«Quando la mia casa è stata venduta all'asta stavo combattendo con un male terribile a causa del quale mi è stata amputata una gamba». Natalino Nassitti non riesce a nascondere le lacrime quando la gente gli chiede come sia stato possibile arrivare tardi davanti al giudice quel giorno in cui la sua casa è stata comprata per poco più di 60 mila euro: «Non avrei mai permesso che avvenisse se la mia mente non fosse stata presa da questo terribile male - racconta - non saremmo mai arrivati a questo punto».
Ovvero al punto di vedersi notificare uno sfratto da chi oggi è il nuovo proprietario della casa che Natalino ha costruito con una vita di sacrifici e che ha ipotecato per acquistare un ristorante con il quale avrebbe voluto dare un futuro sicuro ai suoi figli. «Non avevo previsto questa crisi che ha devastato il Sulcis - racconta - invece ho chiesto 110 milioni di lire alla banca per dare quel maledetto anticipo e quando ne avevo restituito poco meno di 50 le cose sono precipitate.
Ho provato a restare in regola con i pagamenti, non ce l'ho fatta». Pian piano ha visto svanire ogni sogno, oggi vive nell'incubo di una casa svenduta all'asta i cui proventi non basteranno nemmeno a ripagare il debito con la banca, e di un ristorante-albergo con le saracinesche chiuse che rischia di fare la stessa fine. «Ho provato a ricomprare la casa - dice - mi hanno chiesto 180 mila euro»
Ieri per “difenderlo” dallo sfratto esecutivo sono arrivati in centinaia chiamati dal movimento Sulcis artigiani e commercianti liberi. Non mancavano il Movimento pastori sardi, i rappresentanti di Irs e non mancavano nemmeno i Sairu, la famiglia di Terra Segada che in queste settimane vive lo stesso incubo.
Tanti i momenti di tensione all'arrivo del nuovo proprietario: è stato circondato dalla folla e ha potuto allontanarsi solo a bordo dell'auto dei carabinieri. «Non è stato ancora notificata alcun provvedimento - ha detto Andrea Impera del movimento artigiani - ma ad ogni rinvio noi saremo accanto a Natalino Nassitti: è necessario che si trovi un accordo».
31 maggio 2011
FONTE: unionesarda.it
Una storia d'infinita tristezza quella che ha colpito Natalino Nassitti che, a causa di una grave malattia che lo ha reso invalido nonchè dell'imperante crisi economica, è rimasto senza casa ed ora è a rischio di rimanere anche senza quel ristorante comprato per dare un futuro lavorativo ai propri figli.
Di buono, e questo è veramente da rimarcare, c'è stata l'immediata grande solidarietà nei suoi confronti da parte del popolo sardo, arrivati in centinaia per difenderlo e cercare di trovare una soluzione per risolvere questa incresciosa situazione. Mi auguro davvero che una soluzione si possa trovare, che il buon senso e l'UMANITA' prevalga su tutto (leggi... interessi economici, sopratutto delle banche) e che il caro Natalino, ora anche invalido e quindi ancor più bisognoso di aiuto, possa riavere quello che gli è stato tolto. Speriamo, speriamo davvero.
Marco
Ovvero al punto di vedersi notificare uno sfratto da chi oggi è il nuovo proprietario della casa che Natalino ha costruito con una vita di sacrifici e che ha ipotecato per acquistare un ristorante con il quale avrebbe voluto dare un futuro sicuro ai suoi figli. «Non avevo previsto questa crisi che ha devastato il Sulcis - racconta - invece ho chiesto 110 milioni di lire alla banca per dare quel maledetto anticipo e quando ne avevo restituito poco meno di 50 le cose sono precipitate.
Ho provato a restare in regola con i pagamenti, non ce l'ho fatta». Pian piano ha visto svanire ogni sogno, oggi vive nell'incubo di una casa svenduta all'asta i cui proventi non basteranno nemmeno a ripagare il debito con la banca, e di un ristorante-albergo con le saracinesche chiuse che rischia di fare la stessa fine. «Ho provato a ricomprare la casa - dice - mi hanno chiesto 180 mila euro»
Ieri per “difenderlo” dallo sfratto esecutivo sono arrivati in centinaia chiamati dal movimento Sulcis artigiani e commercianti liberi. Non mancavano il Movimento pastori sardi, i rappresentanti di Irs e non mancavano nemmeno i Sairu, la famiglia di Terra Segada che in queste settimane vive lo stesso incubo.
Tanti i momenti di tensione all'arrivo del nuovo proprietario: è stato circondato dalla folla e ha potuto allontanarsi solo a bordo dell'auto dei carabinieri. «Non è stato ancora notificata alcun provvedimento - ha detto Andrea Impera del movimento artigiani - ma ad ogni rinvio noi saremo accanto a Natalino Nassitti: è necessario che si trovi un accordo».
31 maggio 2011
FONTE: unionesarda.it
Una storia d'infinita tristezza quella che ha colpito Natalino Nassitti che, a causa di una grave malattia che lo ha reso invalido nonchè dell'imperante crisi economica, è rimasto senza casa ed ora è a rischio di rimanere anche senza quel ristorante comprato per dare un futuro lavorativo ai propri figli.
Di buono, e questo è veramente da rimarcare, c'è stata l'immediata grande solidarietà nei suoi confronti da parte del popolo sardo, arrivati in centinaia per difenderlo e cercare di trovare una soluzione per risolvere questa incresciosa situazione. Mi auguro davvero che una soluzione si possa trovare, che il buon senso e l'UMANITA' prevalga su tutto (leggi... interessi economici, sopratutto delle banche) e che il caro Natalino, ora anche invalido e quindi ancor più bisognoso di aiuto, possa riavere quello che gli è stato tolto. Speriamo, speriamo davvero.
Marco
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