L’appello di Adamo Marretta: ricoverato da nove mesi in Pneumologia non riesce a tornare a casa da moglie e figlia
di Gabriella Grimaldi
SASSARI. Da nove mesi è in ostaggio di un sistema che non funziona. Adamo Marretta, sassarese di 35 anni affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica, è ricoverato nel reparto di Pneumologia delle cliniche universitarie ormai dal luglio del 2011 perchè non ha la possibilità di ritornare a casa sua - non è adatta ad ospitarlo visto che il giovane è già attaccato al respiratore 24 ore su 24 ed è quasi del tutto paralizzato - ed essere assistito a domicilio. «Non ce la faccio più - dice - il Comune mi ha fatto tante promesse ma la situazione non si è mossa di una virgola. Io qui non ci voglio rimanere e ho il diritto di avere una casa dove andare a vivere con la mia famiglia».
Una storia di malattia, quella di Adamo Marretta, cominciata con i primi sintomi a maggio del 2008. La diagnosi, terribile, è arrivata un anno dopo: si trattava della SLA, una patologia degenerativa a carico del sistema nervoso che in Sardegna miete moltissime vittime. In quell’anno, tra visite e controlli, il giovane ha dovuto lasciare il lavoro di guardia giurata a Venezia perchè il suo corpo non rispondeva più. Di lì a poco l’amara decisione di tornare a Sassari dove comunque viveva la moglie. «Una volta tornato a casa, allora ancora mi muovevo in sedia a rotelle - racconta con la voce ritmata dal respiratore - abbiamo dovuto lasciare la casa dove abitavamo perchè c’erano le scale e ci siamo trasferiti in una piccola abitazione di campagna a Bancali di proprietà dei miei suoceri». Nel frattempo è nata una bambina che oggi ha nove mesi ma è anche successo che Adamo si è aggravato, ha avuto una broncopolmonite, ed è stato sottoposto a tracheotomia. Da allora, luglio dello scorso anno, vive attaccato al respiratore automatico. In pratica è inchiodato a un letto, prigioniero della sua malattia, e anche di una struttura ospedaliera. O meglio, di un sistema di assistenza socio-assistenziale che evidentemente non funziona.
«Prima dell’aggravamentomentre aspettavo che mi dessero la pensione di inabilità al lavoro e di invalidità, ho contattato i servizi sociali del Comune di Sassari per aveve un’assistenza domiciliare. Mi hanno messo in lista di attesa per avere un’ora e mezza al giorno. Poi con il progetto “Ritorno a casa” ho ottenuto che le ore diventassero tre ma poco tempo dopo, il 18 luglio per la precisione, sono stato ricoverato d’urgenza in questo reparto e da allora sono qui».
Quando ha capito che difficilmente si sarebbe mosso dal letto nel futuro, e sapendo che la sua casa non aveva gli spazi adeguati per accogliere i macchinari necessari a tenerlo in vita, Adamo Carretta ha chiesto al Comune, come è suo diritto, che gli venisse assegnata una casa popolare con le caratteristiche richieste dalla sua patologia. Le case verranno però assegnate, se tutto va bene, a fine anno. Troppo per una persona che ha urgenza di vivere la propria esistenza vicino ai suoi cari in maniera dignitosa. «Io credo che i Servizi sociali del Comune potrebbero trovarmi un’altra sistemazione provvisoria, una casetta al piano terra che abbia una camera dove posso stare. Credo che possano farlo, perchè non lo fanno?». Adamo è esasperato perchè c’è anche un altro problema: i soldi attualmente a disposizione per il “Ritorno a casa” (47 mila euro) non coprono l’assistenza 24 ore su 24 ma soltanto 16. «Non mi arrenderò davanti alla cattiva burocrazia – conclude Adamo –. Qui non ci rimango e il sindaco, l’assessore, e gli assistenti sociali dovrabbo prendersi le loro responsabilità».
21 aprile 2012
FONTE: lanuovasardegna.gelocal.it
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/04/21/news/sassari-malato-di-sla-prigioniero-in-ospedale-1.4398441
Pubblico questo accorato appello di Adamo Marretta, malato di SLA, che non chiede altro che gli venga assegnata una casa adeguata alle sue necessità, nella quale possa stare assieme alla sua famiglia.
Spero con tutto il cuore che le autorità competenti intervengano immediatamente per porre rimedio a una così grave situazione. Non si dovrebbe mai permettere che succedano cose del genere, che un malato in così gravi condizioni debba giacere in un letto d'ospedale per mesi e mesi. Chi può intervenire, intervenga per favore..... AVANTI !!!
Marco
di Gabriella Grimaldi
SASSARI. Da nove mesi è in ostaggio di un sistema che non funziona. Adamo Marretta, sassarese di 35 anni affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica, è ricoverato nel reparto di Pneumologia delle cliniche universitarie ormai dal luglio del 2011 perchè non ha la possibilità di ritornare a casa sua - non è adatta ad ospitarlo visto che il giovane è già attaccato al respiratore 24 ore su 24 ed è quasi del tutto paralizzato - ed essere assistito a domicilio. «Non ce la faccio più - dice - il Comune mi ha fatto tante promesse ma la situazione non si è mossa di una virgola. Io qui non ci voglio rimanere e ho il diritto di avere una casa dove andare a vivere con la mia famiglia».
Una storia di malattia, quella di Adamo Marretta, cominciata con i primi sintomi a maggio del 2008. La diagnosi, terribile, è arrivata un anno dopo: si trattava della SLA, una patologia degenerativa a carico del sistema nervoso che in Sardegna miete moltissime vittime. In quell’anno, tra visite e controlli, il giovane ha dovuto lasciare il lavoro di guardia giurata a Venezia perchè il suo corpo non rispondeva più. Di lì a poco l’amara decisione di tornare a Sassari dove comunque viveva la moglie. «Una volta tornato a casa, allora ancora mi muovevo in sedia a rotelle - racconta con la voce ritmata dal respiratore - abbiamo dovuto lasciare la casa dove abitavamo perchè c’erano le scale e ci siamo trasferiti in una piccola abitazione di campagna a Bancali di proprietà dei miei suoceri». Nel frattempo è nata una bambina che oggi ha nove mesi ma è anche successo che Adamo si è aggravato, ha avuto una broncopolmonite, ed è stato sottoposto a tracheotomia. Da allora, luglio dello scorso anno, vive attaccato al respiratore automatico. In pratica è inchiodato a un letto, prigioniero della sua malattia, e anche di una struttura ospedaliera. O meglio, di un sistema di assistenza socio-assistenziale che evidentemente non funziona.
«Prima dell’aggravamentomentre aspettavo che mi dessero la pensione di inabilità al lavoro e di invalidità, ho contattato i servizi sociali del Comune di Sassari per aveve un’assistenza domiciliare. Mi hanno messo in lista di attesa per avere un’ora e mezza al giorno. Poi con il progetto “Ritorno a casa” ho ottenuto che le ore diventassero tre ma poco tempo dopo, il 18 luglio per la precisione, sono stato ricoverato d’urgenza in questo reparto e da allora sono qui».
Quando ha capito che difficilmente si sarebbe mosso dal letto nel futuro, e sapendo che la sua casa non aveva gli spazi adeguati per accogliere i macchinari necessari a tenerlo in vita, Adamo Carretta ha chiesto al Comune, come è suo diritto, che gli venisse assegnata una casa popolare con le caratteristiche richieste dalla sua patologia. Le case verranno però assegnate, se tutto va bene, a fine anno. Troppo per una persona che ha urgenza di vivere la propria esistenza vicino ai suoi cari in maniera dignitosa. «Io credo che i Servizi sociali del Comune potrebbero trovarmi un’altra sistemazione provvisoria, una casetta al piano terra che abbia una camera dove posso stare. Credo che possano farlo, perchè non lo fanno?». Adamo è esasperato perchè c’è anche un altro problema: i soldi attualmente a disposizione per il “Ritorno a casa” (47 mila euro) non coprono l’assistenza 24 ore su 24 ma soltanto 16. «Non mi arrenderò davanti alla cattiva burocrazia – conclude Adamo –. Qui non ci rimango e il sindaco, l’assessore, e gli assistenti sociali dovrabbo prendersi le loro responsabilità».
21 aprile 2012
FONTE: lanuovasardegna.gelocal.it
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/04/21/news/sassari-malato-di-sla-prigioniero-in-ospedale-1.4398441
Pubblico questo accorato appello di Adamo Marretta, malato di SLA, che non chiede altro che gli venga assegnata una casa adeguata alle sue necessità, nella quale possa stare assieme alla sua famiglia.
Spero con tutto il cuore che le autorità competenti intervengano immediatamente per porre rimedio a una così grave situazione. Non si dovrebbe mai permettere che succedano cose del genere, che un malato in così gravi condizioni debba giacere in un letto d'ospedale per mesi e mesi. Chi può intervenire, intervenga per favore..... AVANTI !!!
Marco
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