Sindrome immuno-neurotossica o da sensibilità chimica multipla, elettrosensibilità: allarme anche dal policlinico
Sono le nuove malattie del 21esimo secolo. La diagnosi è oltremodo difficile per non parlare delle cause e delle terapie. Forse, sono il portato dei tempi moderni e dell'innovazione tenologica. Termini come “sindrome immuno-neurotossica” oppure “elettrosensibilità” cominciano a devastare la vita di intere famiglie riducendole sul lastrico anche sul piano economico, visti i costi da sopportare. Raffaella Gallo, 74 anni, è una docente universitaria presso la facoltà di Agraria, oggi in pensione. I problemi hanno inizio tanti anni fa. «Mi raffreddavo facilmente. Tre polmoniti in un anno e mezzo non sono uno scherzo». Nel 2011 la situazione peggiora. La signora è costantemente sotto l'effetto di cortisone e antistaminici ed antibiotici. Ad un certo punto ha uno shock anafilattico nel 2012. Un giorno scopre di subire violenti episodi di tosse appena fa ingresso nella sua facoltà. Si pensa a qualche sostanza chimica in uso nei laboratori. Ha vere e proprie crisi asmatiche. All'ospedale Sant'Andrea di Roma la diagnosi: l'ambiente ha modificato il corredo genetico della docente, sindrome immuno-neurotossica. «Sono diventata sorda sopratutto ai toni bassi per effetto di una neuropatia. Cado sul pavimento, non perdo la coscienza ma improvvisamente mi schianto al suolo».
Le spese per le cure sono notevoli e per avere diritto all'esenzione dovrebbe avere un reddito basso. «Ho dilapidato in cure la mia liquidazione, quella di mia sorella. Una sola flebo per un trattamento costa 150 euro. Mi dissero di farmi curare a Dallas ed il preventivo era di 45mila dollari al mese per circa 3 mesi di ricovero. Io non ce la faccio a curarmi perchè per lo Stato e la Regione ho un reddito elevato». L'appello: «Chiedo alla Regione di aiutarmi a sostenere le spese eccessive perchè ormai sono indebitata. E' necessario che la Regione finanzi borse di studio per i medici strutturati a Dallas, primo centro mondiale».
Maria Luigia Piancone ha suo marito malato di “elettrosensibilità”. Deve stare lontano dai campi elettromagnetici, telefonini e computer. Il marito è titolare di un'azienda artigiana. Fa largo uso di strumenti elettronici. Tutto ha inizio con mal d'orecchio con il suo eccessivo riscaldamento. Ha male ai muscoli, stanchezza. «La nostra casa era circondata da antenne della telefonia mobile. Ci siamo trasferiti in campagna nel 2015 in una valle che protegge da onde elettromagnetiche. La nostra casa è schermata con pareti in alluminio, vetri particolari. Oggi spendiamo un mucchio di soldi in farmaci integratori e non possiamo inserirli nella dichiarazione dei redditi».
Onofrio Resta, direttore delle cliniche pneumologiche del Policlinico: «La sindrome da sensibilità chimica multipla viene studiata negli USA dal 1960 ed il boom risale alla prima guerra del Golfo. Periodo in cui furono colpiti molti soldati americani». Analizza: «E' una condizione irreversibile e progressiva che esordisce con asma respiratoria con sintomi altamente invalidanti che spesso sono ridotti a disturbi psichiatrici o psicologici». Conclude: «Da 3 anni è in discussione in Senato un disegno di legge che mira al riconoscimento di queste patologie con la fibromialgia e l'encefalomielite mialgica che spesso si associano».
Di Valentino Scaramella
Ottobre 2018
FONTE: Bari città
Non solo Covid, tantissime patologie, a volte nemmeno riconosciute dal sistema sanitario, aumentano e non sono prese in carico con spese eccessive per il bilancio famigliare. Buona giornata.
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