La Asl RmE ha calcolato che tra il primo gennaio 2001 e il 30 novembre 2011 nel Lazio ci sono stati decessi a raffica dovuti al Mesotelioma, il cancro del polmone e della pleura causato dalle fibre sottili. Il picco arriverà tra il 2015 e il 2020 mentre è stato calcolato che in tutta la regione ci sono oltre 3 mila tonnellate sepolte. Il prossimo 23 al via il processo per “l'implosione” dell'ex Velodromo dell'Eur, distrutto con 120 chili di tritolo. L'accusa è di disastro colposo. E a Villa Ada l'impianto di controllo dell'aria ha il tetto in eternit completamente distrutto.
Fra veleni e bugie, miete in Italia 3mila morti ogni anno. Ma negli edifici pubblici della regione sono sepolte almeno 3mila tonnellate di eternit. E a spargere veleni nell'aria sono perfino le stazioni anti-inquinamento.
A 20 anni dalla legge (257/92) che l'ha messo al bando, il killer silenzioso, l’amianto è ancora fra noi. E continua a uccidere. Il Dipartimento di epidemiologia della Asl RmE ha monitorato i casi di Mesotelioma maligno diagnosticati nel Lazio fra il 1 gennaio 2001 e il 30 novembre 2011. Le vittime accertate sono state 761, il 71% uomini, la città più colpita Roma (363). Ma chissà quanti altri morti di amianto ci sono, ignorati. E il peggio deve ancora venire. Il picco si stima che avverrà fra il 2015 e il 2020, perché la contaminazione si manifesta dopo molto tempo, anche a 40 anni dalla prima esposizione. Tetti, pareti, canne fumarie. Se sono coibentati, non ci sono pericoli. Ma basta bucare un muro o lasciare esposta alle intemperie una copertura per correre seri rischi. Le fibre di amianto, 100 volte più sottili di un capello umano, se inalate, sono cancerogene. Provocano il tumore al polmone e alla pleura (Mesotelioma).
Il 13 febbraio il Tribunale di Torino ha condannato i due manager della Eternit a 16 anni di reclusione, per la morte di decine di dipendenti che avevano respirato per anni le polveri della fabbrica di Casale. Una sentenza storica. Che se ha reso giustizia ai familiari, ha però rilanciato l’allarme. A Roma, il 23 marzo, fra meno di 2 settimane, è fissata la prima udienza del processo per la vicenda dell’ ex-Velodromo dell’Eur, fatto esplodere (gli esperti dicono “implodere”) con 120 Kg di tritolo il 24 luglio 2008. Quel giorno, in piena estate, si sollevò un enorme nuvolone che penetrò dalle finestre aperte in migliaia di abitazioni. Che cosa conteneva? Secondo il comitato cittadino, polveri di amianto. Eur spa nega. Il reato ipotizzato dal pm, che ha sposato la tesi degli abitanti, è di disastro colposo. Vedremo l'esito.
Ma la città è letteralmente piena di eternit. Il Comune di Roma si copre dietro le pochissime operazioni di bonifica di qualche fazzoletto di terreno. Come ad Aguzzano. Ma a La Barbuta, nei pressi di Ciampino, l’ampliamento del campo nomadi, costato 10 milioni di euro, è stato più volte rinviato perché si è scoperto che l’area era una pericolosa discarica di eternit.
A Villa Ada, nel cuore di Roma, le boscaglie sono periodicamente sommerse da piccole discariche. Ad inquinare è paradossalmente perfino la centralina anti-inquinamento, in abbandono nel cortile della Finanziera, denuncia il Circolo Sherwood. La struttura che contiene la centralina ha il tetto in eternit completamente sfondato, e i frammenti si sbriciolano in aria. Una lettera di denuncia è stata inviata dal Circolo al Ministero dell'ambiente e al Cnr, che dopo aver montato la stazione sperimentale di rilevamento dello smog se la sono probabilmente scordata. Il colmo dell'assurdo, denunciano gli ambientalisti, è che una stazione anti-inquinamento è stata costruita con materiale inquinante.
Ma l’Sos resta il più delle volte inascoltato. Al Trullo gli abitanti a gennaio hanno raccolto 500 firme per chiedere la rimozione dell’amianto dal tetto del circolo bocciofilo di viale Ventimiglia, a pochissimi passi da un asilo nido e dalle abitazioni. Dopo due mesi è cambiato qualcosa? "Macché, è rimasto tutto come prima" risponde ad Affaritaliani.it il consigliere del XV municipio, Augusto Santori, autore di un’interrogazione: "Nessuno ha alzato un dito. Anzi, dopo il mio intervento la gente mi ha segnalato altri casi”.
Nel resto del Lazio la situazione è simile, se non peggiore. Nel 2011, il Cnr ha monitorato con il tele-rilevamento aereo e uno speciale sensore le zone industriali di Civitavecchia, Frosinone, Pomezia, Albano, Anagni, Aprilia, Anzio; e individuato 1 milione e 700mila metri quadri di coperture di eternit, pari a circa 3mila tettoie di capannoni industriali e magazzini, la metà fra i 100 e i 500 mq di superficie. Anagni la zona più colpita, seguita dall'area marittima di Civitavecchia e il litorale pontino. Ma il monitoraggio ha coperto appena il 4,7% del territorio. E il resto? “Hic sunt leones”, dicevano i latini per indicare i territori inesplorati.
Poco e nulla si sa dei grandi impianti industriali, tanto meno della situazione di abitazioni, piccole fabbriche, negozi.
di Marcello Viaggio
13 marzo 2012
FONTE: affaritaliani.libero.it
http://affaritaliani.libero.it/roma/amianto-killer-761-morti-nel-lazio-e-spunta-la-centralina-inquinata-130202012.html?refresh_ce
Sono passati 40 giorni dalla storica sentenza di Torino che ha condannato i 2 ex proprietari della Eternit di Casale Monferrato per omicidio colposo a causa delle polveri d'amianto emesse dallo stabilimento, che ha causato, fino ad oggi, il decesso di quasi 3000 persone, numero peraltro destinato a salire ulteriormente.
Volevo ritornare sull'argomento, anche per dire che, purtroppo, il gravissimo problema dell'amianto non è solo circoscritto a Casale Monferrato, ma è presente dovunque, dovunque ci sia questo subdolo materiale (e l'Italia ne è piena), e in maniera particolare dove esistono fabbriche che lo hanno lavorato.
Questo articolo spiega bene la situazione del Lazio, ma ogni regione italiana ha il suo gravoso prezzo da pagare a causa delle fibre di amianto. A tal proposito è mia intenzione postare altri articoli al riguardo e anche qualche testimonianza, perchè non si perda la memoria di chi, a causa dell'amianto, si è ammalato e ha perduto la vita.
Marco
Fra veleni e bugie, miete in Italia 3mila morti ogni anno. Ma negli edifici pubblici della regione sono sepolte almeno 3mila tonnellate di eternit. E a spargere veleni nell'aria sono perfino le stazioni anti-inquinamento.
A 20 anni dalla legge (257/92) che l'ha messo al bando, il killer silenzioso, l’amianto è ancora fra noi. E continua a uccidere. Il Dipartimento di epidemiologia della Asl RmE ha monitorato i casi di Mesotelioma maligno diagnosticati nel Lazio fra il 1 gennaio 2001 e il 30 novembre 2011. Le vittime accertate sono state 761, il 71% uomini, la città più colpita Roma (363). Ma chissà quanti altri morti di amianto ci sono, ignorati. E il peggio deve ancora venire. Il picco si stima che avverrà fra il 2015 e il 2020, perché la contaminazione si manifesta dopo molto tempo, anche a 40 anni dalla prima esposizione. Tetti, pareti, canne fumarie. Se sono coibentati, non ci sono pericoli. Ma basta bucare un muro o lasciare esposta alle intemperie una copertura per correre seri rischi. Le fibre di amianto, 100 volte più sottili di un capello umano, se inalate, sono cancerogene. Provocano il tumore al polmone e alla pleura (Mesotelioma).
Il 13 febbraio il Tribunale di Torino ha condannato i due manager della Eternit a 16 anni di reclusione, per la morte di decine di dipendenti che avevano respirato per anni le polveri della fabbrica di Casale. Una sentenza storica. Che se ha reso giustizia ai familiari, ha però rilanciato l’allarme. A Roma, il 23 marzo, fra meno di 2 settimane, è fissata la prima udienza del processo per la vicenda dell’ ex-Velodromo dell’Eur, fatto esplodere (gli esperti dicono “implodere”) con 120 Kg di tritolo il 24 luglio 2008. Quel giorno, in piena estate, si sollevò un enorme nuvolone che penetrò dalle finestre aperte in migliaia di abitazioni. Che cosa conteneva? Secondo il comitato cittadino, polveri di amianto. Eur spa nega. Il reato ipotizzato dal pm, che ha sposato la tesi degli abitanti, è di disastro colposo. Vedremo l'esito.
Ma la città è letteralmente piena di eternit. Il Comune di Roma si copre dietro le pochissime operazioni di bonifica di qualche fazzoletto di terreno. Come ad Aguzzano. Ma a La Barbuta, nei pressi di Ciampino, l’ampliamento del campo nomadi, costato 10 milioni di euro, è stato più volte rinviato perché si è scoperto che l’area era una pericolosa discarica di eternit.
A Villa Ada, nel cuore di Roma, le boscaglie sono periodicamente sommerse da piccole discariche. Ad inquinare è paradossalmente perfino la centralina anti-inquinamento, in abbandono nel cortile della Finanziera, denuncia il Circolo Sherwood. La struttura che contiene la centralina ha il tetto in eternit completamente sfondato, e i frammenti si sbriciolano in aria. Una lettera di denuncia è stata inviata dal Circolo al Ministero dell'ambiente e al Cnr, che dopo aver montato la stazione sperimentale di rilevamento dello smog se la sono probabilmente scordata. Il colmo dell'assurdo, denunciano gli ambientalisti, è che una stazione anti-inquinamento è stata costruita con materiale inquinante.
Ma l’Sos resta il più delle volte inascoltato. Al Trullo gli abitanti a gennaio hanno raccolto 500 firme per chiedere la rimozione dell’amianto dal tetto del circolo bocciofilo di viale Ventimiglia, a pochissimi passi da un asilo nido e dalle abitazioni. Dopo due mesi è cambiato qualcosa? "Macché, è rimasto tutto come prima" risponde ad Affaritaliani.it il consigliere del XV municipio, Augusto Santori, autore di un’interrogazione: "Nessuno ha alzato un dito. Anzi, dopo il mio intervento la gente mi ha segnalato altri casi”.
Nel resto del Lazio la situazione è simile, se non peggiore. Nel 2011, il Cnr ha monitorato con il tele-rilevamento aereo e uno speciale sensore le zone industriali di Civitavecchia, Frosinone, Pomezia, Albano, Anagni, Aprilia, Anzio; e individuato 1 milione e 700mila metri quadri di coperture di eternit, pari a circa 3mila tettoie di capannoni industriali e magazzini, la metà fra i 100 e i 500 mq di superficie. Anagni la zona più colpita, seguita dall'area marittima di Civitavecchia e il litorale pontino. Ma il monitoraggio ha coperto appena il 4,7% del territorio. E il resto? “Hic sunt leones”, dicevano i latini per indicare i territori inesplorati.
Poco e nulla si sa dei grandi impianti industriali, tanto meno della situazione di abitazioni, piccole fabbriche, negozi.
di Marcello Viaggio
13 marzo 2012
FONTE: affaritaliani.libero.it
http://affaritaliani.libero.it/roma/amianto-killer-761-morti-nel-lazio-e-spunta-la-centralina-inquinata-130202012.html?refresh_ce
Sono passati 40 giorni dalla storica sentenza di Torino che ha condannato i 2 ex proprietari della Eternit di Casale Monferrato per omicidio colposo a causa delle polveri d'amianto emesse dallo stabilimento, che ha causato, fino ad oggi, il decesso di quasi 3000 persone, numero peraltro destinato a salire ulteriormente.
Volevo ritornare sull'argomento, anche per dire che, purtroppo, il gravissimo problema dell'amianto non è solo circoscritto a Casale Monferrato, ma è presente dovunque, dovunque ci sia questo subdolo materiale (e l'Italia ne è piena), e in maniera particolare dove esistono fabbriche che lo hanno lavorato.
Questo articolo spiega bene la situazione del Lazio, ma ogni regione italiana ha il suo gravoso prezzo da pagare a causa delle fibre di amianto. A tal proposito è mia intenzione postare altri articoli al riguardo e anche qualche testimonianza, perchè non si perda la memoria di chi, a causa dell'amianto, si è ammalato e ha perduto la vita.
Marco
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