Malattia che causa dolore cronico, invalidante, ma per molti medici nemmeno esiste
Ventimiglia. Ha 31 anni, Laura Polizzi, e da quando ne aveva 28, cioè da quando la sua malattia è peggiorata, non ha un lavoro né un aiuto da parte di nessuno. Laura soffre di fibromialgia: una malattia cronica che provoca dolore diffuso in tutto il corpo, indebolimento, stanchezza, rigidità muscolare, emicrania. Una malattia di cui non si conoscono ancora con esattezza le cause e che ad oggi non è curabile. Ma non è tutto: la fibromialgia non è neanche riconosciuta dallo Stato come malattia invalidante, nonostante chi ne soffra sia impossibilitato a svolgere determinati (se non tutti) i lavori.
«Mi è stata diagnosticata un paio di anni fa – racconta Laura Polizzi -. Ma ne ho sofferto fin da bambina, perché sono sempre stata male. Pensavano che facessi i capricci, invece soffrivo. Da ragazzina pensavano che fossi depressa, perché parlavo poco e non avevo tanti amici: invece stavo semplicemente male». Dopo una giornata di lavoro in un bar, tre anni fa, Laura torna a casa, si mette a letto, a riposare. Quando si sveglia non riesce più a muoversi: resta bloccata a letto per cinque lunghi mesi. «Per farmi muovere un pochino mi hanno fatto delle epidurali, ma sono stata malissimo». Antidolorifici, morfina, farmaci vari sembrano solo peggiorare la situazione di Laura che alla fine ora è in cura da un reumatologo di Sanremo che le ha prescritto della Cannabis terapeutica: «E’ in gocce che devo mettere su un pezzetto di pane – spiega – E’ l’unica cosa che mi fa stare meglio perché i muscoli si rilassano, non restano contratti, e quindi il dolore diminuisce».
A rendere più difficile la vita di chi soffre di questa terribile malattia è il fatto che molti medici non credono neppure alla sua esistenza, non essendo “diagnosticabile”. «Eppure esiste e rende la vita un inferno – dichiara la giovane donna -. Provoca dolori a tutto il corpo, a tutti i muscoli, alle gambe e persino alla pelle. La notte è un incubo, non riesco a dormire, spesso sento la pelle delle gambe bruciare e devo mettere le gambe nell’acqua gelata o appoggiare sulla pelle delle pezze bagnate».
Non essendo riconosciuta dallo Stato, le persone che soffrono di fibromialgia, come Laura, non hanno diritto a una pensione di invalidità e nemmeno all’inserimento in categorie protette per accedere a un lavoro non faticoso che potrebbe consentire loro di vivere dignitosamente. «Quando sono andata all’Asl per fare la richiesta di invalidità – racconta Laura – Il medico si è messo a ridere. Mi ha detto che ero giovane e sana e che la fibromialgia non esiste. Queste sono cose che fanno davvero male».
«Per le visite mediche o l’acquisto di terapie mi devo basare su mia madre, che è l’unica ad avere uno stipendio con il quale, però, deve pagare anche l’affitto», spiega Laura. Per racimolare un po’ di soldi, essendo appassionata di arte e molto brava nel disegno e nella pittura, la giovane realizza opere che poi vende a chi gliele richiede. «Cerco di tenermi attiva più che posso, faccio le commissioni per i miei, dipingo, tento di avere una vita normale con il mio fidanzato. Anche se le difficoltà sono tante». Anche solo raggiungere uno studio medico nella vicina Sanremo è doloroso: spostarsi in autobus con tutti i dossi e le buche della strada, o in treno, con le carrozze che scuotono i passeggeri, diventa un problema enorme per chi soffre di fibromialgia.
Per questo, tramite Riviera24.it, Laura Polizzi lancia un appello per far sì che lei e tutte le persone che come lei sono afflitte dalla malattia possano essere riconosciute dallo Stato, aiutate, supportate in qualche modo e non abbandonate a se stesse come invece accade ora.
Chi vuole mettersi in contatto con Laura, può farlo attraverso la pagina Facebook Laura Fibromialgia al seguente link: https://www.facebook.com/laura.polizzi.54
di Alice Spagnolo
10 dicembre 2020
FONTE: Riviera 24
Ventimiglia. Ha 31 anni, Laura Polizzi, e da quando ne aveva 28, cioè da quando la sua malattia è peggiorata, non ha un lavoro né un aiuto da parte di nessuno. Laura soffre di fibromialgia: una malattia cronica che provoca dolore diffuso in tutto il corpo, indebolimento, stanchezza, rigidità muscolare, emicrania. Una malattia di cui non si conoscono ancora con esattezza le cause e che ad oggi non è curabile. Ma non è tutto: la fibromialgia non è neanche riconosciuta dallo Stato come malattia invalidante, nonostante chi ne soffra sia impossibilitato a svolgere determinati (se non tutti) i lavori.
«Mi è stata diagnosticata un paio di anni fa – racconta Laura Polizzi -. Ma ne ho sofferto fin da bambina, perché sono sempre stata male. Pensavano che facessi i capricci, invece soffrivo. Da ragazzina pensavano che fossi depressa, perché parlavo poco e non avevo tanti amici: invece stavo semplicemente male». Dopo una giornata di lavoro in un bar, tre anni fa, Laura torna a casa, si mette a letto, a riposare. Quando si sveglia non riesce più a muoversi: resta bloccata a letto per cinque lunghi mesi. «Per farmi muovere un pochino mi hanno fatto delle epidurali, ma sono stata malissimo». Antidolorifici, morfina, farmaci vari sembrano solo peggiorare la situazione di Laura che alla fine ora è in cura da un reumatologo di Sanremo che le ha prescritto della Cannabis terapeutica: «E’ in gocce che devo mettere su un pezzetto di pane – spiega – E’ l’unica cosa che mi fa stare meglio perché i muscoli si rilassano, non restano contratti, e quindi il dolore diminuisce».
A rendere più difficile la vita di chi soffre di questa terribile malattia è il fatto che molti medici non credono neppure alla sua esistenza, non essendo “diagnosticabile”. «Eppure esiste e rende la vita un inferno – dichiara la giovane donna -. Provoca dolori a tutto il corpo, a tutti i muscoli, alle gambe e persino alla pelle. La notte è un incubo, non riesco a dormire, spesso sento la pelle delle gambe bruciare e devo mettere le gambe nell’acqua gelata o appoggiare sulla pelle delle pezze bagnate».
Non essendo riconosciuta dallo Stato, le persone che soffrono di fibromialgia, come Laura, non hanno diritto a una pensione di invalidità e nemmeno all’inserimento in categorie protette per accedere a un lavoro non faticoso che potrebbe consentire loro di vivere dignitosamente. «Quando sono andata all’Asl per fare la richiesta di invalidità – racconta Laura – Il medico si è messo a ridere. Mi ha detto che ero giovane e sana e che la fibromialgia non esiste. Queste sono cose che fanno davvero male».
«Per le visite mediche o l’acquisto di terapie mi devo basare su mia madre, che è l’unica ad avere uno stipendio con il quale, però, deve pagare anche l’affitto», spiega Laura. Per racimolare un po’ di soldi, essendo appassionata di arte e molto brava nel disegno e nella pittura, la giovane realizza opere che poi vende a chi gliele richiede. «Cerco di tenermi attiva più che posso, faccio le commissioni per i miei, dipingo, tento di avere una vita normale con il mio fidanzato. Anche se le difficoltà sono tante». Anche solo raggiungere uno studio medico nella vicina Sanremo è doloroso: spostarsi in autobus con tutti i dossi e le buche della strada, o in treno, con le carrozze che scuotono i passeggeri, diventa un problema enorme per chi soffre di fibromialgia.
Per questo, tramite Riviera24.it, Laura Polizzi lancia un appello per far sì che lei e tutte le persone che come lei sono afflitte dalla malattia possano essere riconosciute dallo Stato, aiutate, supportate in qualche modo e non abbandonate a se stesse come invece accade ora.
Chi vuole mettersi in contatto con Laura, può farlo attraverso la pagina Facebook Laura Fibromialgia al seguente link: https://www.facebook.com/laura.polizzi.54
di Alice Spagnolo
10 dicembre 2020
FONTE: Riviera 24
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