Paola Giambellini è una donna di 45
anni che da 30 anni lotta contro una rara forma di tumore, la
fibromatosi aggressiva detta anche tumore desmoide, che colpisce i
tessuti molli. Ciò nonostante la gioia di vivere di Paola supera
ogni sofferenza.
«Ho subito 45 interventi al ginocchio destro, chemioterapie, radioterapie e qualsiasi tipo di cura per arrestare la malattia, ma purtroppo l'8 maggio 2008 ho subito l'amputazione dell'arto» racconta Paola, che però non si è mai arresa: il suo animo tenacissimo l'ha sempre sostenuta in tutti questi anni. Negli ultimi tempi, con l'aiuto di famigliari e amici, Paola ha anche cominciato a muovere i primi passi con un arto artificiale.
Della sua storia parla nel libro “Un arcobaleno dentro una scatola bianca”, scritto nel 2009 con Maria Grazia Todesco, volontaria ospedaliera e scrittrice per passione.
Come emerge dal suo libro-testimonianza, Paola è una donna che ha una grande capacità di valorizzare le cose belle e viene voglia di conoscerla per abbracciarla e rubare un po’ della sua grande voglia di vivere. E' l’Amore l’elemento che contraddistingue la vita di Paola, amore per la vita e per se stessa, per la figlia con cui ha un rapporto simbiotico, per i genitori che lei stessa definisce i suoi angeli custodi, per i due fratelli che la sostengono. Uno dei grandi doni che hanno permesso a Paola di superare i momenti più bui è la Fede, una Fede grande che vive con profondità: “è un arcobaleno di colori, tutti quelli che fanno bene al cuore. Fede, per me, in una parola è VIVERE”.
In tutti i suoi interventi Paola ha incontrato tanti “angeli senza ali” che l’hanno aiutata nei suoi numerosi ricoveri: sono infermieri, medici e fisioterapisti, tante persone che non sono state solamente dei bravi professionisti ma uomini dal cuore grande. Ognuno di loro ricorda Paola con grande affetto, ciascuno mettendo in evidenza un aspetto particolare del suo carattere. Massimo la ricorda sempre con un sorriso per tutti; Ivan, anche lui infermiere, come una donna che non aveva mai una risposta sgarbata; Arianna, la ricorda molto materna; Licia la definisce solare. Delle tante testimonianze che raccontano di Paola c’è né una che racchiude un po’ lo spirito di questa donna speciale: “E’ un generatore di forza – racconta Ivana, l’infermiera - Mi è capitato più volte di sentirmi dire - "Ciao Ivana come va stamattina? Ti vedo un po’ giù! Dimmi…" Ed io dentro di me che pensavo: ma come, sei tu che ti preoccupi per me, tu che avresti di che lamentarti della tua condizione di paziente oncologica, e invece… Sì, Paola ci ha insegnato tanto, ed è per questo che le vogliamo tutti molto bene”.
I problemi di salute di Paola tuttavia continuano imperterriti: “Ultimamente è comparsa una massa nella schiena – ci dice - e dovrò essere operata di nuovo”. Possiamo tuttavia essere certi che la combattiva Paola affronterà questa ennesima operazione col piglio fiero di sempre.
“Avevo due sogni nel cassetto – racconta Paola - scrivere un libro sulla mia storia e fondare un'associazione italiana sul mio tumore, e grazie all'aiuto della Fondazione Baschirotto per la malattie rare sono riuscita a realizzarli entrambi”.
“Voglio testimoniare – pone l’accento Paola - che la gioia di vivere supera ogni sofferenza, anche quando siamo messi a dura prova da un nemico che giorno dopo giorno ci riserva sempre nuove prove di vita”.
«Ho subito 45 interventi al ginocchio destro, chemioterapie, radioterapie e qualsiasi tipo di cura per arrestare la malattia, ma purtroppo l'8 maggio 2008 ho subito l'amputazione dell'arto» racconta Paola, che però non si è mai arresa: il suo animo tenacissimo l'ha sempre sostenuta in tutti questi anni. Negli ultimi tempi, con l'aiuto di famigliari e amici, Paola ha anche cominciato a muovere i primi passi con un arto artificiale.
Della sua storia parla nel libro “Un arcobaleno dentro una scatola bianca”, scritto nel 2009 con Maria Grazia Todesco, volontaria ospedaliera e scrittrice per passione.
Come emerge dal suo libro-testimonianza, Paola è una donna che ha una grande capacità di valorizzare le cose belle e viene voglia di conoscerla per abbracciarla e rubare un po’ della sua grande voglia di vivere. E' l’Amore l’elemento che contraddistingue la vita di Paola, amore per la vita e per se stessa, per la figlia con cui ha un rapporto simbiotico, per i genitori che lei stessa definisce i suoi angeli custodi, per i due fratelli che la sostengono. Uno dei grandi doni che hanno permesso a Paola di superare i momenti più bui è la Fede, una Fede grande che vive con profondità: “è un arcobaleno di colori, tutti quelli che fanno bene al cuore. Fede, per me, in una parola è VIVERE”.
In tutti i suoi interventi Paola ha incontrato tanti “angeli senza ali” che l’hanno aiutata nei suoi numerosi ricoveri: sono infermieri, medici e fisioterapisti, tante persone che non sono state solamente dei bravi professionisti ma uomini dal cuore grande. Ognuno di loro ricorda Paola con grande affetto, ciascuno mettendo in evidenza un aspetto particolare del suo carattere. Massimo la ricorda sempre con un sorriso per tutti; Ivan, anche lui infermiere, come una donna che non aveva mai una risposta sgarbata; Arianna, la ricorda molto materna; Licia la definisce solare. Delle tante testimonianze che raccontano di Paola c’è né una che racchiude un po’ lo spirito di questa donna speciale: “E’ un generatore di forza – racconta Ivana, l’infermiera - Mi è capitato più volte di sentirmi dire - "Ciao Ivana come va stamattina? Ti vedo un po’ giù! Dimmi…" Ed io dentro di me che pensavo: ma come, sei tu che ti preoccupi per me, tu che avresti di che lamentarti della tua condizione di paziente oncologica, e invece… Sì, Paola ci ha insegnato tanto, ed è per questo che le vogliamo tutti molto bene”.
I problemi di salute di Paola tuttavia continuano imperterriti: “Ultimamente è comparsa una massa nella schiena – ci dice - e dovrò essere operata di nuovo”. Possiamo tuttavia essere certi che la combattiva Paola affronterà questa ennesima operazione col piglio fiero di sempre.
“Avevo due sogni nel cassetto – racconta Paola - scrivere un libro sulla mia storia e fondare un'associazione italiana sul mio tumore, e grazie all'aiuto della Fondazione Baschirotto per la malattie rare sono riuscita a realizzarli entrambi”.
“Voglio testimoniare – pone l’accento Paola - che la gioia di vivere supera ogni sofferenza, anche quando siamo messi a dura prova da un nemico che giorno dopo giorno ci riserva sempre nuove prove di vita”.
FONTI: goleminformazione.it,
ilgiornaledivicenza.it
Una storia di dolore quella di Paola Giambellini, dolore per la sua rara forma di tumore che l'ha costretta a molteplici interventi per gran parte della sua vita, ma è anche e sopratutto una storia di Grande Amore, Fede, Coraggio, Volontà e Determinazione. "Giù il cappello" quindi di fronte a questa donna volitiva e ricolma di Amore per la vita, il cui esempio è uno sprone per tutti quanti noi affinchè possiamo trarre dalla nostra vita il "meglio" possibile, senza lamentarci delle nostre piccole e grandi difficoltà quotidiane.
Grazie Paola.
Una storia di dolore quella di Paola Giambellini, dolore per la sua rara forma di tumore che l'ha costretta a molteplici interventi per gran parte della sua vita, ma è anche e sopratutto una storia di Grande Amore, Fede, Coraggio, Volontà e Determinazione. "Giù il cappello" quindi di fronte a questa donna volitiva e ricolma di Amore per la vita, il cui esempio è uno sprone per tutti quanti noi affinchè possiamo trarre dalla nostra vita il "meglio" possibile, senza lamentarci delle nostre piccole e grandi difficoltà quotidiane.
Grazie Paola.
Marco
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