Due sogni che si incontrano per farsi coraggio a vicenda. Sono quelli di Valentina Vezzali e della piccola Matilde.
Per Valentina non c'è bisogno di presentazioni, è stata la portabandiera della squadra Azzurra ai Giochi Olimpici che si stanno svolgendo a Londra ed è una grandissima campionessa di scherma, specialità fioretto. Matilde, invece, è una bambina di dieci anni appassionata di scherma, e spera che un giorno la ricerca possa aiutarla a guarire da una malattia genetica che le impedisce l'uso delle gambe: l'atrofia muscolare spinale di tipo 2.
Tra le 2, grazie alla Fondazione Telethon presente a Londra come charity di Casa Italia, c'era stato un incontro molto intenso per entrambe prima dei Giochi Olimpici, documentato da un video pubblicato sul sito di Telethon. Valentina ha fatto provare il fioretto a Matilde, la bambina ha rivolto il suo in bocca al lupo a Valentina per le Olimpiadi. Poi la campionessa ha promesso che le avrebbe dedicato la medaglia, se fosse riuscita a vincerne una. Nei giorni successivi la bambina ha dedicato un disegno alla Vezzali e glielo ha inviato insieme ad una lettera.
Valentina Vezzali, da vera campionessa e donna d'onore quale è, ha mantenuto la sua promessa e ha dedicato la medaglia di bronzo appena conquistata alla sua tifosa speciale: “Non bisogna mai mollare. Anche quando la sfida sembra persa. Io ci sono riuscita e ho vinto il bronzo, alla mia quinta Olimpiade. Anche tu devi tener duro e credere nella ricerca scientifica”.
"Non era questa la medaglia che volevo dedicarti – ha continuato Valentina Vezzali - ma aver vinto un bronzo alla mia quinta olimpiade è un risultato che mi rende orgogliosa. E non è finita qui: c’è la gara a squadre e poi ci saranno le Olimpiadi di Rio. Spero di riuscire a offrirti una medaglia ancora più bella."
Valentina e Matilde sanno che la strada per arrivare alla vittoria finale è lunga, ma sono consapevoli di non essere sole. La campionessa di scherma ha un'intera nazione che tifa per lei quando gareggia in ogni parte del mondo, Matilde invece può contare su un tifo speciale: quello di chi crede nella ricerca e con generosità sceglie di sostenere la ricerca affinchè si possa mettere la parola "cura" su ciascuna malattia genetica.
Grazie Valentina, grazie Matilde.
Per Valentina non c'è bisogno di presentazioni, è stata la portabandiera della squadra Azzurra ai Giochi Olimpici che si stanno svolgendo a Londra ed è una grandissima campionessa di scherma, specialità fioretto. Matilde, invece, è una bambina di dieci anni appassionata di scherma, e spera che un giorno la ricerca possa aiutarla a guarire da una malattia genetica che le impedisce l'uso delle gambe: l'atrofia muscolare spinale di tipo 2.
Tra le 2, grazie alla Fondazione Telethon presente a Londra come charity di Casa Italia, c'era stato un incontro molto intenso per entrambe prima dei Giochi Olimpici, documentato da un video pubblicato sul sito di Telethon. Valentina ha fatto provare il fioretto a Matilde, la bambina ha rivolto il suo in bocca al lupo a Valentina per le Olimpiadi. Poi la campionessa ha promesso che le avrebbe dedicato la medaglia, se fosse riuscita a vincerne una. Nei giorni successivi la bambina ha dedicato un disegno alla Vezzali e glielo ha inviato insieme ad una lettera.
Valentina Vezzali, da vera campionessa e donna d'onore quale è, ha mantenuto la sua promessa e ha dedicato la medaglia di bronzo appena conquistata alla sua tifosa speciale: “Non bisogna mai mollare. Anche quando la sfida sembra persa. Io ci sono riuscita e ho vinto il bronzo, alla mia quinta Olimpiade. Anche tu devi tener duro e credere nella ricerca scientifica”.
"Non era questa la medaglia che volevo dedicarti – ha continuato Valentina Vezzali - ma aver vinto un bronzo alla mia quinta olimpiade è un risultato che mi rende orgogliosa. E non è finita qui: c’è la gara a squadre e poi ci saranno le Olimpiadi di Rio. Spero di riuscire a offrirti una medaglia ancora più bella."
Valentina e Matilde sanno che la strada per arrivare alla vittoria finale è lunga, ma sono consapevoli di non essere sole. La campionessa di scherma ha un'intera nazione che tifa per lei quando gareggia in ogni parte del mondo, Matilde invece può contare su un tifo speciale: quello di chi crede nella ricerca e con generosità sceglie di sostenere la ricerca affinchè si possa mettere la parola "cura" su ciascuna malattia genetica.
Grazie Valentina, grazie Matilde.
FONTI: telethon.it, osservatoriomalattierare.it
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