sabato 20 agosto 2011

Inquinamento elettromagnetico. Che cos'è?


Per inquinamento elettromagnetico (conosciuto anche con il termine di "elettrosmog") si intende l'inquinamento da campi elettromagnetici (cem). Il campo e' il risultato della corrente e della tensione elettrica ed e' diviso in una parte elettrica ed una parte magnetica. Nei cellulari, radar, ripetitori televisivi, ecc. il campo oscilla ad alta frequenza, la parte del campo più significativa e' quella elettrica, si puo' schermare con il metallo e si misura in volt/metro (abbreviato V/m). Negli elettrodotti e negli elettrodomestici invece la parte più significativa e' quella magnetica che non si può schermare (attraversa i muri ed il metallo), il campo oscilla a bassa frequenza, 50/60 herz (abbreviato Hz, si pronuncia "erz") e di misura in microTesla (abbreviato µT) con uno strumento differente da quello per i V/m.

INFLUENZA DELL'INQUINAMENTO SUL CORPO UMANO

Per comprendere l’influenza dell’elettrosmog (ES) sull’organismo umano, è necessario avere presente come funziona il sistema elettromagnetico del corpo.
La prima informazione da fornire è che il DNA di ciascuna cellula del corpo, portatore del codice genetico, è anche un potente sistema ricetrasmittente.
Grazie a tale sistema ricetrasmittente, ogni cellula del corpo si connette con le altre, coordinando le reciproche attività sin dallo sviluppo fetale. Ciascuna cellula possiede lo stesso codice delle altre, ma ne attiva solo la parte relativa alla sua specifica funzione.
I miliardi di cellule che costituiscono il corpo assumono incombenze diverse, attivando solo la parte di codice ad esse pertinente. Tessuti così diversi come quello nervoso, epatico, splenico, linfatico, ematico, connettivale, renale, intestinale, ecc. sono costituiti da cellule aventi lo stesso codice, ma con una differente parziale attivazione di esso.
Ogni secondo nel corpo muoiono dieci milioni di cellule e in conseguenza di ciò, ogni secondo nel corpo devono riprodursi e attivarsi altri dieci milioni di cellule nelle stesse identiche proporzioni. Se tale meccanismo straordinario non funziona al 100% subentra inevitabilmente la malattia, la vecchiaia, la morte. Ciò è possibile solo con una complessa coordinazione e informazione reciproca di ogni parte del corpo, realizzabile solo grazie alla trasmissione di segnali elettromagnetici veloci come la luce (300000Km/s), scambiati fra tutte le cellule del corpo, informate istante per istante delle necessità dell’insieme dell’organismo. La velocità della trasmissione di via ematica di segnali ormonali, immunitari, enzimatici avviene a un massimo di circa 10 Km/ora, quella nervosa via cavo può giungere sino a dieci volte tanto (100 Km/ora), comunque velocità insufficienti per garantire adeguamenti praticamente istantanei delle attività del corpo.
Negli anni 20 del XX secolo, il biologo russo Gurwitsch scoprì che irradiando con una certa lunghezza d’onda del campo ultravioletto, colture cellulari, si incrementava la velocità di riproduzione cellulare.
Questi studi furono ripresi dal medico italiano Gentile, e in seguito da altre ricerche di numerosi ricercatori europei, portando nuove conferme all’assunto che le cellule potevano essere influenzate in modo specifico da radiazioni artificialmente prodotte o da radiazioni emesse da altre cellule.
Ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale cancellò il ricordo di quelle prime entusiasmanti scoperte e con le dure necessità legate al conflitto, prevalsero la chirurgia, la medicina d’urgenza, l’antibiotico-terapia e in generale la medicina basata sulla somministrazione di farmaci di sintesi, utili come salvavita.

I CAMPI FANNO MALE

Effetti a breve termine
Gli studi hanno dimostrato che esposizioni ad elevate intensità di campo elettromagnetico possono generare nell'uomo un effetto termico, cioè il riscaldamento del corpo, o di sue parti esposte alle radiazioni, che segue all'assorbimento dell'energia elettromagnetica. Gli effetti riscontrati sono molteplici e confermano il pericolo per la salute. Un esempio sono le esposizioni a cui sono soggetti gli utenti dei telefoni cellulari che irradiano campi di valore molto elevato durante la conversazione.

Effetti a lungo termine
Gli effetti biologici sono legati anche alle lunghe esposizioni a campi di bassissima intensita'. Le esposizioni prolungate, che in Italia sono convenzionalmente determinate in almeno 4 ore, favoriscono un effetto non termico. Questo effetto è dovuto probabilmente all'interazione tra i messaggi elettrochimici dell'organismo e le onde elettromagnetiche. Anche a bassissima intensità i campi elettromagnetici si comporterebbero come delle piccole sollecitazioni che, se ripetute nel tempo, provocano dei danni biologici.

ANTENNE, RIPETITORI, RADAR

Nel 1996 è stato pubblicato il più grande studio epidemiologico, condotto dal dott. Stanislaw Szmigielski, finanziato dalla Comunità Europea, uno studio polacco sugli effetti delle radiofrequenze, i risultati sono chiari: aumenta il rischio per tutte le patologie indagate.
Nell'ottobre 1998 gli scienziati riuniti a Vienna per un congresso scientifico sugli effetti delle campi elettromagnetici a radiofrequenza concordano che gli effetti biologici delle esposizioni a bassa intensità sono scientificamente dimostrati. Aggiungono che si possono ancora trarre conclusioni attendibili sui livelli di esposizione innocui e sottolineano che è importante informare la popolazione sui siti, sui dati tecnici e sulle esposizioni, ed anche sullo stato della ricerca scientifica. Sui telefoni cellulari, gli scienziati dicono che dovrebbe essere fornita una sufficiente informazione sugli studi sanitari onde promuovere un più corretto uso del telefonino.
Nel giugno 2000 al congresso scientifico di Roccaraso, gli scienziati confermano le posizioni di Vienna e riconoscono che esiste una evidenza che l'esposizione ai campi elettromagnetici ad alta frequenza anche di bassa intensità (quelli delle antenne per la telefonia cellulare) può avere effetti negativi sulla salute: l'aumento dei casi di tumore, per esempio, l'aumento dei casi di disturbi cardiaci, riproduttivi, e neurologici. Questi effetti sono confermati dalle ricerche svolte negli ultimi 40 anni sulle cellule, sugli animali e sulle persone. Gli scienziati chiedono con urgenza che nella pianificazione della rete delle antenne per la telefonia mobile si raggiunga un valore di esposizione di 0,2 volt/metro e non si superi i 0,6 volt/metro. I consumatori devono essere informati sui livelli di esposizione quando usano un cellulare, anche con l'auricolare. Sempre nel giugno 2000, ma al congresso scientifico internazionale di Salisburgo, gli scienziati dicono che la costruzione di una antenna deve essere soggetta ad una procedura di autorizzazione con il coinvolgimento attivo della popolazione interessata e la valutazione delle fonti di inquinamento già esistenti. La stima sugli effetti biologici delle esposizioni a livelli bassi è difficile. Le raccomandazioni sui limiti precisi di esposizione sono solo indicative. Per la tutela della salute si raccomanda un valore limite provvisorio di esposizione di 0,6 volt/metro per la somma a campi modulati in alta frequenza e pulsanti a bassa frequenza come le antenne per la telefonia cellulare. La rassegna di studi più completa è stata raccolta dal dott. Neil Cherry che nelle conclusioni consiglia di non superare 0,2 volt/metro.
Nell'aprile 2001 l'Agenzia Regionale di Sanita' della Toscana ha studiato una gran parte dei lavori scientifici sui campi elettromagnetici ed ha concluso che il principio di cautela comporta che il livello di esposizione sia il piu' basso possibile compatibilmente con la tecnologia del settore.
Nel settembre 2002 gli scienziati riuniti a Catania confermano l'esistenza di effetti provocati dai campi elettromagnetici alcuni dei quali nocivi per la salute e consigliano di tutela la salute pubblica dai campi elettromagnetici.

LINEE E CABINE ELETTRICHE

Le indagini condotte su individui residenti vicino ad elettrodotti hanno accertato un aumento del rischio di ammalarsi. Sono state indagate molte patologie. La leucemia infantile, molto rara, è stata utilizzata per dimostrare definitivamente gli effetti biologici dei campi magnetici prodotti da elettrodotti e simili. Gli studi affermano che l'esposizione e' associata a incrementi dell'insorgenza di leucemie tra la popolazione infantile.
I rapporti del 1995 e del 1998 dell'Istituto Superiore della Sanità confermano che un esame degli studi scientifici depone a favore di un'associazione fra un'esposizione prolungata e la leucemia infantile. L'ultimo studio internazionale, pubblicato nel settembre 2000, finanziato dalla Comunità Europea afferma che il rischio di leucemia infantile raddoppia in prossimità di elettrodotti quando il campo ha valori uguali o maggiori a 0,4 microTesla. Sempre nel 2000 uno studio italiano del Registro Tumori di Varese ha stimato un rischio relativo di 4,5 in corrispondenza di livelli di esposizione superiore a 0,1 microTesla (µT).

Ai giorni nostri, la medicina ufficiale non vuole e non può occuparsi a fondo dei problemi posti dall’elettrosmog (ES) a causa di diversi motivi:

1. Per l’indirizzo prettamente farmacologico della ricerca insieme con l’opposizione delle grandi aziende delle comunicazioni, in particolare della telefonia mobile, che temono pregiudizialmente di poterne essere in qualche modo danneggiate. Ma timore e pregiudizio sono quasi sempre cattivi consiglieri, offuscando una visione obiettiva. Queste grandi aziende potrebbero al contrario appropriarsi di un ruolo guida nello studio e nella prevenzione dei danni da ES e nell’inarrestabile sviluppo della tecnologia e tener conto appropriatamente dei problemi di salute posti dalla tumultuosa crescita delle comunicazioni elettroniche.

2. A causa della mancanza di adeguati strumenti di indagine, cioè non può valutare le fini, (escludendo i danni da radioattività e i danni provocati dalla vicinanza degli elettrodotti, che sono già noti, in quanto derivanti da forti sorgenti radianti), ma continuative alterazioni create dall’ES, le quali, nel tempo, provocano danni consistenti, anche favorendo l’incremento delle altre cause patogene (microrganismi, inquinamento chimico e farmacologico, traumi fisici ed emozionali).

3. L’impiego della statistica dei grandi numeri allontana dalla individuazione e comprensione dei fenomeni più complessi, fra i quali vi è appunto l’ES unitamente alle geopatie.

LEGISLAZIONE

Varie leggi specificano i limiti per i campi elettromagnetici, vedi per esempio:

La legge quadro 36/01 prevede per le intensità dei campi:

(1) un limite di esposizione;
(2) un valore di attenzione;
(3) un obiettivo di qualità.

Il limite di esposizione è il valore che non deve mai essere superato per le persone non professionalmente esposte (quindi il pubblico).
Il valore di attenzione si applica, in pratica, agli ambienti residenziali e lavorativi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, e loro pertinenze esterne, che siano fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili esclusi i lastrici solari. Sono quindi escluse, ad esempio, strade e piazze, per le quali si applica il limite di esposizione. L'obbiettivo di qualità è un valore che dovrebbe essere raggiunto nel caso di nuove costruzioni.

Per i campi ad alta frequenza (da 0,1 MHz a 300 GHz) il limite di esposizione previsto dal DPCM 199/2003 è compreso fra 20 V/m e 60 V/m a seconda della frequenza. Il valore di attenzione e l'obbiettivo di qualità sono invece di soli 6 V/m, valori molto più bassi di quelli previsti in altre nazioni fuori dalla UE. Trattandosi di campi ad alta frequenza non è necessario specificare a parte il valore del campo magnetico, essendo questo semplicemente proporzionale a quello elettrico. Da notare che questi valori si applicano alle stazioni radio base e non ai dispositivi mobili come i cellulari, per i quali non esiste una normativa. A titolo di esempio, un cellulare con una potenza tipica di 1 W crea un campo di circa 6 V/m a un metro di distanza e di 60 V/m a 10 cm.

Esistono sia limiti da misurare sul singolo impianto sia limiti puntuali che riguardano il campo totale, generato da più impianti. Tuttavia, non sono previste sanzioni per gli impianti che superano i limiti di legge, ma che contribuiscono a generare una somma di campi magnetici superiori al limite per un'area abitata. L'adeguamento degli impianti è imposto da province e regioni ed è a carico del titolare dell'impianto.
Per i campi a frequenza industriale (50 Hz) ossia quelli generati dalle linee elettriche e cabine di trasformazione, il DPCM 8 luglio 2003 n° 200 prevede un limite di esposizione di 100 µT per l'induzione magnetica e 5000 V/m per il campo elettrico; lo stesso DPCM fissa un valore di attenzione per l'induzione magnetica a 10 µT e per l'obbiettivo di qualità a 3 µT. Questi limiti vanno applicati, come per le alte frequenze, a tutti i luoghi ad alta frequentazione e dove si prevede una permanenza non inferiore alle quattro ore giornaliere ma, rispettivamente, per le condizioni preesistenti alla data di emanazione del DPCM e, relativamente all'obbiettivo di qualità, ai nuovi progetti successivi a tale data.

La legge attuale e' gia' superata.
I limiti indicati nella normativa, per campi generati da elettrodotti, sono rispettivamente 50 e 15 volte superiori ai limiti indicati dalle ricerche scientifiche: 0,2 microTesla.

LEGISLAZIONI ESTERE

Stati Uniti
Il Telecommunications Act, approvato dal Congresso nel 1996, è la legge quadro vigente negli Stati Uniti per le tecnologie wireless. La legge, proposta dal senatore John McCain, alla sezione 704 (II) (B) (iv) della legge precisa che: “Nessun governo statale o locale può regolare il posizionamento, la costruzione e la modifica di servizi wireless privati sulla base degli effetti che le emissioni di radio frequenze possono avere sull'ambiente, nella misura in cui tali servizi sono conformi alle norme previste dalla Commissione in materia di emissioni”.
In questo modo, cittadini e governi locali sono stati privati della possibilità di bloccare la collocazione di ripetitori.
La Federal Communications Commission (FCC), ha il compito di fissare le norme per la riduzione del livello di disturbo di energia elettrostatica emessa da strumenti elettrici.

Situazione in Europa
Nello specifico panorama europeo, le attuali leggi vigenti adottate nei singoli paesi comunitari con specifiche direttive, sono particolarmente severe a vantaggio della popolazione esposta. Nel caso specifico delle onde non ionizzanti, emesse ad esempio da antenne radio-televisive o da antenne di stazioni radio base di operatori telefonici, il valore di attenzione, pari a 6 V/m, è notevolmente più basso rispetto ad altri paesi europei.
Ciò nondimeno, studi scientifici consiglierebbero di non superare i 0,6 volt/metro, quindi un valore 10 volte inferiore a quello previsto nei paesi comunitari.

CONSEGUENZE ECONOMICHE

L'elettrosmog comporta una svalutazione degli immobili e un calo degli affitti nelle zone interessate, per via della minore domanda abitativa e dei possibili effetti sulla salute.

INEFFICENZE DEL LIBERO MERCATO NELLE TELECOMUNICAZIONI

La competizione fra operatori nel mercato delle telecomunicazioni ha portato in molti Paesi all'esistenza di molte reti concorrenti, e a una proliferazione del numero di antenne e dell'impatto in termini di elettrosmog.
Tale modello risulta meno efficiente della costruzione di pochi impianti e infrastrutture condivise dai vari operatori, in termini di costi che ricadono sui consumatori, di impatto ambientale e paesaggistico, di effetti sulla salute, e di copertura della banda larga. A causa di questa "concorrenza" troviamo molte reti delle quali nemmeno una copre interamente il territorio italiano.
Segnali provenienti da impianti di eguale potenza e frequenza e ravvicinati nel territorio rischiano di creare interferenze, oscurarsi a vicenda e portare all'uso di potenze trasmissive crescenti. Simile problema si è incontrato negli anni '80 in Italia con la diffusione senza regole di radio, TV locali e stazioni radio ricetrasmittenti operate più o meno illegalmente da privati cittadini.

LIBERTA' DI ANTENNA ED ENTI LOCALI

Le normative in tema di elettrosmog tentano una conciliazione fra il diritto a costruire infrastrutture di questo tipo e la salute delle persone. Nel primo caso è garantita la libertà di iniziativa economica degli operatori e la "libertà di antenna".
La Costituzione italiana e quelle di altri Paesi affidano la gestione del territorio alle amministrazione locali. L'installazione di apparati di radiotelecomunicazioni è parte di queste scelte di gestione.
Un insieme di veti incrociati o il singolo divieto di un'amministrazione di attraversare il suo territorio rischia di bloccare la costruzione di importanti infrastrutture. Le scelte in alcuni casi sono dettate più dal parere degli abitanti-elettori del luogo che dall'interesse generale. A questi si contrappone la critica per cui da un lato si desidera un servizio, ma dall'altro nessuno vuole le strutture che lo rendono possibile.
A un modello che rispetta la responsabilità degli enti locali si contrappone un altro in cui il Governo àvoca completamente le scelte di sviluppo. Ciò è accaduto per la rete UMTS e negli Stati Uniti, dove le amministrazioni locali non possono opporsi all'installazione di antenne in luoghi di proprietà del demanio, anche se vicini ai centri abitati.
La scelta di una completa deregulation può dipendere da operazioni di lobbying dell'industria e da atti degli enti locali.
Un modello intermedio è quello in cui i governi fissano comunque dei limiti validi a livello nazionale.

COSA SI PUO' FARE PER RIDURRE L'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO?

Nel caso delle antenne, il campo si può ridurre allontanandole dai luoghi in cui si vive, infatti il campo di un'antenna tipo si riduce a 0,5volt/metro a circa 500 metri dall'antenna e allontanandosi si riduce molto lentamente.
Antenne più intelligenti per le stazioni radio base, invece, potrebbero ridurre sensibilmente i livelli di inquinamento; alcune antenne infatti sono in grado di dirigere il fascio di onde solo nella direzione in cui ce n'è veramente bisogno. Per ridurre i livelli di inquinamento, comunque, basterebbe installare più antenne meno potenti, ciascuna dedicata a coprire un' area più piccola. Per farsi sentire da lontano, infatti, bisogna urlare di più.
E lo stesso succede con le telecomunicazioni: un corpo di antenne sparse in maniera capillare sul territorio può trasmettere il segnale con una potenza di gran lunga inferiore a quella necessaria a una sola che deve raggiungere la stessa porzione di spazio.

CONSIGLI UTILI PER LIMITARE L'ESPOSIZIONE ALL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

Se si acquista una casa:
vi sono linee elettriche aeree o cabine elettriche? (le cabine elettriche spesso sono al piano terra)
vi sono antenne fisse per la telefonia cellulare? vi sono radar? vi sono ripetitori radio o TV?

In casa vale la regola della distanza di un metro:
tenere apparecchi elettrici (segreteria telefonica, radiosveglia, ecc.) sul comodino ad almeno un metro di distanza dal letto (o usare apparecchi a pile); non dormire sotto una termocoperta accesa; insegnare ai bambini a stare ad una distanza di almeno un metro dallo schermo del televisore in funzione (anche per i videogiochi); evitare di sostare dietro il televisore anche se vi separa un muro (il campo e' piu' elevato nella parte posteriore e laterale del televisore); tenere lontani i bambini da forni elettrici e ferri da stiro in funzione; utilizzare la lametta al posto del rasoio elettrico; utilizzare il phon tenendolo il piu' possibile distante dai capelli (d'estate asciugarli naturalmente); mantenere una distanza di almeno un metro e mezzo dai termosifoni elettrici portatili; cercare di ridurne al minimo i tempi di funzionamento di elettrodomestici come tritatutto, tostapane, frullatori, ecc.; mantenere il cosiddetto babyphone ad una distanza di almeno un metro dalla testa del piccolo; alcuni modelli di apparecchi per aerosol emettono un campo elevato, cercare di rendere massima la distanza utilizzando il tubicino dell'aria piu' lungo; non posizionare il letto a ridosso di una parete che confina con un quadro elettrico (dove c'e' l'interruttore principale); nella camera da letto e' meglio se i fili elettrici non passano dietro la testata del letto; mantenere un metro distanza dallo schermo di un qualsiasi monitor; evitare di stare ai lati o dietro il medesimo (il campo e' maggiore); usare gli apparecchi elettrici con prudenza: per esempio accendere la stampante solo per utilizzarla; spegnere sempre gli apparecchi elettronici quando non si usano (compresa la spia del televisore); Stare almeno a mezzo metro dagli impianti hi-fi e limitare l'uso delle cuffie; non lavorare con il portatile sulle gambe; utilizzare un cavo dati anzichè il wi-fi per un gran volume di traffico nella rete domestica.

Fuori casa:
tenere lontani i bambini da cabine o linee elettriche, da antenne per la telefonia mobile, da radar, da ripetitori radio o TV.

Il cellulare nuoce gravemente alla salute:
evitare lunghi colloqui; possibilmente non usarlo all'interno dell'auto (utilizzare il vivavoce); spegnere il cellulare di notte; persone con stimolatori cardiaci o altri impianti elettronici dovrebbero mantenere una distanza di sicurezza di almeno 30 cm dal cellulare.

FONTI: naturalismedicina.it (a cura del Dott. Flavio Gazzola), verdinrete.it, wikipedia.org

3 commenti:

  1. Scusa ho una cabina elettrica come quella nella foto con la porta ecc a distanza di 40/50 m ,c è pericolo ?

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  2. Direi che sarebbe molto utile proteggersi con degli appositi dispositivi che trasformano le onde da caotiche in armoniche in modo che non danno nessun problema al nostro corpo.

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  3. Mio figlio ha dormito da uno a sei anno nel letto dove si misurano picchi da 0,4 a 1 microtesla per colpa della distanza di 50 60 cm da un alimentatore incassato nel muro. Quali danni alla salute può aver causato?

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