMDR nella provincia di Pordenone sono aumentate molto. I posti programmati e disponibili nei vari Poli di Reclutamento della zona (Pordenone, San Vito al Tagliamento, Aviano e Spilimbergo) non riescono a soddisfare le innumerevoli domande. Si invita pertanto a contattare il Registro Regionale IBMDR che ha sede a Udine presso l’Azienda Ospedaliera Santa Maria della Misericordia al nr. di telefono 0432/552344 (fino alle ore 13:00) per fissare un appuntamento. Presso il Registro è presente un ufficio dedicato esclusivamente alle iscrizioni al Registro IBMDR e non prevede limitazioni di numero.
Si invitano pertanto tutti gli interessati ad utilizzare questo canale.
E' bene ricordare che per comodità le persone vengono indirizzate ai Centri Trasfusionali più vicini alla propria zona di residenza, ma l’inserimento al Registro IBMDR è univoco per tutta Italia.

LINK DEL SITO WEB
http://salviamoelisa.altervista.org/




30 ottobre 2017

sabato 9 agosto 2014

Lorenzo Costantini... un goal verso la vita


Lorenzo Costantini è un ragazzo di vent’anni che, fino ad alcuni mesi fa, si divideva fra i doveri di studente (ha conseguito la maturità scientifica nel 2013) e la passione, il sogno di sempre fin da bambino che per lui stava per diventare una splendida realtà: entrare a far parte del grande mondo del calcio nazionale.

Poi sopravviene un infortunio in allenamento e la necessità di un intervento. Nella fase di preparazione le analisi rivelano però, incredibilmente, una situazione molto più grave del previsto: Lorenzo è affetto da una leucemia linfoblastica acuta di tipo B, una delle forme di leucemie più aggressive che esistono. Questa leucemia si è rivelata resistente alle cure tradizionali quali la chemioterapia, ma anche a molti farmaci sperimentali e al trapianto del midollo dalla sorella Roberta.

La famiglia si trasferisce a Bologna e affida Lorenzo alle cure del Prof. Martinelli e della sua ottima équipe. Ad oggi Lorenzo ha già fatto molte cure, alcuni mesi sono passati ma la guarigione sembra un obiettivo difficile da raggiungere.
La guarigione, sostengono i medici che lo hanno in cura e secondo un’opinione sempre più convintamente condivisa dalla comunità scientifica internazionale, è possibile a Philadelphia, dove il Prof. Carl June sperimenta una nuova terapia che ha già guarito numerosi pazienti.

Dunque Lorenzo dovrà recarvisi presto, prestissimo, approfittando del periodo di remissione della malattia. La cura è gratuita ma il ricovero presso l’ospedale richiede un costo di ben 600.000 dollari (circa 450.000 euro) che la famiglia da sola non può sostenere.
Un altro ragazzo, Tommaso, ricoverato nello stesso ospedale, è già partito grazie alla solidarietà di tantissime persone e in questi giorni si sta sottoponendo a questa sperimentazione che potrà portarlo verso la guarigione.

Per questa ragione, per aiutare Lorenzo e la sua famiglia a raggiungere questa somma molto importante, è stata avviata un iniziativa chiamata “Lorenzo facci un goal” che ha come obiettivo, per l'appunto, quello di raccogliere fondi per Lorenzo Costantini.

Attraverso facebook, ma anche tramite televisioni e giornali, la vicenda di Lorenzo è divenuta molto popolare e tante persone si sono mobilitate in suo aiuto, in particolar modo il mondo dello sport, organizzando aste, raccolte fondi e tante iniziative benefiche. Il popolo italiano, nonostante la crisi in atto, si è dimostarato ancora una volta generoso e solidale verso chi è maggiormente nel bisogno, tanto è, notizia proprio di pochi giorni fa, che è stata raggiunta la somma necessaria al ventenne calciatore di Lanciano per poter partire alla volta degli Stati Uniti e potersi sottoporre a questa cura sperimentale.

La serietà e la correttezza di questa raccolta benefica andata a buon fine, è doveroso sottolinearlo, è stata garantita a Piacenza da Massimo Botti, conosciutissimo ex pallavolista professionista ed ex capitano del Copra, attualmente impegnato con la Canottieri Ongina neopromossa in B1. Botti è il cognato di Costantini ed è proprio lui che si è dato da fare più di ogni altro per far conoscere la situazione di Lorenzo al maggior numero possibile di persone.

In una nota ufficiale pubblicata sul sito di Lorenzo  www.lorenzofacciungoal.com, la famiglia precisa che, visto il raggiungimento dei 600.000 dollari necessari per curare Lorenzo a Philalphia, la raccolta fondi si può ritenere ufficialmente conclusa, e che eventuali nuove offerte verranno utilizzate per le spese di viaggio e di soggiorno di Lorenzo e della famiglia ed eventuali eccedenze saranno destinate ad altre persone bisognose o ad altre onlus. Tutti i fondi raccolti verranno resi noti dettagliatamente sul sito.

La prima importante vittoria è stata raggiunta. Ora Lorenzo, la sua famiglia e la medicina iniziano una nuova partita che il giovane calciatore ha tutte le carte in regola per poter vincere, trascinato dal sostegno e dall’affetto di tutti gli sportivi e di tutte le persone che hanno conosciuto la sua storia e di quelli che ancora la conosceranno. Auguri Lorenzo!

Marco

FONTI: Sito internet di Lorenzo “Lorenzo facci un goal” e Sportpiacenza.it

domenica 25 maggio 2014

Kate ha salvato la vita del suo fidanzato con un hastag: #Shake4Mike


Kate Robertson è una giovane donna di trentuno anni, bella e innamorata del suo Mike. Fin qui nulla di strano se non fosse che Kate, tramite una campagna web è riuscita a salvare la vita al suo fidanzato, ammalatosi di leucemia ad appena 29 anni. Con una campagna di sensibilizzazione online è stato possibile trovare un donatore di cellule staminali in breve tempo, permettendo ai medici di effettuare il trapianto e salvare la vita del giovane.

UNA LEUCEMIA FULMINANTE
– I medici non avevano lasciato scampo al giovane: due mesi di vita e non di più, questa era la prognosi. Kate però non si è persa d’animo, la sua bella storia d’amore non poteva finire in un modo così assurdo, il suo fidanzato non poteva morire ad appena 29 anni: «È stato un momento molto difficile per la nostra vita, ci siamo sentiti crollare il terreno sotto i piedi. Tutti i nostri sogni improvvisamente sono crollati» ha dichiarato Kate, che però nella disperazione ha saputo mantenere la lucidità e ha avuto un’idea geniale.

LA CAMPAGNA #SHAKE4MIKE
– Gli specialisti erano stati chiari, per salvarsi, prima di luglio, Mike Brandon avrebbe dovuto ricevere un trapianto di cellule staminali. Kate allora ha dato vita a #Shake4Mike, una campagna di sensibilizzazione rivolta ai ragazzi tra i sedici e i trent’anni sul sito anthonynolan.org, un database online dei donatori di sangue e midollo osseo del Regno Unito. La campagna consisteva nel farsi un selfie mentre si scuoteva la testa e poi registrarsi sul sito per donatori di midollo osseo. L’hastag #Shake4Mike è diventato subito virale e Kate è riuscita a trovare un donatore compatibile per il suo Mike. Non basta, però, perché Kate, lanciando la campagna ha portato al sito un incremento del 650% delle registrazioni, permettendo di trovare donatori compatibili con altre persone in lista d’attesa, salvando così, oltre a quella del suo amato Mike, anche moltissime altre vite. 

di Serena Prati

22 maggio 2014

FONTE: wakeupnews.eu
http://www.wakeupnews.eu/kate-ha-salvato-la-vita-del-fidanzato-hastag-shake4mike/


Una bellissima storia, condita da tanto Amore e tanta intraprendenza, e conclusa nel miglior modo possibile.
Grazie Kate, grazie Mike !


Marco

lunedì 20 maggio 2013

«La leucemia di mia figlia? Non è colpa del destino»

Daniela Spaggiari ha caricato un video su You Tube e pubblicato un e-book «La presenza di un inceneritore e di una ceramica vicino a casa non è casuale»


«In questo momento vorrei essere una mosca e vedere i vostri sguardi per capire se qualcosa di questo messaggio vi è entrato nel cuore... Buona vita a tutti». Con queste parole si conclude un video di incredibile intensità, crudo e toccante, nel quale Daniela Spaggiari, madre di una ragazza malata di leucemia, lancia su YouTube (vedi sotto) un messaggio che non può lasciare indifferenti. Un messaggio nel quale si parla di inceneritore, di sostanze inquinanti, di stili di vita sbagliati. E della necessità di dire basta, «perché il nostro benessere dipende dalle scelte che quotidianamente facciamo. E smettiamola di considerare la malattia un destino crudele, perché non è così».

«Ci si può ammalare - afferma nel video Erica Francia che tre anni fa ha scoperto di essere stata colpita dalla leucemia - quando si vive in un’ambiente ostile perché contaminato da elementi inquinanti e cancerogeni». Erica dice queste parole con un tono di voce pacato. Ma non rassegnato. Così come non rassegnata è la madre che, oltre a girare il video, ha pubblicato un e-book intitolato “Oltre la soglia” (sottotitolo “introspezione di una mamma bastone a sostegno della guarigione della figlia”). Al centro una storia che potrebbe essere quella di ognuno di noi.
 
Erica abita con la madre e il padre a Cadelbosco Sopra. Una vita tranquilla. Una famiglia come tante. I genitori lavorano, lei studia. Ma è proprio tre anni fa, quando sta partendo per un viaggio studio con Erasmus, che tutto cambia. Nel luglio 2010 Erica inizia a stare male e, a settembre, arriva la diagnosi: leucemia.
 
«Forse per il mio carattere che mi spinge ad andare in fondo alle cose - ci spiega Daniela Spaggiari - e probabilmente grazie alla fede che mi porta a non arrendermi, quando a mia figlia è stata diagnosticata la leucemia, non mi sono fermata ad aspettare gli eventi. Ho letto, mi sono informata, sui libri e su internet. E sono approdata al San Raffaele di Milano dove io e mia figlia siamo vissute per due anni e mezzo. Ero stata obbligata a lasciare il mio lavoro, avevo dei debiti da pagare, la situazione economica non era facile, ma non mi sono arresa». Anni difficili, quelli trascorsi a Milano, ma nei quali madre e figlia si trovano a condividere una situazione terribile e insieme eccezionale. Perché l’obiettivo è sempre stato “capire”. «Mia figlia - prosegue Daniela - a Milano aveva iniziato a stare meglio. Certo, merito delle cure, ma non solo. E io volevo capire se la sua malattia poteva dipendere dalle condizioni ambientali in cui aveva vissuto. Mi sono rivolta a Stefano Montanari, ricercatore e studioso di nanopatologie, direttore scientifico dell'azienda modenese Nanodiagnostics. La biopsia del midollo di Erica ha portato alla presenza di polveri di diversi metalli pesanti ad altissima concentrazione». E’ stato immediato, per Daniela, pensare a “dove” Erica e la sua famiglia erano stati fino a quel momento: «Per dieci anni mia figlia ha vissuto a ridosso dell’inceneritore e a due chilometri da una ceramica che recentemente è stata chiusa. Chiaramente non ci sono prove che possano indicare con certezza delle responsabilità. Ma da quel momento, ho capito che era anche colpa mia. E di quanti sono indifferenti di fronte a scelte e situazioni considerate scontate. Certo, pensiamo al benessere, ma nell’accezione sbagliata: prima viene il denaro. Ed era così anche per me, prima che Erica si ammalasse: lavoravo per guadagnare, per aiutare mio marito a pagare il mutuo e fare studiare nostra figlia. E non mi rendevo conto che c’era qualcosa di più importante».
 
Ma nella quotidianità, come si è trasformata la vita di una donna che non ha paura di andare fino in fondo? «Sono le scelte quotidiane che cambiano - ci dice Daniela - per esempio sono diventata quasi vegetariana, compro biologico, sono attentissima alla raccolta differenziata mentre prima la consideravo solo una perdita di tempo. E mi faccio bastare quello che ho. Perché ho scelto di pubblicare un e-book? Ho risparmiato il 30%, non ci saranno camion che lo trasporteranno, e non sono stati tagliati alberi».

Lei le chiama piccole scelte. In realtà si tratta di stravolgere una vita... «Ciò che è accaduto - ammette Daniela - ha fatto sì che la mia fede, assopita dalla quotidianità, abbia avuto un sussulto e mi abbia fatto vedere le cose con una maggiore lucidità». Forse è necessario che la vita ti cambi per riuscire a vedere un futuro diverso. Ed è quello che è capitato a Daniela. «Nel mio libro - spiega - per definire il mio ruolo mi definisco un bastone. Ma forse anche Erica è stata un bastone per me: se lei si fosse arresa forse l’avrei fatto anch’io. Perché vivere con un malato oncoematologico è un’esperienza totale. Erica ha perso la sua vita e io ho perso la mia. O meglio le nostre vecchie vite... Erica non ha difese immunitarie quindi non può frequentare i luoghi pubblici, deve sempre indossare la maschera sterile, non può viaggiare su bus o treni, non può nemmeno cucinare perché potrebbe restare contaminata da ciò che tocca».
 
A questo punto chiedere come sta Erica non è un tabù, ma la tappa di un difficile percorso. «Erica ha già subito due trapianti, per il momento non è previsto un terzo tentativo. Si sta curando, sempre a Milano, con una terapia chemioterapica. La nostra battaglia continua».




25 aprile 2013 

FONTE: gazzettadireggio.gelocal.it
http://gazzettadireggio.gelocal.it/cronaca/2013/04/24/news/la-leucemia-di-mia-figlia-non-e-colpa-del-destino-1.6942117



Una testimonianza veramente forte quella di Daniela ed Erica (il video è da vedere), una testimonianza che ci dice in maniera concreta come gli errori che noi uomini perpetriamo all'ambiente che ci circonda con le nostre scelte errate, prima o poi ci torna indietro sotto forma di tumori o di malattie di varia natura.
Chi di noi non ha o ha avuto nella propria famiglia o tra la schiera delle proprie amicizie almeno un caso di persona colpita da tumore? Io penso nessuno! Ebbene.... nessuno di noi si è mai chiesto perchè questo tumore ha colpito quella o quell'altra persona? Perchè proprio a lui? Daniela ed Erica si sono poste questa domanda, e la risposta non ha tardato ad arrivare: altissima concentrazione di metalli pesanti nel proprio organismo, probabilmente causati sopratutto dalla vicinanza di un inceneritore e da una fabbrica di ceramiche. Vedete che a cercare bene una risposta si trova sempre.... e quando ci sono di mezzo i metalli pesanti, potete star sicuri che il primo responsabile è l'inquinamento ambientale (sopratutto quello da nanoparticelle) o le esalazioni che una persona può avere sul lavoro o, aggiungo io, le dannosissime amalgame dentali. E' chiaro poi che c'è chi è maggiormente predisposto ad ammalarsi e c'è chi lo è di meno, diversamente ci ammaleremmo tutti e nello stesso modo.... ma chi si può dire al sicuro da tutto questo? Ecco che allora diventa DOVEROSO da parte di ognuno di noi fare delle scelte responsabili, come quelle che Erica e Daniela hanno fatto, e passare a uno stile di vita diverso, più rispettoso della natura e di noi stessi. Basta poco, un pò di impegno e di attenzione, per poter operare dei GRANDI cambiamenti, e questo, lo ribadisco, lo può fare ognuno di noi, senza eccezzioni. Mangiare biologico, usare il meno possibile l'automobile (magari acquistandola a metano, o elettrica o comunque ibrida), operare un attenta raccolta differenziata cercando di riutilizzare il più possibile i propri avanzi (che sono sempre un importantissima risorsa), acquistare prodotti biocompatibili, piantare degli alberi negli spazi verdi delle proprie abitazioni..... sono tante, tante le cose che si possono fare e a tutti i livelli. Se tutti noi ci comportassimo in questo modo, sapete di quanto migliorerebbero le cose? Se tutti noi, per fare un esempio, iniziassimo a mangiare solamente biologico, le grandi industrie agro-alimentari sarebbero "costrette" a convertirsi anch'esse al biologico per non vedre crollare le proprie vendite..... e da questo ne deriverebbe un grandissimo beneficio a livello ambientale (oltre che per la nostra salute) per il cessato utilizzo dei dannosissimi pesticidi di cui si fa così largo consumo. Certo, anche i Governi dovrebbero fare la loro parte, con norme restrittive a tutela della salute e dell'ambiente e controlli rigorosi.... ma il "grosso" viene dal basso, viene da ognuno di noi con il proprio stile di vita.
E allora... iniziamo a prenderci cura della nostra cara Madre Terra, cerchiamo ciascuno di noi di fare la nostra parte..... e poi, ne sono sicuro, il nostro buon esempio si propagherebbe alle altre persone come una macchia d'olio. Praticare uno stile di vita rispettoso della natura e di noi stessi è un Bene che, oltre a far stare meglio noi (in tutti i sensi, anche spirituale), fa star meglio anche gli altri, e già questo è un motivo di grande soddisfazione personale e non solo. Questo significa anche lasciare in eredità ai nostri figli un mondo migliore, più pulito, più sano, più ricco di valori.... e siccome l'esempio trascina sempre, i nostri figli si comporterebbero allo stesso modo con i loro futuri figli e via di seguito di generazione in generazione. Dal Bene scaturisce sempre dell'altro Bene, ricordiamocelo sempre, così come dal male scaturisce dell'altro male.... sta a noi scegliere da che parte stare, come impostare la nostra vita. Daniela ed Erica, con la loro testimonianza forte e veritiera, ci hanno dato un bellissimo esempio in questo senso.... ora sta a ognuno di noi "raccogliere" e fare tesoro delle loro parole ed iniziare (per chi ancora non lo avesse fatto) ad avere uno stile di vita migliore nel rispetto di sè stessi, dell'uomo e della natura. E questo, per il bene di tutti !!!

Marco