“Miastenia” è un termine che
deriva dal greco e, tradotto, significa “debolezza muscolare”
(uno dei principali sintomi che caratterizzano la
malattia).
La miastenia gravis (spesso abbreviata in
MG, dal greco myastheneia, “debolezza muscolare”, μύς -
muscolo, ά - privativo, σθενος - forza, e dal latino gravis,
"grave”) è una malattia del sistema immunitario (autoimmune)
il quale non riconosce più come “perfettamente propria” una
parte di una struttura normalmente presente nel nostro organismo: la
giunzione neuromuscolare. Questa struttura, in condizioni normali,
realizza il passaggio dell’impulso nervoso dal nervo al muscolo
(ecco perché viene detta giunzione neuromuscolare) e consente quindi
al muscolo di contrarsi nelle diverse situazioni. In questo modo
possiamo camminare, correre, saltare, fermarci improvvisamente,
sollevare le palpebre, ridere, piegare le braccia, girare il capo,
pettinarci e così via.
Nella
miastenia il sistema immunitario, per cause che non sono state ancora
del tutto chiarite, mette in atto una reazione “anomala” nei
confronti della giunzione neuromuscolare producendo anticorpi diretti
contro di essa. Gli anticorpi “attaccano” una parte di questa
struttura e non le consentono di funzionare correttamente il che
determina una contrazione muscolare meno efficace. Ossia la
contrazione del muscolo inizia “normalmente” ma si esaurisce
facilmente, recuperando solo dopo un periodo di riposo.
NOTE
STORICHE
Secondo
numerose fonti storiche fu Willis nel 1672 a descrivere per primo
questa entità nosologica. Ma i primi a descrivere la presenza in
tali malati di una paralisi bulbare senza riscontro di alterazioni
anatomiche furono Erb eGoldflam nella seconda metà del 1800 e per
molti anni la malattia venne chiamata Sindrome di Erb e Goldflam.
A
coniare il termine Miastenia Gravis pseudoparalitica (per l’assenza
di alterazioni anatomiche all’autopsia) fu invece Jolly nel 1895.
Tale autore dimostrò che il deficit di forza miastenico del muscolo
poteva essere riprodotto dalla stimolazione faradica ripetuta del
nervo motore (ponendo così le basi di una delle tecniche strumentali
di diagnosi della Miastenia ovvero la stimolazione ripetitiva del
nervo messa a punto da Demstet). Nella prima metà del secolo scorso
vennero messi a punto da Remen e Walker i primi farmaci attivi contro
la malattia ovvero gli anticolinesterasici. Le alterazioni timiche
nel corso di Miastenia Gravis furono descritte nel 1949 da Castleman
e Norris.
La
natura autoimmune della malattia venne definita da Patrick, Lindstrom
Fambrough, Lennon ed Engel nei primi anni settanta del secolo scorso.
CHI
COLPISCE?
L'incidenza
della miastenia grave è di 200-400 casi per milione di abitanti. Si
stima che in Italia ci siano dai 15.000 ai 20.000 pazienti, anche se
non è mai stato condotto alcun studio epidemiologico.
La miastenia si può riscontrare
in uomini e donne di qualunque età e razza. Tuttavia si osserva più frequentemente
nelle giovani donne (tra i 20 e i 30 anni) e negli uomini adulti (tra i 50 e i 60 anni).
Più del 50% dei pazienti ha una età inferiore ai 35
anni, tra
questi raramente (circa il 10% dei casi) vengono colpiti i soggetti
di età inferiore
ai 10 anni.
L’EREDITARIETA'
La
miastenia non è una malattia ereditaria ma acquisita. L’acquisizione
può avvenire in qualunque momento della vita. E’ possibile che la
madre miastenica, durante la gravidanza (nel 15% dei casi), trasmetta
al neonato gli anticorpi della miastenia. In questo caso la malattia
è presente nel neonato ma si risolve spontaneamente mano a mano che
gli anticorpi materni vengono eliminati (solitamente nel primo mese
di vita).
I SINTOMI
Solitamente la miastenia si presenta in maniera improvvisa, senza alcun preavviso, con i sintomi di una strana, “incomprensibile” debolezza e stanchezza muscolare. Stanchezza che nulla ha a che vedere con quella avvertita nei soggetti normali, in seguito ad uno sforzo fisico, soprattutto se prolungato. Il miastenico infatti non si sente globalmente “stanco”, avrebbe voglia di fare, muoversi, ma non trova la forza adeguata per farlo. Soprattutto è caratteristica del miastenico l’esauribilità muscolare ossia la progressiva perdita di forza muscolare che aumenta con il prolungarsi dello sforzo e che ritorna normale con il riposo.
Pertanto, mentre sta svolgendo occupazioni assolutamente “normali” il soggetto miastenico si accorge di non essere più in grado di continuarle in maniera adeguata. Per esempio, nel portare una borsa, neanche tanto pesante, non riesce più a sostenerla, mentre si sta pettinando deve fermarsi perché le braccia sono “stanche”, nel lavarsi i denti, improvvisamente lo spazzolino scivola dalla mano.
Altra caratteristica è che debolezza ed esauribilità muscolare non sono costanti, variano da soggetto a soggetto e anche in base ai diversi momenti della giornata.
Più raramente l’improvvisa e strana “debolezza” muscolare può comparire in concomitanza ad altre condizioni che possono facilitare la comparsa dei disturbi riferibili alla miastenia. Tali situazioni sono rappresentate principalmente da:
• Infezioni (per esempio virali come una “banale” influenza)
• Ciclo mestruale
• Gravidanza e allattamento
• Stress fisici e/o psichici
• Interventi chirurgici
• Somministrazione di farmaci (per esempio alcuni antibiotici, anestetici come i curarici).
Può essere interessato qualsiasi distretto muscolare, anche quelli che regolano la deglutizione e la respirazione (in quest'ultimo caso una ventilazione assistita può essere necessaria per mantenere il paziente in vita).
EZIOLOGIA E PATOGENESI
Solitamente la miastenia si presenta in maniera improvvisa, senza alcun preavviso, con i sintomi di una strana, “incomprensibile” debolezza e stanchezza muscolare. Stanchezza che nulla ha a che vedere con quella avvertita nei soggetti normali, in seguito ad uno sforzo fisico, soprattutto se prolungato. Il miastenico infatti non si sente globalmente “stanco”, avrebbe voglia di fare, muoversi, ma non trova la forza adeguata per farlo. Soprattutto è caratteristica del miastenico l’esauribilità muscolare ossia la progressiva perdita di forza muscolare che aumenta con il prolungarsi dello sforzo e che ritorna normale con il riposo.
Pertanto, mentre sta svolgendo occupazioni assolutamente “normali” il soggetto miastenico si accorge di non essere più in grado di continuarle in maniera adeguata. Per esempio, nel portare una borsa, neanche tanto pesante, non riesce più a sostenerla, mentre si sta pettinando deve fermarsi perché le braccia sono “stanche”, nel lavarsi i denti, improvvisamente lo spazzolino scivola dalla mano.
Oltre
questi sintomi i più comuni sono:
• ptosi
palpebrale (ossia abbassamento di una o entrambe le palpebre legato
alla
difficoltà “muscolare” di tenerle sollevate);
• diplopia (il vedere “doppio”);
• difficoltà a masticare;
• disfagia (difficoltà a deglutire);
• difficoltà a parlare (da alterazioni minime a gravi per esempio: non comprensibilità del linguaggio).
• diplopia (il vedere “doppio”);
• difficoltà a masticare;
• disfagia (difficoltà a deglutire);
• difficoltà a parlare (da alterazioni minime a gravi per esempio: non comprensibilità del linguaggio).
Altra caratteristica è che debolezza ed esauribilità muscolare non sono costanti, variano da soggetto a soggetto e anche in base ai diversi momenti della giornata.
Più raramente l’improvvisa e strana “debolezza” muscolare può comparire in concomitanza ad altre condizioni che possono facilitare la comparsa dei disturbi riferibili alla miastenia. Tali situazioni sono rappresentate principalmente da:
• Infezioni (per esempio virali come una “banale” influenza)
• Ciclo mestruale
• Gravidanza e allattamento
• Stress fisici e/o psichici
• Interventi chirurgici
• Somministrazione di farmaci (per esempio alcuni antibiotici, anestetici come i curarici).
Può essere interessato qualsiasi distretto muscolare, anche quelli che regolano la deglutizione e la respirazione (in quest'ultimo caso una ventilazione assistita può essere necessaria per mantenere il paziente in vita).
Non
sono invece coinvolti né il cuore né la muscolatura liscia (per
esempio quella che regola i movimenti gastrici e intestinali che
servono anche a far progredire il cibo all’interno
dell’organismo).
Si è osservato inoltre che le alterazioni dell’umore (depressione, ansia ecc.) possono influire negativamente sull’andamento della patologia.
Si è osservato inoltre che le alterazioni dell’umore (depressione, ansia ecc.) possono influire negativamente sull’andamento della patologia.
EZIOLOGIA E PATOGENESI
La
patogenesi della Miastenia Gravis è da ricondursi ad un attacco
autoimmune anticorpo-mediato che soddisfa i criteri di diagnosi di
malattia autoanticorpo mediata (Drachman 1978) diretto contro il
recettore dell’acetilcolina (Ach-R).
Il
Recettore dell’acetilcolina è una proteina transmembrana composta
da quattro subunità (2alfa, beta e gamma nell’adulto) la cui
attivazione da parte dei quanti di aceticolina rilasciati dalla
terminazione nervosa sinaptica determina l’attivazione di una
cascata di eventi che porta alla contrazione muscolare. In genere
l’anticorpo riconosce un epitopo sito sulla Main Immunogenic Region
(MIR) dell’AchR e ciò determina il blocco, l’internalizzazione e
la distruzione dello stesso recettore. Gli anticorpi diretti contro
il recettore dell’acetetilcolina sono presenti in circa l’85% dei
pazienti affetti dalla forma generalizzata e nel 50-60% dei pazienti
con la forma esclusivamente oculare.
La
trasmissione neuromuscolare può essere compromessa in diversi modi:
1)
l’anticorpo può bloccare il legame tra acetilcolina e il suo
recettore
2)
si è dimostrato che le IgG sieriche dei pazienti miastenici sono in
grado di incrementare il tasso di degradazione del recettore di
due/tre volte e ciò può essere dato dalla capacità degli anticorpi
di formare legami crociati con i recettori che vengono raggruppati
sulla membrana muscolare e successivamente internalizzati tramite un
processo di endocitosi e quindi degradati
3)
gli anticorpi possono causare una distruzione complemento-mediata
delle superfici post-sinaptiche
In
alcune gravi forme di Miastenia (cosiddette oculo-bulbari)
sieronegative è stata recentemente dimostrata la presenza di
anticorpi anti MUSK una tirosin chinasi sita nella vicinanza del
Ach-R (A. Vincent Nature Medicin 2001).
Secondo
i dati più recenti circa il 50% dei miastenici sieronegativi sarebbe
anti MUSK positivo.
ANATOMIA
PATOLOGICA
Riguarda
principalmente il Timo che è la sede dove vengono educati i
linfociti T.
Nel 10-15% dei pazienti si osserva una neoplasia della ghiandola.
L’iperplasia timica e la
persistenza dei follicoli linfoidi con centri germinativi attivi
confinanti con la midollare del timo, sono presenti almeno nel 65%
dei pazienti specialmente quelli giovani. I follicoli sono
caratterizzati dalla presenza di istiociti al loro centro circondati
da linfociti T-helper, linfociti B e plasmacellule. Da segnalare che
vi sono nel timo delle cellule di sostegno cosiddette mioidi che
esprimono il recettore per l’acetilcolina. A livello della
giunzione neuromuscolare solo la microscopia elettronica rivela una
semplificazione della placca nel versante postsinaptico.
DIAGNOSI
La
diagnosi di Miastenia Gravis rimane ancora principalmente clinica e
tutt’ora, specialmente in alcune regioni italiane la malattia è
sottodiagnosticata o la diagnosi viene posta con ritardo e questo per
due motivi:
1
- I sintomi e segni specialmente all’esordio, essendo fluttuanti e
potendo essere discreti possono non essere riconosciuti dal medico
curante che non invia il paziente dallo specialista.
2
– E’ una malattia che si vede molto raramente.
La
caratteristica che si deve ricercare e che deve mettere in allarme è
l’esauribilità. Il paziente riferisce di avere una visione
sdoppiata dopo un po’ che legge, riduzione del tono della voce dopo
lungo o breve colloquio e con il riposo vi è recupero delle forze.
Vi
sono comunque anche dei segni che aiutano ad ipotizzare la presenza
clinica di una Miastenia Gravis; vi sono muscoli che possono rimanere
sempre deboli anche in presenza di adeguata terapia
anticolinesterasica ed immunosoppressiva. Ad esempio l’ipostenia
della muscolatura flessoria del collo è considerato un hallmark
della malattia, spesso rimane ipostenia di grado variabile nelle
prove contro resistenza dei muscoli orbicolaris oculi o della
muscolatura addominale. Vi sono, però, delle prove di
sensibilizzazione estremamente utili, ad esempio se viene riferita
ptosi palpebrale fluttuante non presente al momento dell’esame; un
test di provocazione consiste nel far guardate il paziente verso
l’alto per almeno 30 secondi. Un’altra prova potrebbe essere
quella di far eseguire al paziente 15 piegamenti.
E’
come sempre l’esperienza clinica che da le informazioni giuste per
porre il sospetto di malattia o in presenza di negatività degli
esami strumentali (e purtroppo quest’ultima evenienza non poi così
infrequente) di porre una corretta diagnosi.
Da
ricordare, infine, che la Miastenia Gravis si associa con frequenza
che varia con le casistiche dal 2,3 al 24,2% (media 12,9%) ad altre
malattie autoimmuna; la più frequente è la tiroidite con presenza
di anticorpi anti tiroide, segue l’artrite reumatoide e meno
frequentemente il LES e via via tutte le altre malattie sistemiche
autoimmuni.
Esami
strumentali
EMG con stimolazione
ripetitiva
Stimolazione
sovramassimale a 3Hz di un nervo periferico e registrazione di un
potenziale di unità motoria (CMAP) dal rispettivo muscolo
utilizzando elettrodi di superficie. Il reperto tipico nella
Miastenia Gravis è un decremento del CMAP con raggiungimento del
minimo dell’ampiezza al quarto CMAP. Tale test viene sensibilizzato
se è preceduto da esercizio muscolare di almeno 60” o da ischemia.
L’assunzione
di anticolinesterasici normalizza il test che comunque non è così
frequentemente positivo anche in forme chiare e generalizzate di MG.
L’EMG a singola
fibra sembra più sensibile nel supportare la diagnosi
della malattia ma è gravato da difficoltà di esecuzione dipendenti
sia dall’esperienza del Neurofisiologo sia dalle capacità di
comprensione e di collaborazione del paziente.
Più
controversa ancora e ormai in disuso in molti centri è la prova
all’edrofonio
(Tensilon) tra l’altro non più disponibile in Italia.
La
prova consiste nell’iniettare prima 1 mg di Tensilon seguito a
distanza di 45 secondi da altri 3-6 mg dopo avere testato la forza di
taluni muscoli cranici e valutando obiettivamente l’eventuale
miglioramento della stenia degli stessi.
Bisogna
ricordarsi di tenere a disposizione dell’atropina per gli effetti
muscarinici dell’edrofonio.
La
presenza di anticorpi diretti contro il recettore dell’acetilcolina
(ACh-R Ab) repertati con metodo radioimmunologico è un test
sensibile ed altamente specifico.
Il
numero di sieropositivi varia a seconda delle casistiche.
Newsom-Davis ed A. Vincent hanno riscontrato la presenza di ACh-R Ab
nel 85-90% delle forme generalizzate di MG e nel 60% delle forme
puramente oculari. Lo stesso gruppo ha recentemente scoperto quegli
anticorpi anti MUSK di cui ho parlato nella patogenesi della MG.
In
conclusione comunque si può dire che combinando i vari dati
strumentali e di laboratorio si può arrivare ad una buona confidenza
diagnostica.
LA TERAPIA
Se la malattia viene
riconosciuta precocemente le terapie attuali consentono di
restituire l’80-90% dei pazienti ad un’esistenza pressochè
normale.
Le
donne, ad esempio, possono avere figli (c'è un indebolimento che in
genere si presenta un mese dopo il parto) anche se vi può essere
peggioramento della sintomatologia nella fase premestruale.
La terapia della miastenia si
propone oggi due obiettivi: il primo, puramente sintomatico, ha lo
scopo di migliorare la trasmissione neuromuscolare e quindi il
sintomo “debolezza”; il secondo mira a modificare lo squilibrio
immunitario alla base dell'aggressione autoimmune responsabile della
malattia.
Qualunque
trattamento venga scelto, esso si protrae per lunghi periodi (non
bisogna dimenticare che la miastenia è una malattia cronica) sotto
il controllo dello specialista neurologo.
I
farmaci sintomatici utilizzati per migliorare la forza muscolare sono
rappresentati dagli anticolinesterasici (Mestinon) che
costituiscono quasi sempre il primo approccio terapeutico e
rappresentano un aiuto prezioso per la maggior parte dei pazienti
miastenici. Il Mestinon è disponibile in compresse divisibili da 60
mg a rapido rilascio e in compresse da 180 mg a rilascio prolungato.
Le compresse da 60 mg hanno una durata media d’azione di circa 4
ore mentre quelle da 180 mg coprono un intervallo di 8 ore La durata
d’azione delle due formulazioni è del tutto indipendente dalla
dose assunta. Il Mestinon Retard va utilizzato quasi esclusivamente
per la somministrazione notturna.
I
presidi terapeutici che agiscono sulle cause della malattia e quindi
sul meccanismo autoimmune responsabile della miastenia sono invece
rappresentati dal cortisone, dagli immunosoppressori
(Azatioprina, Ciclosporina A, Ciclofosfamide, Micofenolato mofetil,
Tacrolimus), dalla
plasmaferesi e dalle Immunoglobuline in endovena.
Anticolinergici
I
primi ad essere impiegati; essi hanno drasticamente ridotto la
mortalità per MG.
La
più usata è la piridostigmina (Mestinon). Spesso risultano
inefficaci nella diplopia delle forme puramente oculari di MG.
La
formulazione pronta ha una durata di circa 4 ore. Gli effetti
collaterali sono quelli muscarinici. Fare attenzione al sovradosaggio
da anticolinesterasici che somiglia alla crisi da miastenia. E'
ancora una volta la presenza degli effetti muscarinici (nausea,
vomito, salivazione, pallore, sudorazione, coliche, bradicardia e
miosi pupillare) che aiuta nella diagnosi differenziale.
Immunoterapie a breve termine
Ciclosporina
Hanno
il pregio di agire sui sintomi e segni miastenici in breve tempo.
Si
tratta della Plasmaferesi e delle Immunoglobuline ad alte dosi.
L’efficacia dei due trattamenti è risultata simile e si rivelano
particolarmente utili nel trattare le “crisi miasteniche”, le
esacerbazioni con segni “bulbari” della malattia.
Il
limite di tali trattamenti è la limitata durata nel tempo del
beneficio clinico (durata media circa 20 giorni), motivo per il quale
devono essere supportate da altri farmaci, in particolare lo steroide
in grado di essere efficace in pochi giorni sul controllo dei sintomi
e segni.
Alcuni
medici utilizzano le immunoterapie a breve termine per stabilizzate i
pazienti da un punto di vista sintomatologico per l’intervento di
timectomia.
Cortisone (Prednisone)Come già indicato, è efficace in pochi
giorni ma per motivi non ancora ben chiariti può dare un
peggioramento clinico nei primi giorni di trattamento. Il dosaggio è
quello immunosoppressivo cioè relativamente elevato; alcuni medici
iniziano con bassi dosaggi per ridurre l’incidenza del
deterioramento da inizio terapia ma non vi sono prove certe di questo
ed altri autori iniziano subito con i dosaggi immunosoppressivi.
Il
problema dello steroide sono gli effetti collaterali: aumento della
P.A., della glicemia, depauperazione di potassio, rischio di miopatia
da steroide, aumento del tono oculare e comparsa di cataratta, specie
nelle donne dopo la menopausa, osteoporosi, in più irsutismo, acne e
faccia a luna piena. Per tali motivi è buona regola passare a giorni
alterni l’assunzione del farmaco ed arrivare alla dose minima
efficace per tenere sotto controllo la sintomatologia.
Azatioprina
E’
un farmaco che se ben tollerato può in alcuni casi sostituire
completamente lo steroide, mentre più spesso è usato in
associazione per ridurne il dosaggio.
Tra
gli immunosoppressori dopo il Prednisone è considerato di prima
scelta. Entra in funzione nel controllo clinico non prima di 5-6 mesi
ed è in genere ben tollerato. Bisogna monitorare la funzionalità
epatica e l’emocromo. Va interrotto per breve periodo in caso di
infezione e se la conta dei G.B. arriva ad essere inferiore a
2500/mm^3.
Micofenolato
E’
attualmente considerato di seconda scelta in caso di non controllo o
intolleranza ad azatioprina.
Non
vi sono ancora su di esso studi randomizzati in doppio cieco ma studi
anedottici hanno evidenziato una efficacia simile all’azatioprina
di cui condivide tempi di entrata in funzione ed effetti collaterali.
Dosaggio 2 gr/die.
E’
un farmaco molto costoso e distribuito solo da alcuni centri.
Ciclosporina
Meno
pazienti rispondono a questo farmaco che comunque nei responder si
dimostra efficace già nel giro di qualche settimana. Dosaggio
6mg/Kg/die.
Controindicazioni:
grave ipertensione arteriosa, nefropatia.
Ciclofosfamide
Usato
solo nelle gravi Miastenie che non rispondono agli altri
immunosoppressori. Dosaggio 2,5-3 mg/Kg/die aggiustato per mantenere
la conta dei G.B. tra 2500 e 4000 mm^3 e la percentuale dei linfociti
sotto al 10%.
Farmaci controindicati
Evitare
quei farmaci che possono provocare debolezza miastenica o aumentarla.
Ricordando comunque che la controindicazione è nella maggior parte
dei casi solamente relativa.
Questo
è l'elenco dei farmaci che, stando alle conoscenze attuali,
risultano assolutamente o parzialmente controindicati in caso di
miastenia.
• D-Penicillamina
• Clorochina
• Alfa-Interferone
• Tossina
Botulinica
Farmaci potenzialmente
pericolosi
• Succinilcolina,
vecuronio (usati nel corso di anestesia)
• Lidocaina,
procaina (se usati per via endovenosa; non ci sono problemi al loro
uso odontoiatrico)
• Chinina,
chinidina, procainamide
• Antibiotici
a)
Aminoglicosidici
Tobramicina
Netilmicina
Amikacina
Gentamicina
Kanamicina
Neomicina
Streptomicina
b)
Ciprofloxacina
c)
Tetracicline
d)
Penicilline
e)
Clindamicina
f)
Lincomicina
• Beta
bloccanti
• Calcio
antagonisti
• Antiepilettici
Dintoina
Barbiturici
Etosuccimide
Carbamazepina
Gabapentina
• Analgesici
Morfina
Codeina
Alcaloidi
dell’oppio
• Antipsicotici
Fenotiazine
Litio
E'
bene che il paziente e/o i famigliari siano istruiti sugli effetti
collaterali dei farmaci antimiastenia, sia su quei sintomi o segni
miastenici che richiedono almeno un consulto con lo specialista.
Terapia chirurgica
Esiste
anche la terapia chirurgica della miastenia, che è rappresentata
dall'asportazione della ghiandola del timo (timectomia) che, in
questi pazienti, risulta essere spesso iperfunzionante (iperplasia) o
portatrice di un tumore (timoma), nel 15% dei casi.
La
timectomia non sempre risolve la malattia ma spesso ne determina un
consistente miglioramento. L’indicazione alla timectomia va
valutata caso per caso anche se, in particolare nei pazienti giovani,
è quasi sempre consigliata, mentre ne viene sconsigliata se:
I
sintomi sono lievi
I
sintomi coinvolgono solo gli occhi
Si
ha più di 60 anni
In
generale si può dire che la terapia della miastenia va modellata su
ciascun soggetto a seconda delle caratteristiche cliniche della
malattia e deve essere proprio come un vestito che va cucito addosso
al paziente.
Risulta
quindi fondamentale il ruolo dell’esperto che, proprio come un
bravo sarto, dovrà, ogni qual volta sarà necessario, “rimodellare”
la terapia a seconda delle variazioni cliniche della
miastenia.
IGIENE ALIMENTARE
Non
vi sono vere e proprie limitazioni assolute nella dieta del paziente
miastenico ma più che altro delle sostanze che andrebbero evitate
perché potrebbero peggiorare la sintomatologia o interferire con il
trattamento in atto. Se possibile andrebbe evitata, in tutte le fasi
della malattia, l’ingestione di liquirizia e di analcolici o di
altre bevande contenenti il cosidetto “amaricante” (ossia
l’estratto di china).
Se
il paziente è sottoposto a terapia cortisonica è invece pressochè
obbligatoria una dieta povera di sale di sodio (il sale da cucina),
priva di farinacei e zuccheri e con un basso contenuto di grassi.
Questo perché la terapia cortisonica prolungata può dar luogo a una
eccessiva ritenzione di sodio con, a volte un eccessivo aumento della
pressione, a un eccessivo aumento dello zucchero nel sangue
(iperglicemia) fino ad arrivare a delle forme di diabete e, infine ad
un possibile aumento dei “grassi” nel sangue (colesterolo,
trigliceridi).
Vanno
infine evitati i cibi e le bevande calde nelle fasi della malattia in
cui vi siano difficoltà nella masticazione e nella deglutizione. In
questi casi i cibi e le bevande fredde si rivelano sicuramente di più
facile ingestione.
LE
MIASTENIE RARE
Oltre
alla Miastenia autoimmune acquisita e alla Miastenia neonatale
esistono anche altre forme riferibili alla miastenia ma molto più
rare.
Le
Miastenie congenite sono legate ad alcuni difetti genetici e
interessano principalmente i muscoli extraoculari e scheletrici, e
spesso sono limitate ad un periodo della vita e vanno incontro a una
remissione spontanea. La Sindrome Miasteniforme di Lambert Eaton è
una miastenia associata tumori polmonari ed caratterizzata da un
profilo neurofisiologico ed immunologico differente dalle miastenie
gravis.
Esistono
infine forme di Miastenia rare legate all’uso di farmaci come ad
esempio:
• la
penicillamina: (utilizzata per l’artrite reumatoide)
• i
beta-bloccanti (farmaci usati in alcune malattie cardiache e
nell’ipertensione),
• la
chinidina (farmaco che serve nei disturbi del ritmo
cardiaco-aritmie),
• la
clorochina
• i
sali d’oro
FONTi: miastenia.it,
miasteniabergamo.it, viverelamiastenia.it, informazionimediche.com,
wikipedia.org
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