sabato 22 settembre 2012

Il lavoro? Si coltiva nell'orto

Il sogno di Cristiano Floris: “Agricoltura senza chimica e vendita solidale”


DAL CAMPO ALLA TAVOLA CON L'AIUTO DI FACEBOOK

Ha iniziato per scommessa e ora la piccola azienda Ortoantico Coderra è realtà. Cristiano Floris ha bandito la chimica: “Solo semi, acqua e sole”. E la vendita? Su Facebook. 

Ho assaggiato uno dei pomodori raccolti nel tuo campo e ho sentito un sapore che non sentivo da quando ero bambino”. Per Cristiano Floris, quarant'anni da compiere in agosto, questo è il miglior complimento per un lavoro che da quattro anni lo vede impegnato a realizzare un sogno: quello di fare l'agricoltore usando i più antichi sistemi di coltivazione, quelli fatti di sementi, acqua di sorgente, lavoro duro, sole, e tanto amore per la terra. Un sogno che si traduce in un prodotto sano e genuino da tagliare ogni mattina davanti al cliente, attirato all'orto da uno straordinario alleato quale può essere solo il tam-tam di Facebook.

IL CAMPO. Benvenuti all'“Ortoantico Coderra” si legge nella pagina creata dal giovane agricoltore di Carbonia, benvenuti nel campo, poco lontano da via Lubiana, dove è bandita la chimica che fa crescere frutta e verdura rigogliosa ma costringe chi la mangia a ingurgitare inconsapevolmente prodotti chimici che annullano le preziose proprietà donate dalla natura: banditi tutti i fertilizzanti, i pesticidi: “Piuttosto che usarli preferisco perdere parte del raccolto – spiega- e seguo il consiglio di un mio vecchio zio agricoltore. Diceva: “Quello che perdi è per la terra. L'altro è per te”.

L'IDEA. Per arrivare alla consapevolezza di voler diventare un agricoltore Cristiano Floris ci ha messo un po' di tempo. Ha fatto tanti lavori e nel frattempo si è avvicinato allo studio delle terapie non convenzionali. Ho vissuto due anni in Spagna e ricordo che un giorno, in treno, il mio sguardo è stato attirato da centinaia di serre, una attaccata all'altra al punto da non riuscire a vedere la terra. Ricordo che la cosa mi fece un bruttissimo effetto, forse è stata la prima volta che sentivo così forte il richiamo della terra. Qualche tempo dopo sono rientrato in Sardegna in occasione di una tornata elettorale durante la quale ho conosciuto l'Irs e ho iniziato ad approfondirne le tematiche. All'improvviso mi sono accorto di essere troppo legato alla mia terra per lasciarla, ma non avevo un lavoro. E' stato allora che ho avuto una sorte di illuminazione: coltiverò la terra, mi sono detto, ci voglio provare”. C'era un orto di famiglia abbandonato, “da giovani ci avevano lavorato mio padre e poi mio zio. Mi sono rimboccato le maniche, ho dovuto iniziare da zero, chiedere consigli ai vecchi agricoltori, ho studiato tanto”. E allora via: sveglia all'alba ogni giorno, zappa e tanta voglia di fare: “Qualcuno di sicuro ha pensato che mi sarei arreso, invece ho tenuto duro anche se questo ha cambiato i miei ritmi, i miei orari, le mie abitudini”. Oggi l' “Ortoantico Coderra” è una realtà, piccola ma produttiva: la vera agricoltura a chilometri zero: “Ho creato una pagina su Facebook in cui racconto il mio progetto e ogni mattina inserisco le offerte del giorno – spiega – chi è interessato mi contatta e ci incontriamo all'orto. Le verdure vengono tagliate davanti al cliente, questo è un valore aggiunto. In più vige la regola solidale: un prodotto di alta qualità ma a prezzi contenuti”. Chiaramente la quantità è limitata, a volte a metà mattina la vendita è già chiusa: “E poi bisogna aspettare i tempi della natura – per esempio per raccogliere melanzane, peperoni e zucchine sarò pronto tra una decina di giorni”.

ORTI URBANI. E intanto che la natura fa il suo corso Cristiano, studia per proporre in città la creazione degli “orti urbani”: “E' un'idea lanciata da Italia Nostra che ho deciso di sposare – conclude – prevede che i cittadini, dopo aver frequentato un piccolo corso teorico pratico, coltivino piccoli appezzamenti di terra per produrre la frutta e la verdura necessaria per la famiglia. In autunno avvierò questo progetto”.

di Stefania Piredda

6 luglio 2012


Pubblico questo articolo non per fare pubblicità a Cristiano Floris e alla sua attività, ma per evidenziare come, con buona volontà e amore per la terra e per le cose genuine, si possano fare cose meravigliose come queste.
Prodotti di qualità, assolutamente genuini perchè totalmente privi di pesticidi e fertilizanti, costi contenuti e sapori come quelli di una volta..... che cosa si può chiedere di più a chi coltiva la terra? E che cosa può pretendere di meglio chi ama la buona tavola, i prodotti genuini, il rispetto dell'ambiente e della propria e altrui salute?
Io mi auguro che l'esempio di Cristiano Floris venga accolto e seguito da sempre più agricoltori, così da permettere a sempre più persone di poter avere prodotti naturali e genuini come i suoi sulle proprie tavole. Questa è la strada da seguire, per un futuro più sano e quindi migliore.

Marco
 

4 commenti:

  1. Vero. E speriamo che l'esempio di Cristiano sia seguito da tanti altri agricoltori. Abbiamo tutti quanti bisogno di avere sulle nostre tavole prodotti biologici e genuini, come quelli di una volta.

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  2. Noi ci stiamo provando ... cioè in piccolo per ora, molto piccolo, ma l'autoproduzione è uno degli obiettivi di famiglia! ;-))

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