Perché bruciare plastica anziché riciclarla? E’ questo uno degli interrogativi sollevati dal coordinamento No biomasse ed inceneritori che ha posto e continua a porre sul tavolo di discussione da un lato la cementeria Buzzi Unicem di Barletta ad alto impatto ambientale, dall’altro la “necessità che l’amministrazione intervenga seriamente con un consiglio comunale monotematico in seduta di seconda convocazione in cui si decida per il no all’aumento dei rifiuti da bruciare nella cementeria”.
Proprio questa è infatti la contestazione mossa dal coordinamento pro ambiente nei confronti dello stabilimento Buzzi Unicem che chiede di aumentare la quantità di rifiuti da incenerire da 40mila a 80mila tonnellate l’anno. E’ secco il niet da parte del coordinamento No biomasse ed inceneritori che, denunciando la combustione di plastiche, gomme sintetiche, fibre artificiali, ossia di rifiuti perfettamente riciclabili, chiede da un lato di ritirare l’iter per l’autorizzazione ad aumentare la quantità di rifiuti da bruciare e, dall’altra, di aprire un tavolo tecnico, con esperti e con la Regione, che salvaguardi sia la produzione di cemento da parte dell’azienda, che l’ambiente.
«La cementerai brucia plastica presa dalla raccolta differenziata, mentre è necessario – dichiara Alessandro Zagaria, a capo del comitato – chiudere il ciclo dei rifiuti, dunque differenziare e rigenerare la plastica, come le gomme sintetiche ed altri rifiuti che, ad oggi, vengono inceneriti nella cementeria di Barletta, sita nel tessuto urbano cittadino». Risale al 2003, infatti, l’autorizzazione concessa alla società Buzzi Unicem, prorogata negli anni, a produrre cemento attraverso l’incenerimento di rifiuti speciali non pericolosi. “Dal 2005 – si legge in una nota diffusa dal coordinamento No biomasse ed inceneritori – la proroga avviene in regime transitorio in attesa dell’autorizzazione definitiva”. A sostegno della posizione assunta dal coordinamento pro ambiente parlano i dati, quelli che riferiscono delle emissioni della cementeria dal 2003 al 2006, l’ultimo anno in cui si è effettuato il monitoraggio sul territorio.
Diffusi dal Registro INES e ripresi dall’ARPA Puglia, i numeri parlano di emissioni di monossido di carbonio della cementeria di Barletta con un andamento crescente dal 2003 al 2006, quando le emissioni arrivavano a 1555,0 Mg/a. Sarebbero tre le categorie inquinanti riferite alla cementeria di Barletta dichiarate nel Registro INES sino all’anno 2005: Anidride carbonica (650549,0Mg/a a fronte del limite di 100000,0 Mg/a), Ossidi di azoto (1639,0 Mg/a su un limite di 100,0 Mg/a) e Ossido di carbonio (1216,0 Mg/a contro il valore limite di 500,0 Mg/a).
«Tra le esalazioni più pericolose che la cementeria ha sprigionato tra il 2003 ed il 2006 – spiega il dott. Oncologo Dino Leonetti, del coordinamento Andria città sana – c’è il particolato PM10, PM2,5, PM0,1, PM0,2, ossia pericolosissime polveri ultrafini, che non sono monitorate per legge né tantomeno possono essere filtrate». Dal Piano Regionale di Qualità dell’Aria emerge che Barletta ricade tra i comuni nei quali vanno adottate misure per gli impianti industriali con notevole potenziale inquinante, soggetti cioè alla normativa IPPC sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento.
di Adriana Quacquarelli
FONTE: ambienteambienti.com
http://www.ambienteambienti.com/top-news/2010/12/news/buzzi-unicem-a-barletta-3-inquinanti-superano-la-soglia-di-inquinamento-24014.html
Questo articolo si collega idealmente con l'ultimo postato su questo blog, ovvero la testimonianza di una signora di Barletta malata di Sensibilità Chimca Multipla (MCS), che accusa vivacemente il forte inquinamento ambientale della sua città come causa principale dei suoi mali e di quelli di tante altre persone.
Purtroppo ormai so per esperienza che dove ci sono casi di MCS, lì è presente un forte inquinamento ambientale, vuoi per l'onnipresente smog causato dal traffico veicolare, vuoi per la presenza di grandi complessi industriali ed inceneritori. Barletta naturalmente non fa eccezzione e, anzi, essa risulta essere una delle città più inquinate del sud Italia e questo anche e sopratutto per la presenza di 2 "mostri" altamente inquinanti: la suddetta cementeria-inceneritore Buzzi Unicem e l'azienda chimica Timac.
Proprio questa è infatti la contestazione mossa dal coordinamento pro ambiente nei confronti dello stabilimento Buzzi Unicem che chiede di aumentare la quantità di rifiuti da incenerire da 40mila a 80mila tonnellate l’anno. E’ secco il niet da parte del coordinamento No biomasse ed inceneritori che, denunciando la combustione di plastiche, gomme sintetiche, fibre artificiali, ossia di rifiuti perfettamente riciclabili, chiede da un lato di ritirare l’iter per l’autorizzazione ad aumentare la quantità di rifiuti da bruciare e, dall’altra, di aprire un tavolo tecnico, con esperti e con la Regione, che salvaguardi sia la produzione di cemento da parte dell’azienda, che l’ambiente.
«La cementerai brucia plastica presa dalla raccolta differenziata, mentre è necessario – dichiara Alessandro Zagaria, a capo del comitato – chiudere il ciclo dei rifiuti, dunque differenziare e rigenerare la plastica, come le gomme sintetiche ed altri rifiuti che, ad oggi, vengono inceneriti nella cementeria di Barletta, sita nel tessuto urbano cittadino». Risale al 2003, infatti, l’autorizzazione concessa alla società Buzzi Unicem, prorogata negli anni, a produrre cemento attraverso l’incenerimento di rifiuti speciali non pericolosi. “Dal 2005 – si legge in una nota diffusa dal coordinamento No biomasse ed inceneritori – la proroga avviene in regime transitorio in attesa dell’autorizzazione definitiva”. A sostegno della posizione assunta dal coordinamento pro ambiente parlano i dati, quelli che riferiscono delle emissioni della cementeria dal 2003 al 2006, l’ultimo anno in cui si è effettuato il monitoraggio sul territorio.
Diffusi dal Registro INES e ripresi dall’ARPA Puglia, i numeri parlano di emissioni di monossido di carbonio della cementeria di Barletta con un andamento crescente dal 2003 al 2006, quando le emissioni arrivavano a 1555,0 Mg/a. Sarebbero tre le categorie inquinanti riferite alla cementeria di Barletta dichiarate nel Registro INES sino all’anno 2005: Anidride carbonica (650549,0Mg/a a fronte del limite di 100000,0 Mg/a), Ossidi di azoto (1639,0 Mg/a su un limite di 100,0 Mg/a) e Ossido di carbonio (1216,0 Mg/a contro il valore limite di 500,0 Mg/a).
«Tra le esalazioni più pericolose che la cementeria ha sprigionato tra il 2003 ed il 2006 – spiega il dott. Oncologo Dino Leonetti, del coordinamento Andria città sana – c’è il particolato PM10, PM2,5, PM0,1, PM0,2, ossia pericolosissime polveri ultrafini, che non sono monitorate per legge né tantomeno possono essere filtrate». Dal Piano Regionale di Qualità dell’Aria emerge che Barletta ricade tra i comuni nei quali vanno adottate misure per gli impianti industriali con notevole potenziale inquinante, soggetti cioè alla normativa IPPC sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento.
di Adriana Quacquarelli
FONTE: ambienteambienti.com
http://www.ambienteambienti.com/top-news/2010/12/news/buzzi-unicem-a-barletta-3-inquinanti-superano-la-soglia-di-inquinamento-24014.html
Questo articolo si collega idealmente con l'ultimo postato su questo blog, ovvero la testimonianza di una signora di Barletta malata di Sensibilità Chimca Multipla (MCS), che accusa vivacemente il forte inquinamento ambientale della sua città come causa principale dei suoi mali e di quelli di tante altre persone.
Purtroppo ormai so per esperienza che dove ci sono casi di MCS, lì è presente un forte inquinamento ambientale, vuoi per l'onnipresente smog causato dal traffico veicolare, vuoi per la presenza di grandi complessi industriali ed inceneritori. Barletta naturalmente non fa eccezzione e, anzi, essa risulta essere una delle città più inquinate del sud Italia e questo anche e sopratutto per la presenza di 2 "mostri" altamente inquinanti: la suddetta cementeria-inceneritore Buzzi Unicem e l'azienda chimica Timac.
Se dovessi mettere in rassegna tutti gli orrori ecologici presenti sul nostro territorio italiano dovrei creare un blog a parte e lo dovrei ricolmare di post quasi ad ogni ora per farci stare dentro tutto.... diverse cose le ho già fatte vedere (inceneritori, Ilva ecc...), altre conto di farle vedere in futuro, perchè trovo sia giusto mostrare alla gente tutto quello che di altamente inquinante è presente nel nostro belpaese (e lo faccio con dolore, perchè ogni "insulto" ecologico all'ambiente e all'uomo è causa di grande dispiacere in me).
Detto questo, il mio blog è e rimarrà sopratutto un mezzo che vuole raccontare le storie della gente, vicende umane di uomini e donne alle prese con la malattia e la disabilità, con tutto il loro carico di Valori veri, come l'Amore, il dolore, la speranza, il desiderio, la solidarietà, il coraggio.... e tanto, tanto altro ancora. Per questo ho pensato il mio blog, per questo l'ho chiamato "La Voce della Verità".... la Voce della Verità non è la mia voce, ma quella di tutte le persone, malate e disabili, che scrivono e raccontano le loro particolari, intensissime storie di vita. A tutti costoro, che io considero i veri "salvatori" del mondo, va tutta la mia sincera riconoscenza.
Marco
Detto questo, il mio blog è e rimarrà sopratutto un mezzo che vuole raccontare le storie della gente, vicende umane di uomini e donne alle prese con la malattia e la disabilità, con tutto il loro carico di Valori veri, come l'Amore, il dolore, la speranza, il desiderio, la solidarietà, il coraggio.... e tanto, tanto altro ancora. Per questo ho pensato il mio blog, per questo l'ho chiamato "La Voce della Verità".... la Voce della Verità non è la mia voce, ma quella di tutte le persone, malate e disabili, che scrivono e raccontano le loro particolari, intensissime storie di vita. A tutti costoro, che io considero i veri "salvatori" del mondo, va tutta la mia sincera riconoscenza.
Marco
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