San Filippo Neri: intervento mai tentato prima su una donna malata di tumore al seno destinata a emigrare all'estero per curarsi. Dai pasti preparati dai familiari all'équipe medica decontaminata.
Operarla non è stato semplice. La camera operatoria è stata spogliata di tutti gli apparecchi inutii e allestita completamente «latex free»; medici, anestesista e infermieri dedicati esclusivamente a lei non hanno potuto usare saponi o profumi; le è stato persino concesso di entrare nell'area ospedaliera con un proprio camper appositamente allestito e di ricevere un vitto personalizzato preparato dai propri familiari. La sua allergia a qualsiasi prodotto chimico ha reso l'asportazione di un tumore al seno una vera e propria impresa. Alla fine l'intervento su una donna di 40 anni affetta da Sensibilità Chimica Multipla è stato eseguito con successo all'ospedale San Filippo Neri.
Merito dell'équipe del professor Titta Grassi che è riuscita a operare di tumore al seno la donna in condizioni estreme. La particolare delicatezza dell'intervento era legata alle caratteristiche della Sensibilità Chimica Multipla, una malattia che comporta l'intolleranza genetica nei confronti di numerosissime sostanze (tra cui farmaci, detergenti, disinfettanti, profumi e lattice) che non vengono metabolizzate dal fegato e che possono determinare un'intossicazione organica, dagli esiti anche mortali. Per venire incontro al forte desiderio della paziente di essere operata al San Filippo Neri, la direzione dell'azienda ospedaliera ha dovuto creare le condizioni necessarie per effettuare l'intervento in sicurezza, richiedendo anche il supporto professionale del Centro di Riferimento regionale per la Sensibilità Chimica Multipla del Policlinico Umberto I. È stata così messa in moto una complessa macchina organizzativa per ridurre al minimo i rischi legati all'intervento e alla degenza della paziente.
L'ospedale ha dovuto predisporre una stanza singola di degenza ad accesso controllato dotata di ventilazione naturale, suppellettili in plastica rigida ed effetti letterecci (lenzuola, coperte e così via) di cotone trattati con sola acqua ossigenata. È stata inoltre allestita una camera operatoria senza lattice dalla quale sono tolte tutte le apparecchiature non necessarie. I locali in cui la paziente ha soggiornato sono stati sanificati con bicarbonato di sodio o altri prodotti compatibili e sono stati usati solo farmaci già utilizzati dalla paziente o inclusi nell'elenco fornito dall'Umberto I il cui utilizzo è dichiarato come «possibile». La donna è stata assistita da personale dedicato informato sulle precauzioni da osservare, tra le quali non usare, come detto, profumi o saponi per l'igiene personale. Alla fine la paziente è stata accontentata ed è stata operata al San Filippo Neri. Per lei l'alternativa era espatriare.
Daniele di Mario
5 agosto 2011
FONTE: il tempo.it
http://www.iltempo.it/roma/2011/08/05/1276951-allergica_tutto_operata_senza_chimica.shtml#.Tj0EqycweF8.facebook
Articolo molto importante che mette in evidenza tutte le difficoltà congenite per un malato di Sensibilità Chimica Multipla nell'affrontare situazioni come quella sopra descritta, cioè un operazione in ambiente ospedaliero. Purtroppo le difficoltà per un malato di MCS non rimangono confinate soltanto a questo.... anche una semplice visita, un esame, un prelievo, un ricovero al pronto soccorso, tutto questo e altro ancora richiede l'utilizzo di locali adeguatamente bonificati da ogni sostanza chimica nonchè personale anch'esso bonificato. E' questa la ragione per cui i malati di MCS cercano in tutti i modi di non andare mai in ospedale o al pronto soccorso, anche se ce ne fosse la reale necessità, proprio perchè mancano luoghi adeguatamente bonificati per poterli accogliere, e questo è un GRANDISSIMO problema per tutti i malati di questa patologia.
A tal riguardo, mi auguro di vero cuore che in futuro vengano predisposti dei locali negli ospedali o nelle USL fatti apposta per i malati di MCS, affinchè anch'essi possano farsi visitare o fare il tal esame senza l'apprensione di mettere a repentaglio la propria salute. Sarebbe una grande conquista e segno di civiltà nei confronti di questi malati che, non dimentichiamocelo, sono in continuo aumento.
Marco
Operarla non è stato semplice. La camera operatoria è stata spogliata di tutti gli apparecchi inutii e allestita completamente «latex free»; medici, anestesista e infermieri dedicati esclusivamente a lei non hanno potuto usare saponi o profumi; le è stato persino concesso di entrare nell'area ospedaliera con un proprio camper appositamente allestito e di ricevere un vitto personalizzato preparato dai propri familiari. La sua allergia a qualsiasi prodotto chimico ha reso l'asportazione di un tumore al seno una vera e propria impresa. Alla fine l'intervento su una donna di 40 anni affetta da Sensibilità Chimica Multipla è stato eseguito con successo all'ospedale San Filippo Neri.
Merito dell'équipe del professor Titta Grassi che è riuscita a operare di tumore al seno la donna in condizioni estreme. La particolare delicatezza dell'intervento era legata alle caratteristiche della Sensibilità Chimica Multipla, una malattia che comporta l'intolleranza genetica nei confronti di numerosissime sostanze (tra cui farmaci, detergenti, disinfettanti, profumi e lattice) che non vengono metabolizzate dal fegato e che possono determinare un'intossicazione organica, dagli esiti anche mortali. Per venire incontro al forte desiderio della paziente di essere operata al San Filippo Neri, la direzione dell'azienda ospedaliera ha dovuto creare le condizioni necessarie per effettuare l'intervento in sicurezza, richiedendo anche il supporto professionale del Centro di Riferimento regionale per la Sensibilità Chimica Multipla del Policlinico Umberto I. È stata così messa in moto una complessa macchina organizzativa per ridurre al minimo i rischi legati all'intervento e alla degenza della paziente.
L'ospedale ha dovuto predisporre una stanza singola di degenza ad accesso controllato dotata di ventilazione naturale, suppellettili in plastica rigida ed effetti letterecci (lenzuola, coperte e così via) di cotone trattati con sola acqua ossigenata. È stata inoltre allestita una camera operatoria senza lattice dalla quale sono tolte tutte le apparecchiature non necessarie. I locali in cui la paziente ha soggiornato sono stati sanificati con bicarbonato di sodio o altri prodotti compatibili e sono stati usati solo farmaci già utilizzati dalla paziente o inclusi nell'elenco fornito dall'Umberto I il cui utilizzo è dichiarato come «possibile». La donna è stata assistita da personale dedicato informato sulle precauzioni da osservare, tra le quali non usare, come detto, profumi o saponi per l'igiene personale. Alla fine la paziente è stata accontentata ed è stata operata al San Filippo Neri. Per lei l'alternativa era espatriare.
Daniele di Mario
5 agosto 2011
FONTE: il tempo.it
http://www.iltempo.it/roma/2011/08/05/1276951-allergica_tutto_operata_senza_chimica.shtml#.Tj0EqycweF8.facebook
Articolo molto importante che mette in evidenza tutte le difficoltà congenite per un malato di Sensibilità Chimica Multipla nell'affrontare situazioni come quella sopra descritta, cioè un operazione in ambiente ospedaliero. Purtroppo le difficoltà per un malato di MCS non rimangono confinate soltanto a questo.... anche una semplice visita, un esame, un prelievo, un ricovero al pronto soccorso, tutto questo e altro ancora richiede l'utilizzo di locali adeguatamente bonificati da ogni sostanza chimica nonchè personale anch'esso bonificato. E' questa la ragione per cui i malati di MCS cercano in tutti i modi di non andare mai in ospedale o al pronto soccorso, anche se ce ne fosse la reale necessità, proprio perchè mancano luoghi adeguatamente bonificati per poterli accogliere, e questo è un GRANDISSIMO problema per tutti i malati di questa patologia.
A tal riguardo, mi auguro di vero cuore che in futuro vengano predisposti dei locali negli ospedali o nelle USL fatti apposta per i malati di MCS, affinchè anch'essi possano farsi visitare o fare il tal esame senza l'apprensione di mettere a repentaglio la propria salute. Sarebbe una grande conquista e segno di civiltà nei confronti di questi malati che, non dimentichiamocelo, sono in continuo aumento.
Marco
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