La sindrome di Cornelia de Lange o sindrome di Brachmann-de Lange o typus degenerativus amstelodamensis è una sindrome malformativa, la cui incidenza è stimata pari ad 1 nuovo caso ogni 10-20.000 nati (circa 50 nuovi nati all'anno in Italia).
Scoperta nel 1933 dalla pediatra olandese Cornelia de Lange, in precedenza già un altro medico tedesco aveva descritto la sindrome, e per questo, come in altri casi, la sindrome è conosciuta anche con i due nomi (Brachmann-de Lange).
Scoperta nel 1933 dalla pediatra olandese Cornelia de Lange, in precedenza già un altro medico tedesco aveva descritto la sindrome, e per questo, come in altri casi, la sindrome è conosciuta anche con i due nomi (Brachmann-de Lange).
Sintomatologia
Questa sindrome è caratterizzata da ritardo mentale e dello sviluppo, oltre che da varie malformazioni a carico di mani, gambe, ossa e organi interni come il fegato e i reni. Gli individui affetti mostrano inoltre caratteristici lineamenti del viso.
Le caratteristiche principali di un soggetto affetto sono costituite da basso peso alla nascita (inferiore a 2,500 Kg.), scarsa crescita post-natale in peso ed altezza, ridotte dimensioni della testa (microcefalia), eccessiva peluria sul corpo (avambracci e regione lombare in particolare), mani e piedi piccoli o gravi alterazioni malformative a carico delle mani. I pazienti con CDLS si assomigliano molto tra loro: le sopracciglia, infatti, sono sottili, arcuate e unite frequentemente sulla linea mediana, le ciglia sono lunghe, il naso è piccolo con narici all'insù, le labbra sono sottili con angoli rivolti in basso.
L'acquisizione delle comuni tappe di sviluppo di ogni bambino (stare seduto, gattonare, camminare, dire le prime parole) è ritardata, così come ritardato in modo variabile è lo sviluppo intellettivo. L'area della comunicazione verbale (linguaggio) è la sfera più compromessa dai soggetti affetti da questa sindrome, ed è ormai chiaro che le capacità di comprensione superano notevolmente le loro possibilità di espressione verbale.
Un recente studio condotto in Italia (Selicorni et al, 2007) su 62 pazienti con diagnosi clinica di sindrome di Cornelia de Lange, ha evidenziato una grande eterogeneità nei sintomi osservati, probabilmente dovuta alla complessità dei fattori che determinano la comparsa della malattia.
Questa sindrome è caratterizzata da ritardo mentale e dello sviluppo, oltre che da varie malformazioni a carico di mani, gambe, ossa e organi interni come il fegato e i reni. Gli individui affetti mostrano inoltre caratteristici lineamenti del viso.
Le caratteristiche principali di un soggetto affetto sono costituite da basso peso alla nascita (inferiore a 2,500 Kg.), scarsa crescita post-natale in peso ed altezza, ridotte dimensioni della testa (microcefalia), eccessiva peluria sul corpo (avambracci e regione lombare in particolare), mani e piedi piccoli o gravi alterazioni malformative a carico delle mani. I pazienti con CDLS si assomigliano molto tra loro: le sopracciglia, infatti, sono sottili, arcuate e unite frequentemente sulla linea mediana, le ciglia sono lunghe, il naso è piccolo con narici all'insù, le labbra sono sottili con angoli rivolti in basso.
L'acquisizione delle comuni tappe di sviluppo di ogni bambino (stare seduto, gattonare, camminare, dire le prime parole) è ritardata, così come ritardato in modo variabile è lo sviluppo intellettivo. L'area della comunicazione verbale (linguaggio) è la sfera più compromessa dai soggetti affetti da questa sindrome, ed è ormai chiaro che le capacità di comprensione superano notevolmente le loro possibilità di espressione verbale.
Un recente studio condotto in Italia (Selicorni et al, 2007) su 62 pazienti con diagnosi clinica di sindrome di Cornelia de Lange, ha evidenziato una grande eterogeneità nei sintomi osservati, probabilmente dovuta alla complessità dei fattori che determinano la comparsa della malattia.
Cause
La sindrome di Cornelia de Lange è una malattia genetica, causata cioè da un’alterazione molto piccola nel patrimonio genetico della persona affetta.
Nel maggio del 2004 è stato dimostrato che un’anomalia di una singola informazione genetica, il gene NIPBL (SCC2), è responsabile di tutte le manifestazioni cliniche nel 50 % dei pazienti analizzati, mentre nel 5 % dei casi si osservano mutazioni nei geni SMC1A e SMC3. Tutti questi geni codificano per componenti strutturali del complesso proteico delle coesine, essenziale per il mantenimento della struttura dei cromosomi.
L’alterazione genetica che causa la sindrome insorge solitamente in modo casuale nel patrimonio genetico del soggetto affetto; questo fa sì, quindi, che il rischio di ripetizione della malattia in altri figli dopo la nascita di un figlio affetto sia, di regola, molto basso. Esistono però rarissimi casi (una decina circa al mondo) in cui si è verificata una ripetizione della malattia; è per altro importante che ogni coppia che ha avuto un bambino affetto esegua un’appropriata consulenza genetica.
Nel maggio del 2004 è stato dimostrato che un’anomalia di una singola informazione genetica, il gene NIPBL (SCC2), è responsabile di tutte le manifestazioni cliniche nel 50 % dei pazienti analizzati, mentre nel 5 % dei casi si osservano mutazioni nei geni SMC1A e SMC3. Tutti questi geni codificano per componenti strutturali del complesso proteico delle coesine, essenziale per il mantenimento della struttura dei cromosomi.
L’alterazione genetica che causa la sindrome insorge solitamente in modo casuale nel patrimonio genetico del soggetto affetto; questo fa sì, quindi, che il rischio di ripetizione della malattia in altri figli dopo la nascita di un figlio affetto sia, di regola, molto basso. Esistono però rarissimi casi (una decina circa al mondo) in cui si è verificata una ripetizione della malattia; è per altro importante che ogni coppia che ha avuto un bambino affetto esegua un’appropriata consulenza genetica.
Diagnosi
Allo stato attuale la diagnosi della malattia avviene principalmente mediante osservazioni morfologiche dei lineamenti del viso, della testa e degli arti del paziente. Anche durante la gravidanza, alcune anomalie ecografiche del feto possono indurre a una diagnosi precoce della sindrome, come ritardo della crescita intrauterina e anomalie degli arti. Ancora difficile è invece la diagnosi mediante analisi citogenetica: solo un piccolo numero di pazienti affetti da sindrome di Cornelia de Lange mostra infatti anomalie cromosomiche macroscopiche tali da poter essere identificate mediante le comuni tecniche disponibili in laboratorio.
Spesso i pazienti affetti da sindrome di Cornelia de Lange mostrano trisomia o riarrangiamenti cromosomici a carico del cromosoma 3.
Possibili cure
Attualmente non esiste un trattamento efficace contro la sindrome di Cornelia de Lange, ma possono essere utilizzate terapie per diminuire gli eventi che si manifestano nello svilupparsi della malattia come, ad esempio, farmaci che combattono le crisi convulsive (che si manifestano nel 20% dei casi). Il reflusso gastroesofageo e le sue complicanze (che riguarda il 70-80% dei casi) richiede cure mirate, spesso la gastrotomia e l'intervento di Nissen antireflusso.
Sono possibili anche trattamenti chirurgici necessari in particolar modo per complicanze cardiache.
Molto importante per chi è affetto da questa sindrome, è quella di intraprendere programmi di stimolazione precoci soprattutto per quanto riguarda l’area della comunicazione verbale.
Aspettative di vita
Nella maggior parte dei casi, i soggetti affetti da questa sindrome non raggiungono la maggiore età e l’aspettativa di vita é fortemente correlata con la gravità dei difetti di crescita e sviluppo associati alla malattia. Tuttavia, la sopravvivenza di una persona affetta dalla sindrome, che non presenti malformazioni maggiori gravi, non è particolarmente ridotta: oggi, infatti, sono ampiamente noti soggetti che raggiungono l’età adulta.
FONTI: corneliadelange.org, orpha.net, telethon.it, superando.it, wikipedia.org
Allo stato attuale la diagnosi della malattia avviene principalmente mediante osservazioni morfologiche dei lineamenti del viso, della testa e degli arti del paziente. Anche durante la gravidanza, alcune anomalie ecografiche del feto possono indurre a una diagnosi precoce della sindrome, come ritardo della crescita intrauterina e anomalie degli arti. Ancora difficile è invece la diagnosi mediante analisi citogenetica: solo un piccolo numero di pazienti affetti da sindrome di Cornelia de Lange mostra infatti anomalie cromosomiche macroscopiche tali da poter essere identificate mediante le comuni tecniche disponibili in laboratorio.
Spesso i pazienti affetti da sindrome di Cornelia de Lange mostrano trisomia o riarrangiamenti cromosomici a carico del cromosoma 3.
Possibili cure
Attualmente non esiste un trattamento efficace contro la sindrome di Cornelia de Lange, ma possono essere utilizzate terapie per diminuire gli eventi che si manifestano nello svilupparsi della malattia come, ad esempio, farmaci che combattono le crisi convulsive (che si manifestano nel 20% dei casi). Il reflusso gastroesofageo e le sue complicanze (che riguarda il 70-80% dei casi) richiede cure mirate, spesso la gastrotomia e l'intervento di Nissen antireflusso.
Sono possibili anche trattamenti chirurgici necessari in particolar modo per complicanze cardiache.
Molto importante per chi è affetto da questa sindrome, è quella di intraprendere programmi di stimolazione precoci soprattutto per quanto riguarda l’area della comunicazione verbale.
Aspettative di vita
Nella maggior parte dei casi, i soggetti affetti da questa sindrome non raggiungono la maggiore età e l’aspettativa di vita é fortemente correlata con la gravità dei difetti di crescita e sviluppo associati alla malattia. Tuttavia, la sopravvivenza di una persona affetta dalla sindrome, che non presenti malformazioni maggiori gravi, non è particolarmente ridotta: oggi, infatti, sono ampiamente noti soggetti che raggiungono l’età adulta.
FONTI: corneliadelange.org, orpha.net, telethon.it, superando.it, wikipedia.org
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