Il medico: risultati positivi da tutto il mondo, nessuno studio contrario
Su una cosa i neurologi e il professor Paolo Zamboni si sono trovati d’accordo, ovvero che la CCSVI, un’insufficienza venosa cerebro-spinale cronica, è una concausa della Sclerosi Multipla. E considerando che i due fronti erano distanti chilometri fino qualche settimana fa si può parlare di un primo passo. Passo compiuto nei giorni scorsi durante il congresso annuale della Società internazionale per le malattie neurovascolari, presieduta dallo stesso Zamboni. Da due anni Zamboni, dell’università di Ferrara, in stretto contatto con la neurologia dell’ospedale Bellaria, sta conducendo studi sulla sclerosi, partendo dal presupposto che la CCSVI ricopre un ruolo fondamentale e che risolvendo questa ostruzione, con un opportuno intervento chirurgico, le condizioni dei pazienti migliorano nettamente. E la Sclerosi Multipla retrocede dal suo implacabile e progressivo percorso. Contro questa tesi, lo scetticismo di molti neurologi.
Professor Zamboni quali sono stati i contributi al congresso?
«Un contributo è stato sullo sviluppo del modello animale. L’Università di Stanford ha dimostrato che creando un disturbo al circolo venoso in animali da laboratorio si va a determinare un danno al sistema nervoso centrale. Per la diagnosi di questo disturbo, la CCSVI, c’è stato un grande avanzamento tecnologico e i risultati sono stati presentati da diversi gruppi, tra cui i maggiori sono quelli di Buffalo e di Detroit: i dati dimostrano che ha un’insufficienza venosa cronica (CCSVI) il 90% dei malati di Sclerosi Multipla e dall’8 al 13% di chi è sano».
C’è qualche dato anche sull’esito dell’intervento chirurgico?
«Risultati sui trattamenti sono arrivati da tutto il mondo. Il più rilevante è dell’Università di San Diego che ha dimostrato con la risonanza magnetica funzionale che dopo l’intervento, consistente nell’inserimento di un palloncino che apre la vena ostruita, c’è una migliore ossigenazione nel cervello e un miglioramento delle capacità cognitive. Diversi gruppi europei e americani hanno poi dimostrato che l’intervento produce un miglioramento in diversi aspetti della qualità della vita, tra cui la fatica cronica e i problemi urinari».
Il suo gruppo cosa ha presentato?
«Un nuovo metodo diagnostico, la pletismografia del collo, che è un collarino rilevatore del flusso e misura la quantità di sangue che dal cranio attraverso il collo va al cuore. Dura pochi minuti e nell’85% dei casi riesce a differenziare le persone con la CCSVI. È un sistema rapido, obiettivo e non invasivo. Può diventare uno strumento di screening».
A che punto è lo studio multicentrico?
«Da un anno e mezzo stiamo aspettando il via libera. Il comitato etico ha approvato la sperimentazione, la Regione ha stanziato un finanziamento, aspettiamo il via libera del ministero. I centri interessati saranno una ventina, tra cui la neurologia del dottor Fabrizio Salvi al Bellaria con cui lavoriamo da tempo, che faranno la selezione dei pazienti».
Non mancano gli scettici contro la sua tesi. Qualcuno lo paragona al Di Bella di qualche anno fa. Com’è la situazione?
«È stato detto che ci sono due studi dell’Università di Padova i cui risultati vanno contro i nostri. In realtà proprio dagli studi emerge un punto di accordo importante. Anche i neurologi riconoscono oggi che la CCSVI è una delle cause della Sclerosi Multipla. Questo non sgombera il campo da tutti gli scetticismi, ma è un punto di chiarezza importante su cui lavorare. Ci saranno ancora posizioni estreme in entrambi gli schieramenti ma si comincia a considerare tutta la vicenda in una visione condivisa da gran parte dei neurologi. Dopo due anni di scontri, è un bel traguardo».
05 aprile 2011
FONTE: corrieredibologna.it
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/5-aprile-2011/sclerosi-multipla-battaglia-zamboni-all-estero-ci-credono-noi-aspettano-190376069267.shtml
Posto con piacere questa intervista al Dott. Zamboni e apprendo con molto piacere, dalle sue stesse parole, che finalmente molti neurologi, finora assai refrattari ad accettare la sua scoperta, stanno rivedendo le loro posizioni e iniziano ad accettare che la CCSVI sia una delle causee dell'insorgenza della Sclerosi Multipla.
Ora quello che aspettiamo, CHE TUTTI I MALATI DI SCLEROSI MULTIPLA ATTENDONO CON ANSIA, è che il Ministero dia finalmente il via alla sperimentazione, permettendo così a questi malati, IN DISPERATA ATTESA, di sottoporsi finalmente all'intervento di liberazione alle giugulari secondo le direttive del Professore. Non si può continuare ad aspettare.... negare questa possibilità ai malati di SM è un atto CHE NON HA SCUSANTI, che priva queste persone della concreta possibilità di avere un futuro migliore.
Marco
Su una cosa i neurologi e il professor Paolo Zamboni si sono trovati d’accordo, ovvero che la CCSVI, un’insufficienza venosa cerebro-spinale cronica, è una concausa della Sclerosi Multipla. E considerando che i due fronti erano distanti chilometri fino qualche settimana fa si può parlare di un primo passo. Passo compiuto nei giorni scorsi durante il congresso annuale della Società internazionale per le malattie neurovascolari, presieduta dallo stesso Zamboni. Da due anni Zamboni, dell’università di Ferrara, in stretto contatto con la neurologia dell’ospedale Bellaria, sta conducendo studi sulla sclerosi, partendo dal presupposto che la CCSVI ricopre un ruolo fondamentale e che risolvendo questa ostruzione, con un opportuno intervento chirurgico, le condizioni dei pazienti migliorano nettamente. E la Sclerosi Multipla retrocede dal suo implacabile e progressivo percorso. Contro questa tesi, lo scetticismo di molti neurologi.
Professor Zamboni quali sono stati i contributi al congresso?
«Un contributo è stato sullo sviluppo del modello animale. L’Università di Stanford ha dimostrato che creando un disturbo al circolo venoso in animali da laboratorio si va a determinare un danno al sistema nervoso centrale. Per la diagnosi di questo disturbo, la CCSVI, c’è stato un grande avanzamento tecnologico e i risultati sono stati presentati da diversi gruppi, tra cui i maggiori sono quelli di Buffalo e di Detroit: i dati dimostrano che ha un’insufficienza venosa cronica (CCSVI) il 90% dei malati di Sclerosi Multipla e dall’8 al 13% di chi è sano».
C’è qualche dato anche sull’esito dell’intervento chirurgico?
«Risultati sui trattamenti sono arrivati da tutto il mondo. Il più rilevante è dell’Università di San Diego che ha dimostrato con la risonanza magnetica funzionale che dopo l’intervento, consistente nell’inserimento di un palloncino che apre la vena ostruita, c’è una migliore ossigenazione nel cervello e un miglioramento delle capacità cognitive. Diversi gruppi europei e americani hanno poi dimostrato che l’intervento produce un miglioramento in diversi aspetti della qualità della vita, tra cui la fatica cronica e i problemi urinari».
Il suo gruppo cosa ha presentato?
«Un nuovo metodo diagnostico, la pletismografia del collo, che è un collarino rilevatore del flusso e misura la quantità di sangue che dal cranio attraverso il collo va al cuore. Dura pochi minuti e nell’85% dei casi riesce a differenziare le persone con la CCSVI. È un sistema rapido, obiettivo e non invasivo. Può diventare uno strumento di screening».
A che punto è lo studio multicentrico?
«Da un anno e mezzo stiamo aspettando il via libera. Il comitato etico ha approvato la sperimentazione, la Regione ha stanziato un finanziamento, aspettiamo il via libera del ministero. I centri interessati saranno una ventina, tra cui la neurologia del dottor Fabrizio Salvi al Bellaria con cui lavoriamo da tempo, che faranno la selezione dei pazienti».
Non mancano gli scettici contro la sua tesi. Qualcuno lo paragona al Di Bella di qualche anno fa. Com’è la situazione?
«È stato detto che ci sono due studi dell’Università di Padova i cui risultati vanno contro i nostri. In realtà proprio dagli studi emerge un punto di accordo importante. Anche i neurologi riconoscono oggi che la CCSVI è una delle cause della Sclerosi Multipla. Questo non sgombera il campo da tutti gli scetticismi, ma è un punto di chiarezza importante su cui lavorare. Ci saranno ancora posizioni estreme in entrambi gli schieramenti ma si comincia a considerare tutta la vicenda in una visione condivisa da gran parte dei neurologi. Dopo due anni di scontri, è un bel traguardo».
05 aprile 2011
FONTE: corrieredibologna.it
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/5-aprile-2011/sclerosi-multipla-battaglia-zamboni-all-estero-ci-credono-noi-aspettano-190376069267.shtml
Posto con piacere questa intervista al Dott. Zamboni e apprendo con molto piacere, dalle sue stesse parole, che finalmente molti neurologi, finora assai refrattari ad accettare la sua scoperta, stanno rivedendo le loro posizioni e iniziano ad accettare che la CCSVI sia una delle causee dell'insorgenza della Sclerosi Multipla.
Ora quello che aspettiamo, CHE TUTTI I MALATI DI SCLEROSI MULTIPLA ATTENDONO CON ANSIA, è che il Ministero dia finalmente il via alla sperimentazione, permettendo così a questi malati, IN DISPERATA ATTESA, di sottoporsi finalmente all'intervento di liberazione alle giugulari secondo le direttive del Professore. Non si può continuare ad aspettare.... negare questa possibilità ai malati di SM è un atto CHE NON HA SCUSANTI, che priva queste persone della concreta possibilità di avere un futuro migliore.
Marco
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