“L’Italia non è un paese per disabili, ma è un paese disabile”. L'intervista al figlio di un malato che non mangerà al posto del padre
Trecentocinquanta milioni di euro. Sono queste le risorse che il fondo per l’assistenza alle persone gravemente non autosufficienti rischia di perdere. Almeno stando a quanto prevede il disegno di legge di stabilità attualmente all’esame della Camera. Risorse che hanno scatenato la protesta delle associazioni dei malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) che sarebbero le più gravemente colpite dalla rimodulazione prevista dal Governo.
IL COMITATO 16 NOVEMBRE – Uno tra tutti il comitato 16 novembre, formato da malati di SLA e familiari. Soprattutto dopo le promesse dei ministri del Welfare Elsa Fornero e della Salute Renato Balduzzi che, prendendo tempo fino al 20 novembre, hanno promesso di provare a cercare una soluzione. Già perché proprio quel fondo per la non autosufficienza finora ha consentito a migliaia di famiglie, e ai loro familiari spesso costretti a rinunciare al lavoro per accudire i proprio malati, di condurre un’esistenza quanto meno dignitosa. “Perché certo la SLA non è una malattia per poveri” afferma Mariangela Lamanna, vice presidente del movimento 16 novembre. “Perchè il problema dei malati allettati a casa, spesso assistiti anche nella respirazione, è quello delle spese comuni: vanno seguiti costantemente anche fuori dalle ore coperte dall’assistenza sanitaria. Senza contare gli altri costi”. E a lei, che sa cosa vuol dire assistere una malata di SLA, sua sorella Giusi ne è affetta da 5 anni, questa spending review proprio non è andata giù.
Trecentocinquanta milioni di euro. Sono queste le risorse che il fondo per l’assistenza alle persone gravemente non autosufficienti rischia di perdere. Almeno stando a quanto prevede il disegno di legge di stabilità attualmente all’esame della Camera. Risorse che hanno scatenato la protesta delle associazioni dei malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) che sarebbero le più gravemente colpite dalla rimodulazione prevista dal Governo.
IL COMITATO 16 NOVEMBRE – Uno tra tutti il comitato 16 novembre, formato da malati di SLA e familiari. Soprattutto dopo le promesse dei ministri del Welfare Elsa Fornero e della Salute Renato Balduzzi che, prendendo tempo fino al 20 novembre, hanno promesso di provare a cercare una soluzione. Già perché proprio quel fondo per la non autosufficienza finora ha consentito a migliaia di famiglie, e ai loro familiari spesso costretti a rinunciare al lavoro per accudire i proprio malati, di condurre un’esistenza quanto meno dignitosa. “Perché certo la SLA non è una malattia per poveri” afferma Mariangela Lamanna, vice presidente del movimento 16 novembre. “Perchè il problema dei malati allettati a casa, spesso assistiti anche nella respirazione, è quello delle spese comuni: vanno seguiti costantemente anche fuori dalle ore coperte dall’assistenza sanitaria. Senza contare gli altri costi”. E a lei, che sa cosa vuol dire assistere una malata di SLA, sua sorella Giusi ne è affetta da 5 anni, questa spending review proprio non è andata giù.
ULTIMATUM – Soprattutto se le promesse dei ministri
Fornero e Balduzzi si rivelassero “da marinai” e non dovessero essere
rispettate, come sembra già dopo i primi riscontri non proprio positivi,
visto che il premier Mario Monti e il ministro dell’Economia Vittorio
Grilli non sono propensi a stanziare le risorse per i malati. Decisione
quella dei tagli che avrebbe ancora una volta rigato di lacrime il volto
di Elsa Fornero, ma che soprattutto avrebbe condotto i malati a
lanciare un ultimatum. L’ultimo. Il più duro. Già perché mentre lo Stato
fugge e il ministro piange lacrime di coccodrillo per un fondo che non
c’è, è a loro che in fondo il danno è stato fatto, sono stati loro
quelli lasciati soli, senza assistenza alcuna. Così l’annuncio. “Se
entro il 20 novembre non arriverà una risposta sulla questione fondi
all’assistenza, le proteste riprenderanno. In modo eclatante ed
estremo”. Non usa mezzi termini la coordinatrice del movimento: “Siamo
pronti a passare il Natale in tenda sotto il Parlamento. Organizzeremo
il presepe dei malati SLA” afferma. “E soprattutto lo sciopero della
fame questa volta sarà totale. Non siamo disposti a farci
strumentalizzare dalla politica. Ora aspetteremo di capire cosa sarà dei
soldi che ci spettano e poi agiremo. Il Governo non può pensare di
sprecare i soldi dei cittadini in progetti superflui come quello del
ponte sullo Stretto e poi privare i disabili che hanno davvero
necessità”.
UN PAESE DISABILE – Tagli che dimostrano sempre più
che: “L’Italia non è un paese per disabili, ma è un paese disabile”. Lo
continua a ripetere Andrea Pancallo, vercellese 23 enne che da anni otto
anni, con la sua famiglia, è costretto a fare i conti con la SLA che ha
colpito suo padre Domenico. “Mio padre è come un bambino neonato”
racconta “Ha bisogno di controlli continui e costanti 24 ore su 24”. Un
ragazzo costretto a crescere troppo in fretta nonostante la sua giovane
età, che di coraggio ne ha da vendere e che sa che quei fondi sono
importanti per la sua famiglia. “Mio papà è accudito da mia madre e da
una badante che riusciamo a pagare grazie ai soldi che arrivano dalla
Regione. Proprio quei soldi che lo Stato adesso vuole tagliare. Ad oggi è
completamente immobile, non comunica più neanche con gli occhi, è
attaccato ad un respiratore e nutrito per via artificiale. Ci siamo
trovati da un giorno all’altro catapultati in una realtà di sofferenza
che non ci ha risparmiato nemmeno un minuto”.
IL DOLORE – Una famiglia unita anche nel dolore
quella di Andrea che nonostante la malattia non si è arresa. “Lui lotta
per la vita, come quasi tutti i malati. Nessuno di loro vuole staccare
la spina. Non lo deve neanche fare il Governo”. Tagli che creerebbero
difficoltà enormi alla sua famiglia, un passo indietro che neanche
l’amore e la devozione di Maria, madre e moglie di Domenico, riuscirebbe
a colmare. Una spada di Damocle che pende sulla famiglia Pancallo che
vede minacciato anche quel piccolo sollievo che lo Stato è riuscito a
concedergli: una badante per 40 ore settimanali. “Il minimo che serve in
una situazione come la nostra” continua Andrea “La nostra badante ha un
contratto annuale e ancora non sappiamo se gli verrà rinnovato o no.
Una cosa è certa: noi non potremmo permettercene una privata”. Già
perché in tempi di crisi, la famiglia di Andrea si trova a fare i conti
con la mancanza di lavoro e con le difficoltà di tutti i giorni. “Sono
disoccupato e in famiglia si vive solo con la pensione di papà visto che
io sono in cerca di lavoro” racconta “I soldi spesso non bastano”.
LE LACRIME CHOOSY – Per questo Andrea di sacrifici
ne ha fatti tanti. Da quando aveva 14 anni ha sempre lavorato, badato al
padre e si è occupato della madre e della sorella. Ha dovuto rinunciare
a tutti i suoi sogni, ha sospeso gli studi dopo aver conseguito la
qualifica triennale di operatore elettrico ottenuta con grossi
sacrifici. Il tutto mentre lavorava e assisteva il padre. Un giovane che
però si definisce ancora un privilegiato: “perché l’assistenza noi
almeno l’abbiamo. Ci sono invece centinaia di famiglie che non hanno
nemmeno questo piccolo aiuto”. Disilluso, Andrea non si sente né
bamboccione né choosy, anzi. Sarebbe disposto a qualsiasi tipo di
impiego pur di aiutare la sua famiglia. Lui alle lacrime della Fornero
non crede, a dirla tutta se ne frega, dice. “Noi le lacrime le versiamo
continuamente e non le abbiamo finite” sottolinea. E forse ha ragione
visto che lui le vere lacrime, quelle della fatica e disperazione le
conosce bene. Le ha viste negli occhi di sua madre prima di prendere la
decisione più difficile della sua vita: mettere in vendita un suo rene
per aiutarla.
SCIOPERO TOTALE – Lui che ha sentito pronunciare
parole di disperazione da parte della donna più importante della sua
vita “Sentirmi dire “vorrei potermi chiudere a chiave in quella stanza e
lasciarmi morire insieme a tuo padre” oppure “Ti prego se muoio
prenditi cura di lui”, da figlio mi ha distrutto il cuore”. Così la
decisione disperata del quale non si è pentito e che forse anche oggi
rifarebbe, considerando che proprio dopo quell’appello la Regione gli
concesse l’aiuto della badante. E ora, come allora, ha preso un’altra
decisione difficile: quella di affiancare il movimento 16 novembre nello
sciopero totale della fame. Sostituendo il padre che per lui è sempre
stato simbolo di coraggio e lotta, sin dall’inizio della malattia quando
con orgoglio e dignità cercava di combattere da solo quel male che lo
stava per allettare. “Perché lui, come un vero Gladiatore, l’avrebbe
fatto” sostiene “Ripeteva sempre che ci vuole più coraggio nel vivere
che nello staccare la spina e che alla vita ci si deve aggrappare con
unghie e denti”.
LA MALATTIA DEGLI OPERAI – Storie comuni a centinaia
di famiglie costrette tutti i giorni a dover fare i conti con le spese
di assistenza e di cure, e che ora il taglio dei fondi rischia di
mettere in ginocchio. Un passo indietro per le molte persone che
accudiscono i propri malati che porterebbe di nuovo il buio dove un po’
di luce era arrivata. Una malattia rara la SLA che interessa
prevalentemente l’età adulta, con media di età nella popolazione che si
attesta tra i 50 e i 60 anni. Il decorso (in assenza di ventilazione
invasiva) va dai 3 ai 5 anni, il 50% degli affetti muore entro 18 mesi
dalla diagnosi mentre solo il 20% supera i cinque anni ed il 10% i 10
anni. La morte sopravviene nella maggior parte dei casi per
insufficienza respiratoria. La prevalenza è di 6 casi ogni 100.000
abitanti. “La chiamano la malattia dei calciatori. Ma non è così”.
Assicura Andrea. “Anche se è servito che il calciatore Borgonovo si
ammalasse per accendere i riflettori su tutti i malati d’Italia. Eppure
noi la definiamo la malattia degli operai”.
PRESSING – Una malattia rarissima per cui non c’è
cura. Una malattia che oltre il malato colpisce, in modo trasversale
anche tutta la famiglia. E che poi spinge verso gesti estremi. Come gli
scioperi della fame. Ecco perché le associazioni dei malati di SLA e dei
loro familiari chiedono che venga ripristinato un apposito capitolo di
spesa per le finalità di assistenza. E lo hanno deciso, non potendo far
sentire la loro voce, in modo deciso. Un modo che sembra strillare più
di mille cori fatti insieme. E mentre dalla politica ora sembra essere
partito un vero e proprio pressing sull’Esecutivo: nelle ultime ore si
sono fatti sentire, tra gli altri, anche il segretario Pdl, Angelino
Alfano, e il leader di Sel, Nichi Vendola, i malati non possono far
altro che aspettare. Sperando che quella spina che loro stanno tentando
di tener attaccata alla presa in tutti i modi non venga staccata proprio
dal Governo. Una cosa è certa: i malati non rinunceranno di certo a
questa ennesima battaglia.
4 novembre 2012
di Floriana Rutto
FONTE: giornalettismo.com
http://www.giornalettismo.com/archives/580223/non-e-un-paese-per-malati-di-sla/
C'è da rimanere senza parole di fronte a fatti come questi.
Con quale coraggio, mi chiedo io, si può arrivare anche soltanto a concepire di "tagliare" i fondi ai malati di SLA e alle loro famiglie, ovvero a persone già così duramente colpite dalla vita? Perchè siamo in crisi? Perchè c'è da far "quadrare" i conti? E come intendiamo farli quadrare..... togliendo l'ESSENZIALE a chi già non ha? E' una vergogna, questa è la verità, un autentica VERGOGNA !
E per favore, non mi si dica che i soldi non ci sono..... basta uscire e guardarsi attorno per vedere che i soldi ci sono..... eccome. Ville e villini da milioni di euro, automobili costose (ben più numerose rispetto a 20 anni fa), Suv, e ogni quant'altro..... Allora, vuol dire che i soldi non ci sono? No! Significa soltanto che il nostro governo (con la "g" rigorosamente minuscola) non ha il CORAGGIO di chiederli a chi li ha, non ha il coraggio di tassare il SUPERFLUO, non ha il coraggio di impegnarsi veramente a ridurre quella "forbice" che esiste tra chi è ricco e benestante e chi è povero. Una forbice che, nel corso degli anni, è andata aumentando nella sua disparità.
Si parlava di Patrimoniale..... perchè non si è fatta? Quella sarebbe stata una Legge sensata da attuare. E invece no, molto meglio togliere i fondi ai malati, ancor più se rari e gravi.
Vergogna ministri, vergogna parlamentari, VERGOGNA A VOI TUTTI CHE RAPPRESENTATE L'ITALIA ! Se questo taglio al fondo per i malati di SLA si attuerà veramente (voglio ancora sperare che si possa tornare indietro su questa decisione), mi chiedo con quale coraggio vi guarderete allo specchio?! Con quale coraggio vi siederete sulle vostre lussuose auto blu, mentre i famigliari dei malati di SLA faranno le ore piccole per assistere i propri cari?! Con quale coraggio siederete sulle vostre poltroncine da parlamentari, mentre i famigliari dei malati di SLA dovranno andare a lavorare, distrutti dalla stanchezza, dopo aver passato le notti in bianco?! CON QUALE CORAGGIO RIUSCIRETE A FARE TUTTO QUESTO ?!?!?!
VERGOGNA, VERGOGNA e ancora VERGOGNA !!!
Marco
FONTE: giornalettismo.com
http://www.giornalettismo.com/archives/580223/non-e-un-paese-per-malati-di-sla/
C'è da rimanere senza parole di fronte a fatti come questi.
Con quale coraggio, mi chiedo io, si può arrivare anche soltanto a concepire di "tagliare" i fondi ai malati di SLA e alle loro famiglie, ovvero a persone già così duramente colpite dalla vita? Perchè siamo in crisi? Perchè c'è da far "quadrare" i conti? E come intendiamo farli quadrare..... togliendo l'ESSENZIALE a chi già non ha? E' una vergogna, questa è la verità, un autentica VERGOGNA !
E per favore, non mi si dica che i soldi non ci sono..... basta uscire e guardarsi attorno per vedere che i soldi ci sono..... eccome. Ville e villini da milioni di euro, automobili costose (ben più numerose rispetto a 20 anni fa), Suv, e ogni quant'altro..... Allora, vuol dire che i soldi non ci sono? No! Significa soltanto che il nostro governo (con la "g" rigorosamente minuscola) non ha il CORAGGIO di chiederli a chi li ha, non ha il coraggio di tassare il SUPERFLUO, non ha il coraggio di impegnarsi veramente a ridurre quella "forbice" che esiste tra chi è ricco e benestante e chi è povero. Una forbice che, nel corso degli anni, è andata aumentando nella sua disparità.
Si parlava di Patrimoniale..... perchè non si è fatta? Quella sarebbe stata una Legge sensata da attuare. E invece no, molto meglio togliere i fondi ai malati, ancor più se rari e gravi.
Vergogna ministri, vergogna parlamentari, VERGOGNA A VOI TUTTI CHE RAPPRESENTATE L'ITALIA ! Se questo taglio al fondo per i malati di SLA si attuerà veramente (voglio ancora sperare che si possa tornare indietro su questa decisione), mi chiedo con quale coraggio vi guarderete allo specchio?! Con quale coraggio vi siederete sulle vostre lussuose auto blu, mentre i famigliari dei malati di SLA faranno le ore piccole per assistere i propri cari?! Con quale coraggio siederete sulle vostre poltroncine da parlamentari, mentre i famigliari dei malati di SLA dovranno andare a lavorare, distrutti dalla stanchezza, dopo aver passato le notti in bianco?! CON QUALE CORAGGIO RIUSCIRETE A FARE TUTTO QUESTO ?!?!?!
VERGOGNA, VERGOGNA e ancora VERGOGNA !!!
Marco
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