Una grave malattia congenita costringe Alona sulla sedia a rotelle e all’assistenza perpetua. Lei e sua madre Alla vivono in un piccolo appartamento di Tbilisi, capitale della Georgia. Per anni la loro casa ha costituito il suo unico spazio vitale, la finestra in soggiorno il suo unico ponte verso l’esterno. Impossibile per sua mamma trasportarla su e giù per i diversi piani del palazzo in stato di abbandono.
In un Paese martoriato dalla guerra, le barriere architettoniche e l’indifferenza della gente possono diventare ostacoli insormontabili.
Imprigionata per 10 anni nella sua dimora, Alona ha sempre potuto contare sulla presenza e sull’aiuto di sua madre. Ma una ragazza ha bisogno del contatto e dei sorrisi dei suoi coetanei, di relazionarsi agli altri. Col tempo, Alona si è chiusa in se stessa, sviluppando una comprensibile avversità al contatto umano.
Eppure, oggi, Alona è una persona diversa. Minuta, due occhi azzurri vivissimi e padrona di un’ironia che trovi solo nelle persone che hanno vissuto delle forti esperienze nella vita. Attraverso una vicina, infatti, Alona e Alla vengono a conoscenza del Day Hospital all’interno del Poliambulatorio Redemptoris Hominis, gestito dai Camilliani, un Ordine di Religiosi medici e infermieri, che intervengono in tutte le zone di emergenza nel mondo.
Il Poliambulatorio presta la sua opera, in forma assolutamente gratuita, in numerose specialità: Farmacia, Ostetricia e Ginecologia, Ortopedia, Chirurgia, Cardiologia, Pediatria, Neurologia, Laboratorio di Analisi e Radiologia e molte altre.
Aiutata dal personale del centro, in grado di ospitare 50 persone in day hospital e 18 in modo residenziale, Alona ha potuto finalmente tornare a varcare la soglia di casa, a interagire (inizialmente con fatica) con gli altri e, in qualche modo, a sorridere.
La sua storia è stata documentata nelle immagini scattate dal fotografo argentino Guillermo Luna, che realizza splendidi reportage sull’opera dei Camilliani nei cinque continenti.
L’Ordine, al quale è stato affidato anche il centro di Tbilisi, è costituito da religiosi e laici che cooperano per assistere chi ha più bisogno. Si occupa di costruire e gestire ospedali e infermerie, di intervenire in caso di disastri naturali, di svolgere attività di ricerca contro malattie come l’AIDS o malattie rare come quella che ha colpito Alona.
Per saperne di più sui Camilliani, sulla loro attività e sul loro Fondatore, il primo infermiere della Storia, cliccare qui:
di Niente Barriere
23 aprile 2013
FONTE: nientebarriere.blogspot.it
http://nientebarriere.blogspot.it/2013/04/sorridere-nonostante-la-malattia-che.html
Oggi, 28 febbraio, è la Giornata Mondiale delle Malattie Rare. Per questo giorno molto significativo ho pensato di postare la storia di Alona, una persona malata e disabile, una persona che, come ogni altro malato, vive una vita, difficile, tortuosa, piena di ostacoli e... diversa, almeno rispetto alla maggioranza delle persone.
Non dimentichiamoci MAI di loro, non dimentichiamoci mai dei malati rari, uomini, donne, bambini ed anziani che portano una croce quotidiana molto pesante, spesso senza avere neppure il beneficio di una qualche cura efficace, perchè le malattie rare sono tante (si stima, tra le 6000 e le 8000) e colpiscono, per ciascuna di essa, un limitato numero di persone, tale da rendere molto difficile, complicata e dispendiosa la ricerca.
Ricordiamoci spesso di loro, non soltanto oggi, ricordiamoci di tutte queste persone, per lo più sconosciute al mondo, che vivono, soffrono, rinunciano, pazientano, sperano.... e Amano, probabilmente più delle persone cosiddette sane. Un grande, forte, solidale abbraccio da parte mia a tutti loro!
Marco
Non dimentichiamoci MAI di loro, non dimentichiamoci mai dei malati rari, uomini, donne, bambini ed anziani che portano una croce quotidiana molto pesante, spesso senza avere neppure il beneficio di una qualche cura efficace, perchè le malattie rare sono tante (si stima, tra le 6000 e le 8000) e colpiscono, per ciascuna di essa, un limitato numero di persone, tale da rendere molto difficile, complicata e dispendiosa la ricerca.
Ricordiamoci spesso di loro, non soltanto oggi, ricordiamoci di tutte queste persone, per lo più sconosciute al mondo, che vivono, soffrono, rinunciano, pazientano, sperano.... e Amano, probabilmente più delle persone cosiddette sane. Un grande, forte, solidale abbraccio da parte mia a tutti loro!
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