L' “Aids chimica” sta distruggendo la vita di Adele
A trentatrè anni vive chiusa in casa perchè intollerante a tutte le sostanze tossiche e chimiche presenti nell'aria, negli alimenti, nei mobili, negli indumenti. Un dramma vero !
Di Nicola de Chiara
E' una storia, questa, che richiama l'attenzione dell'opinione pubblica e delle competenti autorità sanitarie e politiche sulle gravissime conseguenze derivanti dall'inquinamento ambientale e dall'uso indiscriminato di sostanze tossiche nei prodotti d'uso comune. Adele Iavazzo ha 33 anni ed è rinchiusa da due anni in casa perchè affetta da MCS (Sensibilità Chimica Multipla). Un nome, una malattia sconosciuta ai più ma che è stata già definita il “Cancro del Dna” e “l'Aids chimica” . L'inquinamento, l'ambiente degradato sta a poco a poco modificando il nostro stesso corpo, facendo scempio di coloro che hanno un sistema immunitario più vulnerabile.
Adele è nata e cresciuta ad Aversa e fino a qualche anno fa come tante ragazze conduceva una vita normale. Nel 2005 qualcosa inizia a cambiare. Arrivano i primi sintomi della malattia: mal di testa, dolori muscolari, tremori e vertigini. Inizia l'odissea tra medici, ospedali ed esami. Per tutti Adele non ha nulla di grave. Tutti si rifugiano dietro l'abusata diagnosi di stress. Ma con il passare del tempo il suo stato di salute peggiora. Adele assume antidepressivi per più di un anno con un peggioramento evidente: talvolta sviene anche per strada e sul posto di lavoro. La sua vita diventa impossibile. Nonostante tutto continua a lottare. Nel 2009 decide di sposarsi. Proprio durante la cena del matrimonio ha una reazione allergica. Ricorre sempre più spesso alle cure del pronto soccorso. Continuano a dirle che non è nulla di organico, che è una crisi di ansia e panico e continuano a somministrarle ansiolitici che la fanno stare peggio.
La malattia progredisce e Adele sviluppa una iperosmia; è praticamente allergica a tutti i profumi e odori. Anche le persone che le stanno intorno hanno un carico tossico troppo alto per lei. Piano piano Adele inizia ad eliminare gli alimenti che la fanno stare male e i farmaci che le provocano reazioni violente alla gola. Intanto le intolleranze ai profumi si fanno sempre più forti, non tollera più l'odore di gomma, di plastica, di legno, di carta, di inchiostro e di molti materiali. Inizia a sensibilizzarsi l'olfatto e riesce a sentire odori e profumi anche a lunga distanza, questi ultimi gli provocano dolori lancinanti alla testa e alle vie respiratorie. Adele a malincuore è costretta anche a lasciare il lavoro.
Dal luglio del 2011 inizia l'isolamento in casa e più nessuno può farle visita perchè tutti “profumano” troppo per lei. Un giorno Adele, navigando in rete, scopre che ci sono persone che vivono il suo stesso dramma. Adele è sempre più debilitata, pesa circa 50 kg, e le sembra di non riuscire a trovare pace neppure nella sua casa, dove tutto puzza: mobili, divani, quadri. Nella sua stanza rimane solo una rete ed un materasso per dormire. Adele non tollera più nessuno degli indumenti che prima indossava e mette via anche tutti i suoi vestiti.
Adele piange ma continua le ricerche in rete e così arriva al professore di Roma Giuseppe Genovesi che le diagnostica la malattia. Nel giugno scorso la dura sentenza: Adele è affetta da MCS (Sensibilità Chimica Multipla). In parole povere, Adele non riesce più a metabolizzare e a smaltire tutte quelle sostanze tossiche e chimiche presenti nell'aria, negli alimenti, nei medicinali. Il professore non le dà speranze di guarigione. Adele mangia da 2 anni solo quattro alimenti anche se non del tutto tollerati (mela, pasta, banana e un unico tipo di carne). Non tollera libri, giornali, né carta né penne. Il suo legame con il mondo è rappresentato solo dal suo computer portatile.
Lo Stato non riconosce questa malattia. Adele ha fatto domanda da mesi nell'Asl per avere riconosciuta la 104 ma sta ancora aspettando la fatidica visita. Potrebbe andare meglio in alta quota ma al marito, Stefano, che lavora in Polizia, gli è stato negato il trasferimento. Via mail ci ha scritto: “Tutto sta degenerando e mi chiedo quale futuro possiamo avere sia io che i malati come me. Il mio sogno? Vivere in una casa dove si possono aprire le finestre per respirare e sentire il calore del sole”. Dalle nostre colonne lanciamo un appello ai neo parlamentari affinchè intervengano concretamente e con la dovuta solerzia non solo a sostegno di Adele ma dei circa cinquemila malati in Italia affetti da MCS. Chi volesse parlare con Adele può farlo su facebook all'indirizzo: “Adele una vita da MCS”. Facciamola sentire meno sola.
FONTE: Nero su Bianco
Dopo aver pubblicato sulle pagine di questo blog la storia di Adele Iavazzo, ecco ora questo bell'articolo su di lei tratto dal giornale "Nero su Bianco".
Ringrazio ancora Adele e chi come lei fa sentire la Voce dei malati di questa tremenda malattia, l' MCS, al grande pubblico. C'è ancora tanta ignoranza su questa patologia, ed ogni storia, ogni articolo, ogni trasmissione aiuta e concorre alla sua maggiore conoscenza. E c'è tanto bisogno di questo.
Marco
A trentatrè anni vive chiusa in casa perchè intollerante a tutte le sostanze tossiche e chimiche presenti nell'aria, negli alimenti, nei mobili, negli indumenti. Un dramma vero !
Di Nicola de Chiara
E' una storia, questa, che richiama l'attenzione dell'opinione pubblica e delle competenti autorità sanitarie e politiche sulle gravissime conseguenze derivanti dall'inquinamento ambientale e dall'uso indiscriminato di sostanze tossiche nei prodotti d'uso comune. Adele Iavazzo ha 33 anni ed è rinchiusa da due anni in casa perchè affetta da MCS (Sensibilità Chimica Multipla). Un nome, una malattia sconosciuta ai più ma che è stata già definita il “Cancro del Dna” e “l'Aids chimica” . L'inquinamento, l'ambiente degradato sta a poco a poco modificando il nostro stesso corpo, facendo scempio di coloro che hanno un sistema immunitario più vulnerabile.
Adele è nata e cresciuta ad Aversa e fino a qualche anno fa come tante ragazze conduceva una vita normale. Nel 2005 qualcosa inizia a cambiare. Arrivano i primi sintomi della malattia: mal di testa, dolori muscolari, tremori e vertigini. Inizia l'odissea tra medici, ospedali ed esami. Per tutti Adele non ha nulla di grave. Tutti si rifugiano dietro l'abusata diagnosi di stress. Ma con il passare del tempo il suo stato di salute peggiora. Adele assume antidepressivi per più di un anno con un peggioramento evidente: talvolta sviene anche per strada e sul posto di lavoro. La sua vita diventa impossibile. Nonostante tutto continua a lottare. Nel 2009 decide di sposarsi. Proprio durante la cena del matrimonio ha una reazione allergica. Ricorre sempre più spesso alle cure del pronto soccorso. Continuano a dirle che non è nulla di organico, che è una crisi di ansia e panico e continuano a somministrarle ansiolitici che la fanno stare peggio.
La malattia progredisce e Adele sviluppa una iperosmia; è praticamente allergica a tutti i profumi e odori. Anche le persone che le stanno intorno hanno un carico tossico troppo alto per lei. Piano piano Adele inizia ad eliminare gli alimenti che la fanno stare male e i farmaci che le provocano reazioni violente alla gola. Intanto le intolleranze ai profumi si fanno sempre più forti, non tollera più l'odore di gomma, di plastica, di legno, di carta, di inchiostro e di molti materiali. Inizia a sensibilizzarsi l'olfatto e riesce a sentire odori e profumi anche a lunga distanza, questi ultimi gli provocano dolori lancinanti alla testa e alle vie respiratorie. Adele a malincuore è costretta anche a lasciare il lavoro.
Dal luglio del 2011 inizia l'isolamento in casa e più nessuno può farle visita perchè tutti “profumano” troppo per lei. Un giorno Adele, navigando in rete, scopre che ci sono persone che vivono il suo stesso dramma. Adele è sempre più debilitata, pesa circa 50 kg, e le sembra di non riuscire a trovare pace neppure nella sua casa, dove tutto puzza: mobili, divani, quadri. Nella sua stanza rimane solo una rete ed un materasso per dormire. Adele non tollera più nessuno degli indumenti che prima indossava e mette via anche tutti i suoi vestiti.
Adele piange ma continua le ricerche in rete e così arriva al professore di Roma Giuseppe Genovesi che le diagnostica la malattia. Nel giugno scorso la dura sentenza: Adele è affetta da MCS (Sensibilità Chimica Multipla). In parole povere, Adele non riesce più a metabolizzare e a smaltire tutte quelle sostanze tossiche e chimiche presenti nell'aria, negli alimenti, nei medicinali. Il professore non le dà speranze di guarigione. Adele mangia da 2 anni solo quattro alimenti anche se non del tutto tollerati (mela, pasta, banana e un unico tipo di carne). Non tollera libri, giornali, né carta né penne. Il suo legame con il mondo è rappresentato solo dal suo computer portatile.
Lo Stato non riconosce questa malattia. Adele ha fatto domanda da mesi nell'Asl per avere riconosciuta la 104 ma sta ancora aspettando la fatidica visita. Potrebbe andare meglio in alta quota ma al marito, Stefano, che lavora in Polizia, gli è stato negato il trasferimento. Via mail ci ha scritto: “Tutto sta degenerando e mi chiedo quale futuro possiamo avere sia io che i malati come me. Il mio sogno? Vivere in una casa dove si possono aprire le finestre per respirare e sentire il calore del sole”. Dalle nostre colonne lanciamo un appello ai neo parlamentari affinchè intervengano concretamente e con la dovuta solerzia non solo a sostegno di Adele ma dei circa cinquemila malati in Italia affetti da MCS. Chi volesse parlare con Adele può farlo su facebook all'indirizzo: “Adele una vita da MCS”. Facciamola sentire meno sola.
FONTE: Nero su Bianco
Dopo aver pubblicato sulle pagine di questo blog la storia di Adele Iavazzo, ecco ora questo bell'articolo su di lei tratto dal giornale "Nero su Bianco".
Ringrazio ancora Adele e chi come lei fa sentire la Voce dei malati di questa tremenda malattia, l' MCS, al grande pubblico. C'è ancora tanta ignoranza su questa patologia, ed ogni storia, ogni articolo, ogni trasmissione aiuta e concorre alla sua maggiore conoscenza. E c'è tanto bisogno di questo.
Marco
Nessun commento:
Posta un commento