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mercoledì 24 novembre 2021

"Vorrei guarire dall'MCS per tutto l'Amore che mi ha dato mia madre, ma ho bisogno di aiuto!"

Vivo le pene dell'inferno, una vita di vessazioni. Ho una patologia gravissima che ancora la scienza tende a scansare, benché vi sia a disposizione moltissima letteratura specifica. Si tratta in apparenza di una di quelle situazioni apparentemente invisibili, resa possibile anche da una discreta presenza, che tende a mitigare la mia prigionia. L'acronimo è MCS, Multiple Chemical Sensitivity. Una sindrome mitocondriale, che giorno dopo giorno distrugge tutti gli organi e anche lo spirito, per chi come me ha ancora la forza di sorridere alla vita, nonostante tutto! Sono completamente abbandonata dalle istituzioni, ignorata per tantissime ragioni, soprattutto perché del mio caso in pochissime persone sono a conoscenza. La classica eminenza grigia che vive nell'ombra di se stessa, dietro un anfratto che mi sta uccidendo e nel modo più subdolo, cioè lentamente!
In un solo anno ho aumentato a dismisura l'intensità della mia sofferenza e del corteo di tutti i sintomi con i quali convivo. Non fosse altro che se disponessi di cure e di una casa bonificata, potrei recuperare un minimo del poco che resta di me stessa. Cosa resta?? Tanta dignità prima di tutto, non ho mai chiesto aiuti a nessuno, ho sempre evitato pensando di poter lavorare e sostenermi da sola. Non ho le forze per proseguire in questo modo, la sindrome si è portata via quasi tutto del mio mondo, ed io ero una ragazza piena di talento, voglia di fare, sogni da realizzare soprattutto, tanti!

Ma io sono anche una persona sola nella vita di ogni giorno, ignorata da mia sorella che non ha mai creduto alla mia sindrome, l'ha sempre contestata, umiliandomi talvolta e facendomi vergognare di esistere. Anche adesso che mi racconto penso che se dovessi chiudere gli occhi, smetterei di soffrire per sempre! Sì perché fa anche tanto freddo dove mi trovo e non posso permettermi neppure il riscaldamento, oltre al fatto che non tollero i caloriferi elettrici Soffro da troppo tempo per non aver considerato di raccontare un minimo la mia situazione. Con il Covid nessuna persona accetta di prendermi un poco a casa sua al caldo, ogni giorno prego Dio che questo succeda, ma anche quando sembra che io stia arrivando alla vetta di questo "sogno", ritorno bruscamente alla durissima realtà e resto qui al freddo e tra poco anche al gelo! Ho tante patologie insieme alla MCS, di cui la Rendu-Osler, motivo per la quale non posso andare a certe altezze collinari e montane. Causa di questo sono anche molto anemica e non posso permettermi alimenti di sostentamento che contrastino questa ennesima piaga. Ho problemi molto gravi coi denti ma non tollero anestesie! Ho la muffa in casa, non posso rimuoverla perché ne morirei. Intorno a me è tutto un cantiere.

Ogni stagione convivo con la passerella dei turisti sotto la finestra di casa mia, ogni secondo passa una persona, vi lascio immaginare, odori di ogni genere, profumi, ammorbidenti, tutto quello che passa mi entra in casa perché il mio piccolissimo buco esistenziale, è un pied a terre. Di fatto avrei anche una bella vista,  che detta così parrebbe il sogno di chiunque! Le poche volte che mi sono azzardata a fare una passeggiata, sono dovuta rientrare piena di odori addosso, che poi mi restano nella così definita memoria epiteliale; odori che si mischiano al gusto e all'olfatto, mangio qualcosa e sento quegli odori che si sono trasferiti sul mangiare. Tutto impossibile da sopportare, inenarrabile! Mio padre è anziano ed è seguito da un badante, non posso stargli accanto, malgrado gli voglia un bene infinito, ma lui è malato e ha bisogno di essere seguito giorno e notte, io sono malata e non riesco ad aiutarlo.

Vi prego di aiutarmi, chi potrà farlo leggendo questo scritto, si metta in contatto con me e mi dia un'opportunità di vita vera, non so cosa sia vivere in un vero appartamento. Non cerco cose sontuose, vorrei solo offrire a me stessa, per quel piccolo lasso di tempo che Dio mi concederà ancora in questo mondo, di provare l'emozione del vivere una casa "normale", lontana da qualsiasi fonte chimica. L'inverno sta bussando, non posso morire qui al gelo, sono sicura che da qualche parte del mondo qualcuno vorrà prendersi a cuore il mio caso. Sono una persona serissima e saprò disporre dell'autenticità di queste mie parole. Grazie a chiunque mi verrà in soccorso.

Qualcuno diceva che "Ci sono rimaste tre cose in paradiso: le stelle della notte, i fiori del giorno e gli occhi dei bambini" (Dante Alighieri)...... i miei occhi sono uguali a quelli di quei bambini, ho ancora desideri puri nel cuore, vorrei riscattarmi anche dal lutto di mia madre, facendole sapere che la mia vita è migliorata, glielo devo, mi ha dato tutto, mi ha insegnato a vivere.

Manuela


Per contattare Manuela allo scopo di poterla aiutare, scrivere a marcolavocedellaverita@virgilio.it

Grazie di vero cuore a chi lo farà!

lunedì 20 settembre 2021

Inquinamento Elettromagnetico

L’inquinamento elettromagnetico è cresciuto in maniera inarrestabile, pericoloso e invisibile costituendo una minaccia pericolosa per la salute pubblica.

I campi elettromagnetici inquinanti sono milioni di volte superiori a quelli naturali. Con le installazioni e diffusione degli impianti di telecomunicazioni 5G gli effetti nocivi saranno preoccupanti e aggraveranno inevitabilmente i sintomi delle persone affette da elettrosensibilità (EHS).

Bisogna sensibilizzare tutti per fermare e dire STOP al 5G poiché gli effetti nocivi sono a breve e lungotermine con sintomatologia multiforme che colpisce il sistema nervoso centrale: microscosse, disturbi di memoria, disturbi del sonno, concentrazione, etc., etc. Disturbi metabolici, sistema immunitario, poiché il 5G sono una fonte di alte frequenze che interferiscono a livello energetico e su tutti i tessuti, cellule, organi con mutazioni del DNA. Gli effetti a lungo termine sono tumorali: tumori nel sangue, sistema nervoso centrale, etc. Soprattutto nei bambini che sono maggiormente soggetti a rischio di leucemie. Già i cellulari operano alla frequenza di 900 Mhz (oggi 1800) le radiazioni di questa lunghezza d’onda vengono assorbite dai tessuti, (figuriamoci cosa accadrebbe con il 5G). Sono già stati fatti studi sugli effetti pericolosi e nocivi dei campi elettromagnetici all’università di Nottingham (Inghilterra) sono state sottoposte a radiazioni (identiche a quelle emesse dal cellulare) le larve e si è notato che la divisione cellulare risultava accelerata, quindi, una crescita abnorme di cellule che sviluppa tumori cancerogeni.

Bisogna prendere atto che è un continuo proliferare delle malattie ambientali: elettrosensibilità (EHS), sensibilità chimica multipla (MCS) e patologie correlate. Le malattie causate dall’ambiente hanno messo in crisi la salute dell’ambiente e dei suoi abitanti; la maggioranza delle patologie dipendono dal logoramento del sistema immunitario provocato dal degrado ambientale e della incredibile diffusione di sostanze tossiche presenti nell’aria, acqua, cibo, inquinamento elettromagnetico, etc.

La medicina allopatica o “chimica di sintesi” non è più in grado da sola di affrontare le malattie provocate dall’inquinamento elettromagnetico e ambientale. Molti medici hanno ancora oggi una visione meccanicistica, nata con la scienza ai tempi di Cartesio e Newton, supportata dal pensiero scientifico dominante tuttora nella medicina occidentale che considera il corpo come una macchina che può essere analizzata e scomposta nelle sue parti. Fortunatamente, alcuni medici, incominciano ad avere una visione olistica, termine che deriva dalla parola greca “holos” e significa “intero” e cioè che tutti gli organi interagiscono con il TUTTO. Bisogna che i medici siano preparati in medicina ambientale, epigenetica, fisica quantistica, etc. È ormai superato il concetto che la salute dipende soltanto dalla genetica e si incomincia a parlare in termini di epigenetica, poiché l’ambiente in cui viviamo determina la nostra salute, abitudini, comportamento, stile di vita e abitudini alimentari.

Ogni singola cellula del corpo umano contiene nel DNA l’informazione globale del corpo e della mente, grazie alle quali riesce a comunicare e relazionarsi continuamente con il sistema cellulare. Siamo fatti di energia NON separabili tra fisico e spirito, tutto interagisce con il TUTTO e con TUTTI. La medicina in futuro dovrà orientarsi, più di quando non abbia fatto finora sul profilo metabolico individuale del paziente dal momento che NON esiste l’individuo normale o il quadro “normale”.

È così difficile comprendere che il 5G costituisce una seria minaccia per la nostra salute!?
Chiedetelo agli ammalati di elettrosensibilità, sensibilità chimica multipla, etc., quanta sofferenza procurano i sintomi molteplici delle suddette patologie oltre alla privazione delle relazioni sociali, perdita del lavoro, etc. I campi elettromagnetici e inquinamento ambientale sono una minaccia per l’equilibrio interno delle funzioni vitali (omeostasi) nel nostro organismo.

Come si può guarire dalle MALATTIE AMBIENTALI se si continua a inquinare e le condizioni ambientali persistono poiché nessuno tutela la salute dei cittadini?
Se le condizioni di inquinamento ambientali persistono i disturbi si cronicizzano e peggiorano nella misura in cui le nostre forze di adattamento vengono logorate dal continuo bombardamento degli inquinanti. Il continuo logorio di sostanze nocive fa crollare anche la resistenza delle persone più sane e robuste e sono destinate a cedere modificando anche le cellule e DNA. Il miglior PARTITO è quindi la PREVENZIONE che è la messa a punto per neutralizzare il più possibile lo stress ambientale. Oggi l’inquinamento elettromagnetico è talmente elevato che bisogna rafforzare e supportare il sistema immunitario con ottimi integratori per sostenere le funzioni di detossificazione dell’organismo. Altri danni che procura l’inquinamento ambientale sono le anomalie all’apparato riproduttivo, diabete di tipo due, etc.

Non dimentichiamo che stiamo parlando di malattie ambientali e che la salute è il nostro patrimonio e quindi è un nostro DIRITTO essere tutelati da chi dovrebbe far rispettare la COSTITUZIONE art. 32 e art 3. Va ricordato che il DIRITTO alla salute comporta anche il diritto alla salubrità ambientale e prevenzione al DIRITTO dell’integrità dell’individuo. La protezione della salute è stata inserita nella carta dei DIRITTI fondamentali dell’unione europea. Purtroppo!!! In Italia, il mancato riconoscimento delle malattie ambientali e violazioni dell’art. 32 ha fortemente danneggiato gli ammalati aggravando i sintomi per mancanza di cure detossificanti. Ci sono stati giovani morti per mancanza di cure che potevano essere curati e salvati. Colgo l’occasione per ringraziare Maurizio Martucci, Sara Cunial, Davide Barillari e tutti i medici, ammalati e tutte le persone impegnate attivamente per far riconoscere il diritto alla salute e tutela ambientale.


di Filomena Pavese

14 settembre 2021

FONTE: OrticaWeb

giovedì 17 giugno 2021

Inquinamento elettromagnetico. “Serve un Centro regionale di cura”

Il referente per la Puglia di Alleanza italiana Stop 5G Giancarlo Vincitorio rivolge un appello a tutti i partiti per realizzare in Puglia un Centro per la diagnosi e la cura di patologie causate dall'esposizione a campi elettromagnetici e ad agenti chimici. “Non ha importanza quale orientamento politico esprimano, ma tutti i partiti dovrebbero sentire il dovere di questo impegno a tutele dai diritti di chi soffre di MCS (Sensibilità Chimica Multipla) ed EHS (Ipersensibilità ai campi elettromagnetici)” spiega Vincitorio nella sua richiesta rivolta anche al presidente Emiliano.
L'attivista ricorda che è dal 2001 che il ministero della Salute e le Regioni ne parlano come problema sanitario emergente e riscontri di questa consapevolezza c'è pure in Gazzetta Ufficiale già da quell'anno ma ad oggi nulla è stato fatto in Puglia. In molte altre Regioni invece MCS ed EHS sono riconosciute come malattie invalidanti e anche all'estero, esempio Germania e Francia, ci sono sentenze giudiziarie che rafforzano i diritti di coloro che soffrono per questa malattia.
In Puglia – dichiara Vincitorio – ci sono persone che a causa di queste malattie vivono fuori dai centri abitati e in zone totalmente isolate al sistema elettromagnetico e chimico e sono costrette a limitare la propria vita sociale ad incontri con persone adeguatamente decontaminate. Non si può più fare finta di non vedere o non sapere. E' il momento di agire e le istituzioni devono fare il proprio dovere ma questo risultato si raggiunge se i partiti all'unisono accolgono il nostro input e svolgono una forte azione di stimolo al governo regionale. Ecco perché rivolgo un accorato appello a tutti i partiti assicurando che coloro che lo recepiranno potranno contare sul supporto dei nostri studi e riscontri scientifici”. Secondo Vincitorio ci sarebbero territori come San Giovanni Rotondo o Lecce, dove persiste una rassegnata coesistenza con l'inquinamento elettromagnetico limitandosi a delegare all'Arpa la sorveglianza dei limiti di emissione. MCS ed EHS sono causa di patologie disabilitanti in rapporto alla gravità delle affezioni dei vari organi o sistemi interessati come ad esempio reni, pelle, apparato respiratorio, cardiocircolatorio e digerente, sistema nervoso, ecc.
La Regione Puglia – afferma Vincitorio – può fare molto per garantire ai cittadini una diagnosi precoce delle patologie MCS ed EHS e per erogare a questi soggetti servizi adeguati nelle strutture sanitarie pubbliche.
Continueremo la nostra battaglia ovunque e sempre ma nel frattempo i partiti sollecitino il governo regionale a riconoscere la malattia e ad erogare le cure sanitarie a chi soffre
” conclude Vincitorio.

15 maggio 2021

FONTE: l'Attacco

martedì 13 aprile 2021

«MALATA AMBIENTALE SENZA DIRITTI. E HO PURE SERVITO LO STATO»

SOFFRE DI ELETTROSENSIBILITÀ E SENSIBILITÀ CHIMICA MULTIPLA. DALLA TOSCANA È SCAPPATA A S. MARINELLA CERCANDO AIUTO. ABBANDONATA, ORA SI SFOGA.

Nel passato si scappava dalla guerra e miseria. Ora siamo costretti a scappare da una regione all’altra per sopravvivere al bombardamento chimico, inquinanti ambientali e pesticidi poiché, la
terra dei fuochi” è dappertutto.
Sono sempre stata una cittadina attiva, ovunque ho vissuto, ho svolto la mia attività lavorativa come dipendente presso il “Ministero di Grazia e Giustizia”. Ho servito lo STATO per 35 anni con alto senso di responsabilità e dovere prestando servizio presso Procure e Tribunali, ex Preture, Direzione Nazionale Antimafia, Tribunale dei Minori. Ho sempre creduto nella Giustizia che è ben diversa dall’applicazione della Legge e decreti. L’ironia della sorte si è BEFFATA facendomi provare IN-GIUSTIZIE esattamente in quello STATO che avevo servito per decenni.
Sono stata residente 25 anni in Toscana Nord e la permanenza di 15 anni a Pistoia (capitale del vivaismo) dove i pesticidi che vengono usati quotidianamente nei vivai, oltre all’amianto delle aree ex Breda, all’inceneritore e ripetitori installati su palazzi storici, mi hanno fatto ammalare di patologie ambientali: sensibilità chimica multipla (MCS) elettrosensibilità, fibromialgia e patologie correlate. Ho dovuto sospendere l’attività lavorativa e sono stata fortemente penalizzata economicamente grazie alle ultime riforme del governo tecnico Monti-Fornero. Ho dovuto lasciare la mia casa che avevo acquistato, lasciare amicizie e il mio compagno. Il 24/ottobre/2017, il babbo di mio figlio ha lasciato questo Pianeta Terra e la mia patologia ambientale NON mi ha permesso di raggiungere la Toscana per dargli l’ultimo saluto. La mia sensibilità chimica multipla è esplosa come un vulcano in eruzione 11 anni fa, quando Lorenzo aveva solo 12 anni. In questi anni ho dovuto affrontare da sola e con un figlio a carico ben quattro traslochi scappando da una regione a un'altra dai pesticidi e inquinanti ambientali. Mio figlio, mi fa da accompagnatore e da “scudo di protezione” per avvisarmi se posso entrare oppure NO in un luogo NON bonificato. È superfluo dire che mio figlio è consapevole che NON può lasciarmi sola e che si sta sacrificando. Oltre a mio figlio e i miei tesori pelosetti: non abbiamo nessun parente e amicizie poiché siamo ripartiti nuovamente da zero. L’ultimo trasloco è stato quello di un anno e mezzo fa e siamo approdati a Santa Marinella (Roma) in questa cittadina di mare, inizialmente incominciavo a star meglio ed ero contenta di non avere sintomi da avvelenamento cronico e tempesta di citochine per infiammazione cronica multiforme che colpisce tutti gli organi. Non mi sembrava vero che, a due passi da casa, potessi passeggiare tranquillamente nella natura, gli alberi, fiori di campo, lucciole, asini e animali osservando dal paesaggio collinare la bellissima veduta mare. All’improvviso, senza neanche rendermi conto, poiché tutto è avvenuto durante il lockdown, il bel paesaggio non esisteva più, mi sembrava di vivere un incubo quando ho visto una lunga distesa di capannoni per la coltivazione e ripresa della floricoltura. Provate un attimo a immaginare come può vivere una persona affetta da patologie ambientali nella propria abitazione ubicata a pochi passi dalla terra avvelenata e cosparsa da un manto bianco di veleni chimici e insetticidi. A nulla sono serviti tutti i traslochi e sacrifici. Tanto valeva respirare i veleni toscani e quelli della Puglia, etc. Ho svenduto casa altrove per poter riacquistare questa casa e da quando danno pesticidi non posso vivere un solo secondo nella mia casa. Sono ripiombata in un malessere indescrivibile (chi è sensibile come me può comprendere benissimo).

Ora basta!!! Ho il diritto di vivere in casa mia e chi inquina deve essere punito per ecoreati. Non ho MAI chiesto nulla e ho sempre affrontato tutto da sola ma ora è davvero TROPPO… ho chiesto già abbastanza a me stessa. Tutti impegnati a controllare se si indossano le mascherine per strada ma nessuno controlla chi inquina l’ambiente e di riflesso gli esseri viventi. Per chi inquina non ci sono multe. Va ricordato che il diritto alla salute comporta anche il DIRITTO alla salubrità ambientale e prevenzione al diritto dell’integrità dell’individuo. Non dimentichiamo che stiamo parlando di patologie ambientali e che NON si può vivere in una campana di vetro. La protezione della salute è stata inserita nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Perché in Italia rispetto a Londra e Madrid non esiste riconoscimento e cure detossificanti oltre a ospedali bonificati per gli ammalati di MCS?
Perché in Italia non sono ancora riconosciute le patologie ambientali?
Ogni giorno ci sono bambini, giovani, adulti e persino animali che si ammalano di patologie ambientali e incrementeranno notevolmente in maniera esponenziale con il 5G.
Perché solo a qualche ammalato è concesso di curarsi a Londra a spese dello Stato mentre altri sono abbandonati a se stessi nella totale indifferenza delle istituzioni?
L’art. 32 della Costituzione è stato violato o meglio non è stato mai applicato. Gli elementi e i pilastri fondamentali della salute sono: aria, terra, cibo, e acqua… e ci stanno avvelenando in tutti i sensi ovunque. L’aria è il soffio vitale poiché la nostra vita inizia e termina con un respiro. «Vis medicatrix naturae» è il famoso motto di Ippocrate, il padre della Medicina, e l’aria pura è il primo medicamento.

Filomena Pavese


9 aprile 2021

FONTE: Ortica Web

venerdì 9 aprile 2021

La fibromialgia ritenuta malattia invalidante

Amos D’Antoni / BASILIANO

Unanimità in consiglio comunale sulla proposta di definire la fibromialgia una malattia invalidante.
Nel corso dell’ultima seduta, i consiglieri hanno approvato la proposta della presidente della commissione pari opportunità, Fanny Fabbro, di riconoscere in Friuli Venezia Giulia come invalidanti patologie quali fibromialgia, encefalomielite mialgica benigna e sensibilità chimica multipla.
Si tratta di patologie croniche altamente invalidanti che colpiscono l’apparato muscolo-scheletrico e determinano pesanti riduzioni della capacità lavorativa, sociale e di relazione. Colpiscono in età adulta circa 2 milioni di italiani, in prevalenza donne. Il Consiglio ha dato mandato al sindaco Marco Del Negro di trasmettere alla Regione l’approvata adesione per portare al riconoscimento e all’iscrizione nell’elenco delle malattie croniche di tali patologie per le quali è prevista l’esenzione alla compartecipazione alla spesa sanitaria esono riconosciuti i diritti previsti dallo Atato in materia di lavoro.
L’assessore Mara Mattiussi, esprimendo soddisfazione, ha rilevato che «è stato premiato l’impegno di tutti coloro che da anni sono interessati al riconoscimento della fibromialgia come malattia cronica invalidante. Intervenire congiuntamente e senza divisioni, anche a livello politico, ci ha permesso di raggiungere un obiettivo condiviso e atteso da molte persone».

8 settembre 2020

FONTE: Messaggero Veneto

martedì 17 novembre 2020

“A Piacenza l’inquinamento è alle stelle”: Giovanna scrive a due ministri del governo

Cari ministri, qui l’inquinamento è alle stelle. Suona più o meno così l’incipit della lettera che Giovanna Sivelli, residente nel quartiere Besurica, ha recapitato ai ministri Giulia Grillo (salute) e Sergio Costa (ambiente).

Qualche giorno fa, la piacentina ha scritto di suo pugno una missiva agli esponenti del governo per evidenziare i vari sforamenti di polveri sottili registrati questo inverno a livello locale. Poi l’ha spedita tramite posta raccomandata, sperando che – oltre alla ricevuta di consegna – possa tornare sul territorio anche “una sensibilità maggiore per il tema ambientale”.

La donna, infatti, vive in prima persona gli effetti dello smog: soffre di "Sensibilità chimica multipla", una malattia rara (e non riconosciuta totalmente dalla comunità scientifica) che non le permette di tollerare gli agenti chimici diffusi nell’aria, tra cui appunto gli elementi inquinanti.

Ho deciso di portare alla vostra attenzione la condizione in cui si trova Piacenza – si legge nel testo indirizzato ai ministri -. Si tratta di una zona altamente industrializzata e poco ventilata, nelle immediate vicinanze dell’autostrada A1. Negli ultimi anni, qui si sono insediati diversi insediamenti logistici e tanti altri colossi mondiali vorrebbero aprire i loro immensi magazzini, causando parecchio inquinamento. Piacenza è scivolata in basso nelle statistiche ambientali”.


7 febbraio 2019

FONTE: Libertà

mercoledì 11 novembre 2020

“Sei solo un numero”, così Fiat-Fca ha licenziato a Melfi un operaio malato

Alla Fiat di Melfi gli operai sono solo numeri, non sono persone. E lo testimonia la storia assurda di Michele, cacciato dalla fabbrica perché nessuno crede alla sua malattia. È a lui che hanno detto in faccia: “Sei solo un numero”. Michele ha 49 anni, una moglie e due figli, tutti disoccupati. A raccontare la sua storia, con un’intervista, è il quotidiano online Basilicata24. Dal 1994 alla Fiat di Melfi, un giorno non ce l’ha fatta più. È il 22 aprile 2016, va alla Stazione Carabinieri di San Nicola e denuncia tutto. “Sei solo un numero” gli ribadisce il responsabile del personale, il giorno in cui per l’ennesima volta Michele prova a spiegare le sue ragioni. Sta male, ma nessuno sembra credergli, eppure ha gravi problemi di salute.

Mentre è al lavoro – si legge nell’articolo – è costretto a fermarsi, anche per correre in ospedale. Più volte, da quando gli hanno cambiato reparto. Diagnosi mediche inequivocabili, ignorate dai dirigenti, dice lui, "anche dal medico del lavoro": asma, intolleranza alle polveri, insufficienza respiratoria. Poi la diagnosi definitiva di una malattia a cui nessuno credeva: Sensibilità Chimica Multipla ed Elettrosensibilità. Lo hanno licenziato, ma solo dopo l’operaio ha avuto un po’ di giustizia. Michele ha lottato contro un clima ostile in una fabbrica dove "sei un numero"”.

Nel 2015 inizia il calvario che porterà al licenziamento. C’è una riorganizzazione aziendale in atto, dicono, perciò Michele deve passare ad altri reparti dove a causa della sua malattia però non può lavorare. L’operaio prova a spiegarlo in tutti i modi, scrive lettere, affronta colloqui con i superiori, presenta certificati medici di specialisti, diagnosi ospedaliere. Nonostante queste evidenze, le mansioni a cui viene assegnato presentano controindicazioni e livelli di rischio incompatibili con le sue condizioni di salute: polveri, fumi, irritanti delle vie respiratorie.

Un giorno, il 21 aprile 2016, dall’infermeria dello Stabilimento si rifiutano di chiamare il 118. Fa da sé, chiama l’ambulanza e va in ospedale: dispnea. “L’11 giugno alle 4 circa del mattino il supervisor mi chiama alla scrivania per farmi presente che mi doveva notificare la contestazione del 7 giugno a mano, ma prima di questo, mi informa che se mi volessi licenziare l’azienda dava da 20 a 30 mila euro”. Michele racconta: “Gli rispondo che non avevo intenzioni di licenziarmi ma che è l’azienda che sta facendo di tutto per farlo e che la contestazione la doveva spedire a casa come la precedente”. Michele viene licenziato l’11 gennaio 2017.

Pochi mesi dopo il professore Genovesi, specialista accreditato a livello internazionale, certifica che Michele è colpito da una malattia rara: Sensibilità Chimica Multipla ed Elettrosensibilità. “Malattia rara già riconosciuta dalla Regione Basilicata nel 2006 e nel 2013. Nel gennaio 2019 anche la Commissione per l’accertamento di invalidità riconosce a Michele di essere invalido con riduzione permanente della capacità lavorativa. Il 26 gennaio 2017 Michele impugna il licenziamento, ancor prima aveva fatto ricorso per essere spostato di reparto e di mansione, ma gli danno torto in tutti e due i casi. A questo punto l’operaio avrebbe potuto impugnare le sentenze, produrre nuovi ricorsi, ma ha mollato per sfinimento, si è arreso. Non ce l’ha fatta”.


10 ottobre 2020

FONTE: Il Paragone

giovedì 22 ottobre 2020

EHS e MCS, le malattie dell’ambiente: «Necessario intervenire rapidamente, per i pazienti drammatiche condizioni di vita»


Una giovane vita si è spezzata pochi giorni fa e con essa i sogni e le speranze di poter vivere una vita normale.

Era affetta da due gravi malattie ambientali, la Sensibilità Chimica Multipla o Multiple Chemical Sensitivity (MCS) e la Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici o Electromagnetic Hypersensitivity (EHS) che causano gravi reazioni fisiche in seguito ad esposizione rispettivamente a Sostanze Chimiche ed emissioni Wireless di ogni tipo, entrambe non riconosciute come entità nosologiche dal SSN.

In Italia sono state riconosciute solo da alcune regioni come malattie rare, ma rare non sono! Indicarle come tali è l’unica via percorribile dalle regioni per riconoscerle in autonomia, in mancanza di un riconoscimento nazionale.

Non essendoci un riconoscimento nazionale, i medici non sono obbligati ad aggiornarsi e quindi non sono a conoscenza di questo problema sanitario, emergente anche nella nostra provincia a causa del crescente Inquinamento Chimico ed Elettromagnetico.

Per questo chi ne soffre viene ignorato, come ignorate sono le richieste di aiuto dei malati, che da anni, anche tramite le associazioni di riferimento sia locali che nazionali, denunciano la situazione critica nella quale si trovano.

I soggetti affetti dalle forme più gravi, dal riscontro sempre più frequente, vivono in stato di prigionia. Sono costretti a non lavorare, sono privi di ogni forma di aiuto o tutela pur invalidi gravi e non hanno fonti di sostentamento; sono costretti a rinunciare allo studio o a creare una famiglia propria; sono danneggiati da emissioni imposte loro da terzi e verso le quali sono impotenti.

Non hanno accesso alle cure mediche di base e di emergenza in quanto le strutture sanitarie sono ambienti saturi di Campi Elettromagnetici (CEM) e Sostanze Chimiche, e la classe medica come detto non è aggiornata.

I malati di EHS e i malati di MCS rischiano di restare senza servizi essenziali (corrente elettrica, gas, acqua e collegamento ad internet) a causa dei cambiamenti che stanno venendo apportati alle reti di trasmissione dei dati in termini di utilizzo di contatori Wireless (smart meter, imposti per legge) e fibra ottica costituita da reti ibride che utilizzano anche il Wireless (che presto sarà l’unico sistema di collegamento ad internet disponibile sul mercato poiché l’ADSL sta venendo dismessa). Queste strumentazioni emettono segnali che passano attraverso i presidi schermanti dei malati, sono totalmente incompatibili con la malattia, e costituiscono un danno anche quando utilizzate da terzi che risiedono in loro prossimità.

L’uso crescente delle App sugli smartphone, che forniscono servizi a prezzo di un continuo collegamento alla rete a mezzo telefonia mobile, WiFi o Bluetooth, determina l’emissione di segnali dalla portata in grado di invadere i loro ambienti di vita.

I 700 MHz che verranno utilizzati dalla rete 5G sono ampiamente in grado di attraversare i presidi schermanti (schermature ambientali e indumenti schermanti) e non daranno loro scampo.

I malati di MCS stanno ugualmente andando incontro ad uno scadimento delle condizioni di vita, perché l’emergenza Coronavirus ha portato ad un cospicuo utilizzo di disinfettanti i cui vapori sono deleteri per la loro salute già precaria, divenendo pericolosissimi specialmente per chi vive in condomini.

Di tutti i problemi di cui sopra, che chiaramente ledono molti dei diritti di questi soggetti come esseri umani e come cittadini, il più critico resta quello sanitario. Sono stati fatti dei disegni di legge a tutela dei malati ma che purtroppo sono fermi a causa dell’emergenza Coronavirus.

Esistono dei riconoscimenti regionali e qualche regione adotta dei protocolli ospedalieri, ma non è assolutamente sufficiente a tutelare i malati perché, in assenza di una accurata e stabile bonifica ambientale nei confronti di campi elettromagnetici e sostanze chimiche, nonché di adozione di quotidiane ed adeguate misure gestionali per la MCS (dieta rigorosamente biologica e trattamenti antiossidanti e detossificanti quotidiani), le malattie sono progressivamente ingravescenti: la persona affetta diventa sensibile a una gamma più ampia di frequenze e sostanze chimiche presenti nell’ambiente, e i sintomi diventano più gravi e potenzialmente fatali.

Sono malattie scomode per i notevoli interessi economici dietro a certe scelte politiche e dell’industria, per cui si cerca di negarne l’esistenza nonostante studi scientifici peer-reviewed (quindi approvati dalla comunità scientifica) correttamente eseguiti ne confermino plausibilità biologica e gravità, e i malati siano dotati di certificati medici rilasciati dai pochi specialisti a conoscenza del problema.

Ester racconta: “A causa della MCS grave, pur avendo una casa, per anni ho vissuto in auto, molte volte in zone montane. Avevo problemi a vestirmi perché ogni detergente mi causava reazioni gravi e ho vissuto al freddo più d’una volta perché non potevo accendere il riscaldamento.

Adesso mi trovo a dover vivere sempre vicina ad un ospedale e in caso di crisi respiratorie, dovute anche solo al profumo utilizzato da una persona, devo correre al pronto soccorso. Non potendo accedere in sicurezza per le gravi reazioni che potrei avere in posti non bonificati come gli ospedali (il più delle volte preventivamente avvertiti), ricevo assistenza in una camera di isolamento, ma non è sempre facile disporre della comprensione del personale, e questa cosa mette costantemente in pericolo la mia vita.

L’autonomia è sempre più ridotta, non posso spostarmi molto perché devo avere un medico vicino a me. Mangio solo 4 alimenti e non posso curarmi perché non posso usare i farmaci tradizionali
”.

Paola, una malata grave di EHS e MCS, racconta invece: “Ho subìto atti di bullismo dai vicini solo per aver chiesto di spegnere i WiFi almeno la notte, sono stata derisa, umiliata e molte altre volte semplicemente ignorata. Nei primi anni di malattia, a causa dei dispositivi Wireless utilizzati dai vicini, sono stata costretta a dormire in auto, poi in uno scantinato, e infine su una sedia nell’unico piccolo spazio riparato dai CEM che ero riuscita a trovare, in un calvario di segregazione e isolamento che sta durando da anni. Da due anni sono costretta a vivere permanentemente in una struttura schermante con meno di 2 mq a disposizione per muovermi. A causa del recente potenziamento dei ripetitori siti alla stessa altezza ed in prossimità del mio appartamento (definito “sito sensibile” dall’ARPA), questa struttura schermante ha perso di efficacia e non mi ripara più adeguatamente. Ho danni organici documentati nelle mie relazioni specialistiche, e con l’aumento dell’elettrosmog ho ricominciato a soffrire di dolori continui ed intensi. Quindi non solo sono costretta a vivere da prigioniera per un inquinamento prodotto da terzi, ma vengo pure torturata! Sono a carico dei miei genitori anziani e non ho i mezzi per ripararmi adeguatamente. L’esborso economico elevato per trattare le malattie ha impoverito la mia famiglia e presto non potrò più curarmi. Spero continuamente di non avere bisogno di un ricovero ospedaliero perché le strutture sanitarie sono luoghi impraticabili, pieni di onde elettromagnetiche e sostanze chimiche.

A causa della MCS, esordita 5 anni fa per un problema ambientale, ho avuto una crisi respiratoria violenta che ha determinato una frattura costale multipla: ho dovuto curarmi da sola perché non potevo recarmi in ospedale e sono stata ignorata dal mio medico di base di allora. Di medici di base ne ho cambiati altri due e la situazione non è migliorata. Al momento soffro di dolori addominali continui, la cui causa non posso indagare per l’impossibilità di recarmi in ambienti sanitari non bonificati. Sto cercando di impedire l’installazione dello smart meter per il gas, perché già sto male per quelli installati nelle vicinanze, ma mi sto scontrando con un muro di gomma. Quando vado a letto la sera non so se il giorno dopo sarò ancora viva
”.

Vania, anche lei affetta da MCS ed EHS grave dice: “C’è un gran vuoto di umanità quando si tratta di malattie ambientali. Quando mi sono ammalata il mondo mi ha voltato le spalle. Vivo sola, i genitori sono lontani, faccio fatica ad alimentarmi, e i danni organici derivati dalle malattie mi stanno prosciugando le poche forze che mi sono rimaste. Mi trovo senza risorse e non so come potrà essere il mio futuro. Sono una giovane che vive da vecchia”.

Roberto, affetto da EHS e MCS, racconta: “Ho dormito 2 anni in auto a causa dei vicini che avevano il WiFi. Ora, dopo un trasloco in un posto inizialmente migliore, mi ritrovo nuovamente con frequenze invasive che mi creano un dolore così forte da farmi svenire e per riprendermi ci vogliono giorni. Soffrendo di problemi cardiocircolatori, considerato che i CEM hanno effetti importanti a livello cardiaco, vivo come un condannato a morte in attesa della esecuzione”.

L’Associazione Obiettivo Sensibile OdV, nata per sensibilizzare le istituzioni verso questo problema e per aiutare chi soffre di queste gravi patologie è stata istituita da un gruppo di persone trentine affette da queste patologie ambientali, per dare aiuto e tutele agli altri malati che risiedono in regione e in Italia. “In Trentino – spiegano i vertici dell’associazione – le persone affette da tali patologie a conoscenza diretta dell’Associazione sono circa una quarantina, ma sono solo la punta dell’iceberg: molti di più sono i casi sommersi. E’ necessario intervenire rapidamente perché le loro drammatiche condizioni di vita stanno violando quanto sancito dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, essendo peraltro incostituzionale. Come Associazione chiediamo che queste persone vengano ascoltate se chiedono aiuto al sindaco o ad altre istituzioni, e che le malattie vengano riconosciute e curate in Italia”.

E ancora: “I medici di base e gli ospedali si devono attrezzare per poter accogliere in sicurezza questi pazienti, senza rischiare di danneggiarli ulteriormente specialmente ora con il grave problema del Coronavirus. Abbiamo stilato un documento di accesso alle cure per i pazienti affetti da EHS e MCS proprio per tutelare i malati, e contiamo di distribuirlo capillarmente ai servizi di assistenza. Servirebbero inoltre luoghi Elettrosmog e Chemical-Free, aiuti economici per terapie salvavita e schermature, e pensioni di invalidità congrue. Ciò porterebbe queste persone ad avere gli stessi diritti degli altri cittadini e ad integrarsi nella società”.


19 ottobre 2020

FONTE: La Voce del Trentino

martedì 13 ottobre 2020

Trento, morta giovane elettrosensibile/MCS. Obiettivo Sensibile: “C’è rabbia, le istituzioni continuano ad ignorare la malattia”


Comunichiamo con dolore, e non nascondiamo anche rabbia, la notizia giunta ieri sera dalla mamma di una giovane donna, della morte della figlia affetta dalle forme gravi di Sensibilità Chimica Multipla ed Elettrosensibilità, nostra associata”. Con queste poche righe l’associazione trentina Obiettivo Sensibile ha reso nota l’ennesima tragica fine di un’ammalata invisibile, cittadina dellEra Elettromagnetica costretta al confino senza assistenza né cure del sistema sanitario nazionale, colpa l’ostracismo di un negazionismo infimo ostinato a privare chi ne soffre pure dei diritti inalienabili dell’uomo. Senza il riconoscimento nazionale e nell’elenco regionale delle malattie rare, infatti gli ammalati di questa sindrome immuno-neuro-tossica altamente invalidante sono relegati al confino, abbandonati soli, al loro destino, per una disperata lotta per la sopravvivenza che, come purtroppo già successo in passato, può concludersi nel peggiore dei modi, sconfinando nel punto di non ritorno. Nonostante il riconoscimento da parte dell’ONU e l’inserimento tra le classificazioni internazionale nell’ICD10 da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Inaccettabile: “Siamo vicini alla famiglia in questo momento di grande dolore – continua la nota di Obiettivo Sensibile – quanto successo ieri è uno dei non pochi casi laddove le istituzioni continuano ad ignorare queste patologie. Continueremo a batterci per i nostri diritti e per un riconoscimento delle patologie, affinché ci sia una tutela e quanto accaduto non debba più ripetersi.

Come già anticipato nella recente inchiesta di OASI SANA sul riconoscimento della patologia, per colmare la vergognosa lacuna del sistema sanitario nazionale Obiettivo Sensibile ha predisposto un protocollo per l’ospedalizzazione in sicurezza dei malati ambientali. Sottoscritto da numerosi medici e ricercatori, il documento "Accesso alle Cure per pazienti affetti da Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici (EHS) e Sensibilità Chimica Multipla (MCS)" è stato redatto in collaborazione con Justina Claudatus, medico specialista in medicina ambientale clinica. “Quanto proposto – affermano i promotori – è solo l’introduzione ad un problema tanto complesso quanto cruciale per la sopravvivenza dei soggetti affetti da Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici (EHS) e Sensibilità Chimica Multipla (MCS), il cui numero è in rapido aumento, attualmente impossibilitati ad avere adeguata assistenza sanitaria. Necessita di essere sviluppato in protocolli assistenziali integrati, e solo con il Vostro contributo potrà diventare un mezzo efficace di integrazione e possibilità di accesso alle cure mediche per questi malati”. Rivolto a tutti gli operatori in ambito sanitario e alle strutture sanitarie pubbliche e private, finora però i nosocomi interessati sono pochi, meno di una decina in tutta Italia: tra questi l’Ospedale Giovan Battista Grassi di Ostia a Roma ha adottato un protocollo per l’ospedalizzazione e le cure in sicurezza per malati di MCS, approvato grazie all’intervento dell’associazione A.M.I.C.A. quando la patologia era ancora inserita nell’elenco malattie rare della Regione Lazio. Altri protocolli, come segnala il Comitato Oltre la MCS, sono adottati anche nell’Ospedale San Filippo Neri (sempre nella Capitale) e al San Camillo De Lellis di Rieti.

Si sono poi perse le tracce della proposta formulata lo scorso anno dall’Associazione Italiana Elettrosensibili per redigere un protocollo diagnostico, terapeutico e prognostico per l’elettrosensibilità: “Potrà poi essere mutuato anche dal Sistema Sanitario Nazionale”, aveva promesso il presidente Paolo Orio. Ma non se ne è più avuta notizia, evidentemente troppo l’impegno per relazionare incontri informativi, promossa la raccolta fondi per il cortometraggio Elettra. Anche per questo l’Alleanza Italiana Stop 5G ha consegnato documentazione e dossier sull’EHS-MCS sia al Ministero della Salute che all’Istituto Superiore di Sanità, perché non c’è più tempo da perdere, servono fatti concreti, prima che sia troppo tardi: nel Parlamento Europeo è finita l’interrogazione a risposta scritta dell’eurodeputato Piernicola Pedicini e alla Camera dei Deputati l’interrogazione parlamentare a doppia firma On. Sara Cunial, On. Veronica Giannone indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per tutelare i malati d’elettrosmog nel riconoscimento della disabilità. L’associazione Emergenza Elettrosmog Abruzzo sta infine sostenendo la "Risoluzione per la tutela della salute dei cittadini" MCS-EHS presentata dal consigliere Domenico Pettinari, vice presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, mentre al Senato il Sen. Giuseppe Pisani ha depositato un disegno di legge sull’MCS, però non ancora calendarizzato in commissione. E a Trento, purtroppo, da ieri si piange l’ennesima vittima. Invisibile, intollerabile. Mai più.

di Maurizio Martucci

7 ottobre 2020

FONTE: Oasi Sana


E' sempre una grande tristezza dover dare notizie come queste, ovvero della morte di una giovane ragazza affetta da Sensibilità Chimica Multipla (MCS) ed Elettrosensibilità (EHS). E' tuttavia doveroso farlo, perchè è bene che la gente sappia che razza di patologie sono queste e in che stato di abbandono sono ancora lasciate le persone che ne sono colpite.
Purtroppo la situazione di questi malati è ancora lontanissima dall'ideale, ed ora, come già successo in passato, piangiamo amaramente questa nuova vittima.

Marco

giovedì 30 aprile 2020

In aumento le malattie del Ventunesimo secolo


Sindrome immuno-neurotossica o da sensibilità chimica multipla, elettrosensibilità: allarme anche dal policlinico

Sono le nuove malattie del 21esimo secolo. La diagnosi è oltremodo difficile per non parlare delle cause e delle terapie. Forse, sono il portato dei tempi moderni e dell'innovazione tenologica. Termini come “sindrome immuno-neurotossica” oppure “elettrosensibilità” cominciano a devastare la vita di intere famiglie riducendole sul lastrico anche sul piano economico, visti i costi da sopportare. Raffaella Gallo, 74 anni, è una docente universitaria presso la facoltà di Agraria, oggi in pensione. I problemi hanno inizio tanti anni fa. «Mi raffreddavo facilmente. Tre polmoniti in un anno e mezzo non sono uno scherzo». Nel 2011 la situazione peggiora. La signora è costantemente sotto l'effetto di cortisone e antistaminici ed antibiotici. Ad un certo punto ha uno shock anafilattico nel 2012. Un giorno scopre di subire violenti episodi di tosse appena fa ingresso nella sua facoltà. Si pensa a qualche sostanza chimica in uso nei laboratori. Ha vere e proprie crisi asmatiche. All'ospedale Sant'Andrea di Roma la diagnosi: l'ambiente ha modificato il corredo genetico della docente, sindrome immuno-neurotossica. «Sono diventata sorda sopratutto ai toni bassi per effetto di una neuropatia. Cado sul pavimento, non perdo la coscienza ma improvvisamente mi schianto al suolo».
Le spese per le cure sono notevoli e per avere diritto all'esenzione dovrebbe avere un reddito basso. «Ho dilapidato in cure la mia liquidazione, quella di mia sorella. Una sola flebo per un trattamento costa 150 euro. Mi dissero di farmi curare a Dallas ed il preventivo era di 45mila dollari al mese per circa 3 mesi di ricovero. Io non ce la faccio a curarmi perchè per lo Stato e la Regione ho un reddito elevato». L'appello: «Chiedo alla Regione di aiutarmi a sostenere le spese eccessive perchè ormai sono indebitata. E' necessario che la Regione finanzi borse di studio per i medici strutturati a Dallas, primo centro mondiale».
Maria Luigia Piancone ha suo marito malato di “elettrosensibilità”. Deve stare lontano dai campi elettromagnetici, telefonini e computer. Il marito è titolare di un'azienda artigiana. Fa largo uso di strumenti elettronici. Tutto ha inizio con mal d'orecchio con il suo eccessivo riscaldamento. Ha male ai muscoli, stanchezza. «La nostra casa era circondata da antenne della telefonia mobile. Ci siamo trasferiti in campagna nel 2015 in una valle che protegge da onde elettromagnetiche. La nostra casa è schermata con pareti in alluminio, vetri particolari. Oggi spendiamo un mucchio di soldi in farmaci integratori e non possiamo inserirli nella dichiarazione dei redditi».
Onofrio Resta, direttore delle cliniche pneumologiche del Policlinico: «La sindrome da sensibilità chimica multipla viene studiata negli USA dal 1960 ed il boom risale alla prima guerra del Golfo. Periodo in cui furono colpiti molti soldati americani». Analizza: «E' una condizione irreversibile e progressiva che esordisce con asma respiratoria con sintomi altamente invalidanti che spesso sono ridotti a disturbi psichiatrici o psicologici». Conclude: «Da 3 anni è in discussione in Senato un disegno di legge che mira al riconoscimento di queste patologie con la fibromialgia e l'encefalomielite mialgica che spesso si associano».


Di Valentino Scaramella

Ottobre 2018

FONTE: Bari città

mercoledì 29 gennaio 2020

Non sono malati immaginari


Marina è una giovane donna, dolce, gentile e più forte della sua malattia. Abita a pochi chilometri da Segrate. E' venuta a trovarci qualche tempo fa, ma non è potuta entrare in redazione. E' rimasta fuori, nel parco che circonda palazzo Mondadori: gli ambienti chiusi non “bonificati” per lei sono gravemente tossici. Quando ci siamo incontrate, non ci siamo strette la mano: Marina non deve avvicinarsi a persone che potrebbero avere sulla pelle o sugli indumenti sostanze che mandano in tilt il suo sistema immunitario. Bastano un ombretto, un profumo, tracce di fumo, di detersivi, di creme. Questa ex ragazza come tante da circa un anno vive una vita non vita, protetta (ma non abbastanza) da una maschera; prigioniera della Sensibilità Chimica Multipla. La patologia si è manifestata quando lei era poco più che ventenne e lavorava in ospedale come ortottista, ma negli ultimi 12 mesi è esplosa nella sua forma più grave. Le impedisce di usare il cellulare, mangiare cibi non bio, andare in vacanza, al cinema, abbracciare gli amici, accarezzare un bambino, dormire su un materasso, prendere un tram. Sono tantissime le sostanze che il suo organismo percepisce come nemiche reagendo con coliche, tachicardia, svenimenti, dolori, problemi respiratori. E il contatto prolungato con i “veleni” potrebbe provocare danni irreversibili. Abbiamo voluto raccontare la sua storia per portare sotto i riflettori una malattia fantasma: molti medici non la conoscono o non la riconoscono come vera patologia. E sopratutto, a differenza di quello che succede in altri Paesi, non la riconosce il Sistema sanitario nazionale, che non rimborsa le costosissime terapie. Ne parliamo nella speranza che Marina e gli altri italiani che come lei soffrono di Sensibilità Chimica Multipla (si stima l'1%, con vari livelli di gravità), possano presto curarsi, senza indebitarsi, senza essere bollati come malati immaginari.

Di Sabrina Barbieri

FONTE: Starbene

domenica 22 dicembre 2019

"Un camper per Rosalba": raccolta fondi per una ragazza affetta da MCS


Una raccolta fondi per acquistare un camper che consenta a Rosalba di vivere meglio. Rosalba ha 40 anni, è una psicoterapeuta leccese e da qualche anno vive nelle isole Canarie insieme al marito. Il suo problema è arrivato all’improvviso tre anni fa: capogiri e mal di testa, i primi esami, le analisi, contatti con medici spagnoli e italiani. E poi la diagnosi: MCS, Sensibilità Chimica Multipla.
La MCS è una sorta di allergia a qualsiasi componente chimico ed è una patologia fortemente debilitante. Infatti da tre anni la vita di Rosalba è diventata un incubo: un incubo uscire, un incubo restare in casa, un incubo anche semplicemente respirare. La MCS provoca sintomi violentissimi, che arrivano a vere e proprie convulsioni.
Una possibilità per migliorare la vita di Rosalba è rappresentata dall’avere un camper, un furgone, un biocamper, che sia asettico, sterile, costruito pezzo per pezzo con tutte le accortezze del caso. Sarebbe una casa mobile che consentirebbe di spostarsi sempre in luoghi per lei “sicuri”. Ma costa intorno ai 100mila euro. Per questo motivo è stata aperta una pagina su Facebook per raccogliere i fondi necessari alla causa.


23 novembre 2019

FONTE: Lecce Sette

giovedì 19 dicembre 2019

La storia di Rosalba, affetta da MCS: una vita senza aria


LECCE – La bellissima ragazza che vedete in foto, radiosa nel giorno del suo matrimonio, è Rosalba. Ha 40 anni, è di Lecce, è una psicoterapeuta e qualche anno fa si è trasferita con il suo Gabriele a Tenerife. Una famiglia meravigliosa: mamma Daniela, papà Giuseppe, due fratelli, una sorella e Lia, un labrador. Da tre anni, però, la vita perfetta di questa giovane donna solare e brillante è diventata un incubo. È un incubo uscire, un incubo restare in casa, un incubo anche semplicemente respirare. È successo all’improvviso: capogiri e mal di testa, i primi esami, le analisi, contatti con medici spagnoli e italiani. E poi la diagnosi: MCS, Sensibilità Chimica Multipla. Ci siamo già dedicati in passato a persone salentine affette da questa rara patologia che, tradotta in termini semplicissimi, può essere descritta come una “allergia a tutto”. A qualunque agente chimico sia nell’aria, compresi i detersivi e i saponi, i profumi, la plastica, il legno, la fuliggine, le fibre dei tessuti tradizionali, gli insetticidi, i solventi e molto, molto altro.

Ogni cosa provoca sintomi violentissimi, che arrivano a vere e proprie convulsioni. E porta, comprensibilmente, a sentirsi impazzire, a desiderare di mettere fine alla propria vita. Rosalba e i suoi genitori passano ora le gornate a cercare un posto il più possibile isolato e salubre, in Italia e in Spagna. Perché bisogna essere lontanissimi da fabbriche, ma anche da campi coltivati. Si può immaginare, ad esempio, il cocuzzolo di una montagna, o una spiaggia sperduta, ma a volte neanche questo basta. Nel frattempo, sono rimasti nel cassetto gli ultimi biglietti aerei che Daniela e Giuseppe hanno fatto per andare dalla figlia, perché comunque non potrebbero avvicinarsi a lei, sono innumerevoli le precauzioni e le accortezze da adottare. E forse non basterebbero.

Cosa chiede questa famiglia? Non qualcosa di speciale solo per sé, ma che le istituzioni si occupino finalmente e seriamente delle persone affette da MCS. Spazi appositi, terapie ad personam, spese mediche coperte dal servizio sanitario nazionale.

Una possibilità per migliorare la vita di Rosalba è rappresentata dall’avere un camper, un furgone, un biocamper, che sia asettico, sterile, costruito pezzo per pezzo con tutte le accortezze del caso. Sarebbe una casa mobile che consentirebbe di spostarsi sempre in luoghi per lei “sicuri”. Ma costa intorno ai 100mila euro.



19 novembre 2019

FONTE: Telerama news

martedì 3 dicembre 2019

«Io, intollerante alle onde elettromagnetiche, sono isolato e non lavoro: il governo mi aiuti!»


PENALIZZATI Stare vicino ad apparecchi accesi – cellulari e televisori inclusi – provoca alle persone come il signor Tampanella epilessia, nausea e problemi di cuore

«All'estero questa sindrome è invalidante e pensionabile», dice Savino, che deve costruirsi una casa su misura e si sfoga: «Non ho più una vita»

Pochi anni fa ha scoperto di essere intollerante alle onde elettromagnetiche e da allora deve tenere a distanza la tecnologia per non vivere in uno stato di malessere costante. Si chiama Savino Tampanella ed è uno dei 170 mila “elettrosensibili” in Italia. «La mia vita non esiste più», confessa a Nuovo. La sua intolleranza è riconosciuta solo all'estero, dove è possibile eseguire esami genetici particolari.
In Italia, l'unico reparto che si occupava di questo problema, all'ospedale Umberto I di Roma, è stato chiuso dopo la morte del primario, Giuseppe Genovesi. Savino è l'unico ad aver ottenuto una certificazione della sua condizione in una regione italiana, la Basilicata.

Ci racconta la sua vita?

«Vivo irradiato da onde elettromagnetiche e dalla mattina alla sera cerco i posti dove soffro meno. Tre volte la settimana mi sottopongo a una terapia a base di glutatione, una molecola disintossicante usata anche in chemioterapia, faccio bagni di sale per scaricare l'elettricità e molte docce».

Dove abita?

«Sono stato in campagna a Venosa per tre anni. In una casa senza …. e riscaldamento. …..... i segnali elettrici erano più leggeri. Poi la mia isola felice è stata invasa da radar che forse provengono dalla Puglia e sono andato ospite da amici. In attesa di finire la costruzione della mia nuova casa a prova di onde in …...»

Com'è la sua casa ideale?

«Non deve essere in un campo elettromagnetico. Ci può essere un telefono fisso da usare con parsimonia, ma niente cellulari. Gli elettrodomestici possono funzionare, ma senza che io mi avvicini troppo. Le lampadine a basso consumo sono bandite, sì a quelle a led. Non posso guardare la smart tv, mentre quella di generazione intermedia mi provocano problemi solo se la tocco. No agli allarmi nella casa o nelle vicinanze».

Ma che cos'è di preciso l'elettrosensibilità?

«E' una malattia nota già nel 1930, la Sindrome da microonde. Non è un'allergia, perché non provoca shock anafilattico, ma un'intolleranza. E' come se fossi celiaco. In molti Paesi è riconosciuta come malattia sociale, invalidante e pensionabile. Causa crisi epilettiche, stanchezza, tachicardia, difficoltà all'udito».

La nostra società la aiuta?

«No. Non posso lavorare se non lontano dalle onde elettromagnetiche, ho finito i risparmi e vivo con la pensione di mio padre. Lancio un appello al ministro della Salute, Roberto Speranza, e vorrei fargli la bibliografia della mia malattia. Non è una patologia psichiatrica o una somatizzazione da stress. E' una malattia seria e lo Stato non può girarsi dall'altra parte».


Di Giovanna Sorrentino

FONTE: Nuovo

venerdì 25 ottobre 2019

“Aiutatemi!” Elettrosensibile disperata ma ancora viva: il 5 Novembre, a Roma si manifesta anche per lei (e per tutti i malati come lei)


Grande entusiasmo e voglia di partecipare alla prima manifestazione nazionale unitaria Stop 5G promossa dall’Alleanza Italiana Stop 5G il 5 Novembre a Roma dentro e fuori il Parlamento. La rivendicazione del diritto alla tutela della salute, ad essere disconnessi e soprattutto non irradiati dalle pericolose radiofrequenze, arriva dalla società civile consapevole ma soprattutto dai malati, principalmente di elettrosensibilità, sensibilità chimica multipla e fibromialgia così come denunciato a più riprese dal portavoce nazionale Maurizio Martucci alla Camera dei Deputati, al Senato e nel Parlamento Europeo.

A ridosso della manifestazione di Roma, a cui hanno già aderito numerosi malati gravi che si alterneranno in piazza Montecitorio nella denuncia di una vita ormai insostenibile per colpa del wireless, arriva l’accorato appello di Yvelyse Martorana, donna siciliana gravemente malata di EHS-MCS, di cui OASI SANA si è più volte occupata. Ecco l’ultima disperata richiesta d’aiuto.

Dopo mesi di silenzio sento l’esigenza di tornare a parlare della mia condizione di malata di MCS (Sensibilità Chimica Multipla) ed EHS (Elettroipersensibilità).
Dal mese di marzo 2019 vago da una provincia all’altra della Sicilia dove ho trovato sistemazioni temporanee per proteggermi dalle irradiazioni elettromagnetiche della città, irradiazioni che mi avevano ridotto a vivere nella perenne penombra. A causa di un problema agli occhi, provocato dalle onde emesse dagli impianti wi-fi, da cellulari e ripetitori, infatti, per molto tempo non ho più sopportato la luce, sia quella naturale che quella elettrica, e il perenne dolore all’area oculare mi ha impedito per mesi di leggere e scrivere.

In marzo sono stata contattata da una persona che mi ha offerto la sua casa al mare, in provincia di Caltanissetta, lì ho trascorso tre mesi. Questa persona rimane nel mio cuore e voglio ancora ringraziarla perché grazie a lei ho cominciato a migliorare e sono tornata un po’ alla luce, in tutti i sensi.
I mesi successivi, ahimè, mi hanno invece preservato brutte sorprese. Non voglio entrare nei dettagli, ma posso dirvi che ne ho viste di tutti i colori e, ad oggi, la mia via crucis continua. Purtroppo, non ho ancora trovato una vera sistemazione e questa precarietà, questo continuo peregrinare, stanno facendo di nuovo peggiorare le mie condizioni generali di salute.

In base all’esperienza vissuta finora, posso affermare che il problema della casa è forse uno dei più gravi che un malato di MCS ed EHS si trovi ad affrontare.
Rimanere senza casa a causa della malattia è di per sé drammatico, ma ancora più gravi ed inaccettabili sono gli abusi e le discriminazioni che spesso si è costretti a subire.
Accade sovente che la necessità e l’urgenza di un riparo ci portino ad accettare condizioni abitative altrimenti inaccettabili, a non esigere tutele e garanzie di contratti regolari, ad elemosinare comprensione e rispetto per le nostre particolari condizioni di salute, venendo troppo spesso per questo considerati disturbanti o, addirittura, la nostra presenza viene vissuta come limitante per il prossimo.

Più di un padrone di casa mi ha aperto le porte, per poi richiudermele in faccia quando ha capito che potevo essere un problema a causa della mia strana e inconsueta malattia; tante volte mi è stato detto che con le mie richieste (dettate da gravi motivi di salute, non da capricci, badiamo bene !) calpestavo i diritti altrui, mai nessuno, però, che abbia riflettuto sul fatto che, ignorando le mie richieste, stava calpestando i miei di diritti, primo fra tutti quello alla salute.
Adesso, dopo mesi di peregrinazioni, il mio compagno ed io ci ritroveremo di nuovo per strada a trascorrere le giornate in auto, alla ricerca di zone poco irradiate da CEM (campi elettromagnetici), per tornare nel nostro appartamento di Bagheria solo di notte, dove potrò dormire a mio rischio e pericolo in quanto i livelli di irradiazione elettromagnetica sono altissimi e ormai proibitivi per il mio stato di salute.
Tutto questo con l’inverno alle porte!

Non esito a dire che siamo disperati, anche perché trovare soluzioni valide è complicatissimo, direi che in certi momenti sembra quasi impossibile. Molti ci consigliano di allontanarci dalla nostra provincia, cosa che abbiamo già fatto, ma con gravi difficoltà. Andrea ed io abbiamo anche una vita pregressa da gestire, scadenze ed impegni che richiedono la nostra presenza, complicatissima da garantire se ti trovi dall’altra parte della Sicilia o se, come me, non puoi spostarti con facilità. Essere troppo lontani dalla propria zona, inoltre, significa non avere una rete di amici e familiari che possano darti una mano: la solitudine è un vero nemico quando sei in condizioni di grave bisogno e getta chi ti assiste e ti sta vicino nello scoramento. Non dimentichiamo questi aspetti, vi assicuro che sono fondamentali.

Alla luce di quanto detto e in forza della mia terribile esperienza, ritengo indispensabile che si formi un gruppo di autoaiuto (auspicabile sarebbe l’appoggio delle Associazioni già esistenti) formato da Professionisti (Avvocati, Medici,…), privati cittadini, a tutela e sostegno dei malati di MCS ed EHS in condizioni di grave crisi abitativa a causa della malattia.
Gli obiettivi principali dovranno essere i seguenti:
1. ASCOLTO (abbiamo bisogno di qualcuno che comprenda realmente il nostro dramma, senza dover spiegare sempre tutto);
2. AIUTO NELLA RICERCA E NELLA SEGNALAZIONE DI ZONE E/O ABITAZIONI POCO IRRADIATE, POTENZIALMENTE ADATTE ANCHE AD UN MALATO DI MCS;
3. SUPPORTO E CONSIGLI LEGALI AL FINE DI LIMITARE ABUSI E DISCRIMINAZIONI LEGATI ALLA MALATTIA DA PARTE DI PADRONI DI CASA, VICINI, AMMINISTRATORI CONDOMINIALI ECC…


Tutti coloro che sentono di avere cuore e fegato per aiutarci in questa lotta per la sopravvivenza, possono contattarci ai seguenti indirizzi del mio compagno Andrea Borgia:
mail: anborgia@libero.it
cellulare/wh: 3687769190


Grazie di cuore

Yvelyse Martorana



12 ottobre 2019

FONTE: Oasi Sana

domenica 21 luglio 2019

Albina Alghisi affetta da Sensibilità Chimica Multipla porta la sua testimonianza


La verolese è intervenuta al convegno salute e ambiente ospitato

Un meeting dedicato alla Sensibilità Chimica Multipla meglio conosciuta come “MCS”, all’ipersensibilità ai campi elettromagnetici “EHS”, alla Fibromialgia “FM” e alla Sindrome da Stanchezza Cronica “CFS/ME”, a cui hanno presenziato sanitari, associazioni e cittadini, ma anche pazienti affetti da una o più patologie di quelle citate.

Il convegno iniziato con i saluti della dottoressa Donatella Albini, delegata alla sanità del Comune di Brescia, dei consiglieri regionali Simona Tironi e Gian Antonio Girelli, ai quali sono seguiti gli interventi medici.

A spiegare la MCS, moderati da Anna Della Moretta, sono stati prima il dottor Lorenzo Bettoni, inmunologo, reumatologo e medico del Centro trasfusionale di Manerbio, che è entrato nel vivo della patologia e, dopo di lui, la schietta e toccante testimonianza di Albina Alghisi, presidente dell’associazione MCS Anima con sede a Cadignano di Verolanuova, donna affetta da 13 anni da questa patologia, di cui si parla, ancora, troppo poco.

Albina ha raccontato la sua vita, ma a maggior ragione ha spiegato le notevoli limitazioni a cui è costretta per non peggiorare la propria situazione. “Non ci fermeremo, continueremo a raccontare, ad alzare la voce sui tavoli delle varie realtà preposte al riconoscimento dell’MCS come malattia” ha sottolineato la presidente Alghisi.

Un ulteriore approfondimento è stato fatto anche dalla dottoressa Annunziata Difonte, esperta in medicina ambientale, medico specialista in medicina del lavoro.

Diverse le patologie o le sensibilità che si intrecciano tra loro sino a diventare vere e proprie gravanti della situazione in cui i pazienti vertono.

A patrocinare l’evento organizzato dall’associazione MCS Anima, la Provincia di Brescia, il Comune di Brescia e l’Aido.

25 maggio 2019

FONTE: Bresciasetteoggi.it

sabato 6 luglio 2019

La richiesta d’aiuto di Vania ammalata di MCS, Sensibilità Chimica Multipla


Mi chiamo Vania Maron, ho 47 anni, e da 10 anni sono costretta a convivere con una grave e rara malattia, la Sensibilità Chimica Multipla, che mi rende “allergica” a tutto quello che mi circonda.

L’ M.C.S o Sensibilità Chimica Multipla mi è stata diagnosticata nell’anno 2009, dopo anni di peregrinazioni da un medico all’altro, presso il Policlinico Umberto Primo di Roma, dove vi era un Centro Regionale per la diagnosi di questa patologia.

L’M.C.S è una malattia neurotossica ambientale da accumulo di sostanze xenobiotiche indotta da una predisposizione genetica a non detossificare. Le mutazioni di geni atti alla detossificazione causano un accumulo costante nel mio corpo di metalli pesanti e sostanze chimiche, che provocano una forte infiammazione dell’organismo che colpisce molti organi. Non essendo in grado, il mio corpo, di metabolizzare gli inquinanti, gli accumula diventando così sensibile ed intollerante a qualsiasi prodotto di origine petrolchimica: gas di scarico, colle, vernici, disinfettanti, pesticidi, detergenti di uso comune, lacche, deodoranti, gel, ammorbidenti, carta stampata, inchiostri, conservanti, profumi, medicinali ecc.

Con l’aggravarsi della malattia anche alcune sostanze naturali, come resine e terpeni, scatenano reazioni avverse. Reazioni quali: crisi respiratorie, gastrointestinali e neurologiche, che in caso di inalazione o contatto con sostanze chimiche perdurano per molti giorni, diventando, esposizione dopo esposizione, sempre più intense e devastanti, costringendomi ad una vita quasi di isolamento.

Vi chiedo di pensare a cos’è la chimica e a quanto questa sia presente nella nostra vita, ovunque ti giri e tocchi lei c’è.

Qua in Italia non vi è una cura per la mia malattia, l’unica cosa che posso fare per cercare di limitare il suo progredire è quello di evitare il mondo esterno e qualsiasi contatto umano. Le persone, purtroppo, fanno uso di normali detergenti e detersivi profumati, diventando così, per me, una barriera chimica invalicabile. Vivo sola, i miei genitori, ormai anziani e malati non sono in grado di accudirmi. Le volte che esco di casa, sono costretta ad indossare una mascherina con filtri ai carboni attivi, che mi offre una protezione parziale ma non totale dalle sostanze chimiche, motivo per il quale devo limitare le mie uscite.
La mia casa è formata da stanze quasi vuote
perché non tollero nemmeno la formaldeide presente negli arredi.

Anche i campi elettromagnetici a bassa ed alta frequenza mi scatenano crisi neurologiche costringendomi all’isolamento quasi completo. La mia malattia mi impone di mangiare cibi biologici molto costosi che spesso non sono in grado di acquistare. Il cibo trattato purtroppo danneggia e aggrava il mio stato precario di salute.

Purtroppo questa malattia è cronica e se non bloccata e curata causa altre malattie autoimmunitarie, come purtroppo dimostrano i miei esami diagnostici. Ho un mioma all’ovaio sinistro di 6 cm, che potrebbe essere aumentato ancora, necessiterei di un intervento urgente che purtroppo, causa la mia malattia, che mi rende allergica anche ai farmaci e agli anestetici, sarebbe molto, troppo, rischioso eseguire.
Bisognerebbe prima desensibilizzare e detossificare il mio corpo per renderlo in grado di poter sopportare almeno prodotti di uso comune negli ambienti, l’anestetico e alcuni farmaci.

Una signora vicentina che a causa dell’M.C.S allo stadio avanzato aveva rischiato la vita, grazie alla generosità dei suo concittadini, ha potuto recarsi a Londra presso il Breakspear Medical ed ad ottenere risulti incoraggianti.

Sono arrivata anch’io allo stremo delle mie forze, combatto ogni giorno con una malattia che mi toglie tutto, anche gli affetti più cari.
Chiedo umilmente aiuto a chi sarà in grado di aiutarmi economicamente ad affrontare un primo ciclo di cure intensive presso la clinica Inglese, cure che verranno a costare circa 35.000 euro.

Ringraziando di cuore chiunque volesse partecipare a questa raccolta fondi, il numero della postepay evolution a cui donare è:
5333 1710 5905 6529
con codice fiscale MRNPTR46T20L840M
intestata a Maron Pietro
, che è mio padre.

Se si vuole fare un bonifico l’Iban di questa postepay è
IT04X 3608105138274872474882

21 giugno 2019

FONTE: Varesepress


Pubblico con il cuore l'accorato appello di Vania Maron, malata grave di Sensibilità Chimica Multipla (MCS) ed Elettrosensibilità (EHS), patologie queste che ho trattato tante e tante volte sulle pagine di questo blog, eppure ogni volta è come se ciascuna fosse la prima storia, col suo carico di dolore, di sofferenza e di speranza. E la speranza, nel caso di Vania (e di altri malati come lei) si chiama Breakspear Medical Group di Londra, un centro, uno dei pochi al mondo, specializzato nel trattare una sindrome subdola e terribile come questa.
Per questa ragione invito tutti, con il cuore, ad aiutare Vania, donando un contributo libero
alle coordinate sopraindicate, ciascuno secondo le proprie possibilità. Invito ogni persona anche a condividere la sua storia e a supportare Vania con la propria preziosa preghiera.
Non dimentichiamoci mai che tante gocce, tutte insieme, formano l'oceano. E ciascuno di noi, se lo si vuole, può essere quella goccia di Speranza e Solidarietà che potrà realmente permettere a Vania di curarsi e salvarsi la vita. Un "grazie" di vero cuore a chi la vorrà aiutare.

Marco

sabato 22 giugno 2019

SOS Sicilia, Yvelyse ha URGENTE bisogno d’aiuto: senza casa, malata grave (EHS-MCS), senza cure né riconoscimento del Sistema Sanitario Nazionale


Come rete solidale di mutuo soccorso. E per sostenere malati invisibili come lei nell’estenuante battaglia del riconoscimento, nell’allargamento della difesa della salute pubblica in tutela di 60milioni di italiani minacciati dallo tsunami elettromagnetico di quinta generazione. Anche per questo è nata l’alleanza italiana Stop 5G, per far emergere quel sommerso di storie limite, di persone disperate, uomini e donne bisognose d’aiuto, nonostante il negazionismo di chi persevera nello sconfessare l’evidenza di una realtà disperata, tutt’altro che digitale.

Disegni di legge sul riconoscimento da parte del Sistema Sanitario Nazionale ancora congelati, in Parlamento si è tornati a parlare di Sensibilità Chimica Multipla, Elettrosensibilità e malati oncologici da radiofrequenze. Le recenti interrogazioni sulla disabilità d’Era Elettromagnetica presentate in Senato (Sen. Andrea de Bertoldi), alla Camera dei Deputati (On. Sara Cunial) e le conferenze stampa dell’alleanza italiana Stop 5G si sono mosse esattamente in questa direzione. Ma c’è ancora tanto da fare. La riprova arriva dalla Sicilia: torna prepotentemente alla ribalta l’appello di Yvelyse Martorana, insegnante siciliana gravemente malata di EHS-MCS.

Ce ne siamo già occupati a più riprese nei mesi scorsi: costretta a fuggire dalla provincia di Palermo per l’ubiquitaria presenza del Wi-Fi (a novembre aveva protestato con cartelli davanti il Municipio di Bagheria, con la sezione di Gela della federazione dei Verdi a dicembre per lei fu poi organizzato anche il primo corteo d’Italia Stop 5G), Yvelyse ha vissuto negli ultimi tre mesi in un alloggio protetto sul mare in provincia di Caltanissetta, esattamente dall’altra parte dell’isola. Niente (e scarso) elettrosmog, niente (o scarsa presenza) agenti chimici irritanti, tanto le è bastato per sopravvivere negli ultimi 90 giorni, nonostante l’isolamento forzato dal mondo esterno.

Ora però la situazione è ad un bivio. E’ questione di giorni: il 10 Giugno 2019 Yvelyse Martorana dovrà riconsegnare la casa alla legittima proprietaria, un’altra donna ammalata che lì – evidentemente – ci vive per rigenerarsi. Solo che Yvelyse non sa più dove andare. Allora il marito Andrea Borgia tenta la carta della disperazione e lancia un accorato appello (talmente forte l’elettrosensibilità, la moglie non riesce nemmeno a parlare dal telefono fisso): “Viviamo al buio da tempo, non possiamo nemmeno accendere la luce perché da fastidio a mia moglie. Figuriamoci antenne di telefonia e Wi-Fi, motivo per cui siamo fuggiti in fretta e furia da Bagheria per venire a riparare a 200 chilometri di distanza. Mia moglie è in malattia dal lavoro, non so quanto potrà andare avanti. Ha chiesto un cambio di mansioni che finora non c’è stato. Per sostenerla, io invece sono in aspettativa dal mio lavoro. Non c’è assistenza dalle ASL, nessuno ci offre sostegno. Siamo soli, abbandonati. La cosa drammatica è che qui in Sicilia non esistono molte zone prive d’elettrosmog che possano permettano ad Yvelyse di vivere senza sofferenza. E quelle poche che siamo riusciti a trovare, una anche in provincia di Catania, mostrano altri problemi d’inquinamento per via degli agenti chimico-tossici nell’aria. Mia moglie ha già vissuto per molto tempo dentro una macchina, adesso dovremo abbandonare pure questa casa di riparo. Siamo disperati, non sappiamo più dove andare. Yvelyse chiede aiuto a chi può offrirglielo, ha bisogno di una casa protetta dove sopravvivere”.

Riprendendo questo straziante grido d’allarme, OASI SANA lancia un appello ai suoi lettori affinché qualcuno possa intervenire al più presto. Ci rivolgiamo alle forze politiche nazionali, alle istituzioni locali della Regione siciliana, ai Sindaci del comprensorio, ma pure ai mezzi d’informazione e al volontariato locale. Chi può faccia qualcosa, subito e in concreto. In Svizzera, tanto per fare un esempio, vicino Zurigo esiste la Casa della Salute, una palazzina finanziata con 4,9 milioni di euro di denaro pubblico abitata esclusivamente da malati EHS-MCS (quindi niente profumi, niente Wi-Fi, né Smartphone etc...).

Come tanti altri malati cronici affetti da Sensibilità Chimica Multipla ed Elettrosensibilità, Yvelyse Martorana ha bisogno di cure e assistenza, ma soprattutto di un ambiente bonificato, di una casa in una zona senza elettrosmog e senza agenti chimici inquinanti. Chi può aiutarla, si metta in contatto con il marito Andrea Borgia attraverso il suo profilo Facebook. O scriva direttamente ad OASI SANA (oasisana@virgilio.it).

di Maurizio Martucci

4 giugno 2019

FONTE: Oasi Sana


Condivido con il cuore questo accorato appello!
Chiunque potesse aiutare Yvelyse a trovare casa, anche soltanto con una segnalazione, lo faccia senza indugio mettendosi in contatto con il marito o con Oasi Sana come riportato qui sopra. La maggior parte della gente non ha idea di cosa significa soffrire di Sensibilità Chimica Multipla (MCS) ed Elettrosensibilità (EHS) in forma grave.... e dover affrontare queste due terribili patologie senza avere un posto dove stare, in balia dell'inquinamento ambientale ed elettromagnetico (che purtroppo è dovunque), è una cosa veramente terribile!
Aiutiamo Yvelyse, facciamolo tutti, perchè il suo benessere e il suo futuro sono resposabilità di tutti!
Grazie di cuore.

Marco

martedì 11 giugno 2019

«In quota mi sono disintossicata»


La rottura di un'otturazione aveva avvelenato l'organismo di Federica. Che per sopravvivere si è trasferita in montagna, dove ha ritrovato l'energia anche grazie allo sport

Si chiama Sensibilità Chimica Multipla. Per molti medici è una malattia immaginaria, un riflesso psicosomatico, per altri è la patologia del nuovo millennio, dovuta a una reazione abnorme dell'organismo alla presenza di determinati stimoli chimici. Su cosa sia, Federica Giobbe, 37 anni, non ha dubbi. «E' cominciato tutto quando avevo 17 anni e frequentavo il liceo a Milano, la mia città. Da settimane mi sentivo fiacca per un malessere diffuso, che partiva dall'intestino. Tutti mi ripetevano che avrei solo dovuto mangiare meglio, ma quel disturbo con il tempo ha preso anche lo stomaco, in modo tanto debilitante da costringermi a lasciare le competizioni di nuoto». Un colpo durissimo perché Federica a livello regionale era una campionessa. «Facevo un esame dopo l'altro, senza scoprire la causa dei miei problemi, che intanto peggioravano. Quando anche la milza e i reni sono stati coinvolti, sono diventata un caso clinico. Trascorrevo più tempo in giro per l'Italia tra specialisti, test e sperimentazioni che nelle aule dell'Accademia di Belle Arti di Brera, dove intanto mi ero iscritta. Il mio corpo non sapeva più difendersi dagli agenti patogeni. Mi dissero che forse era una malattia autoimmune. Allora, mi sono messa a studiare medicina da autodidatta. L'istinto mi diceva che qualcosa di innaturale aveva colonizzato il mio organismo e mi ostinavo nella ricerca delle cause della mia malattia». Ed è leggendo un libro di medicina del lavoro che Federica ipotizza cosa può esserle accaduto. Finalmente due specialisti confermano le sue tesi, indirizzandola verso le cure più adatte: «Ho scoperto di soffrire di MCS, Sensibilità Chimica Multipla, scatenata dall'amalgama di un'otturazione fatta da ragazzina e che si era rotta proprio quando avevo 17 anni. Così, una volta entrati in circolo, i metalli pesanti contenuti nelle otturazioni, mercurio e piombo su tutti, hanno intaccato tutti gli organi interni».

LONTANA DA POLVERI SOTTILI E POLLINI

Federica comincia così un lungo recupero fatto di visite di controllo ed estremo rigore nella vita quotidiana. I medici le consigliano di trasferirsi in alta montagna, sopra i 1500 m di quota, lontana da polveri sottili, pollini e tutto quanto potrebbe aggredire il suo debole sistema immunitario. «Non potevo prendere pillole, perché il mio corpo non sopportava i medicinali, così come i conservanti, i cosmetici, il fume delle sigarette e le esalazioni delle vernici. Quando sono entrata nella mia prima casa in Trentino Alto Adige, soffrivo ancora di crisi improvvise e tremori, pesavo solo 42 Kg e dovevo appoggiarmi a un bastone per camminare. Per ricominciare a vivere, avevo bisogno prima di tutto di disintossicarmi dai metalli pesanti, di ripulire il mio corpo, e l'unico rimedio consisteva nel passare più tempo possibile nel bosco per ossigenarmi. All'inizio mi facevo accompagnare e mi bastava stare seduta per ore su una panchine. Poi, adagio adagio, ho ripreso a camminare da sola fino ad avventurarmi su sentieri di montagna sempre più impegnativi. L'efficacia della disintossicazione era proporzionata alle mie “performance”, che miglioravano progressivamente. Ogni giorno mi ponevo nuovi obiettivi: camminare più a lungo, arrivare fino a un rifugio». Giorno dopo giorno, Federica sente che con il movimento il suo corpo rinasce ed è uno stimolo che la spinge ad allenarsi con costanza, e con la guarigione come traguardo finale. Quando fare trekking non le basta più, si iscrive ad un corso di arrampicata, quindi si mette alla prova anche nella corsa. D'inverno, invece, spinta dagli amici che le danno dritte sulla tecnica, inizia a praticare sci di fondo e si iscrive addirittura alla Marcialonga, la celebre gara che si snoda lungo 72 km tra le valli di Fiemme e Fassa, in Trentino. «Avevo però iniziato da poco a sciare e l'impegno si è fatto sentire; mi sono ritirata che non ero arrivata nemmeno a metà percorso. Ma non mi importava: l'emozione di indossare il pettorale e di partire insieme a migliaia di altri atleti mi ha dato una botta di autostima e di adrenalina che mi hanno spinta ad avere fiducia nella capacità di recupero del mio corpo».

ORA PENSA AL NUOTO AGONISTICO

Un corpo che infatti non l'ha delusa. «I medici mi hanno sempre detto che molto raramente questa patologia regredisce, ma a me è successo. Oggi abito in un paese a 1000 m di quota e ho una vita quasi normale. Non riesco ancora a passare molto tempo in un ufficio con moquette, polveri e aria condizionata, ma lo stato della malattia, che all'inizio era a livello 3, è a livello 1 e ambisco allo zero. L'attività fisica è diventata parte della mia quotidianità e il mio prossimo traguardo è tornare alla mia prima grande passione: il nuoto, inclusa qualche gara in piscina».

di Enrica Maria Carne

FONTE: Starbene