Secondo l'Organizzazione Non Governativa francese Criirad in Europa si pongono seri rischi di contaminazione nucleare. Il maggior pericolo è nell'acqua piovana. Secondo i Verdi europei i controlli sono troppo scarsi
Rischio contaminazione in Europa - L'Ong francese CRIIRAD, specializzata nella sicurezza nucleare, avverte che "il rischio di radiazioni in Europa non è più negabile". Per tranquillizzare i cittadini francesi, l'associazione ha redatto un documento che fa il punto sui maggiori pericoli per la salute. Tra questi, soprattutto il contagio da acqua piovana: non berla e maggiori controlli nel suo impiego per fini industriali e agricoli. Sempre secondo l'Ong, le autorità competenti dovrebbero aumentare i controlli su alimenti come latte e formaggi fresco, e verdure a foglia larga, i più soggetti all'assorbimento dello Iodio 131, una sostanza pericolosa contenuta nelle scorie radioattive e rilasciata nell'atmosfera dopo il disastro di Fukushima in Giappone. Questo elemento può provocare serie patologie come il cancro della tiroide.
In Francia - Una settimana fa la CRIIRAD e l'Institut de Radioprotection et de Sûreté Nucléaire (IRSN) avevano rilevato pericolose concentrazioni di Iodio 131 nell'acqua piovana nel sud est della Francia e nei campioni di latte fresco di alcuni allevamenti prelevati il 28 marzo. Il tutto sarebbe dovuto alla nube contenete radiazioni arrivata nelle settimane scorse sui cieli del vecchio continente.
La risposta dell'UE - Intanto l'European Food Safety Authority basata a Parma ha specificato di non essere coinvolta nel controllo della radioattività degli alimenti ma di essere comunque a disposizione. La risposta dell'Ue è al momento veicolata dal Dipartimento per l'Energia della Commissione europea con il supporto del Joint Research Centre europeo. Il 25 marzo, dopo la certezza che la catena alimentare in Giappone sia stata contaminata dalle radiazioni, l'Ue ha aumentato i controlli sulle importazioni da qualche regione del Giappone. Il Gruppo dei Verdi al Parlamento europeo ha dichiarato che queste misure sono "fin troppo leggere" rispetto ai limiti che il Giappone stesso ha imposto per i consumi interni.
13 aprile 2011
FONTE: terranuova.it
http://www.aamterranuova.it/article5749.htm
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