giovedì 17 maggio 2012

Il Pistoiese inquinato dall'inceneritore

Il comitato per la chiusura dell’inceneritore dei rifiuti di Montale (Pistoia) lancia l’allarme: “Qui non è sicura nemmeno la filiera corta nell’alimentare a causa dell’inquinamento prodotto dall’impianto”.

Il Comitato esprimerebbe piena condivisione al sostegno dello sviluppo di una filiera “corta” ma ciò, purtroppo, non è possibile a causa della pesante ipoteca ecologica indotta dall’incenerimento dei rifiuti”: queste le parole con cui il Comitato per la chiusura dell’inceneritore di Montale (Pistoia) rilancia l’allarme. “Il Comitato registra l’ennesima contraddizione e reticenza propalata sulle autentiche minacce portate dall’impianto di incenerimento di Montale che, in modo silente, espone l’intero territorio della piana a un impercettibile, ma costante inquinamento della catena alimentare” prosegue il comitato. “L’iniziativa della Coldiretti “Campagna Amica” è la dimostrazione della sconsideratezza dell’Amministrazione che, pur di attenuare gli effetti dei processi di biomagnificazione dei microinquinanti sul territorio (POP’s), non esita a promuovere delle iniziative che avrebbero certo altro giudizio di merito, qualora non fossimo in un contesto di conclamata “emergenza sanitaria”. Il Comitato esprimerebbe piena condivisione al sostegno dello sviluppo di una filiera “corta” ma ciò, purtroppo, non è possibile a causa della pesante ipoteca ecologica indotta dall’incenerimento dei rifiuti. La denuncia di pericolosità non è un mero e libero parere del Comitato. Essa è stata bene e specificamente argomentata dallo stesso relatore di ASL 3 Dott. Roberto Biagini nella relazione tenuta il 2 Dicembre a Pistoia nel convegno sull’incenerimento dei rifiuti. Si veda il link, consultando le prime e ultime due slide, con conclusioni ben dirimenti sulla circostanza:
http://www.provincia.pistoia.it/AMBIENTE/INIZIATIVE_AMBIENTE/ConvegnoImpantiIncenerimento_2-3dic2011/programma/BIAGINI_slide.pdf


E dunque, dopo aver denunciato la pericolosità delle coltivazioni tenute sul territorio e l’intossicazione dovuta dal consumo degli animali da cortile diffusi tra le nostre comunità, i cittadini restano sbalorditi di fronte a questa ennesima sconsiderata iniziativa, priva di ogni prudenza e cautela. Ricorre altresì l’esigenza opposta di dover limitare, anzi proibire con apposite ordinanze sindacali, il consumo di alimenti dimostratamente intossicati dai cosiddetti POP’s. È solo con la chiusura dell’impianto di via Tobagi e la bonifica delle aree inquinate che la piana potrà recuperare la tradizionale capacità di coltura di terreni e l’autoconsumo alimentare di ortaggi, prodotti caseari e avicolture indenni da inquinanti. A distanza di un anno dalla denuncia d’inquinamento delle colture di rape, spinaci e bietole nella prossimità dell’impianto, che sono causa della persistente esposizione dei cittadini all’assunzione di diossine, furani e policlorobifenili, tutto continua. Il Comitato ricorda infine che i cittadini residenti fuori dalle aree di ricaduta dei POP’s, non potranno ritenersi esclusi dal processo di trasmissione che colpisce la catena alimentare tutta, senza il controllo della qualità dei prodotti alimentari locali, trasportati certamente anche fuori dai Comuni esposti come prodotti derivati.

11 maggio 2012

di C. B.

FONTE: aamterranuova.it
http://www.aamterranuova.it/Foto-Video-inchieste-dei-lettori/Il-Pistoiese-inquinato-dall-inceneritore

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